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saccoLa storia di un originale e insuperato interprete delle tradizioni e delle identità locali come simbolo di speranza per il riscatto della Calabria.

 

E’ quella che il Festival d’Autunno ha voluto raccontare accogliendo il maestro orafo Gerardo Sacco, protagonista dell’incontro conclusivo della sezione culturale tenutosi al Museo MARCA di Catanzaro. Apprezzato in tutto il mondo per le sue magnifiche creazioni di gioielli in cui i colori del Mediterraneo e della Magna Graecia rivivono dando nuova linfa vitale alla storia del territorio, Sacco è stato l’ospite di una serata promossa in suo onore, in occasione dei cinquanta anni di attività.

 

Ad introdurre la serata è stata Antonietta Santacroce, direttore artistico del Festival, che ha sottolineato la volontà di chiudere la settimana culturale con una testimonianza positiva: “La storia personale di Gerardo Sacco è la dimostrazione vivente di come con l’impegno e la dedizione si possono superare le difficoltà nella nostra terra conquistando, partendo dalla piccola Crotone, la fama internazionale”. 

 

La serata, moderata dal giornalista Rai Michele Cucuzza, ha visto il maestro orafo dialogare con il pubblico e con Francesco Kostner, coautore del libro “Sono nessuno!” in cui viene ricostruita un’affascinante e coinvolgente avventura umana e professionale. Un racconto di vita che ha preso forma grazie anche alla sensibilità dell’editore Florindo Rubbettino che ha portato il proprio saluto evidenziando il valore della testimonianza di vita e di lavoro di Gerardo Sacco la cui profondità d’animo è dimostrata anche dalla volontà di destinare interamente i ricavati della vendita del libro alle famiglie terremotate.

 

L’orafo delle dive – tra cui le attrici Liz Taylor, Glenn Close, Brooke Shields - riportando alcuni aneddoti della sua lunga carriera, ha voluto lanciare dei messaggi importanti specialmente per le nuove generazioni: “Dai grandi personaggi con cui ho lavorato – ha detto - ho imparato che il dono più importante è quello dell’umiltà e dell’amore per il proprio lavoro. Nei miei incontri quotidiani con i giovani nelle scuole e nelle università dico sempre che non si può avere tutto e subito. Ho la quinta elementare, la mia scuola è stata la strada, ma da bambino rifiutai di fare il barbiere per seguire la passione. La sete di sapere e di imparare mi ha spinto sempre a sperimentare nuovi modi di fare gioielli. Dove c’è l’ignoranza regna sempre il male”.  

 

Il dibattito è stato intramezzato dalla sfilata di alcune giovani modelle che hanno indossato le creazioni rese celebre da grandi personaggi del mondo del cinema, del teatro e della televisione.

Nel corso dell’incontro, Kostner, nel commentare alcuni episodi raccontati nel libro, ha aggiunto che “Gerardo Sacco rappresenta l’esempio di chi non ha mai perso la fiducia, un calabrese che ha dimostrato come la storia, la tradizione, l’identità della nostra terra possono essere interpretati in maniera innovativa tanto che, proprio pochi giorni fa, la sua esperienza è stata al centro dell’inaugurazione di un master in arte orafa. Anche un grande scrittore – ha continuato - come Saverio Strati ha riconosciuto il suo talento nell’essere riuscito a valorizzare e a far conoscere il grande patrimonio identitario del territorio, dando anche un contributo importante nel tentativo di dare una soluzione ai mali di questa terra”. 

 

Con la storia di successo di Gerardo Sacco si è così concluso il ciclo degli eventi culturali organizzati nell'ambito della XIV edizione del Festival d'Autunno. Un itinerario che ha indagato temi di grande attualità e che ha avuto come comune denominatore il Sud. Lo straordinario successo di pubblico ha certificato la felice intuizione del direttore artistico del Festival, Antonietta Santacroce, che è riuscita a coniugare la complessità degli argomenti con un parterre di ospiti di grande spessore, dando vita a conferenze che hanno coinvolto i presenti e anche tutti coloro che le hanno seguite sulla pagina Facebook della rassegna.

