Nell’immaginario collettivo acqua e rifiuti stanno proprio agli antipodi: mentre la prima richiama alla vita, alla pulizia, a un bene di cui non si può assolutamente fare a meno, quando invece dobbiamo pensare ai rifiuti immediatamente ci viene in mente la sporcizia, il marciume e il fetore.
Eppure acqua e rifiuti, o meglio le loro gestioni, sono due settori che nella nostra regione hanno spesso seguito un percorso comune, fatto di inchieste, di truffe, di sperperi, di incapacità di affrontare e risolvere le tante problematiche che negli anni si sono prodotte.
A confermare questo stretto legame basterebbe solamente citare la Veolia, la multinazionale francese che per anni ha fatto il bello e il cattivo tempo nella gestione dell’acqua, in qualità di partner privato nella Sorical SpA, e dei rifiuti, con la gestione dell’inceneritore di Gioia Tauro e degli impianti del distretto Calabria Sud.
La Veolia, travolta dagli scandali, ha praticamente abbandonato la Calabria, naturalmente con le tasche belle piene e senza aver pagato nulla per le tante nefandezze combinate, a partire dalla vergogna dell’invaso dell’Alaco per arrivare agli impianti di trattamento RSU che funzionano a singhiozzo.
La giunta regionale, piuttosto che apprendere dagli errori commessi, non riesce a proporre altro che le stesse pseudo-soluzioni che fino ad oggi non hanno prodotto un solo risultato positivo, ma hanno accumulato criticità su criticità. A nulla pare sia servito neanche lo schiacciante pronunciamento della maggioranza della popolazione italiana che, nei referendum del 2011, si è schierata per la gestione pubblica dei servizi locali.
L’abbandono della Veolia, insieme alla chiusura della lunga stagione del Commissariamento per l’emergenza ambientale, possono rappresentare un momento di svolta per questa regione, mettendo finalmente e definitivamente da parte logiche “prenditirici” nella gestione dei servizi locali, per puntare a gestione pubbliche, trasparenti, partecipate. Ma così non è, e lo dimostrano i vari interventi degli assessori regionali che insistono ancora sullo stesso modello gestionale.
Per questo abbiamo deciso di proporre una legge di iniziativa popolare che punti a una gestione pubblica del Servizio Idrico Integrato, a partire dall’affidamento delle attuali competenze della Sorical a un’azienda speciale pubblica: l’ABC Calabria.
Con lo stesso spirito abbiamo deciso di aderire alla campagna nazionale per la legge di iniziativa popolare “Rifiuti Zero”, che riteniamo un primo passo necessario per mettere fine alla logica fallimentare della gestione dei rifiuti attraverso il binomio discariche-inceneritori. Un primo passo che, soprattutto in una regione come la nostra dove gestione dei rifiuti è stato spesso sinonimo di ‘ndrangheta o multinazionali, deve proseguire obbligatoriamente nel rivendicare una gestione pubblica del sistema di raccolta e delle discariche di servizio.
Domenica 14 aprile, in concomitanza con il resto del Paese, saremo in piazza per il Firma Day, ossia l’apertura ufficiale della campagna per la legge “Rifiuti Zero”. Nei nostri banchetti proporremo entrambe le campagne di raccolta firme, convinti che la realizzazione di una società migliore passi attraverso la ripubblicizzazione di tutti quei servizi locali affidati ai privati in anni di ubriacatura neoliberista. A tutti i comitati e le realtà locali impegnate nell’una o nell’altra campagna, chiediamo di fare altrettanto.