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Il senatore Gentile smentisce . Ma ora deve parlare De Rose ( da Il Quotidiano)

Scrive Antonio Gentile.

“ILLUSTRE Direttore, nel ribadire che il sottoscritto è completamente estraneo a talune presunte vicende riportate da organi di stampa che riguarderebbero un mio congiunto, sono sereno nel rassicurarla di non avere mai effettuato alcun intervento presso la sua redazione al fine di coprire la visibilità della notizia.

Peraltro i fatti di cui si discute erano già noti, essendo stati ampiamente pubblicati il giorno prima da altri organi di informazione online e successivamente da altri organi di stampa.

Spero di essere stato esaustivo e mi scuso anche per non aver risposto immediatamente alla sua domanda del 22 febbraio in quanto trovandomi a Roma ne ho potuto prendere visione esclusivamente il giorno successivo.

Le invio i miei più cordiali saluti.      Sen. Antonio Gentile”

Ed il Direttore Matteo Cosenza scrive.

“Prendo atto della risposta del senatore Gentile. Ricordo che il direttore dell'Ora, Luciano Regolo, mi ha scritto una lettera, che abbiamo pubblicato ieri, nella quale ribadisce che sarebbe stato lo stampatore del suo giornale, Umberto De Rose, ad aver detto al suo editore, Alfredo Citrigno, anche con una telefonata ascoltata direttamente da lui, che il senatore Gentile aveva rassicurato sul “silenzio” degli altri giornali e, quindi, del Quotidiano. A questo punto chiedo al signor De Rose di smentire tale frase a lui attribuita, prima di procedere in tutte le sedi, sicuramente in quella giudiziaria penale e civile, nei confronti di chi ha leso il mio onore di giornalista corretto e di persona perbene e dei giornalisti corretti e perbene del Quotidiano”.

Risponde il direttore dell’Ora della Calabria Luciano Regolo con un altro editoriale dal titolo: Caro senatore Gentile che mi dice di questa conversazione?

Scrive regolo : “Al Quotidiano aveva detto: «Totalmente estraneo a talune presunte vicende riportate da organi di stampa che riguarderebbero un mio congiunto, sono sereno nel rassicurarla di non aver effettuato alcun intervento presso la sua redazione»

Se l'udito non mi tradisce, nei sedici minuti di conversazione telefonica intercorsa tra De Rose e l'editore Citrigno, non solo il primo ribadisce tre volte che «al 100 per cento» la notizia non sarebbe stata data da nessuno, ma insiste che se non fosse stato così non «ti avrebbero chiamato»

Nei giorni scorsi c'è stato uno scambio di vedute tra il direttore del Quotidiano e me. Il collega ha deciso di chiedere chiarimenti a mezzo stampa al senatore Gentile, di rispondere cioè alla domanda se avesse fatto o no pressioni al suo giornale per non pubblicare la notizia relativa all'indagine in corso su suo figlio, notizia che poi hanno "bucato" il giorno seguente. Il senatore gli ha risposto di no, chiedendo scusa per non aver replicato prima, preso dai suoi impegni romani. Tonino Gentile si dice «totalmente estraneo a talune presunte vicende riportate da organi di stampa che riguarderebbero un mio congiunto, sono sereno nel rassicurarla di non aver effettuato alcun intervento presso la sua redazione».

Ebbene, se l'udito non mi tradisce, nei sedici minuti di conversazione telefonica intercorsa tra il nostro stampatore Umberto De Rose e il nostro editore Alfredo Citrigno, non solo il primo ribadisce tre volte che «al 100 per cento» la notizia non sarebbe stata data da nessuno, ma insiste che se non fosse stato così non «ti avrebbero chiamato» e che se il giornale di Citrigno, unico fra i quotidiani locali, avesse dato la notizia di certo gliene sarebbe derivato un male. De Rose ricorda inoltre all'editore che i Gentile si sono «assoggettati», con una telefonata di Andrea (il figlio del senatore) ad Alfredo Citrigno e che se lui ora darà «la negativa», rifiutando cioè una profferta di pace, darebbe di certo «la stura a una guerra» e «il cinghiale ferito sai come fa? Poi mena per ammazzare tutti».

