Le elezioni fanno paura! Tanta! A molti! Forse a tutti! In particolare quando si “perdono” 20 posti di lavoro. Ed allora anche taluni politici che normalmente “stabilizzano” i posti dei precari da loro stessi assunti, tentano di “stabilizzare” anche i loro “posti”, il loro “potere”, le loro “Cariche” e tanti poi osservano mafari anche onestamente la inopportunità delle dimissioni di Scopelliti. Ovviamente in nome della Calabria o quantomeno della democrazia.
Ecco una piccola sintesi di quello che pubblica la stampa ed il web
Ecco l’elenco:
1)DIMISSIONI SCOPELLITI | L'Udc frena
I centristi preoccupati per la situazione alla Regione: «Il governatore è una persona corretta ma dobbiamo dare risposte concrete ai calabresi»: Vedi testo in Basso.
2)DIMISSIONI SCOPELLITI | Pacenza: effetti nefasti sulla Calabria
Secondo il presidente della terza commissione Sanità la chiusura anticipata della legislazione getterebbe nel caos la regione: Vedi testo in Basso.
3)DIMISSIONI SCOPELLITI | Chizzoniti: non formalizzarle
L'invito del presidente della commissione regionale di Vigilanza in una lettera inviata al governatore
4)DIMISSIONI SCOPELLITI | Nicolò: prima calendarizzare le riforme
Il vicepresidente del consiglio regionale invita il governatore a riflettere sulle sue decisioni
5)DIMISSIONI SCOPELLITI | Gentile: «Al voto non prima di sei o sette mesi»
Il senatore chiede a Scopelliti una frenata: «La scelta di dimettersi gli fa onore. Ma la formalizzi dopo l'approvazione delle modifiche allo Statuto»
6) Santelli: «Prima le riforme poi le dimissioni» Ma la modifica dello statuto è ferma da un anno
Intervista alla coordinatrice di Forza Italia che prova ad allungare i tempi del governo regionale e bacchetta il governatore per avere tirato in ballo Raffa: «Una caduta di stile».
7) I Gentile preparano il trappolone a Scopelliti
Testi:
1)DIMISSIONI SCOPELLITI | L'Udc frena
LAMEZIA TERME No al gioco allo sfascio. L'Udc è preoccupata per la piega che sta prendendo la vicenda politica alla Regione. I centristi non fanno mistero di aver poco gradito l'annuncio di dimissioni di Scopelliti. Avrebbero preferito, gli esponenti dello Scudocrociato, una maggiore prudenza nell'affrontare questa situazione. Ora che la situazione è abbastanza compromessa non resta che correre ai ripari e cercare di salvare il salvabile. Per questo motivo i consiglieri regionali dell'Udc e il segretario Gino Trematerra chiedono un incontro aperto a tutte le forze politiche di maggioranza. «Occorre capire – spiegano in una nota – considerata la fase complessa che stiamo attraversando, in una logica di massima lealtà e condivisione dei percorsi che si deciderà d’ intraprendere, come s’ intende procedere per evitare possibili disorientamenti e ritardi nelle risposte urgenti che i calabresi ai attendono da tutti noi. Al presidente Scopelliti - aggiungono - riconosciamo il pregio della chiarezza e della trasparenza, nel rapporto con persone e forze politiche, che l’hanno sempre contraddistinto. Perciò l’Udc gli esprime solidarietà, ma esprimiamo, contemporaneamente, anche l’auspicio a proseguire nell’impegno politico, specie in questo momento particolare, per portare avanti il progetto comune. L’Udc, il cui rapporto con il presidente della Regione è stato avviato nel 2010 per smuovere le incrostazioni calabresi e per imboccare la strada dello sviluppo, ha sempre considerato il presidente Scopelliti una persona rispettosa della legalità e dei diritti. Quanto accaduto con la sentenza del tribunale di Reggio lascia, pertanto, molto perplessi per l’asprezza della pena, ma, nel contempo, mette in luce la contraddittorietà di una legge che vorrebbe precludere, dopo il primo grado di giudizio, l’agibilità politica di una persona che ha avuto l’espresso mandato dei calabresi a guidare la Regione».
