Un incidente mortale si è verificato nel primo pomeriggio in contrada Mortilla a Gizzeria.
Secondo una prima ricostruzione, un’Alfa Romeo con a bordo due persone,
è uscita fuori strada e ha divelto due alberi.
L’auto è poi finita in un terreno adiacente.
Per il violento impatto, O.R. di 23 anni (nato a Lamezia e residente a Gizzeria), che era alla guida dell’automobile ha perso la vita, mentre l’altro ragazzo, A.A., 20 anni, di nazionalità marocchina, ha riportato ferite gravi ed è stato trasportato d’urgenza con l’elisoccorso all’ospedale di Catanzaro.
Sul posto il personale del 118, i vigili del fuoco per estrarre i corpi e le forze dell’ordine per ricostruire la dinamica dell’incidente.
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Il giovane si chiamava Ottorino Rocca.
Questa la foto
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La legge impone che le reti da posta fisse siano identificate con una targhetta che ne indica la imbarcazione di appartenenza.
Un po’ come se fosse la targa di un automezzo da cui si risale al proprietario ed al pagamento del bollo e della assicurazione.
Per evitare di pagare la contravvenzione per l’uso delle reti irregolari i pescatori non avevano apposto la dovuta targhetta così impedendo di risalire ai proprietari
Agli uomini della guardia costiera non è rimasto altro da fare che sequestrare le reti.
Ecco il comunicato:
“Sempre intensa, nelle acque del comprensorio, la vigilanza degli uomini della Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina, comandata dal Capitano di Fregata Antonio LO GIUDICE.
Nella giornata di ieri, 12 novembre 2015, sono state sequestrate nel tratto antistante i comuni di Gizzeria e Lamezia Terme, circa 700 metri di reti da posta fisse calate senza il rispetto della normativa dell’Unione Europea che prevede le corrette modalità di segnalazione degli attrezzi da pesca.
Tale regolamentazione è mirata a consentire i controlli degli organi preposti sul rispetto della normativa di settore e, nel caso delle reti, attrezzi non consentiti ai pescatori non professionali, la prevista segnalazione tramite targhette identificative è l’unico modo per consentire il collegamento fra la rete ed un peschereccio specificatamente autorizzato al suo utilizzo.
Proprio per questo motivo, invece, coloro che non sono intestatari di regolare licenza di pesca impiegano spesso, illecitamente, attrezzi non segnalati, come nel caso accertato ieri dall’equipaggio della motovedetta CP 265 di Vibo.
I militari operanti, nel corso delle operazioni svolte, hanno inoltre effettuato dei controlli a diverse unità da diporto, sanzionando tre di esse per violazioni inerenti la documentazione di bordo”.
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Il Gip del Tribunale di Catanzaro, dottoressa Assunta Maiore, ha giudicato gli inquisiti per il Porto di Gizzeria
Il GIP ha deliberato il proscioglimento per alcuni capi d’accusa, perché “il fatto non sussiste” per gli imputati:
Antonietta Aiello,
Filadelfio Fedele,
Giuseppe Iacopino,
Luciano Pelle,
Antonino Genoese,
Walter Canino,
Franco Labonia,
Luciano Matragano,
Claudio Bertullo,
Salvatore Gallelli,
Giuseppe Graziano,
Giuseppe Cortone,
Antonio La Rosa,
Raffaele Mangiardi,
Giuseppe Melfi,
Giuseppe Putrino,
Francesco Salatino,
Vincenzo Schirinzi,
Andrea Sposato e
Antonio Pelle.
Ha invece rinviato a giudizio per il reato di abuso d’ufficio in quanto secondo l’accusa avrebbero rilasciato la documentazione per la concessione demaniale marittima
Antonietta Aiello,
Filadelfio Fedele (amministratore e gestore Fedilbarc snc),
Rita Mattia, dirigente regionale e il responsabile del procedimento,
Angelo Colac.
Per quanto riguarda poi alcuni capi d’accusa per gli imputati
Antonietta Aiello,
Filadelfio Fedele,
Ottorino Roppa,
Sarino De Sensi e
Francesco Nicolazzo,
il Gip ha deciso per la trasmissione degli atti alla Corte di Cassazione in quanto ha rilevato un conflitto negativo di competenza del tribunale di Catanzaro
L’indagine, che ha viste coinvolte diverse persone tra cui ex amministratori e tecnici del comune di Gizzeria, funzionari e dirigenti della Regione Calabria; l’amministratore e il gestore della “Fedilbarc snc”, riguardava alcuni illeciti nel progetto, in quanto una parte dell’area destinata alla realizzazione dell’opera era di importanza comunitaria.
Le indagini furono avviate dalla Procura di Lamezia Terme, passando dal Tribunale di Lamezia, che l’ha poi trasferita ai magistrati di Catanzaro per questioni di competenza territoriale.
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