
Campora San Giovanni. E' ormai quasi tutto pronto per il tradizionale Festival della Cipolla Rossa di Tropea Calabria I.G.P., arrivata alla sua sesta edizione, organizzata dalla Proloco di Campora San Giovanni come ogni anno il 13 agosto in piazza San Francesco a Campora S.G. - Amantea.
La serata avrà inizio dalle ore 20.00 di domenica 13 agosto e vedrà protagonista assoluta la Rossa di Calabria cucinata in diversi modi, dai primi ai secondi, ai contorni, tutti rigorosamente a base di cipolla rossa di Tropea.
Ad allietare i presenti che interverranno durante la serata ci sarà il gruppo di musica popolare TARANTA NOVA ed una serie di iniziative itineranti, il tutto ripreso dalle telecamere di Esse tv, Calabria Tv e Telespazio Tv con il programma storico La Mappa dei Piaceri, e dalle telecamere regionali di RTI Calabria canale 12 (diretta streaming), Esse Tv canale 112 e su ST television canale 628 del digitale terrestre con la trasmissione televisiva "Mark & Vincent A Spasso COL Sorriso" Evento unico in Calabria !!!
Non potete assolutamente mancare.
Il Presidente della Proloco, Antonio Isabella, si dice soddisfatto della riuscita degli altri anni e anche per questa edizione tutta la Proloco scende in campo per rendere ancora una volta il Festival della Cipolla Rossa di Tropea Calabria I.G.P., una delle manifestazioni più importanti del territorio del litorale tirrenico.
Diamo appuntamento, quindi, domenica 13 agosto 2017 dalle ore 20.00 in piazza San Francesco di Campora San Giovanni - Amantea (Cs) per il tradizionale e storico Festival della Cipolla Rossa di Tropea Calabria I.G.P.
La identità di un luogo è data dalla sua storia. Per questo è necessaria conoscerla e bene!
La identità di un popolo è data dalla sua cultura sociale. Per questo è necessaria diffonderla.
Cultura sociale significa tradizioni, riti, usanze, artigianato, prodotti agricoli e modi di conservarli.
Quando non si conosce, o si perde la memoria della storia di un luogo ed il popolo non conserva la sua cultura non esiste più la sua identità.
Tentiamo, allora, di conservarla. Almeno cominciamo.
Spetta a tutti noi, anche individualmente, ed in particolare alle organizzazioni sociali, culturali e politiche.
Queste ultime si sono quasi definitivamente perse, quelle sociali, compresa l’amministrazione comunale, ci sembra vivano in un mondo senza luce e senza né passato , né futuro, quelle culturali ci sembrano dedite fortemente al confronto con un mondo lontano e distante e ci sembra abbiano smarrito la percezione del bisogno di operare per conservare la identità locale.
Ma qualcuno opera in questa diorezione ed a lui/loro porgiamo i nostri ringraziamenti sinceri.
Tra i tanti gli amici di Agriverde che stanno lavorando per conservare una delle prelibatezze tipiche di Amantea : “Il Cerasiello”.
Si tratta di un peperoncino rotondo, verde nella fase iniziale e media della sua crescita e rosso a maturazione avvenuta. E proprio per questo viene chiamato cerasiello.
E’ il peperoncino che veniva conservato in reste legate con ago e filo ed appese obbligatoriamente all’ombra, dove, piano, piano, si asciugava fino a seccare.
Il Cerasiello è straordinario mangiato crudo, ottimo mangiato secco.
Il cerasiello veniva aggiunto ad ogni pietanza che le donne amanteane cucinavano, restava intatto e poi aperto dal commensale nel cui piatto capitava. Anzi di ogni piatto era la carta della amanteanità!
A gennaio il cerasiello, ormai secco, veniva triturato ed aggiunto alle carni di maiale, insieme al sale, essendo un buon conservante ed un ottimo sapidificatore.
Non sarebbe certo male se l’amministrazione comunale attuasse la DECO per tutelare uno dei tanti prodotti locali.
Un altro modo di conservazione era ed è quello dell’invasettamento in vetro e sott’olio.
Il cerasiello di Amantea è una di quelle piante che può essere cresciuta su ogni balcone od anche dentro casa.
I suoi frutti sono pronti ad ogni bisogno culinario.
E proprio per questo meglio crescerli in coppia.
Squilla il telefono.
Un amico mi chiama e piangendo mi annuncia che Marcello Socievole sta tornando a casa.
Sono lacrime di gioia, di felicità, lacrime di una persona per bene che ha sofferto quanto ha sofferto il buon Marcello per una condizione incredibile ed inaccettabile.
Un pianto liberatorio che pone fine a giorni di passione della famiglia di Marcello, dei suoi cari , dei suoi amici.
Figurarsi cosa ha potuto provare lui , Marcello privato della sua libertà , di quella libertà a lui connaturata.
Ma ora sta tornando a casa, libero, ad abbracciare la sua famiglia, i suoi figli, i suoi parenti, i suoi amici.
Libero di tornare a sorridere.
Libero di andare al suo lido balneare prima che l’estate fugga via come gli è fuggita per fortuna per poco la libertà di uomo corretto e giusto.
Ci fermiamo qui.
Ma oltre a formulargli gli auguri di una riconquistata libertà, di una ritrovata serenità, gli ricordiamo di poter ritrovare la fede nella giustizia umana oltre che divina.
Bentornato Marcello, bentornato.