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Calabria: Report, (M5S) chiede le dimissioni di Roccisano, "colpevole ignoranza”

 

«La performance a Report dell'assessore regionale Federica Roccisano è un danno d'immagine per tutta la Calabria.

 

Davanti alle telecamere Roccisano ha mostrato una mediocrità politica assoluta, pertanto dovrebbe tornare a casa e nascondersi».

Lo affermano in una nota i deputati M5s Dalila Nesci e Paolo Parentela, con riferimento al servizio sul trasporto scolastico per i disabili calabresi andato in onda nella puntata di Report dello scorso 31 ottobre.

«Le risposte singhiozzate e imbarazzanti di Roccisano al giornalista di Report sono lo specchio di una Calabria che va al contrario, in cui l'ignoranza, l'arroganza e l'incoscienza politiche prevalgono a discapito dei più deboli».

«Il Movimento 5 stelle, che pure non ha propri consiglieri regionali, aveva denunciato – ricordano i due parlamentari – il gravissimo immobilismo dell'assessore Roccisano e della Regione Calabria in materia di trasporto scolastico per disabili, come al solito senza ricevere alcuna riposta.

A tutto c'è un limite; in qualsiasi altro posto il governatore regionale avrebbe fatto dimettere un assessore così dannoso e perfettamente inutile come Roccisano.

 

Oliverio, però, non può cacciarla, avendo debiti politici coi big del Pd reggino, cioè Sebi Romeo e Nino De Gaetano».

«Ringraziamo la trasmissione di Milena Gabanelli – concludono Nesci e Parentela – per aver raccontato in modo oggettivo l'inquietante incompetenza nella gestione della cosa pubblica in Calabria, di cui Roccisano è l'emblema.

La colpevole ignoranza di palazzo colta dalla Gabanelli è oggi la rovina dei calabresi, costretti a subire ingiustizie e disagi voluti, di cui il governatore Oliverio, che si vantava di essere la svolta, è il primo responsabile politico»

Valesini: «Questa è una competenza vostra. Assessora, questo dice la legge».

Roccisano: «Sì, questo dice la legge e sono d'accordo. Però, di fatto nella sostanza, come posso

dire...».

2)Report : Il colloquio

V: «Cioè la regione non è stato in grado di organizzarlo il servizio? Questo mi sta dicendo?».

R: «Il passaggio delle competenze dalla regione alle province ancora non si è

perfettamente chiarito. Tant'è vero che...».

V: «Ma su questo sì però: dal primo gennaio del 2016 in base alla legge di stabilità questo

tipo di competenza è passata dalla provincia alla regione».

R: «Sì».

V: «Quindi i fondi c'erano, ma il servizio non è partito».

R: «Sono d'accordo. Sono assolutamente d'accordo».

V: «Allora mi chiedo. È d'accordo. Mi chiedo: cosa è successo?».

R: «Mi chiami un attimo Pietro? Allora, le competenze ce le abbiamo ancora noi o ce le

hanno le province?».

Il dipendente conferma: «La competenza sul comma 947 è della regione Calabria».

V: «La responsabilità è la vostra?».

Dipendente: «È ineccepibile».

R: «Scusami, mi fai capire per quale motivo, perché non vorrei aver detto qualche

cazzata. Scusate».

V: «Prego. Si immagini».

R: «E per quale motivo non le abbiamo passate noi?».

Dipendente: «Perché non conoscevamo nulla. Della storia».

Insomma, la Regione non sapeva nulla pur in presenza di una competenza che le appartiene. La chiusa di Gabanelli è feroce: «Esiste anche l'ignoranza colpevole. Per dire: nel 2015 la regione Calabria ha dovuto restituire allo Stato i soldi destinati agli studenti con disabilità – e parliamo di una cifra che raggiunge i 550.000 euro – perché, scrive la Corte dei Conti, "la regione non è stata in grado di gestire le risorse". E intanto i ragazzini restano a casa. Ecco, pretendiamo che da domani questa vicenda sia risolta». Vedremo

3)La verità di Roccisano.

