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vigiliL'episodio è accaduto intorno alle 19 di ieri sera. Si fa largo la pista dolosa per il rinvenimento di tracce di liquido infiammabileFiamme altissime ad illuminare il cielo buio, fumo nero e diossina che si sprigionano nell'aria e il rumore molesto degli oggetti che ardono al contatto col fuoco. Una scena raccapricciante. Ieri sera, poco dopo il tramonto, a Scalea l'ennesimo fatto di cronaca ha scosso la cittadina. Un incendio ha distrutto un deposito di materiale di uno stabilimento balneare del posto. Solo l'immediato intervento dei vigili del fuoco ha scongiurato il peggio, evitando di fatto che le fiamme  si propagassero alle strutture vicine. Ma per il magazzino, in via del Mare, al quale si accede tramite un cancello bianco, non c'è stato niente da fare. Il fuoco ha polverizzato ogni cosa.

Probabile matrice dolosa

Sul posto sono arrivati anche gli uomini del capitano dell'Arma Andrea Massari per dare il via alle indagini e raccogliere il maggior numero di elementi utili alle stesse. Al momento, dicono gli inquirenti, è ancora presto per formulare qualunque ipotesi, ma c'è un fatto che farebbe propendere per l'ipotesi della matrice dolosa. Lungo il vialetto che conduce sulla spiaggia, sono state ritrovate tracce di liquido infiammabile. Ora gli investigatori dovranno ricostruire una fitta rete di rapporti e situazioni per cercare di capire innanzitutto se l'ipotesi del dolo sia compatibile con quanto accaduto e successivamente stabilire se sia trattato di una intimidazione, di una vendetta o anche di un avvertimento.

La quinta volta

Lungo la breve striscia di terra costiera ricadente nel territorio dell'alto Tirreno cosentino, in poco tempo è la quinta volta che una struttura balneare o una struttura riconducibile alle attività estive vada distrutta dalle fiamme. In principio, nel gennaio 2017, il fuoco annientò una struttura in legno sulla spiaggia di Santa Maria del Cedro, poi, a maggio dello stesso anno, fu la volta dello stabilimento Nautilus a Praia a Mare, un mese dopo toccò all'Itaca a Scalea, a novembre scorso il fuoco ha divorato un lido a Diamante. Per tutti è stato ipotizzato l'incendio di origine dolosa.

fonte notizia

Pubblicato in Alto Tirreno

COSENZA 3 dicembre 2018 – I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Rossano ed Acri, hanno nei giorni scorsi eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal GIP del Tribunale di Castrovillari Dott.ssa Teresa Reggio

su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Maurizio Gallone, di uno stabilimento balneare nel Comune di Mandatoriccio.

I controlli effettuati e l’attività d’indagine svolta da oltre un anno dai Carabinieri Forestale di Rossano, coordinata dal Procuratore della Repubblica Dott. Eugenio Facciolla, ha fatto emergere come la struttura è collocata in posizione di pericolo data la sua ubicazione in area di attenzione con rischio PAI R4, elevato rischio idraulico ed erosione costiera, area questa dove insiste a meno di 150 metri dalla struttura il torrente Acquaniti.

Nello stabilimento sono stati realizzati bar,servizi igienici, parcheggio, ristorante e area ombrelloni. Strutture, in gran parte inamovibili e che in alcuni casi, ricadono all’interno della proprietà del demanio pubblico, oltre che in area vincolata al Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI). Il controllo e l’acquisizione della documentazione ha evidenziato come sia stato certificato solo che la struttura ricade nel vincolo paesaggistico, riferito alla distanza dei 300 metri dalla linea di battigia, mentre viene completamente ignorata la distanza dal torrente Acquaniti e quindi l’inquadramento normativo che comporta tale area.

Si è quindi proceduto al sequestro dello stabilimento e dell’area circostante, circa 7000 metri quadri.

Tale attività investigativa aveva già portato tempo addietro alla denuncia di cinque persone tra proprietari, pubblici amministratori, direttori dei lavori e responsabili del procedimento.

 

Pubblicato in Calabria

In fiamme due manufatti in legno dello stesso stabilimento balneare.

 

 

Si tratta del lido Dany che si trova nel corso del Tirreno. Sul posto i carabinieri della Stazione di Santa Maria del Cedro, coordinati dal capitano Alberto Pinto, comandante della Compagnia di Scalea.

 

 

Impegnati anche i Vigili del fuoco del distaccamento di Scalea.

Nessuna certezza sulle cause, ma si propende per un incendio di origine dolosa.

La vicenda richiama quella di SR di 33 anni che il 5 dicembre del 2012 andò a mettere fuoco ad uno stabilimento balneare di Santa Maria del Cedro, e che intercettata venne arrestata dai carabinieri e posta a disposizione della magistratura paolana ed ai carabinieri della compagnia di Scalea al cui comandante ha dovuto spiegare il perché del gesto.

 

Lo stabilimento preso di mira fu il lido Azzurro sulla spiaggia di Santa Maria del Cedro, vicino al pontile ed era di proprietà di gente del luogo.

Pubblicato in Alto Tirreno
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