«Si è in presenza - aggiungono gli esponenti dell’Udc - di una norma che contrasta con la Costituzione e che andrebbe rivista con immediatezza. Se l’articolo 27 della Costituzione sancisce la presunzione d’innocenza fino al giudizio definitivo, e se proprio questo principio è uno dei tasselli cruciali dell’impianto costituzionale, la legge Severino, per com’è congegnata, è assolutamente iniqua. L’Udc farà la propria parte per sensibilizzare le forze politiche nazionali su questo preciso aspetto. Ma è auspicabile che tutte le forze politiche si adoperino per rendere possibile una riforma di questa legge in ossequio alla Costituzione. Qui è in gioco non solo il problema di una sola persona o di una sola parte politica – concludono – ma l’essenza stessa della politica e, se vogliamo, della democrazia. Rifiutarsi di capirlo è pura miopia politica ed un regalo ai vari populismi del nostro tempo». (0030)
2)DIMISSIONI SCOPELLITI | Pacenza: effetti nefasti sulla Calabria
REGGIO CALABRIA "Pur comprendendo le ragioni etiche e morali che stanno spingendo in queste ore il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti a rassegnare le dimissioni dal suo incarico, mi preme al contempo accendere una spia d'allarme sugli effetti nefasti che, queste, potrebbero avere sugli iter amministrativi in atto". Così il presidente della terza commissione Sanità Salvatore Pacenza. "Dalla sanità ai rifiuti - aggiunge -, senza passare in secondo piano tutta la programmazione comunitaria e i progetti ad essa legata, l'esautorazione del Consiglio e la conseguente mancanza di una guida per la Regione fino al prossimo autunno, significherebbero pieno caos per la Calabria. Questo Consiglio deve rimanere in carica perché, in tutta questa vicenda, non ha responsabilità. Anzi, in ragione del mandato elettorale assegnatogli in maniera netta e inequivocabile dall'elettorato, ha il dovere di portare fino in fondo questa legislatura. Non è una difesa strenua della poltrona (questa avrebbe comunque fine fra pochi mesi), ma una lucida considerazione sulla necessità di dare continuità amministrativa ai lavori dell'assemblea e a tutti i programmi messi in itinere dalla maggioranza. Una mancata modifica allo Statuto e la conseguente non definizione di una nuova Legge elettorale decreterebbero danni erariali certi per la Regione e non fornirebbero regole certe e trasparenti sulla prossima tornata elettorale". "Quando si chiedono le dimissioni di una sola persona - prosegue Pacenza - bisogna considerare le conseguenze che queste avranno su circa 2 milioni di cittadini. La propaganda mediatica lanciata dall'opposizione, in questo momento, non ne sta per niente tenendo conto. Dal punto di vista umano e politico è assai comprensibile la reazione avuta nell'immediato dal presidente Scopelliti, ma adesso devono prevalere in lui la lungimiranza e il senso di responsabilità da sempre osservato verso i calabresi. La speranza è che nelle prossime ore il governatore torni sui suoi passi, in ragione di questo momento assai delicato per la regione
3)DIMISSIONI SCOPELLITI | Chizzoniti: non formalizzarle
L'invito del presidente della commissione regionale di Vigilanza in una lettera inviata al governatore