De Rose stesso chiarisce che ormai non è più una questione privata tra Citrigno e Gentile, perché ormai c’è di mezzo lui come «garante» di un «obbligo morale» che il senatore e la sua famiglia assumerebbero visto il segnale di apertura mostrato dal nostro editore facendomi rimuovere la notizia relativa all’indagine sulle consulenze d’oro. Se poi, aggiunge ancora De Rose, nonostante questo «segnale d’apertura continuassero a darti fastidio sarei io il primo a chiamare Tonino dicendogli ti sei comportato come una m...».

Di fronte al fatto che l’editore gli ricorda che il direttore, ossia il sottoscritto, non intende rimuovere la notizia, lo esorta a chiamarmi e a dirmi di aver ricevuto «pressioni da persone influenti» e spiega: «Lo sanno che sei tu, perché un editore può fare qualcosa. Lui lo sa che ci siamo parlati. Ti hanno dato dei segnali?». Segnali che, secondo De Rose, non sarebbe convenuto buttare a mare...

Un segnale è la chiamata che Andrea Gentile ha fatto all’editore la sera del 18 febbraio e mi risulta che anche di questa ci sia traccia incontrovertibile, quindi De Rose era bene informato e infatti chiude la conversazione dicendo che aspetta la conferma che la notizia sia stata tolta «perché loro stanno aspettando che io chiamo». Spero che qualche amico del senatore lo informi anche di questi aspetti (lui ha dichiarato di aver saputo di tutta la vicenda grazie a degli amici) e che dia anche a noi delle risposte. Lo invito, anzi, in redazione per un confronto corretto, leale e civile. E soprattutto chiaro e diretto.

Insomma al centro della vicenda soprattutto lo stampatore Umberto De Rose.

Ed è verso Umberto De Rose che Aurelio Chizzoniti rivolge la sua attenzione presentando la sua denuncia per violenza privata ( da L’Ora della calabria”

L'avvocato reggino ieri si è presentato negli uffici della procura della Repubblica di Cosenza

«La banditesca consecutio temporum fattuale non soltanto per le finalità perseguite e modalità di attuazione, arretra la Calabria di qualche secolo»

Per il presidente della commissione speciale di Vigilanza, Aurelio Chizzoniti, quanto accaduto all’Ora (la mancata pubblicazione del giornale contenente la notizia dell’indagine a carico del figlio del senatore Gentile) integra a tutti gli effetti «il paradigma dell’articolo 610 del codice penale», ossia il reato di violenza privata. Questo suo pensiero, l’avvocato reggino, l’ha messo nero su bianco all’interno dell’esposto che nella tarda mattinata di ieri ha depositato negli uffici della procura della Repubblica di Cosenza. «La banditesca consecutio temporum fattuale – afferma Chizzoniti nella sua denuncia – non soltanto per le finalità perseguite e modalità di attuazione, arretra la Calabria di qualche secolo in un contesto di arrogante interpretazione del rispetto della collettività ed anche e soprattutto del disprezzo, glaciale, cinico e spietato della persona umana, della professionalità altrui, nella specie calpestata attraverso il delinquenziale ricorso al patetico espediente di un ipotetico guasto tecnico rectius sabotaggio funzionale allo scopo alla rotativa». Ecco allora che per Chizzoniti «appare evidente, nella specie, la scolastica violazione del paradigma di cui all’art. 610 cp, atteso che il dottor Regolo e tutti i redattori, collaboratori, addetti ai lavori dell’Ora della Calabria, cittadini dell’intera regione e lettori del predetto quotidiano sono stati costretti a subire l’oscuramento di una notizia – comunque scioccamente fatta deflagrare – in ordine alla cui conoscenza i calabresi avrebbero, in ogni caso, avuto il massimo interesse alla conoscenza della stessa». Da buon avvocato, Chizzoniti fa anche una dissertazione di tipo tecnico, spiegando che dottrina e giurisprudenza considerano violenza non soltanto l’impiego dell’energia fisica sulle persone, «ma anche qualsiasi altro mezzo idoneo a coartare la volontà del soggetto passivo». Il presidente parla addirittura di una «coscienza sociale oltraggiata dal provvidenziale guasto tecnico» della rotativa. E ne ha anche per De Rose che, «quale imprenditore debitore si guarda bene dal restituire alla Regione Calabria oltre 5 milioni di euro che la burocrazia regionale, fra l’altro, ha omesso di recuperare; quale imprenditore/creditore, invece, non esita, a sollecitare con astio rancoroso l’immediato pagamento in tempi austro-ungarici (due giorni…) delle somme rivendicate nei confronti dell’Ora, preannunciando, in difetto, la risoluzione contrattuale che ovviamente sfocerebbe nel boicottaggio dell’apprezzato quotidiano». Insomma, non resta che attendere l’esito dell’indagine, considerate anche le numerose richieste istruttorie formulate dal consigliere regionale. Consolato Minniti