L'assessore Roccisano, però, questa mattina, è tornata sulla questione. In primis per «specificare come il servizio andato in onda sia stato frutto di una serie di tagli e montaggi che hanno dato, volutamente, un’immagine falsata della realtà, danneggiando l’immagine mia e della Regione Calabria» e poi per fornire ulteriori precisazioni sulla vicenda.

«La questione dell’inclusione degli studenti disabili, a differenza di come appare nel servizio, è un pilastro della mia azione di assessore e sulla quale ho iniziato a lavorare sin da subito - dice la Roccisano - e senza alcuna timidezza rivendico la prima delibera di giunta regionale a mia firma approvata il 4 agosto 2015 all’interno della quale, nel programmare le risorse per il diritto allo studio 2015/2016 , si riservava il 70% delle risorse per investimenti a favore dell’inclusione scolastica (trasporto, assistenza per disabili, acquisto di sussidi didattici).

E su questa scia sono state messe in campo diverse azioni mirate».

A dicembre arriva la legge di stabilità e il trasferimento delle competenze dalle province alla Regione «e in tal senso - aggiunge la Roccisano - a partire dal 7 gennaio le province garantivano i servizi, in continuità con l’attività di dicembre, e la Regione le avrebbe finanziate.

Salvo qualche caso sporadico, risolto in alcuni casi con l’intervento della Prefettura a carico delle province, tutto si è concluso in maniera positiva con giugno e la chiusura dell’anno scolastico».

«Come dichiarato anche al giornalista di Report, evidentemente nella parte tagliata dal servizio, prima della pausa estiva abbiamo fatto un incontro con le cinque province calabresi e con i comuni capoluogo per organizzare il servizio di trasporto ai disabili per le scuole superiori.

Abbiamo avuto problemi e disservizi solo sulla Provincia di Catanzaro per la quale, insieme agli uffici regionali, ci siamo subito attivati per individuare le soluzioni.

Ho chiamato il mio collaboratore, mentre mi era stato detto di non essere registrata, per affrontare e dimostrare al giornalista la serietà (non l’ignoranza) con la quale abbiamo deciso di affrontare il problema specifico e il mio interesse verso la questione.

Come previsto, a breve, convocherò il tavolo sulle disabilità per affrontare ogni possibile problematica e assumerci anche le responsabilità del caso, come giornalmente avviene per le diverse criticità».

«Ribadisco quanto scritto e detto anche durante uno dei tanti tagli dell’intervista: i fondi persi sull’inclusione dei disabili sono fondi che sarebbero dovuti essere impegnati entro il dicembre 2014. Pertanto, aggiungendomi allo sdegno per la gravità della vicenda, sottolineo l’estraneità del Governo Oliverio. Questo è quanto io ho cercato di spiegare in mezz’ora di intervista, della quale ho in mio possesso testimonianza audio.

Dal risultato finale, però, si evince che piuttosto che fornire un servizio utile all’utenza, si è cercato di screditare l’azione mia e del governo regionale che rivendico con forza perché finalizzata a dare, finalmente e come mai era stato fatto, il giusto spazio al welfare e ai servizi per i disabili, come quotidianamente chi opera nel settore può testimoniare».

Pubblicato in Calabria

Nessuna sorpresa. Report è probabilmente l’unico programma per il quale pagare il canone.

Ecco cosa vedremo il 16 dicembre :

"IL DELITTO PERFETTO"di Alberto Nerazzini

La grande letteratura noir ci insegna che il delitto non è mai perfetto. In Italia, invece, rischia di diventarlo: ogni anno 130mila processi, circa 400 al giorno, vanno in fumo grazie alla prescrizione.
La disciplina dell'istituto di diritto della prescrizione è stata riformata dalla ex Cirielli del 2005, una legge fatta per salvare qualche imputato eccellente dalla sentenza definitiva che da otto anni però si abbatte su tutto il nostro sistema. Il risultato è un diniego di giustizia per decine di migliaia di vittime, il rischio d'impunità per chi commette una lunga serie di reati, anche gravi, e una macchina processuale che spesso gira a vuoto. I costi economici e sociali sono incalcolabili, e il nostro processo è sempre il più lento.