REGGIO CALABRIA "Nel rinnovarti la mia sincera vicinanza in ordine ad una vicenda sempre più pirandelliana, la cui chiave di lettura non può non essere demandata alle motivazioni che il Tribunale a quo non mancherà di fornire soprattutto sul versante della irrinunciabile componente psicologica che l'arcigno e tenebroso legislatore pretende dopo aver 'novellato' il previgente 'abuso innominato in atti di ufficio', non avendo potuto partecipare al recentissimo meeting di Catanzaro, del cui contenuto sono stato informato dal mio capogruppo Giulio Serra, avverto la sensibilità di esplicitarti il mio pensiero". E' quanto ha scritto il presidente della commissione Vigilanza del consiglio regionale Aurelio Chizzoniti in una lettera inviata al presidente della Regione Giuseppe Scopelliti. "Sono da sempre orientato - ha aggiunto - a rispettare le idee e le decisioni di chiunque, soprattutto quando, come nel caso di specie, le ritengo sbagliate per cui devo puntualizzare che, ove le tue preannunciate dimissioni, per come si sussurra, fossero finalizzate a neutralizzare l'emettendo provvedimento sospensivo, in armonia con la previsione di cui all'art. 33 dello Statuto della Regione Calabria (che consente l'esercizio delle funzioni Istituzionali al presidente della Regione dimissionario), avverto il dovere di segnalarti che, secondo il mio modestissimo e deferente avviso, dubito che detta opzione possa essere realmente praticabile. Almeno per due motivi di fondamentale centralità e rilevanza: in primis, perché l'escamotage vanificherebbe la ratio ispiratrice della legge Severino, palesemente volta ad impedire, sia pure temporaneamente, l'esercizio di funzioni istituzionali all'amministratore condannato in primo grado per uno di quei reati espressamente dalla stessa indicati (attesa la non applicabilità agli eletti della misura cautelare interdittiva di cui all'art. 289 c.p.p.), ragion per cui paradossalmente l'espletamento delle stesse pur precluse ope legis al presidente condannato e non dimissionario sarebbero incredibilmente consentite a quello condannato però dimissionario! In secondus - sempre Chizzoniti - perché non bastano spericolate acrobazie sul baratro dell'assurdo giuridico per sovvertire lo spirito della gerarchia delle fonti normative nel cui contesto la previsione statutaria regionale ex art. 33 mi appare sicuramente di grado inferiore rispetto ad una norma nazionale - quindi prevalente - qual è la legge Severino". "Ciò posto - ha proseguito - sul piano prettamente tecnico, su quello politico residuano invece, galleggianti alla deriva di un peculiare tempus storico scandito da tantissimi volteggianti sciacalli rapaci (molti inopportunamente presenti anche in Tribunale il 27 scorso), alcune considerazioni che sono saldamente ancorate proprio a quel programma che ti ha consentito di vincere 5 a 0 le elezioni regionali del 2010; risultato strepitoso la cui democratica verifica appartiene al corpo elettorale, indipendentemente dall'applicazione di leggi conflittuali con il civilissimo modello tecnico di cui all'art. 27 della Carta costituzionale, fra l'altro, retroagendo all'esperienza sindacale e a nulla rilevando quindi con l'attività di governatore della Calabria. Certo è un momento particolarmente delicato, ma non si può rifuggire da precise responsabilità quando mancano pochi mesi alla naturale conclusione della legislatura, poiché sarebbe veramente difficile spiegarlo alla gente in un'ottica politica ove si esibiscono oppositori particolarmente impegnati a programmare improbabili vittorie elettorali sulle disgrazie altrui, candidando strumentalmente vedove, orfani, prefetti compiacenti, magistrati". Chizzoniti sostiene inoltre che "nella vita non è rilevante quante volte si finisce a terra, ma appaiono decisive tutte le volte che ci si rialza. Tu hai tutte le qualità per farlo, ben potendo guardare negli occhi i tuoi oppositori, palesi e occulti, per cui ti invito a continuare a combattere perché, anche se la modulazione della pena mi appare apocalittica, escludo qualsivoglia intento persecutorio da parte di un Tribunale, egregiamente presieduto ed altrettanto squisitamente integrato, alla cui sentenza dovrà essere conferito l'imprimatur da parte dei giudici di secondo grado. Un motivo in più per non formalizzare le tue dimissioni consentendo quella