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I carabinieri di Pizzo, in collaborazione con i colleghi del Nucleo ispettorato del lavoro di Vibo Valentia, del Nas (Nucleo Anti-sofisticazione) di Catanzaro, del Nucleo Ambiente della sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Vibo Valentia e del Comando Stazione Forestale Carabinieri di Vibo Valentia,hanno fatto un colpo grosso.

Sono andati a controllare gli impianti di depurazione delle strutture ricettive dei comuni costieri,ed hanno trovato gravi irregolarità in un noto ristorante

In particolare hanno riscontrato la presenza di 22 lavoratori non regolarmente occupati su 27

Poi hanno trovato gravi carenze igienico-sanitarie nelle cucine.

Infine hanno accertato lo scarico abusivo di acque reflue domiciliari ed industriali sul suolo.

Sul nome del locale i carabinieri mantengono al momento il più stretto riserbo per non compromettere l'esito delle indagini tuttora in corso.

Ma il ristorante è stato chiuso.

Così che basta farsi un giro per capire quale è il ristorante in questione

A seguito degli accertamenti sono state elevate contravvenzioni amministrative per un importo totale di 131.000 euro.

Pubblicato in Vibo Valentia

Continua su più fronti l’attività congiunta svolta dalla Guardia Costiera di Pizzo congiuntamente al personale della Capitaneria di Porto di Vibo, che sta eseguendo un’intensa attività di controllo del territorio demaniale marittimo della Provincia di Vibo.

FOTO

In particolare nella giornata di ieri, due pattuglie, una del Servizio Operativo della Guardia Costiera di Vibo e una dell’Ufficio Locale Marittimo di Pizzo, impegnate in attività di controllo sull’abusivismo edilizio e demaniale, giunte in località Marina del comune di Pizzo, procedevano ad esperire apposito controllo presso un esercizio commerciale della zona.

Dall’esito di approfondimenti investigativi, gli uomini della Guardia Costiera accertavano che l’immobile ricadeva interamente su suolo demaniale marittimo senza che il proprietario, avesse ottenuto la prevista concessione demaniale nonché le autorizzazioni previste in materia urbanistica .

Veniva, pertanto, contestato il reato di occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo e sequestrata l’intera area per un totale di circa 420 mq, all’interno della quale ricadevano il manufatto in cemento ed una veranda in legno lamellare.

Il responsabile, veniva, quindi, denunciato a piede libero alla competente Procura della Repubblica di Vibo Valentia per la violazione degli Artt. 54 ed 1161 del Codice della Navigazione.

I controlli della Guardia Costiera a tutela del bene pubblico proseguono incessanti per evitare che cittadini possano essere danneggiati da comportamenti illegali che agevolano economicamente chi decide arbitrariamente di violare le regole.

Pubblicato in Calabria

Le voci dell’Arpacal sono diverse, illogiche, irrazionali ed incomprensibili.

La prima è che le acque del mare calabrese sono eccellenti.

 

 

 

 

 

 

 

La seconda è che un terzo dei depuratori calabresi non sono a norma e 40 sono state le denunce alla autorità giudiziaria.

E’ evidente che viene da chiedersi come sia possibile che le acque antistanti gli scarichi dei depuratori possano essere eccellenti.

Dobbiamo, a tal punto, supporre che i depuratori non servano a niente visto che anche le acque ad essi antistanti sono eccellenti?

Od al contrario dobbiamo ritenere che i giudizi di acque eccellenti anche davanti ai depuratori siano illogici?

Non solo. Ma il contrasto è evidente anche in relazione ai dati di Goletta Verde, e divulgati da Legambiente, che nel 2015 pubblicava il seguente elenco delle 19 spiagge più inquinate della Regione.

Provincia di Reggio:

  • San Ferdinando (Rc) – Foce del fiume Mesima
  • Gioia Tauro (Rc) – Foce del Fiume Petrace
  • Villa San Giovannni (Rc) – Lungomare Cenide
  • Reggio Calabria – Sbocco del Canale al Lido Comunale
  • Reggio Calabria- Foce del torrente Menga

Provincia di Cosenza:

  • Torricella (Cs) – Sbocco scarico spiaggia via Poseidone
  • Parise  (Cs) – Foce torrente Bambagia
  • Guardia Piemontese Marina (Cs) – Sbocco Fiumara fronte via Palermo
  • Lungomare San Francesco Paola (Cs)
  • Villapiana Lido (Cs) – Sbocco di un canale all’altezza Via Graziano

Provincia di Vibo Valentia:

  • Calamaio (VV) – Foce del fiume Angitola
  • Bivona (VV)- Foce del fosso S.Anna
  • Torre Ruffa (VV)- Foce fiumara Ruffa
  • Porticello (VV) – Foce Torrente Mandricelle
  • Nicotera Marina (VV) – Foce torrente Britto

