Riceviamo e pubblichiamo:
Cosenza, 2 agosto 2019 - Anch’io stamattina ho partecipato davanti alla Prefettura di Cosenza al presidio dei sindacati Cgil, Cisl e Uil sull’emergenza sanitaria calabrese.
Un sit-in di protesta organizzato davanti alle Prefetture della Calabria per chiedere “un confronto risolutivo dei problemi del Servizio sanitario regionale con il governo”.
Una manifestazione che assume un significato maggiore il giorno dopo la bocciatura al tavolo interministeriale Adduce che si è tenuto a Roma.
I tecnici dei ministeri dell’Economia e della Salute hanno sottolineato l’ennesimo esito negativo di questi incontri a dimostrazione della grave inefficienza in cui è costretta ad operare il Dipartimento Salute della Regione che ad oggi non è in grado di fornire tutti gli elementi utili e gli atti necessari per valutare lo stato reale della situazione sanitaria calabrese ai due Ministeri.
Nulla di fatto, dunque, sullo sblocco del turn over, sulla garanzia dei Livelli essenziali di assistenza.
Anzi si è registrato un peggioramento della situazione finanziaria, con conti sempre più in rosso.
Ma la cosa più grave è che ancora non sono stati nominati i direttori generali di importanti aziende sanitarie e ospedaliere, tra cui quelli dell’Asp di Cosenza.
Quest’ultima è tra le più grandi d’Italia per estensione territoriale e complessità orografica con oltre 750mila abitanti e un bilancio di oltre un miliardo che serve a gestire la sanità territoriale, tre ospedali Spoke con quasi seimila dipendenti con un’età media di circa 55 anni.
È da mesi che l’Asp di Cosenza è senza una guida e con un reggente che garantisce a malapena l’ordinaria amministrazione.
È ora di voltare pagina per evitare che la situazione si aggravi ancora di più producendo danni devastanti per tutti i cittadini con il rischio di veder messa a repentaglio la propria salute.
Carlo Guccione Consigliere regionale.