conclusione della legislatura, ex adverso preoccupatamente osteggiata, anche perché le stesse alla fine, per un verso, sembrerebbero accreditare una sorta di contestazione aprocessuale (nei confronti di chi?), per altro sfocerebbero in una sostanziale e collaterale penalizzazione di una coalizione regionale vincente che aspira a completare l'azione di governo anche sul terreno di importanti riforme Istituzionali. Che senso ha emulare Sansone di biblica memoria?". "Sono certo - ha concluso - che maturerai decisioni responsabili per cui, conclusivamente, ti invito a produrre uno sforzo 'ultra vires' in questa direzione, ma nello stesso tempo non sarei me stesso se non richiamassi la tua attenzione al fine di discernere razionalmente pro futuro fra collaboratori di autentica qualità e adulatori magari esperti in assalti alle diligenze". (0090)
4)DIMISSIONI SCOPELLITI | Nicolò: prima calendarizzare le riforme
Il vicepresidente del consiglio regionale invita il governatore a riflettere sulle sue decisioni
REGGIO CALABRIA "L'amarezza personale e i risvolti umani sono comprensibili, ma dopo le naturali reazioni dei primi momenti è necessario riportare la discussione sui temi e sui tempi politico-istituzionali che ci attendono". Lo afferma in una dichiarazione il vicepresidente del Consiglio regionale, Alessandro Nicolò, con riferimento alle ipotesi di dimissioni del presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti. "Abbiamo espresso solidarietà umana e personale al presidente Scopelliti ma adesso - aggiunge - si impone recuperare un confronto politico-istituzionale, già individuato da tempo e che impone al consiglio regionale, e non soltanto alla maggioranza, di contingentare i tempi per l'approvazione dell'autoriforma dell'assemblea legislativa, a partire dalla modifica della composizione dell'Aula e dalla nuova legge elettorale. L'obbligatorietà di adottare la procedimentalità costituzionale è questione ineludibile se vogliamo attrezzare adeguatamente la nostra Regione a vivere la nuova fase istituzionale. Non è infatti responsabilmente possibile lasciare in vita gli attuali assetti come sono, senza procedere agli adempimenti dovuti. "Auspico quindi - conclude Alessandro Nicolò - che il presidente Scopelliti faccia le dovuta riflessioni per condividere assieme alla coalizione un percorso efficace senza disperdere il patrimonio politico comune del centrodestra calabrese". (0090)
5)DIMISSIONI SCOPELLITI | Gentile: «Al voto non prima di sei o sette mesi»
Il senatore chiede a Scopelliti una frenata: «La scelta di dimettersi gli fa onore. Ma la formalizzi dopo l'approvazione delle modifiche allo Statuto»
CATANZARO «Ribadisco la mia stima e la mia fiducia al presidente Scopelliti: sono certo che in altre sedi giudiziarie sarà assolto e non ho dubbi nel dire che rimane il leader del centrodestra calabrese». Lo afferma, in una nota, il senatore Antonio Gentile, segretario del Nuovo centrodestra in Calabria.
«La scelta delle dimissioni - prosegue - gli fa onore perché non dovuta e perché rappresenta uno stile di condotta politica e morale che riguarda gli uomini del centrodestra. Gli rivolgo, però, un appello affinché non si crei un imbuto istituzionale e queste dimissioni vengano formalizzate dopo l'approvazione in seconda lettura delle modifiche allo Statuto. Solo allora potremo avere una legge che ci consenta di recepire la norma nazionale e di eleggere il nuovo presidente e il nuovo Consiglio. Credo oltretutto che questi sei o sette mesi necessari per andare al voto possano essere spesi per scadenze improcrastinabili come lo sblocco del turnover sanitario, la soluzione del problema rifiuti, la nuova legge sull'infanzia e altri punti cardinali che richiederanno diverse riunioni del consiglio regionale».
