La pizza napoletana è patrimonio immateriale dell’Unesco, famosa in tutto il mondo conta il maggior numero di esportazioni e di emulazioni. Ma se Napoli ne è la madre storica, ormai la pizza è un orgoglio tutto made in Italy, ed è per questo che non sarà difficile mangiare la vera specialità partenopea anche nella capitale.
Bassa e scrocchiarella o alta e col cornicione gonfio?
La tradizione romana predilige la seconda, la pizza alta e con un cornicione importante ha anche un suo nome, la Pinsa, che si distingue dalla più tradizionale Pizza, bassa e scrocchiarella, come prevede la tradizione napoletana sin dai tempi della visita della Regina Margherita.
PummaRe, il cuore di Napoli anche ai Parioli
PummaRe tradizionalmente nasce in un quartiere residenziale di Roma Nord, il quartiere Prati. Molto apprezzato sia dai siti di ristorazione che dai clienti stessi, ha deciso di espandersi. Così il ristorante pizzeria è aperto ai parioli, a metà fra tradizione e innovazione, accosta alle pizze classiche la selezione “Gourmet”, fra cui primeggiano la Biancanoce del Monaco, con fontina d’alpeggio e scaglie di provolone, e la Battuta di Lardo, con Lardo di Colonnata e fiori di zucca Avellinesi. Oltre ad una sala interna, gode di una terrazza esterna che, in quanto rialzata, è una vera e propria oasi di tranquillità nel cuore della Capitale.
Il Menù di PummaRe ai Parioli
Cavallo di battaglia anche di questo secondo locale restano le pizze, realizzate secondo i canoni della tradizione napoletana: bordi alti e centro basso, condite con ingredienti freschi e di prima qualità, come il pomodoro San Marzano, le mozzarelle di Agerola, le alici di Cetara. Nel menu, accanto alle pizze classiche (come la Margherita, la Bufalina, ecc.), sono proposte le “Gourmet”, basate su abbinamenti estrosi, la più audace resta la “Golosa”, preparata con un impasto di farina integrale e condita con fior di latte di Agerola, erborinato di bufala, radicchio di Chioggia e speck I.T.G..
Non solo pizze…
Il ricco menù di PummaRe prevede ampia scelta di antipasti, tra i tradizionalissimi fritti partenopei (il cuoppo, la mozzarella in carrozza) e le specialità della città regina, Roma, con i suoi supplì sia tradizionali che in farina di panko. Grande regine sono le scarpette di PummaRe, le bombette fritte di pasta di pizza, affogate in diverse salse, nate appunto per la scarpetta. La bombetta fritta diventa Montanara quando aumenta di dimensioni e si può farcire anche con la ricotta di bufala.
Il mare in tavola
Ma lo street food lascia lo stesso spazio alle prelibatezze d’oltremare: per questo, il ceviche dello chef Andres Upegui è interpretato in chiave mediterranea, con orata marinata nel lime, coulis di pomodoro e crema di burrata.
Info e contatti
Il ristorante è aperto a cena tutti i giorni dalle 19.30 alle 23.00. Il venerdì e il sabato la serata si prolunga, fino alle 23.30 la cucina è aperta e operativa. A pranzo è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 12.30 alle 15.10.
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Vedi Napoli e pensi alla pizza
Quando vi trovate seduti in una pizzeria di Spaccanapoli, è praticamente impensabile credere che la pizza sia un alimento proveniente dalla Cina come qualcuno afferma. Vero è che le focacce hanno rappresentato il pranzo principale di molti popoli sin dalle epoche più remote, ma tra una focaccia africana injera e una bella pizza Napoli che ne passano di differenze. Sarà che noi italiani siamo abituati alla tradizionale pizza cotta nel forno a legna e farcita di ogni ben di Dio che non ci pare possibile destinare ad altri popoli, la sua origine.
Anche se andando a Kuala Lumpur o ad Anchorage non è impossibile trovare una pizzeria che propone la ‘vera’ pizza Napoletana che della tradizione e dell’Italia ha poco o nulla, in tutto il mondo quando si dice ‘pizza’ la si traduce con ‘Italia’.
Questa internazionalizzazione di un piatto semplice da preparare (anche se non è sempre così facile come lo si descrive) è riuscita a creare tanti posti di lavoro per chi ha saputo apprendere l’arte della preparazione della pizza.