Le organizzazioni internazionali, come l'OCSE, da anni ci chiedono di fare qualcosa, eppure una riforma della prescrizione non è all'ordine del giorno. Con l'inchiesta di Alberto Nerazzini ci domandiamo perché non interveniamo. A chi conviene questo sistema? Come si riflette sull'emergenza delle nostre carceri? Perché non prendiamo spunto dagli ordinamenti ai quali abbiamo voluto copiare il processo accusatorio? Come funziona all'estero?

 "SIAMO SICURI?" di Claudia Di Pasquale

In Italia esistono ben cinque forze di polizia. Ma siamo sicuri di essere al sicuro? In questi anni il comparto sicurezza ha subito tagli per quasi 4 miliardi di euro, gli stabili della polizia sono a pezzi, i mezzi da riparare, gli uomini sempre meno. Intanto dal 2002 l'Europa ci chiede di unificare i numeri di emergenza e di adottare come numero unico europeo il 112. In questi stessi anni però sono stati spesi dei soldi e appaltati numerosi progetti per la sicurezza. Vedremo come.

"LA NAVE SCUOLA"

La Guardia Costiera italiana potrebbe essere la prima guardacoste al mondo a costruire appositamente per i propri equipaggi una barca a vela. Costo oltre 3 milioni di euro. Cosa ci deve fare?  

Pubblicato in Italia

Gentili telespettatori, vi comunichiamo che domenica 26 maggio alle 22.30 su Rai3 andrà in onda Off The Report il programma di inchieste curato da Milena Gabanelli e realizzato da giovani video giornalisti. 

La puntata tratterà alcune problematiche del trasporto ferroviario e aeroportuale.


"LA TORINO - LIONE"Di Emanuele Bellano

Si parte dalla Tav con particolare riferimento al tratto Torino-Lione, che secondo le stime attuali, costerà almeno 24 miliardi di euro. Le previsioni di traffico merci elaborate negli anni e con cui si giustifica un'opera così costosa per le casse dello Stato, prevedono un aumento degli scambi commerciali tra Italia e Francia. Oggi i dati  però fotografano una situazione assai diversa: dal 2005 sulla direttrice Torino-Lione il trasporto merci è diminuito costantemente e la linea esistente è sfruttata solo per un quinto. Secondo la pianificazione europea, la Torino Lione deve essere un nodo cruciale del corridoio mediterraneo, la direttrice ferroviaria che unendo Lisbona a Kiev dovrebbe collegare l'Atlantico all'Est Europa. Ma Portogallo e Ucraina si sono già tirati fuori, e in Francia è in corso un acceso dibattito istituzionale. Alla fine rischiamo di essere gli unici a realizzare un tratto di questo corridoio.
 
"TRENI A NORDEST" Di Luca Chianca

Mentre si concentrato risorse e polemiche sulla Tav, le Ferrovie dello Stato hanno abbandonato le tratte internazionali che collegano l'Italia alla Slovenia, all'Austria e alla Germania. Il Friuli Venezia Giulia si ritrova senza collegamenti ferroviari con tutto l'est Europa. L'unico modo per arrivare in Slovenia sono le strade statali e l'autostrada ed è lo stesso se uno vuole andare da  Venezia a Vienna. Mentre il passaggio dal valico del Brennero, per andare a Monaco di Baviera, è gestito solo dall'azienda ferroviaria tedesca.

"TRENI A NORDOVEST"Di Claudia Di Pasquale
 
Le ferrovie dello Stato stanno pensando di eliminare la  tratta Cuneo-Ventimiglia, una linea storica che collega l'Italia alla Francia. Proprio in questi giorni ci sono manifestazioni e presìdi di cittadini italiani e francesi che protestano contro la possibile chiusura. Ormai da anni sono scomparsi anche il diretto Cuneo Nizza, gli Eurocity Milano Nizza ed il notturno Nizza Roma. Tutto questo mentre  in Liguria sono in corso i lavori per il raddoppio della linea ferroviaria che ha anche la funzione di migliorare i collegamenti con la Francia, un'opera che però rischia di essere l'ennesima incompiuta.