Pubblicato in Calabria

festivalAndrà in archivio il prossimo sabato 22 novembre, la dodicesima edizione del Festival d’Autunno che, anche quest’anno, ha saputo regalare eventi culturali di alto livello. La classica “ciliegina sulla torta”, il direttore artistico Antonietta Santacroce se l’è riservata per il gran finale quando, a calcare il palcoscenico del Teatro Politeama di Catanzaro, sarà Herbie Hancock. Un nome che è leggenda perché si tratta di uno straordinario interprete e innovatore del linguaggio del jazz. Ma anche di un  pioniere di funk elettrico e fusion. Un artista capace di misurarsi con ogni genere della musica moderna tanto che quel genio di Miles Davis, nella sua biografia, parlando di Hancock scriveva: “Herbie è stato l’evoluzione dopo Bud Powell e Thelonius e ancora non ho sentito nessuno che sia andato più avanti di lui”.

Un’occasione imperdibile, dunque, quella riservata ai fan del celebre pianista ma anche ai semplici amanti della buona musica, che potranno ascoltare dal vivo i suoi virtuosismi,in quella che a tutti gli effetti  è l’inaugurazione del tour europeo. Hancock arriverà nel capoluogo dall’Armenia, mentre subito dopo toccherà alcune importanti capitali in cui , come nel caso dell’esibizione a Vienna, il 30 novembre, è già registrato il sold out.

“Per me è un grande onore poterlo ospitare nella mia rassegna. E offrire al pubblico del Festival l’opportunità di assistere al concerto di un mito vivente. Chiunque si sia interessato di musica jazz – ha commentato Antonietta Santacrocre – conosce la grandezza di questo artista il cui estro è stato riconosciuto a livello mondiale, anche con la consegna di tantissimi premi”. Tra cui vanno ricordati ben dodici Grammy Awards, oltre a un prestigioso Oscar.

Con lui, sul palcoscenico, il bassista James Genus e Vinnie Colaiuta, da qualche anno il batterista più richiesto al mondo, dotato di estrema versatilità e di tecnica ineccepibile. Un musicista che ha i suoi maggiori punti di forza nella straordinaria potenza e velocità di esecuzione.

Tornando ad Hancock, elencare tutte le tappe più importanti della sua carriera e, dunque, della sua produzione, sarebbe davvero troppo. Basta ricordare alcune pietre miliari del suo repertorio. Come il suo primo album, appena sotto contratto con la famosissima Blue Note Records. Si tratta di "Takin' Off" ed è stato un successo dirompente anche grazie al singolo "Watermelon Man", capace di coinvolgere il grande pubblico visto che, finalmente, le radio passavano anche il jazz. E’ il 1963, Hancock ha appena 23 anni ma di lui si accorge Miles Davis che lo invita a unirsi al suo Quintetto (che comprendeva anche il sax tenore di Wayne Shorter, il basso di Ron Carter e la sezione ritmica di Tony Williams) . Un’esperienza che durerà cinque anni e che, dal punto di vista della creatività, sarà molto prolificua.

Vedranno, infatti, la luce, i più  visionari album della storia del jazz moderno come "ESP", "Nefertiti" e "Sorcerer”. È la nascita del jazz-fusion (o del cool jazz, celebrato dall'album "Fat Albert Rotunda" alla fine del 1968). Ma la sua produzione è anche costellata di dischi più classici come  "Maiden Voyage", "Empyrean Isles", "Cantaloupe Island", "Goodbye To Childhood" e "Speak Like A Child".  Gli anni ’60 sono anche il periodo del cinema: suo è il tema per "Blow Up" di Michelangelo Antonioni. In campo cinematografico, da ricordare l'Academy Award per il film premio Oscar del 1987 "Round Midnight". La grandezza di Hancock è manifestata anche dalle vendite:  “Headhunters", il suo secondo album dopo l'accordo con la Columbia, diventa  il primo disco jazz di platino, seguito dal successivo "Thrust", altrettanto fortunato. Tra i suoi lavori bisogna citare  “Perfect machin”, “The New standard”, “Future”, “Possibilities”. Più recentemente ha inciso “The Essential Herbie Hancock” (2006), “River” (2007) e, in occasione del suo settantesimo compleanno, l'album di cover “The imagine project” (2010).

Parte più significativa di questo immane repertorio sarà presentata al pubblico che gremirà il Teatro Politeama sabato 22 novembre. Per assistere all’evento, restano ancora pochi biglietti che sarà possibile acquistare presso la segreteria del Festival, a Catanzaro in Via Settembrini, 12 (di fianco a Bertucci), ma anche on line, con carta di credito e Postepay, sul sito www.festivaldautunno.com, e presso le prevendite autorizzate.

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