Riceviamo e pubblichiamo :
Una due giorni attraversando la Calabria, per ascoltare le esigenze dei territori e per incontrare quelle eccellenze presenti sul territorio da sostenere e valorizzare.
Si è concluso questa mattina con la visita al Santuario di Paola il viaggio in Calabria di “Destinazione Italia”, il tour di ascolto del segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi.
Soddisfazione per la due giorni è stata espressa da Enza Bruno Bossio, deputata calabrese del Partito Democratico, anche lei in viaggio insieme al segretario Renzi.
Durante la due giorni, inoltre, il viaggio è stato l’occasione perché attraverso più incontri svoltisi sul treno in corsa, la deputazione calabrese e il presidente Oliverio hanno avuto modo non soltanto di fare un bilancio delle politiche che il governo nazionale e la Regione hanno messo in campo, ma hanno tratteggiato gli impegni per un’accelerazione delle azioni attuative affinché i segni di ripresa che la Calabria già oggi sta registrando possano irreversibilmente consolidarsi.
“In questo viaggio calabrese – spiega Enza Bruno Bossio - il #TrenoPD ha incontrato la Calabria migliore.
Molto è stato fatto in questi mesi da Oliverio, Renzi e Gentiloni.
Ovviamente, c’è ancora tanto da fare: infrastrutture e alta velocità sono ancora una priorità per una Calabria meno periferica.
Il viaggio non ha evidenziato solo criticità sociali ed infrastrutturali, ma è stato un’opportunità affinché Renzi potesse incontrare esperienze e testimonianze di una Calabria che ha tanto da dare all'Italia intera.
Ripartiamo da qui, ripartiamo dai territori e dalle certezze di una terra ricca di bellezze e di una straordinaria umanità”.
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Paola
Non sarà facile dimenticare la vicenda della scomparsa delle offerte al Santuario di san Francesco di Paola.
Due le posizioni espresse, due le strade percorse.
Da un lato c’è chi invoca il Papa Bergoglio e la nuova strada della evangelizzazione . E’ il caso di don Fausto Cardamone, parroco di San Nicola di Cosenza, che accusa i frati del santuario di San Francesco di aver” tradito l'insegnamento del Santo". Don Fausto Cardamone durante l’Omelia ha tuonato “I frati hanno tradito l’insegnamento di San Francesco. Come è possibile accumulare tanta ricchezza? Comprensibile per un laico, non cosi per la chiesa che ha principi, leggi, regole ben diverse. I soldi devono servire per realizzare opere, per sostenere le comunità religiose per fare del bene, non certo per speculazioni finalizzate all’arricchimento. Io non so i dettagli della vicenda ma resto perplesso di fronte a certe cifre: un milione e mezzo, tre miliardi delle vecchie lire!.”
E la mente viaggia obbligatoriamente verso un altro evento avvenuto recentemente e nei pressi di Paola. Parliamo di quanto avvenuto nell’istituto Papa Giovanni 23° di Serra d’Aiello di proprietà della curia. Anche lì tanti i soldi spariti ed in aggiunta tanta la sofferenza degli ospiti , tanta sofferenza delle centinaia di lavoratori rimasti senza lavoro. Una ferita mai chiusa della società civile ma soprattutto della diocesi cosentina
Una posizione della di Don Fausto Cardamone che farà sicuramente discutere. Ma come non essere d’accordo con quanto afferma il parroco di san Nicola che invoca il ritorno ad una chiesa evangelica ed evangelizzante, sobria, non legata alla ricchezza, ai privilegi, al potere, al carrierismo.
L’altra strada è quella percorsa da monsignor Nunnari il quale ha fatto visita al santuario di San Francesco di Paola incontrando i padri Minimi ed esprimendo «Solidale vicinanza spirituale ai frati» che secondo il prelato sono stati vittime di una truffa.
Pur affermando che il fatto non incide certamente : «sulla trasparente figura di San Francesco di Paola, che esprime nella sua calabresità, il meglio della nostra gente e il costante richiamo alla permanente tensione di riforma della Chiesa», il vescovo sollecita «una celere risoluzione del caso, confidando nell'impegno della magistratura e di quanti sono chiamati ad indagare affinchè sia fatta piena luce sull'incresciosa vicenda nella quale non dovrà mancare la sincera collaborazione dei frati per l'accertamento della verità.”
Forse è il caso di rivedere qualcosa nella Chiesa cosentina.
Non è una soluzione alzare muri di silenzi protettivi quando gli scandali colpiscono la chiesa.
Anzi è proprio in questi casi che la società vuole che la chiesa si apra alla ricerca degli errori da chiunque fatti.
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