«Rivolgo analogo appello - conclude Gentile - alle forze del centrosinistra affinché facciano prevalere gli interessi dei calabresi e delle istituzioni rispetto ad ogni compulsione elettorale che peraltro, oggi, ci porterebbe a elezioni illegittime e inutili». (0020
6) Santelli: «Prima le riforme poi le dimissioni» Ma la modifica dello statuto è ferma da un anno
REGGIO CALABRIA - «È stato un atto di responsabilità politica. Ma c'è anche una responsabilità istituzionale nei confronti dei calabresi, il cui interesse viene prima di tutto. Perciò, prima di concludere la legislatura, vanno completati alcuni importanti processi riformatori, alcuni indispensabili per tornare alle urne, tra cui la riduzione del numero dei consiglieri nello Statuto e i profili tecnici della legge elettorale». Lo afferma Jole Santelli, coordinatrice regionale di Forza Italia, in una intervista rilasciata al Quotidiano della Calabria, commentando la decisione di Giuseppe Scopelliti di dimettersi dall’incarico di presidente dopo la condanna a sei anni di carcere (LEGGI LE DIMISSIONI).
Ma la parlamentare berlusconiana non si limita solo a tentare di fare riflettere il governatore sui tempi per le dimissioni, e lo chiama in causa rispetto alle affermazioni dello stesso Scopelliti che, dopo la sentenza di condanna, aveva evidenziato come gli atti firmati nella sua qualità di sindaco di Reggio Calabria erano gli stessi di quelli sottoscritti dal suo successore, il sindaco facente funzioni Raffa.
Una frase mal digerita dai forzisti: «È stata una caduta di stile tirare in ballo Raffa. Raffa – ha spiegato Santelli - revocò gli incarichi alla Fallara e sospese la dirigente. Non credo possa essere accusato per aver posto fine a quella grave anomalia amministrativa».
In un clima teso, nel centrodestra le stanno tentando tutte per convincere Peppe Scopelliti e non presentare subito le dimissioni fino a paventare un ingorgo istituzionale (LEGGI L'ARTICOLO). Si dicono anche mezze verità. Diciamo subito che nel momento in cui Scopelliti protocolla le dimissioni, il consiglio entro dieci giorni deve prenderne atto e subito dopo si scioglie. Gli unici a restare in sella (con stipendio) fino al rinnovo sono i componenti dell’Ufficio di presidenza e i componenti della giunta che restano in carica per le pratiche ordinarie.
«Scopelliti, pur essendo dimissionario, non potrà esercitare la funzione e per questo gli verrà notificata lo stesso la sospensione», afferma in punta di diritto un autorevole magistrato del Tar da noi interpellato. E a quel punto sarà il vicepresidente a portare la Regione alle elezioni.
Tornando alla Statuto , diciamo subito che è stato già uniformato alla normativa nazionale nella seduta del 22 aprile 2013, anche se il consiglio ha avuto un anno di tempo per la seconda lettura ma non lo ha fatto. Si aspettava l'esito (scontato) della Corte Costituzione sulla prima modifica, quella che ha portato il numero dei consiglieri da 50 a 40 che è stata puntualmente cassata.
ARTICOLI E VIDEO SUL CASO SCOPELLITI
Al presidente Talarico, ora, basterebbe portare in aula domani la legge di modifica per la seconda lettura e la partita sarebbe chiusa. Da quel momento scatterebbe un periodo di vacatio di tre mesi per consentire ad un quinto dei consiglieri (10) o un cinquantesimo degli elettori (art.58) di presentare un referendum abrogativo il cui termine scade il 30 giugno. Solo da quel momento, entre 90 giorni, si possono indire le elezioni.
7) I Gentile preparano il trappolone a Scopelliti
di Clara Varano - Lui ribadisce la propria "stima e fiducia al presidente Scopelliti", è certo "che in altre sedi giudiziarie sarà assolto" e non ha dubbi sul fatto che Scopelliti rimanga "il leader del centrodestra calabrese".
