Beni per un valore di due milioni di euro consistenti in 2 appartamenti e 6 negozi ubicati a Cosenza e Rende sono stati sequestrati dai carabinieri a Cosenza ad Alfonso Pichierri, di 56 anni, a suo tempo nel 2012 coinvolto nell'indagine denominata "Beta" e riguardante un'attivitĂ di usura messa in atto ai danni di un imprenditore.
Il sequestro è stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Cosenza guidati dal tenente colonnello Vincenzo Franzese.
Pichierri venne implicato nell'operazione Beta che vide nel 2012 nella quale venne disposto ed eseguito l'arresto di nove persone per usura ai danni di un imprenditore cosentino.
Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Tribunale di Cosenza su richiesta della Procura della
La banda degli usurai, arrestati nel 2012, applicava tassi dal 10 al 40% per un giro di affari in un anno di 500mila euro, a imprenditori e pensionati in difficoltĂ economiche.
Alfonso Pichierri, è stata una delle pedine importanti dell'operazione, al punto che la operazione è stata chiamata âBetaâ, che altro non è che il soprannome proprio di Pichierri.
Gli arrestati nel 2012 furono Lorenzo Ruffolo, di 52 anni, e Anna Squillace (50), entrambi di San Pietro in Guarano; Davide Caligiuri (49), di Celico, e Giovanni Bruni (52), Francesco Ruffolo (37), Ennio Bruni (71), Alfonso Pichierri (53), Carmine Pietro Sapia (54), Francesco Ruffolo (60) e Pasquale Placido (64), tutti di Cosenza.
I Ruffolo erano parenti di Giuseppe Ruffolo, un pregiudicato di 33 anni ucciso a Cosenza.