"IL BIGLIETTO INFLESSIBILE" Di Giorgio Mottola

I disagi per gli utenti che viaggiano con Trenitalia sono diversi. Per esempio non basta comprare il biglietto per essere certi di viaggiare in treno. Le tariffe e le regole imposte da Trenitalia sono tra le più farraginose e rigide d'Europa. Il titolo di viaggio che fornisce Trenitalia vale solo per un preciso orario, una precisa tariffa, una precisa categoria di treno. Se vuoi cambiare programma o arrivi in ritardo in stazione, rischi di pagare sovrapprezzi salatissimi oppure, in alcuni casi, sei addirittura costretto a ricomprare per intero il tuo biglietto. In Germania, ad esempio, la prenotazione dei treni, persino dell'alta velocità, non è obbligatoria, per cui con lo stesso biglietto si possono prendere treni diversi, senza essere multati o costretti a pagare di più.


"PIANO AEROPORTO" Di Antonino Monteleone

Anche il sistema aeroportuale italiano è da tempo in crisi. Ci sono troppi aeroporti e la presenza pubblica è considerata eccessiva. Per fare un esempio, sei aeroporti, in 4 diverse regioni, sono costati 300 milioni di euro. Secondo il presidente Enac, Vito Riggio, gli enti pubblici devono lasciare la materia aeroportuale, mettere tutto nelle mani del mercato e chi avrà i numeri resterà in piedi. Il Ministro Passera ha stabilito quali aeroporti sono da considerare strategici, quelli sostenibili, quelli indispensabili. Ma, soprattutto, quali aeroporti non sono più utili al paese. E chi vuole tenerli in piedi, ne sosterrà direttamente i costi.


"IL MUOS" Di Giuliano Marrucci

Dai trasporti dei passeggeri a quello delle informazioni. Off The Report tratterà anche le vicende del Muos, il controverso potentissimo centro di antenne satellitari che gli americani stanno costruendo in Sicilia.

Pubblicato in Italia

Vi anticipiamo la puntata di Report di domani 19 maggio su RAI 3 alle ore 21.30:

La puntata si intitola: "IL TRANSATLANTICO DELLE NEBBIE"

Di Sabrina Giannini

Il finanziamento pubblico verrà dimezzato, ai politici non rimane che ricorrere alla generosità, spesso più che interessata, dei privati. Il meccanismo l'hanno già rodato da anni: è quello delle donazioni e delle Fondazioni, sulle quali si sa poco o nulla, ma grazie alle quali i politici raccolgono e nascondono le tracce delle mani che donano. Eppure il piatto è ricco. Solo di donazioni dichiarate le Fondazioni politiche raccolgono 80 milioni l'anno. Il meccanismo è studiato però per non rendere facilmente accessibili le cifre, i nomi dei donatori e soprattutto i trasferimenti delle proprietà. Ogni politico che conta ne ha una. E con il passare del tempo, crescono le inchieste della magistratura che hanno al centro delle indagini le Fondazioni come strumento per mascherare il passaggio di tangenti.

E inoltre: "LA METRONOTTE"

Di Paolo Mondani

L'Istituto di vigilanza privata Metronotte Città di Roma gestisce la sicurezza di alcuni degli ospedali più importanti della Capitale: San Camillo, Forlanini, Spallanzani e del 118. Dominus della società è Fabrizio Montali, figlio di Sebastiano, sottosegretario socialista alle Partecipazioni statali negli anni Ottanta, a processo per riciclaggio, corruzione e intestazione fittizia di beni con l'aggravante della mafiosità perchè Montali sarebbe un prestanome dell'ex cassiere della banda della Magliana Enrico Nicoletti. Oggi ritroviamo Montali in associazione temporanea d'impresa con la Union Security, società di vigilanza che fa capo al presidente della Lazio Claudio Lotito. Nell'agosto del 2012 Montali e Lo Tito vincono il 60 per cento degli appalti di vigilanza della Regione Lazio allora diretta da Renata Polverini.

Per la rubrica C'è chi dice no: "EUGENIA ADDORISIO"

Di Giuliano Marrucci

Voleva solo fare quello per cui era pagata, l'ispettrice per la sicurezza sul lavoro della Asl di Foggia. Glielo hanno impedito, e allora Eugenia Addorisio ha denunciato tutti. Cinque anni dopo gli arresti, con il processo in corso, sono tutti di nuovo al loro posto, a parte lei, che è stata mandata in un consultorio a fare l'infermiera.