Se è vero che serve amore e passione, è pur vero che per apprendere le tecniche di lavorazione (dalla preparazione dell’impasto alla cottura della pizza) occorre frequentare un corso pizzaiolo che insegna futuri operatori nel destreggiarsi tra farina, lieviti, condimenti e cotture.
Non solo acqua e farina
Indubbiamente Napoli può essere, a ragion veduta, considerata la patria della pizza e non solo perché la famosa pizza Margherita fu qui concepita in onore dell’allora Regina d’Italia ma in quanto si è sempre trattato di un alimento che ha rappresentato per secoli e intere generazioni, l’unica fonte di sostentamento. Chi non ricorda Sophia Loren e Giacomo Furia in un episodio del film ‘L’oro di Napoli’ dove la prosperosa attrice rivestiva il ruolo della pizzaiola intenta a friggere le bianche focacce? Vero che stiamo parlando di un film ma è pur vero che questo rappresenta un vero spaccato di una Napoli di quegli anni che, per quanto riguarda il tema ‘pizza’, non è cambiata di molto. Fare la pizza è una vera arte e per apprenderla occorre seguire le indicazioni che solo esperti pizzaioli sono in grado di dare. Non è sufficiente impastare della farina con acqua e un poco di lievito per preparare la pasta che si trasformerà in una succulenta pizza made in Italy: occorre conoscere le farine e saperle distinguerle tra loro per via delle caratteristiche; sapere quanto e come deve riposare l’impasto al fine di avere una giusta lievitazione che lo renderà digeribile una volta mangiato; quali le materie prime di qualità da utilizzare per la farcitura.
Un accademia veramente speciale
L’Accademia Nazionale di Sommelier, Barman e Pizzaioli di Degustibuss organizza dei corsi formativi per apprendere il mestiere del fare la pizza secondo i criteri della tradizione e permettere a tutti coloro che partecipano con passione ed entusiasmo, di apprendere le basi fondamentali per diventare un pizzaiolo capace di preparare una vera pizza italiana. Solo in questo modo si può pensare di acquisire le basi dalle quali partire alla volta di una carriera brillante da vivere in giro per il mondo.
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RENDE : 2° Campionato Italiano di Pizza alla mozzarella di Bufala, da Rende a Battipaglia per portare a casa il trofeo. La Scuola Nazionale di Pizza di Rende parteciperà alla competizione in programma per i prossimi 29 e 30 settembre 2014. Tonda, teglia, pala, free style, velocità, pizza più larga, premio bufala DOP, senza glutine. Si sfideranno a colpi di farina, lievito, sale, acqua e olio gli allievi di Pietro TANGARI, in arte PEDRO’S, Marcello LAMBERTI e Mauro MAZZOTTA, da ieri tornati sui banchi di scuola. Il prossimo corso è a metà ottobre.È settembre. Si riparte. Chiusa la stagione lavorativa estiva, per gli allievi della Scuola Nazionale di Pizza di Rende, ambasciatori, sempre più numerosi, della lievitazione a 96 ore, è tempo di nuovi progetti.È partito ieri, giovedì 11 settembre, il nuovo corso. Per un mese, in 10, la maggior parte provenienti dai piccoli e grandi centri della provincia di Cosenza, impareranno da TANGARI, LAMBERTI e MAZZOTTA, i segreti per fare una buona pizza.Dalla teoria alla pratica. Per imparare o per migliorarsi. La differenza è sottile. Il corso della Scuola Nazionale di Pizza di Rende è utile sia per chi ha un’attività già avviata, come aggiornamento, che per chi ha voglia di imparare a fare il pizzaiolo. Impasto, stesura impasto, farcitura e cottura; utilizzo delle attrezzature, forno, impastatrice, tritacondimenti, pale. Pizza tonda, a metro, teglia, pizza per celiaci. Sono, queste, le materie di studio del corso che mette in dotazione degli allievi anche abbigliamento e materiale didattico. A fine corso viene rilasciato il diploma dell’ API, e la tessera Socio Api che da l’opportunità di usufruire di diversi sconti su master e corsi d’aggiornamento.Per maggiore informazioni sui corsi è possibile contattare la responsabile di segreteria Katia al numero 3342676260.
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