Ora spetta alla Procura scoprire se si tratta di un intervento ultra od extra petita od addirittura di un intervento nemmeno richiesto o sollecitato

Pubblicato in Cosenza

Ecco la “dura” lettera del direttore dell'Ora della Calabria Luciano Regolo a Matteo Cosenza direttore de Il Quotidiano.

Caro Matteo,

ho letto il tuo editoriale odierno e desidero rassicurarti circa la prima ipotesi che tu formuli e che mi riguarda direttamente. Se ho capito bene tu ipotizzi che io avrei mentito nell'affermare che nella conversazione notturna tra Alfredo Citrigno e Umberto De Rose, che io ho ascoltato e registrato, il nostro stampatore afferma che i Gentile erano certi del fatto che le altre testate calabresi come quella che tu dirigi, non avrebbero pubblicato la notizia dell'inchiesta che coinvolge il figlio del senatore.

Ebbene De Rose non soltanto afferma questo, ma aggiunge che vi era la certezza «al cento per cento» ribadendo questa espressione per ben tre volte.

Poi dice che se non fosse stato così i Gentile non avrebbero chiamato Alfredo Citrigno nella persona di Andrea per ringraziarlo di quanto avrebbe fatto, ossia non farmi pubblicare la notizia dell'indagine che lo riguardava, dando quindi per scontato che la censura si sarebbe operata. In realtà io avevo chiuso il numero con quella notizia senza nessuna ingerenza da parte dell'editore il quale ricorda, sempre nella conversazione, che io voglio pubblicare la notizia e che sarei pronto a dimettermi piuttosto che avallare simili bavagli. Allora il De Rose insiste più volte: Citrigno dovrebbe chiamare «'stu Regulu» e dirgli di cacciare la notizia perché ci sono «persone influenti che l'hanno chiesto».

Nel corso della medesima conversazione Alfredo Citrigno fa notare a De Rose che comunque la notizia era già uscita sul sito del Corriere della Calabria e su quest'ultimo De Rose dice che si tratta di una testata online e quindi non meritevole, evidentemente, della stessa "attenzione". Aggiunge inoltre che se solo il suo giornale avesse pubblicato la notizia di certo ne sarebbe derivato a lui e alla sua famiglia un danno, ricordandogli che Tonino Gentile è in predicato di diventare sottosegretario alla Giustizia. Queste cose non mi sono state riferite perché vedo che tu metti in dubbio questo aspetto ma le ho ascoltate direttamente trovandomi nell'auto di Alfredo Citrigno mentre avveniva questa conversazione.

