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Il provvedimento è scaturito dalla verifica del progetto di taglio

Cosenza 14 luglio 2018 – Carabinieri Forestali dipendenti dal Gruppo di Cosenza hanno posto sotto sequestro due boschi di Pino d’Aleppo nel Comune di Amendolara (CS).

 

Il provvedimento ha interessato 40 ettari di pineta.

Nell’ambito di ben più vasta attività d’indagine coordinata dal Procuratore Capo di Castrovillari dott. Eugenio Facciolla, i militari hanno proceduto con rilievi in campo mirati alla verifica di alcuni progetti di taglio boschivo acquisiti presso l’ufficio della Regione Calabria che presiede all’istruttoria di tali pratiche e al rilascio delle autorizzazioni di taglio boschivo.

Nelle due superfici boscate anzidette, ora poste sotto sequestro e per le quali l’iter di rilascio dei provvedimenti autorizzativi non era ancora stato ultimato e né erano iniziate le operazioni di taglio, i Carabinieri Forestali hanno proceduto alla verifica dei dati progettuali riportati dal tecnico forestale autore dei due progetti, verificando come gli stessi non corrispondessero alla realtà delle superfici boscate.

Da qui i provvedimenti di sequestro dei due boschi, per finalità probatorie, convalidati dal P.M. di turno, mentre la posizione del dottore forestale autore dei due progetti è ora al vaglio della magistratura per le ipotesi di falsità ideologica in atto pubblico.

Pubblicato in Cosenza

Una attività coordinata dal Procuratore della Repubblica di Castrovillari Dott. Eugenio Facciolla ,sul contrasto di illeciti in materia di utilizzazioni boschive, ha portato nei giorni scorsi al sequestro di un bosco di sei ettari in località “Piano di Guerra-Musco Saggio” nel Comune di Campana (CS).

I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Rossano hanno accertato che in tale località era in corso un taglio di latifoglie su di una superficie privata boscata il cui controllo ha riscontrato diverse irregolarità.

Infatti, nonostante il taglio risultava chiuso da alcuni mesi le operazioni continuavano.

Inoltre le indagini hanno riscontrato che l’area oggetto del taglio non risultava essere governata a ceduo per come rappresentato negli atti ed elaborati tecnici redatti bensì, governata a bosco di alto fusto di latifoglie, taglio che prevede modalità più restrittive e con autorizzazioni obbligatorie dell’ente preposto.

Infine la superficie utilizzata non era del tutto quella indicata in progetto, comportando lo sconfinamento in altre proprietà private, oltre alla realizzazione di una stradella di 200 metri utilizzata per lo smacchio.

Tali irregolarità hanno portato al sequestro del bosco e alla denuncia di tre persone, il direttore dei lavori, il progettista e la ditta boschiva operante.

Cosenza 3 dicembre 2017

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Si tratta di un’area del demanio comunale.
Diverse le persone denunciate.

Un’area boschiva di quindicimila metri quadri e oltre 2000 quintali di legname sono stati posti sotto sequestro dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Sant’Agata D’Esaro.

Il provvedimento è avvenuto a seguito di un controllo effettuato in località “Pettoruto” di San Sosti, zona ricadente all’interno del perimetro del Parco Nazionale del Pollino.

 

Sull’area del demanio comunale interessata al controllo era stato autorizzato un progetto di taglio eseguito da una ditta boschiva di Acri che avrebbe dovuto avere scadenza a febbraio 2016 grazie ad una proroga dello stesso Comune.

 

Cosa che invece non è avvenuta in quanto la ditta non avendo finito i lavori per tempo e non potendo avere ulteriore proroga ha proceduto ad abbattere tutte le piante oggetto del taglio lasciandole sul letto di caduta per il successivo esbosco.

Si tratta di una questione tecnico-economico-autorizzativa, infatti i Comuni per procedere ad ulteriori utilizzazioni dei boschi devono dimostrare alla Regione (che autorizza) che con i proventi relativi alle vendite, si provvede a redigere i Piani di Gestione dei propri boschi; diversamente la regione non fornisce autorizzazioni per i tagli.

 

Nello specifico la comunicazione di fine dei lavori prevista per febbraio è stata ritardata ed inviata al Comando Stazione Forestale solo nei giorni scorsi, quindi nel mese di Aprile, sicché il reparto ha quindi provveduto al controllo della regolarità del procedimento, evidenziando come questa, pur non essendo in possesso di proroghe avrebbe proceduto comunque per ultimare i lavori.

 

Pertanto è stata posto sotto sequestro l’area boschiva (circa un ettaro e mezzo) dove sono stati effettuati gli abbattimenti e il materiale legnoso.

Appropriazione indebita aggravata, il principale reato riscontrato, per l’amministratore unico dell’impresa esecutrice dei lavori e per i dipendenti quali esecutori materiali.

Possibili problemi anche per l'Amministrazione comunale che non ha impedito la continuazione delle lavorazioni all’interno del lotto del bosco Pettoruto, nonostante con atto pubblico ne era stata dichiarata la chiusura definitiva a febbraio scorso.

Le indagini sono ancora in corso per i possibili risvolti economici consequenziali sui bilanci dello sfruttamento del demanio forestale del Comune di San Sosti.

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