Lui, Antonio Gentile, senatore della repubblica italiana e segretario del Nuovo centrodestra calabrese, in una nota, sottolinea e rimarca fiducia e stima nei confronti del quasi "fu" presidente della Regione Calabria. Quasi, sì, perché in realtà Giuseppe Scopelliti, condannato a 6 anni di reclusione con pena accessoria di perpetua interdizione dai pubblici uffici, durante il processo Fallara, all'indomani della sentenza, ha dichiarato a caldo, poche ore dopo aver ascoltato la pesante condanna, di voler mollare tutto. Insomma, tutti giù dalla giostra.
A queste affermazioni, molti, i più vicini al governatore, hanno sostenuto la scelta delle dimissioni, altri hanno apprezzato un po' meno. Tra questi "altri" Tonino Gentile e fratello, Pino, che nemmeno a dirlo, come uomo molto vicino al "quasi fu presidente", esponente del Nuovo centrodestra di spicco, ambisce alla carica di vicepresidente, quella che gli consentirebbe di governare "a modo suo", la regione, fino alle prossime elezioni, se Scopelliti non desse le dimissioni. Certo, ma questo solo se Scopelliti venisse sospeso. Le annunciate dimissioni, se avessero sèguito, come i rumors raccontano, non più tardi dell'1 aprile, legherebbero le mani al Consiglio dei Ministri, che sospendendo Scopelliti, potrebbe decidere di mantenere in vita l'attuale consiliatura, consegnando, appunto, al vicepresidente l'amministrazione della Regione. Vicepresidente che non potrebbe essere l'attuale Antonella Stasi, visto che non è stata eletta.
Dimettendosi Scopelliti non può essere sospeso, perché come si fa a sospendere qualcuno da un ruolo che non ricopre più? Conseguenza immediata, si andrebbe ad elezioni tra giugno e ottobre. Questo giochino, ha mandato su tutte le furie Gentile, che non ha gradito la "mossa" del compagno di partito e compagno di "giochi". Dopo la lite scoppiata in Giunta tra l'assessore regionale Pino Gentile (fratello del senatore), che ha accusato Scopelliti di "badare solo ai propri interessi" e che ha chiesto di ritirare questa decisione, appoggiato anche da altri colleghi, le parole del senatore Antonio gentile non possono non far riflettere: "La scelta delle dimissioni - scrive il senatore - gli fa onore perché non dovuta e perché rappresenta uno stile di condotta politica e morale che riguarda gli uomini del centrodestra. Gli rivolgo, però, un appello affinché non si crei un imbuto istituzionale e queste dimissioni vengano formalizzate dopo l'approvazione in seconda lettura delle modifiche allo Statuto. Solo allora potremo avere una legge che ci consenta di recepire la norma nazionale e di eleggere il nuovo presidente e il nuovo Consiglio. Credo oltretutto che questi sei o sette mesi necessari per andare al voto possano essere spesi per scadenze improcrastinabili come lo sblocco del turnover sanitario, la soluzione del problema rifiuti, la nuova legge sull'infanzia e altri punti cardinali che richiederanno diverse riunioni del Consiglio regionale".
Dimissioni non dovute, certo, ma considerato che, nonostante le dimissioni, fino a quando la Regione Calabria non avrà un altro Consiglio, la Giunta Scopelliti resta in carica ed operativa per il disbrigo degli affari correnti e, ovviamente, la gestione di eventuali situazioni straordinarie, perché tanta pressione perché non si dimetta? Un eventuale tentennamento, o un allungamento dei tempi per l'ufficializzazione della decisione annunciata da Scopelliti, come conseguenza, lo ricordiamo avrebbe solo una cosa: la sospensione immediata da parte del Consiglio dei Ministri, che a quel punto deciderà tutto in autonomia e senza considerare i desideri di Scopelliti, cosa che se Pino Gentile fosse nominato vicepresidente, probabilmente renderebbe felice il senatore, suo fratello, che oggi si dice fiducioso. Amen