Mi rinfranca che anche tu, come ho fatto io nel mio editoriale di ieri, chiedi al senatore Gentile smentite chiare e non vaghe quale la dichiarazione da lui affidata alle agenzie di stampa. Come avrai notato nessuno all'Ora della Calabria ha enfatizzato il vostro silenzio sulla vicenda giudiziaria riguardante Andrea Gentile e sinceramente anche io come te mi auguro che le affermazioni che ti ho confermato fossero dovute ad una certa supponenza da parte di De Rose e dei Gentile, così come che il buco da voi preso sia nato dalla distrazione e non da altre ragioni più inquietanti. Certo non nego che mi stupisca il fatto che la vostra redazione, vedendo le notizie circolanti sia sul nostro sito, sia su quello del Corriere della Calabria già dalla mattinata, non abbia avuto modo o tempo di verificarne la fondatezza. Dico questo perché mi risulta che nella tua redazione lavorino ottimi colleghi con ottime fonti in materia giudiziaria. Ma questo è un aspetto che solo tu legittimamente avrai potuto chiarire con la tua redazione. E quindi io mi fido totalmente e serenamente del tuo giudizio e ancor più della tua buona fede. Ma spero altresì che tu mi conceda la stessa fiducia nel non ipotizzare mai più, neppure nel novero delle tante ipotesi, una mia eventuale menzogna o superficialità nel riferire gravi fatti che ho denunciato nell'interesse non soltanto della mia testata ma, credo, di un'intera comunità civile quale quella calabrese. Certi simili ingiusti sospetti mi indignano, mi offendono e non li tollererò oltre se dovessero essere di nuovo riproposti sulla mia persona dalla tua o da altre testate. Infatti ho sempre ritenuto che ognuno di noi prima che un mestiere dovrebbe essere sempre e comunque una persona e che i valori fondamentali di quest'ultima quali la dignità, il rispetto, la libertà, dovrebbero avere sempre la primazia su tutto il resto. 

Buon lavoro e a presto.

Luciano Regolo

Pubblicato in Cosenza

Se c’era qualcuno che pensava che Bassolino non fosse ancora un potente politico si sbagliava.

Ha deciso di scendere in Calabria per presentare il suo libro “Le Dolomiti di Napoli – Racconti di politica e di vita” e c’è una ode a suo nome.

A Catanzaro raramente si è visto un parterre del tipo di quello presente all’appuntamento di presentazione del libro di Bassolino, un appuntamento coordinato dal commissario della Provincia Wanda Ferro a cui sono intervenuti il segretario del Circolo Centro Enzo Lauria del Pd Pasquale Squillace, l’ex preside del Liceo Giannasio “Pasquale Galluppi” Armando Vitale, il segretario della Cgil Calabria Michele Gravano e il sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza, i rappresentanti sindacali Alfredo Iorno, Tonino Meliti, Luigi Veraldi, Michela Avenoso, Bruno Talarico, Daniele Carchidi, gli esponenti Democratici Enzo Bruno, Pino Maida, Nuccio Iovene, Rosario Olivo, Mario Paraboschi, Michele Drosi, Pino Franzé, Pino Soriero, Lino Puzzonia, Roberto Galiano, Elena Bova, Emanuela Neri e Piero Caprari ed ancora per i partiti e dei movimenti della sinistra catanzarese Tonino Cimino, Carla Silipo ed Eugenio Occhini.

A Cosenza un incontro, moderato dalla giornalista Rai Annarosa Macrì, introdotto da Giovanni Donato, segretario della Cgil di Cosenza con la partecipazione di Matteo Cosenza, direttore del Quotidiano della Calabria, Michele Gravano, segretario della Cgil Calabria, e Mario Oliverio, presidente della Provincia di Cosenza.

Ma la cosa più importante è stata la presenza a sorpresa del vescovo Nunnari il quale ha dicharato: “'Sono venuto a salutare il mio amico Antonio Bassolino e non ho esitato per questo a rinviare una Messa. Non potevo mancare a questa occasione anche se l'ho saputo per caso leggendo un manifesto''

Non si sono però comprese le ragioni della presenza a sorpresa.

Insieme a tanta stima, anche tanta disistima da parte dei Campani

Non riportiamo per mera decenza le email postate dai campani, ma solo gli esiti del sondaggio de Il Mattino: Come giudichi l'operato di Bassolino in Campania?

Ecco i risultati:

 

Ottimo

6.3%

         
       

Soddisfacente

13.7%

         
       

Fallimentare

80.0%

         
       
           
Pubblicato in Calabria
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