Provincia di Catanzaro:

  • Catanzaro Lido (CZ)- Foce del fiume Fiumarella
  • Sena (CZ) – Foce Fiumara altezza Viale Carrao incrocio Viale Tirreno

Provincia di Crotone:

  • Le Castelle (Kr)- Sbocco canale sulla spiaggia di Le Castella
  • Crotone (Kr)- Foce del Fiume Esaro

Ed infatti proprio davanti alla foce dell'Angitola ( oasi del WWF), a Pizzo, è presente om questi giorni una fioritura di Pyramimonas sp, una Clorofita (classe Pyraminonadophyceae) che ha colorato le acque del mare di verde.

Nessun problema, però, perché immediatamente l’Arpacal aggiunge che “ La specie non è mai stata associata a fenomeni di tossicità. La stessa microalga è stata coinvolta in proliferazioni algali registrate in Liguria da Arpal nei giorni successivi ai nostri rilevamenti”

Quasi a voler dire che “così fan tutte”.

E non basta.

Il direttore del Dipartimento di Vibo Valentia, Angela Diano, dichiara che “Nel campione prelevato a Nicotera la specie identificata appartiene all’ordine Gymnodiniales. Si tratta di una dinoficea nuda mai riscontrata in Adriatico( che cosa avrà voluto dire?).

A questo ordine sono ascrivibili sia la famiglia delle gymnodiniacaee, sia la famiglia delle kareniacaee. A quest'ultima famiglia appartiene il genere Takayama, Karenia, Karlodinium che hanno capacità di produrre tossine e causare morie di pesci.

E' importante perciò che ogni informazione, utile ad individuare con certezza la specie algale coinvolta nella proliferazione, pervenga ai nostri dipartimenti che si attiveranno per il prelievo dei campioni”.

Lo stesso fenomeno di acque verdi veniva denunciato esattamente 5 anni fa ancora una volta a Pizzo ma la Federazione Italiana Imprese Balneari ( FIBA) si affannava a dichiarare che si il mare era verde ma l’Arpacal aveva dichiarato le acque balneabili!

Mah!

Pubblicato in Calabria

Questo il comunicato emanato dalla Capitaneria di porto di Vibo valentia

Sempre intensa, nelle acque del comprensorio, la vigilanza degli uomini della Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina, comandata dal Capitano di Fregata Antonio Lo Giudice.

Nella giornata di oggi, 18 aprile 2016, l’equipaggio della motovedetta CP 2096, ha sequestrato, nel tratto di mare antistante il comune di Pizzo, 2.000 metri di reti da posta fisse ed una nassa, calate in mare senza rispettare la normativa dell’Unione Europea, relativamente alle corrette modalità di segnalazione degli attrezzi da pesca.

Le norme violate sono finalizzate a consentire i controlli degli organi preposti sul rispetto della normativa di settore e, nel caso delle reti, attrezzi non consentiti ai pescatori non professionali, la prevista segnalazione, tramite apposite targhette identificative, è l’unico modo per consentire il collegamento fra la rete ed un peschereccio specificatamente autorizzato al suo utilizzo.

Proprio per questo motivo, invece, coloro che non sono intestatari di regolare licenza di pesca impiegano spesso, illecitamente, attrezzi non segnalati correttamente, come nel caso accertato oggi dall’equipaggio della motovedetta di Vibo.

Pubblicato in Calabria

Pizzo Cala bro - Un uomo di 78 anni è stato arrestato dai carabi nieri a Pizzo per abusi sessuali su alcuni ragazzini, molti dei quali con età inferiore ai 14 anni.
All'arrestato è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Barbara Buonanno.

Gli abusi, secondo gli investigatori, si sono consumati tra agosto e novembre scorso18 Dicembre 2015(ANSA)

Pubblicato in Italia

È in corso, nelle province di Taranto, Roma e Napoli, l'esecuzione, da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Taranto, di sette ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Le misure restrittive e contestuali perquisizioni vedono fra i destinatari appartenenti della Marina Militare fra i quali Ufficiali, Sottufficiali e personale civile, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di concussione nell'ambito di appalti in favore dell'ente.

Un «vero e proprio pizzo imposto in modo rigido e con brutale e talora sfacciata protervia, e che ha causato nel complesso danni notevoli sia alle singole imprese che all'intera economia locale, sostanzialmente alla stregua dell'agire della malavita organizzata». Lo scrive il gip di Taranto Pompeo Carriere nell'ordinanza di custodia cautelare, richiesta dal pm Maurizio Carbone, notificata a 7 indagati, tra militari e civili, nell'ambito di una inchiesta sugli appalti gestiti dalla Marina militare. La tangente imposta era pari al 10% dei profitti.