I video e le trascrizioni delle due inchieste saranno resi disponibili sul sito www.report.rai.it pochi minuti dopo la fine della trasmissione.

Buona visione                                                                                               La redazione

NdR: Grazie, ragazzi!

 

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L’altra verità per salvare l’Italia e gli Italiani. Gli austeri

"Abbiamo bisogno che i nostri governi spendano di più, non di meno - dice il premio Nobel Paul Krugman - perché questa è l'unica soluzione. Assumere insegnanti. Costruire infrastrutture. Fare quello che fu fatto con la seconda guerra mondiale, possibilmente scegliendo spese utili".

E invece no dicono gli austeri di tutto il mondo, non ci sono i soldi.

L'economista Keynes avrebbe risposto: "E che le case, le fabbriche si costruiscono con i soldi?" - direbbe-. "Mancano per caso i mattoni, le materie prime? Non ci sono gli operai, gli ingegneri? Ah i soldi! Ma è solo una questione tecnica!"

Ma hanno ragione gli austeri? E soprattutto dove ci stanno portando? Raccontiamo quale sarebbe il risultato di un sistema politico ed economico centrato sul cittadino, il lavoro e l'interesse generale. Ribaltiamo il modello delle politiche recessive e pensiamo che ci siano soldi da investire e una regia pubblica: niente fiscal compact in Europa e niente pareggio di bilancio nella nostra costituzione. Come cambierebbero le nostre vite se il nostro paese - per esempio - avviasse un programma di ricostruzione urbana? Le città sono la principale infrastruttura economica dove vive più della metà della popolazione mondiale. Se non funziona bene vivi male, lavori male - se lavori - e il valore della produzione è di conseguenza. Quale sarebbe l'impatto di investimenti di questo tipo sul debito pubblico e la crescita? Si avvierebbe un volano economico che crea lavoro, beni materiali duraturi e benessere delle persone. E i titoli di debito pubblico di un paese che si indebita per un progetto del genere come li considererebbe il mercato?

Del resto Nantes uscì da una crisi profonda negli anni '80, provocata dalla chiusura dei cantieri navali, con una politica pubblica vigorosa di investimenti sulla città e sulla ricerca. E se nel sistema diverso pensassimo a banche pubbliche che raccolgono il risparmio e lo investono in progetti industriali e lavoro?

Come la KfW tedesca. E se il lavoro non fosse un dannato incidente nella produzione? Con i sindacati e i rappresentanti politici del territorio seduti alla pari nei consigli di amministrazione? Come alla Volkswagen. E' con il lavoro e la produzione che si crea la ricchezza. Senza politiche industriali succede poi come a Youngstown in Ohio, giusto per fare un esempio. Deindustrializzazione, tagli di bilancio e politiche recessive creano il deserto: le città si svuotano, scheletri di fabbriche, giù i valori immobiliari e su la delinquenza. E in tanti dagli Stati Uniti a dire attenta Europa! Noi i vostri errori gli abbiamo già fatti. Di Michele Buono

 

Pubblicato in Calabria

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:

“Come si fa per impedire a un giornalista di indagare e permettere ai cittadini di conoscere la verità? Fascismo, stalinismo e logge massoniche avevano i loro metodi coercitivi. Oggi la censura preventiva e l'intimidazione si attuano con espedienti più moderni, e solo apparentemente meno perversi e repressivi. Ad esempio intentando una causa nei confronti di una giornalista e chiedere un risarcimento milionario perché una sua inchiesta ha cercato di fare luce sulle zone d'ombra di una multinazionale.

È ciò che ha fatto l'Eni, sesto gruppo petrolifero mondiale per giro di affari che con una querela di ben 145 pagine accusa Report di Milena Gabanelli di averne leso l’immagine per un'inchiesta del dicembre 2012. Cospicua la richiesta di risarcimento: 25 milioni di euro. Chi si sente diffamato ha tutto il diritto di tutelarsi ma è chiaro che in questo caso l'obiettivo è un altro: un palese tentativo di intimidazione. Il termine tecnico è "querele temerarie," un'azione di sbarramento compiuta nei confronti di un giornalista per dissuaderlo dal proseguire il suo filone di inchiesta. E ovviamente per disincentivare altri cronisti dall'occuparsi dello stesso tema.

