Restate a casa. Lo ha ribadito finanche Ursula von der Leyen Commissario UE. Secondo lei gli anziani dovranno limitare a lungo i propri contatti, dovranno restare isolati, quasi sicuramente fino a dicembre. Ma è giusto che solo i vecchi dovranno stare chiusi in casa? Da qualche giorno mi frulla nella testa la canzoncina di Jannacci “Vengo anch’io? No, tu no”. Penso e ripenso a quel che sta succedendo in Italia e nel mondo a causa del coronavirus e la canzoncina mi ritorna in mente e sottovoce canto il ritornello: Vengo anch’io? No, tu no. E perché io no? Vengo anch’io a fare la spesa? No, tu no. Vengo anch’io a fare una passeggiatina? N. tu no. Vengo anch’io a buttare la spazzatura? No, tu no. Vengo anch’io a portare il piccolino a passeggio? No, tu no. E nemmeno a far fare la pipì al cagnolino alla villa comunale? No, tu no. Ma perché? Perché sono vecchio e dovrò stare chiuso in casa. Appartengo a quella categoria di persone più esposta al contagio da Covid 19 e quindi devo evitare il più possibile i contatti con altre persone. Ma spero che questa canzoncina e questo ritornello smettano presto di ronzarmi in testa. Anch’io vorrei comportarmi come gli altri, fare le cose che fanno gli altri, uscire come fanno gli altri. Sono però respinto. Non perché non ho l’età come cantava la Cinguetti, ma perché quell’età l’ho superata da parecchio tempo. E quando uno è vecchio non serve più. Deve stare a casa. Per lui non c’è posto neppure al suo funerale. E le immagini dei camion militari che, in colonna come un corteo funebre, hanno lasciato Bergamo con le bare a bordo hanno fatto immediatamente il giro del mondo e sono ancora impresse nella mia mente e che mi hanno sconvolto. E vedere poi i cadaveri seppelliti nella nuda terra in fosse comuni nella città di New York è per tutti una cosa normale? Questo maledetto virus ha tirato un brutto scherzo a noi anziani. L’ultimo refolo della nostra giovinezza se l’è portato via e con esso anche i nostri ricordi, le nostre emozioni e le fievole illusioni giovanili. Devo restare a casa. Dopo aver ascoltato le nuove misure per combattere il coronavirus mi sono sentito in colpa. Tutto ad un tratto sono diventato un untore, uno che contribuisce a diffondere il virus come gli untori ai tempi della peste descritta dal Manzoni. Ma poi mi sono svegliato e mi sono ritrovato lungo vie illuminate, lungo Via Margherita, davanti al Bar e Totonno e Minichella, in Piazza Capuccini, alla Villa Comunale, in Piazza Commercio, al lungo mare, nella Pizzeria “Il Sombrero” con alcuni amici, a girare senza una meta. Ho rivisto piazze, vie, quartieri che da settimane mi sono state negate. Ho rivisto il Mare di Amantea, le barche, la spiaggia, il Lido Azzurro, tutto era meraviglioso.