I carabinieri del comando provinciale di Taranto hanno arrestato il vice direttore di Maricommi, due ex vice direttori, un ex capo reparto, un sottufficiale capo deposito, un dipendente civile addetto alla contabilità del reparto e un capo ufficio del settore logistico dello Stato Maggiore della Marina Militare per concussione. In concorso tra loro - secondo l'accusa - abusando delle loro qualità e dei loro poteri, con la minaccia di ostacolare la regolare emissione dei mandati di pagamento per la esecuzione dei lavori di manutenzione e forniture di servizi e materiale loro affidati per conto della Marina militare, gli indagati hanno costretto «vari imprenditori a versare materialmente al capo del V Reparto di Maricommi, in tempi diversi, più somme di denaro non dovute per importi variabili e altre utilità, per un valore complessivamente comunque equivalente al 10% circa dei profitti derivanti dai servizi svolti».

Somme che il capo reparto, precisa una nota dei carabinieri, «provvedeva a distribuire successivamente in diverse parti percentuali secondo gli accordi tra loro intervenuti».

Sono cinque ufficiali in servizio a Napoli, Roma e Taranto, un sottufficiale e un impiegato, entrambi in servizio a Taranto, le sette persone portate in carcere dai carabinieri nell'ambito dell'indagine sulle tangenti imposte sugli appalti della Marina Militare.

In carcere sono finiti:

il capitano di vascello Attilio Vecchi, di 54 anni (in servizio al Comando Logistico di Napoli);

il capitano di fregata Riccardo Di Donna, di 45 anni (Stato Maggiore della Difesa-Roma);

il capitano di fregata Marco Boccadamo, di 50 anni (Stato Maggiore Difesa-Roma);

il capitano di fregata Giovanni Cusmano, di 47 anni (Maricentadd Taranto);

il capitano di fregata Giuseppe Coroneo, di 46 anni (vice direttore Maricommi Taranto);

il luogotenente Antonio Summa, di 53 anni (V reparto Maricommi Taranto);

Leandro De Benedectis, di 55 anni (dipendente civile di Maricommi Taranto).

Sono tutti indagati in concorso con il capitano di fregata Roberto La Gioia, di 46 anni, ex responsabile di Maricommi, arrestato il 12 marzo del 2104 ed attualmente e sottoposto all'obbligo di firma. L'ufficiale fu indagato per concussione nei confronti di una serie di imprenditori locali, assegnatari di servizi per conto della Pubblica Amministrazione nell'ambito degli appalti gestiti dalla direzione di Commissariato per la Marina Militare di Taranto.

Al graduato fu sequestrata una somma di denaro contante, suddivisa in singole mazzette, per un ammontare complessivo pari a 44mila euro. Il gip scrive nell'ordinanza di custodia cautelare eseguita oggi che il sistema ideato dagli indagati faceva sì che gli imprenditori concussi fossero vittime di una «vera e propria prassi illecita che si trasferisce da un comandante all'altro, in un ideale passaggio di consegne, più o meno tacito».

La Marina Militare esprime «il proprio pieno sostegno all'azione della Magistratura» in relazione all'operazione che ha portato all'arresto nelle provincie di Taranto, Roma e Napoli di sette persone appartenenti alla Marina Militare di cui cinque ufficiali, un sottufficiale e un dipendente civile.

La Marina assicura di aver «incrementato al proprio interno le attività ispettive e di controllo finalizzate a prevenire e contrastare il fenomeno della corruzione, a salvaguardia del personale che presta quotidianamente servizio con spirito di sacrificio e senso dello Stato, compiendo il proprio dovere anchea rischio della vita”.( IlMattino)

Pubblicato in Italia

Spintoni, botte e qualche ferito. Si è concluso così il consiglio comunale svoltosi ieri nella cittadina di Pizzo. A far scattare la rissa non sono state però delle divergenze politiche su qualche argomento, ma bensì una semplice t-shirt indossata da C.C., libero professionista e persona vicina all'amministrazione vigente, che recava una scritta offensiva nei confronti di due consiglieri d'opposizione: Francesco Gammo e Holmo Marino, entrambi di Sel.

L'uomo, dopo aver sostato per qualche minuto all'interno della sala consiliare è fuggito via, evitando di venire fotografato con il rischio di essere denunciato. I due politici hanno così cercato di rincorrere il provocatore e nel trambusto lo stesso Marino e Gianni Donato, segretario del circolo cittadino, sono finiti per terra dovendo ricorrere successivamente a delle visite presso il pronto soccorso dello "Jazzolino". L'intervento dei carabinieri agli ordini del tenente Michele Massaro ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente.

Pubblicato in Reggio Calabria
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