Per impedire l'uso di questo strumento intimidatorio il Parlamento ha avviato un lavoro bipartisan nella passata legislatura. Un iter che ovviamente giace ora impolverato nei cassetti di Montecitorio e Palazzo Madama. Per questo oggi lanciamo una petizione per chiedere che il nuovo Parlamento voglia immediatamente mettere mano ad una revisione della materia che preveda una sostanziosa penalità nei confronti di chi utilizza strumentalmente questo tipo di richieste, condannando il querelante, in caso di sconfitta in sede giudiziaria, al pagamento del medesimo importo: se cioè chiedi 25 milioni di euro alla Gabanelli di risarcimento e poi perdi la causa la risarcisci della stessa cifra. E vince il diritto di informare ed essere informati. Stefano Corradino via Change.org

Per firmare la petizione:

https://www.change.org/it/petizioni/salviamo-report-e-il-diritto-di-informare#share

Pubblicato in Mondo

Brutte scene stamane in occasione di una convention elettorale avente come tema la sanità a Palazzo Campanella a Reggio.

L'entourage di Rosy Bindi non ha inteso avviare i lavori prima che la troupe di Report (in Calabria con Antonino Monteleone per un'inchiesta sulla sanità calabrese) e, conseguentemente, anche altre troupes di tv locali, fossero fatte uscire dalla sala (anche in malo modo).

Le giustificazioni degli organizzatori sono state tese ad individuare una "chiave di lettura" privata dell'evento, ma, come, peraltro diffuso a mezzo stampa, trattavasi di momento aperto al pubblico. Ma non alle telecamere che, si sa, non è possibile smentire!

Secca chiosa di Milena Gabanelli, autrice e conduttrice di Report, la trasmissione di Rai 3 alla cui telecamere, guidate dal giornalista Antonino Monteleone, è stato impedito l'accesso durante una manifestazione di Rosy Bindi, a Reggio Calabria: ''C'è poco da commentare'' - ha detto Milena Gabanelli a Strill.it - ''in casi come questo quando viene impedito ad un giornalista di lavorare, di fare domande. Peraltro rilevo che se la signora Bindi non intende parlare con noi, noi, per parte nostra, continueremo a cercare di parlare con lei...(Strill)

Reggio Calabria 21 febbraio 2013 - Quello che doveva essere un seminario sulla Sanità si è trasformato per qualche minuto nella saga della violenza e dell'inciviltà. Spinte, sgambetti e attrezzatura rotta. Questo perchè, si vuol fare il proprio mestiere. Il giornalista in questo caso.

Antonino Monteleone (Giornalista) e Gabriele Morabito (Operatore), presi a male parole e spintonati.

Capiamo la tensione di questi giorni di campagna elettorale, ma non giustifichiamo, e mai lo faremo, atti di una gravità e di una violenza inaudita. Oltretutto consumati all'interno del Palazzo della Regione Calabria.

Che l'onorevole Rosy Bindi non voglia, per motivi suoi, rispondere alle domande del collega Monteleone è lecito e accettabile, ma il resto ci sembra davvero eccessivo.

Speriamo che rivedendosi nel video che qui vi proponiamo, i "protagonisti" in negativo abbiano la bontà e l'umiltà di chiedere scusa pubblicamente, ad Antonino Monteleone e Gabriele Morabito.

Certo noi non vogliamo speculare sulla cosa, ma quando la notizia c'è va data, diversamente faremmo altro.

Condanniamo con forza quanto accaduto ed esprimiamo la nostra piena solidarietà ad Antonino Monteleone e al suo operatore.

Solo per ricordarlo a me stesso. Antonino Monteleone è una risorsa positiva della nostra terra e come tale va tutelato e valorizzato. Altro che spinte, spintoni, sgambetti e ingiurie. Vergogna. Restiamo in attesa delle pubbliche scuse.

Luigi Palamara, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT

Il video http://www.mnews.it/2013/02/aggredito-antonino-monteleone-inviato.html

 

Pubblicato in Reggio Calabria
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