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Guccione interroga Irto sui rifiuti di Castrovillari

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Al presidente del consiglio regionale della Calabria Nicola Irto

Oggetto: Interrogazione a risposta scritta al presidente della Giunta regionale della Calabria, Gerardo Mario Oliverio

Premesso che:

  • da quando si è insediato, il presidente Oliverio ha continuato a emanare ordinanze contingibili e urgenti in deroga alle norme vigenti per evitare l’insorgere di emergenze ambientali.
  • Siamo alla quattordicesima ordinanza contingibile e urgenza ed emergono ancora oggi tutte le criticità che si registrano nel settore rifiuti.  Il governatore è da oltre 4 anni che continua a emanare ordinanze a dimostrazione che, nonostante il commissariamento per i rifiuti sia formalmente cessato, l’emergenza in realtà non si è mai arrestata. Il commissariamento, con questo stratagemma, è come se fosse ancora in atto;
  • nell’ultima ordinanza contingibile e urgente per assicurare la corretta gestione dei rifiuti urbani sulla discarica di Castrovillari a pagina 5 viene specificato che: “La volumetria autorizzata di circa 20.000 mc non è mai entrata in esercizio a seguito di alcuni esposti giudiziari che denunciavano il supposto mancato rispetto, in fase realizzativa, della documentazione progettuale sottoposta a VIA ed AIA. La verifica del pieno rispetto tra quanto realizzato e le previsioni progettuali approvate in AIA, potrebbe consentire di procedere con la celere individuazione del gestore e quindi con l’utilizzo dei volumi autorizzati. Nonostante la Regione abbia richiesto da tempo la trasmissione della documentazione progettuale di raffronto tra eseguito ed autorizzato, il comune non ha ancora adempiuto. Nasce pertanto l’urgenza di ottenere tali elaborati grafici, al fine di assumere le determinazioni conseguenti”;
  • sempre nell’ultima ordinanza, a pagina 13, “ordina che il Comune di Castrovillari, ai fini dell’utilizzo della discarica in località Campolescia, autorizzata all’esercizio con AIA vigente rilasciata con DDG n. 11591 dell’8-8-2013, presenti all’autorità competente, in via d’urgenza e comunque entro venti giorni dalla notificazione della presente ordinanza, la documentazione tecnica riportante lo stato attuale della discarica con il raffronto rispetto alla progettazione approvata con il predetto Decreto n. 11591 e, in particolare: 1)Relazione tecnico-illustrativa; 2)Planimetrie; 3)Sezioni; 4)Particolari;
  • da una consulenza tecnica, chiesta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, relativa alla regolarità dell’esecuzione dei lavori nel rispetto del progetto esecutivo e delle prescrizioni progettuali per l’appalto di opere riguardanti la “messa a norma, adeguamento ed aumento della capacità di abbanco della discarica comunale nel comune di Castrovillari”, emergono una serie di anomalie ed è attualmente in corso un procedimento penale riguardante tale sito di discarica;
  • nella consulenza tecnica viene specificato che dalla documentazione fotografica allegata (stato dei luoghi antecedente all’inizio dei lavori) appare più che evidente che l’area contenuta all’interno del perimetro della discarica abbia una quota molto prossima al terreno circostante e che quindi la capacità di abbanco residua si possa considerare pari a zero in virtù del raccordo geomorfologico delle linee naturali dei terreni circostanti compreso il terreno di copertura giornaliero pari a 2,5 ml. Un ulteriore abbanco, perciò, determinerebbe un innalzamento assai cospicuo, rispetto al piano campagna, dell’area circoscritta dal perimetro della discarica, provocando, tra l’altro, il mutamento delle condizioni di erosione superficiale il cui studio non è stato condotto.

Non vi sono volumi residuali per l’abbanco di ulteriori rifiuti. Gli interventi da realizzarsi devono essere limitati alla sola messa a norma ed adeguamento della discarica, vale a dire regimazione delle acque piovane, impermeabilizzazione della superficie circoscritta dal perimetro della discarica, adeguamento dei camini, messa a norma del sistema di raccolta del percolato residuo, ecc.;

