È poco meno di una settimana che nel quartiere "Centro storico" nel Comune di Amantea manca l'acqua a più riprese.
Qualche giorno fa avevamo incontrato una delegazione di cittadini del quartiere che era andata a chiedere lumi ai Commissari Straordinari del Comune di Amantea ricevendo rassicurazioni e la promessa soprattutto dall'ufficio tecnico di un intervento tempestivo per la causa dovuta ad rottura di tubazioni d'acqua in zona "macello".
Risolta quella perdita ancora il problema è esistente, questa mattina, c'è arrivata una segnalazione di un nostro lettore, hanno notato più incaricati dal Comune girare tra le colline in località "Fiumara" andando in cerca di una perdita d'acqua importante che impedisce al serbatoio di loc "cannavina" di riempirsi di acqua proveniente dalla condotta potame.
SI spera che i nostri "cercatori di perdita" siano stati istruiti dall'ufficio tecnico sulla localizzazione dei tubi provenienti dalla condotta potame, nel caso possiamo suggerire all'ufficio tecnico oppure direttamente agli incaricati del Comune di contattare il precedente responsabile che per 40 anni ha gestito questa condotta e che conosce a memoria i passaggi delle condutture.
Comunque la pandemia mette in crisi anche i modelli di gestione del ciclo dell’acqua, e quindi, lavarsi bene le mani è fondamentale ma non tutti possono permetterselo, soprattutto dove l’accesso all’acqua è già un problema.
In un rapporto del marzo scorso su questo tema, l’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea che “la fornitura di acqua sicura, servizi igienico-sanitari e condizioni igieniche è essenziale per proteggere la salute umana durante tutte le epidemie di malattie infettive, incluso l’epidemia Covid-19”.
L’Istituto Superiore di Sanità, confortato dalle direttive dell’Oms, ha confortato la nazione sulla qualità delle acque potabili delle nostre città attraverso una specifica, accurata circolare, in accordo con quanto scritto dall’Oms: “Sebbene sia possibile la persistenza [del Covid-19] nell’acqua potabile, non esiste alcuna prova che surrogati di coronavirus umani siano presenti nelle acque superficiali o sotterranee o trasmessi attraverso acqua potabile contaminata”.
Né le acque potabili né quelle reflue, se correttamente trattate, pongono uno specifico allarme.
L’Iss evidenzia però la necessità di sorvegliare attentamente eventuali situazioni di “mancanza o inefficienza dei servizi di depurazione che potrebbero comportare la diffusione del virus nell’ambiente”.
Pubblicato in
Comunicati - Sport - Giudiziaria
Dice Giovanni D’Agata dello “Sportello dei Diritti” che secondo i ricercatori tra due generazioni l’acqua non sarà sufficiente per tutti.
“L’acqua è un bene comune prezioso che dev’essere risparmiato e tutelato da leggi pubbliche dello Stato e da convenzioni della comunità internazionale perché non è inesauribile e se continuiamo a sfruttarla nei modi che oggi continuiamo a perpetrare arriveremo ad una crisi senza precedenti nella storia.
Non solo i forum dell’acqua che in questi anni si stanno battendo per la difesa dell’acqua pubblica, ma in questi giorni oltre 500 ricercatori di tutto il mondo riuniti a Bonn in una conferenza, hanno lanciato un appello per un uso più razionale dell'acqua, nella convinzione che sia possibile evitare la crisi.
Una crisi che assomiglia ad uno scenario apocalittico: dirottiamo o arginiamo i fiumi che arrivano in mare quasi vuoti, inquiniamo le falde, usiamo grandi quantità di acqua dolce per sfruttare l'energia fossile: se continueremo su questa strada, nell'arco di due generazioni l'acqua non sarà più sufficiente per la maggior parte dei 9 miliardi di persone che popoleranno la Terra.
Nell'appello, chiamato 'Dichiarazione di Bonn', i ricercatori hanno rilevato che "la crisi dell'acqua è del tutto evitabile" in quanto è dovuta "solo ad una cattiva gestione di questa risorsa essenziale e insostituibile".
È ovvio ed è sotto gli occhi di tutti, quindi, che l'attività umana giochi un ruolo centrale nel sistema idrico globale. Innumerevoli azioni errate individuali si sommano e si riflettono su cambiamenti globali. In questo modo, gesto dopo gesto, l'uomo ha cambiato drasticamente la portata dei fiumi, delle riserve sotterranee d'acqua, alterato la qualità dell'acqua e danneggiato gli ecosistemi acquatici.
Con le attuali conoscenze, hanno sottolineato i ricercatori, non è possibile prevedere esattamente quando il limite planetario sarà superato. Se si arriverà a quel punto, secondo gli esperti, "si potrebbero innescare cambiamenti irreversibili con potenziali, catastrofiche conseguenze".
Ma tutto ciò può essere ancora evitato, si legge nella dichiarazione, se si applicano le seguenti 6 raccomandazioni: potenziare la ricerca sul sistema idrico globale; elaborare una sintesi delle attuali conoscenze sul sistema acqua per migliorarne la protezione; formare la prossima generazione di ricercatori specializzati nel settore idrico; intensificare il monitoraggio dell'acqua; preferire soluzioni basate sulla salvaguardia degli ecosistemi a costosi interventi strutturali; stimolare l'innovazione nella gestione dell'acqua.
L'aumento dell'approvvigionamento idrico e dei servizi igienico-sanitari hanno dato indubbi benefici per le persone di tutto il mondo, ma ora c'è un altro bisogno pressante: arrivare a una gestione dell'acqua basata sul rispetto degli ecosistemi.
NdR. Se questo articolo vuole suggerire ad ognuno di noi di economizzare , non possiamo certo esimerci dal ricordare lo spreco di acqua della fontanella di piazza Cappuccini. Forza “un rubinetto costa poco”
Pubblicato in
Cronaca