Il Senato della Repubblica ha bocciato la mozione del Movimento 5 Stelle contraria alla realizzazione della TAV e il Governo giallo verde vacilla, sembra sull’orlo del tracollo finale.
Ma quale Governo?
Quello dei grillini o quello della Lega?
Quello di Di Maio o quello di Salvini?
A tutti è noto che il Governo attuale è formato da due partiti in conflitto permanente tra di loro.
Ma il 7 agosto u.s. in Italia c’è stata una novità mai vista prima in un’aula parlamentare.
Si sono presentati nell’aula del Senato due Governi, uno rappresentato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maurizio Santangelo e l’altro rappresentato dal Vice Ministro dell’Economia Massimo Garavaglia.
Il primo invita a votare contro il progetto della TAV, il secondo, invece, invita a votare a favore.
Tutti ora parlano di crisi.
Ma quale crisi! Nessuno la vuole. Nessuno vuole rischiare il posto che occupa, nessuno vuole davvero andare a nuove elezioni.
La chiedono, questo è vero, però per finta.
Infatti tutti la stoppano sul nascere e subito Salvini tratta con gli alleati.
Al comizio di Salvini i politologi si aspettavano che il leader leghista lanciasse una bomba atomica.
Ha lanciato una bombetta che ha fatto un piccolo rumore, senza provocare alcun danno.
Certo, qualcosa si è rotto tra Lega e M5Stelle, però si continua ad andare avanti.
Conte, nella sua conferenza stampa di ieri sera, si presenterà in Parlamento non da dimissionario, ma chiederà alla sua maggioranza un voto di fiducia.
Vedremo chi staccherà la spina. Continueranno Di Maio e Salvini a prenderci per i fondelli?
Fino a quando abuseranno della nostra pazienza? Quanto a lungo ancora questa loro pazzia si prenderà gioco di noi?
E qui mi sovviene la celeberrima poesia del grande Totò “A livella”:- Perciò, stamme a ssentì …nun fa’ ‘o restivo. Sti pagliacciate’e fanno sulo ‘e vive. Nuie simmo serie…………-
Sì, noi siamo seri. Il popolo italiano è serio e paziente. Ma fino a quando?
Per troppo tempo ci stanno prendendo per fessi e poi si lamentano che il popolo italiano non va più a votare. Non ne possiamo più. Noi siamo stanchi.
E’ arrivato ora il momento di reagire. Subito, senza indugio.
Domani sarebbe troppo tardi. Altrimenti ci sveglieremo una mattina e sotto casa troveremo manigoldi con manganelli e bottiglie di olio di ricino e il Parlamento Italiano, sordo e grigio, ridotto a un bivacco di manipoli.
Quo usque tandem……..
La storia è storia, e deve pure insegnare qualcosa.
Queste violente parole pronunciate da Cicerone nel Senato Romano provocarono l’inizio della sconfitta di Catilina e della sua congiura per rovesciare la Repubblica.
Pubblicato in
Belmonte Calabro