  • lo svolgimento della relazione tecnica è stato finalizzato a dare risposta ai quesiti posti dal pubblico ministero. Al quesito del pm che chiede se “la realizzazione degli argini a un livello superiore rispetto all’attuale piano di campagna sia compatibile con quanto previsto sia nel progetto definitivo sia nei pareri del nucleo VIA-VAS-IPPC relativamente all’allineamento tra lo stato superficiale a chiusura finale della discarica e le aree circostanti”, nella consulenza tecnica viene specificato: “gli argini (già realizzati secondo le previsioni del medesimo progetto esecutivo) non consentiranno il raccordo del profilo della discarica (comprendente lo spessore dovuto al pacchetto di chiusura) con il piano di campagna per come prescritto al punto 1 dell’allegato l al DDG 11591 (condizioni generali e specifiche per l’esercizio dell’impianto) né tantomeno la realizzazione della profilatura finale per come previsto alla tavola 13B in accordo con quanto già messo a verbale da parte dell’Arpacal a seguito di sopralluogo effettuato in data 2/12/2015;
  • nella relazione tecnica viene posto un altro quesito: “Se per l’approvvigionamento di terreno vegetale necessario per le lavorazioni siano state adottate le idonee cautele, concordando le modalità operative con la Sovraintendenza ai Beni archeologici, atte a scongiurare sia il pericolo di erosione superficiale del versante, sia il rischio archeologico per la zona limitrofa alla discarica in oggetto, interessate da una fitta dispersione di materiali antichi e caratterizzate da ampio e importante insediamento abitativo rustico di età ellenistica e romana”. A questa domanda si afferma con certezza e cognizione di causa che “non sono state adottate le idonee cautele, atte a scongiurare sia il pericolo di erosione superficiale del versante (mancanza di studio specifico a seguito del mutamento della morfologia del territorio per effetto dell’alterazione dello stato dei luoghi), sia il rischio archeologico per la zona limitrofa alla discarica in oggetto per l’approvvigionamento di terreno vegetale necessario per le lavorazioni”. Inoltre sono state disattese le “prescrizioni del nucleo VIA-VAS-IPPC e nello specifico il punto 34 che recita testualmente: “Qualora siano previsti scavi all’esterno del perimetro della discarica si dovranno concordare le modalità con la Soprintendenza ai beni archeologici”;
  • nella relazione tecnica viene inoltre specificato che “non risultano ad oggi agli atti le verifiche di stabilità eseguite in tutte le fasi ante e post opera a partire dalla realizzazione dell’adeguamento e fino alla chiusura della discarica”. Poi, “non risultano ad oggi agli atti: i calcoli di capacità portante, i cedimenti e le verifiche di stabilità dei pendii in condizione dinamiche; la tenuta e la stabilità della barriera di confinamento sul fondo e sui fianchi della discarica; la resistenza allo schiacciamento del sistema di raccolta e di drenaggio del percolato a fondo vasca; la resistenza allo schiacciamento del sistema di captazione del biogas – tenendo conto del peso esercitato dai nuovi volumi previsti in abbanco e alla luce del D.M. Infrastrutture e trasporti 14/01/08 e C.M. n. 619/09 del C.S. LLPP”;
  • gli enti preposti al rilascio delle competenti autorizzazioni si sono espressi in maniera favorevole, ma con prescrizioni, all’esecuzione delle opere, sulla base del Progetto Definitivo portato all’attenzione della Conferenza dei servizi. Il Progetto Esecutivo è variato rispetto al Definitivo e non è stato mai sottoposto all’attenzione dei rispettivi Enti;
  • Non risultano ad oggi agli atti le verifiche di stabilità eseguite in tutte le fasi ante e post opera a partire dalla realizzazione dell’adeguamento e fino a chiusura della discarica.

Si interroga la S.V. per sapere:

  • come mai all’interno dell’ultima ordinanza contingibile e urgente per assicurare la corretta gestione dei rifiuti urbani, laddove si fa riferimento alla discarica di Castrovillari, non si faccia cenno al procedimento penale in corso che grava su tale discarica, atteso che gli Uffici regionali ne sono stati debitamente e tempestivamente informati. Com’è possibile, a tal proposito, che nel sistema di smaltimento dei RSU degli ATO venga inserita una discarica, per altro già colma, che si vorrebbe addirittura utilizzare nel breve termine, sottoposta ad un procedimento penale in corso, l’oggetto del quale concerne proprio le possibilità di ulteriore abbanco, la cui volumetria viene esplicitamente definita PARI A ZERO dal Consulente Tecnico d’Ufficio della Procura (con conseguente procedimento penale a carico del Direttore dei Lavori). Come è possibile anche solo ipotizzare un intervento che, con ogni evidenza, da un lato andrebbe ad alterare il corso della giustizia, attraverso l’inevitabile modifica dello stato dei luoghi, e dall’altro a ledere potenzialmente i diritti e gli interessi delle Parti Lese identificate dalla Magistratura inquirente, con conseguenti profili anche di possibile danno erariale. Come è possibile, inoltre, poter pensare che vincoli e prescrizioni imposti dagli Uffici regionali (Nucleo VIA-VAS-IPPC), pietra angolare del provvedimento di autorizzazione ai lavori cui la discarica è stata sottoposta, possano essere disattesi, oltre che dal Direttore dei Lavori (per come si legge nella Perizia del CTU della Procura), proprio dalla stessa Regione Calabria che li ha emanati e che di tali vincoli e prescrizioni dovrebbe essere custode e garante. Quali siano le iniziative, invece, che la Regione Calabria intende adottare per ripristinare il principio di legalità, sanando le tante storture tecniche denunciate alla Magistratura da Associazioni e Comitati nazionali e locali -che in tale vicenda si sono lodevolmente impegnati e che hanno trovato puntuale riscontro nella citata perizia del CTU della Magistratura-, e rivalendosi, anche economicamente, su chi tali storture ha realizzato, agendo in assoluta difformità dal Progetto Definitivo approvato dagli Uffici Regionali (per come pure si legge nella perizia del CTU) e realizzando un’opera dalle caratteristiche tecniche per molti versi assolutamente inaffidabili, atteso che, come riportato dal CTU, “Non risultano ad oggi agli atti le verifiche di stabilità eseguite in tutte le fasi ante e post opera a partire dalla realizzazione dell’adeguamento e fino a chiusura della discarica”. Tra l’altro parliamo di una discarica già colma, ristrutturata con un finanziamento regionale di ben un milione di euro, il cui adeguamento era finalizzato alla sua definitiva tombatura, che sorge in un contesto territoriale di elevato pregio archeologico (pur esso assai malamente gestito, come riportato nella già citata perizia del CTU) e di alta importanza economica per la presenza di importanti coltivazioni esitanti dal Distretto Agro-alimentare di Qualità (DAQ) di Sibari.

Cosenza, 19 settembre 2019

Carlo Guccione

Redazione TirrenoNews

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