Il mondo è invaso da terribili 'zombie' che si cibano di dignità umana.
Escono dalle loro tombe poco prima delle elezioni, cioè prima di quel periodo di lieve brezza e talvolta, perfino, di venticello che scuote piccoli paesi, province e regioni.
Non li “fotti”, gli zombi, quando l’aria è stagnante, putrefatta, cadaverica. Sarebbero facilmente identificabili.
Morti si, ma mica fessi: aspettano che l’aria si muova un poco e si realizzino le condizioni perché i miasmi delle loro putrefazioni culturali, sociali, etiche, morali siano meno avvertibili .
E, peraltro, contano sul fatto che uscendo in gruppo diventa impossibile riconoscere la “loro” puzza rispetto a quella degli altri.
Già, per tutto il tempo della loro “cadaverizzazione umana” si muovono con circospezione, camuffandosi tra gli inani, attenti a non farsi rilevare, captare, scoprire.
Chissà, forse vivono in un mondo lontano da quello reale e sottopelle hanno anche qualche pulsazione ; forse sono, come i nematodi parassiti, anaerobi che vivono sottoterra salvo emergere in casi particolari come le elezioni.
Ora si preparano i palchi sui quali salire per farsi vedere dopo anni che fantasmi della società civile
nessuno li vede più.
Li riconosci dalla nuova camicia partitica che indossano per darsi un nuovo volto, una nuova immagine.
Furbi!.
Non solo aspettano l’agitarsi incontinente delle elezioni ma si prestano anche una divisa elettorale quasi sempre nuova. Tanto una la si trova comunque.
Fanno paura? No, affatto. Non sono pericolosi, fanno perdere solo tempo. Poi ritornano là da dove sono venuti e si riaddormentano nelle loro abitudini tombali per tornare nelle nuove albe dei morti viventi quali ogni futura elezione.
Morte natural durante.