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petrolio

La trattiva all’interno dell’Opec per risolvere quella che, nel tempo, ha quasi assunto le sembianze di una guerra commerciale, potrebbe non essere così facile come sembra.

Infatti la rivalità tra due tra i più grandi paesi dell’Opec, Arabia Saudita e Iran, potrebbe ostacolare un accordo. Ciò che si potrebbe verificare il prossimo mercoledì al prossimo incontro sarebbe solo una replica di quanto successo ad aprile scorso nella capitale del Qatar.

Il tira e molla nella trattativa ha guidato gli andamenti di mercato dell’oro nero. Una precedente euforia del mercato è stata poi sostituita da un pessimismo profondo. Tutto nel giro di poche ore a causa delle diverse dichiarazioni che venivano pubblicate. Per ora sembra che la produzione rimarrà invariata e che eventuali manovre a sostegno dei prezzi del petrolio verranno prese in considerazione in futuro. Come facilmente prevedibile, una notizia simile ha determinato una flessione nelle quotazioni del greggio sia sul mercato fisico sia sui futures a diversa scadenza. Ad esempio il Brent ha perso quasi il 4% tornando nuovamente sotto i 46 dollari al barile.

 

Nonostante i primi rumors che sostenevano un accordo tra i due paesi in dirittura d’arrivo, le trattative non hanno portato i risultati sperati. Infatti risulta che l’Arabia Saudita abbia proposto un generale taglio della produzione per poter riportare il prezzo a quote più elevate.

In particolare, Riad si era offerta di guidare la riduzione della quantità di petrolio prodotto. L’unica condizione posta all’Iran era quella di mantenere gli attuali livelli di estrazione. Tuttavia le resistenze di Teheran sembrano ancora difficili da superare in quanto non si basano solamente su puri ragionamenti economici. La richiesta di Riad consiste nel congelare la produzione a 3,6 milioni di barili al giorno che, secondo stime di fonti secondarie, corrisponderebbe alla produzione media nel 2011, ossia prima delle sanzioni. Al contrario stime iraniane affermano che la produzione odierna si aggira sui 3,8 milioni di barili al giorno mentre la produzione precedente alle sanzioni occidentali era a quota 4 milioni di barili al giorno. Dall’altra parte anche l’offerta saudita sembra opaca in quanto calcolata sui picchi di produzione stagionale: perciò la riduzione si porterebbe su livelli ordinari. Gli ostacoli provengono anche da altri fronti. Negli ultimi tempi Nigeria e Libia hanno ricominciato a vendere petrolio nel mercato mentre l’Iraq sembra intenzionato a riprendersi le sue naturali quote di mercato.

Dal punto di vista italiano la situazione attuale è benefica. Prezzi del petrolio bassi e cambio euro dollaro favorevole,come osservabile su diverse piattaforme forex, favoriscono la crescita economica del nostro paese, importatore netto di materie prime. Tuttavia un accordo, almeno nel medio termine, verrà raggiunto dalle parti in causa.

Pubblicato in Economia e Finanza

no-trivelle-adriaticoQuasi quaranta tra partiti, associazioni e movimenti si sono dati appuntamento presso il Parco Peppino Impastato di Lamezia Termeper organizzare una campagna referendaria contro le trivellazioni in mare che si preannuncia particolarmente difficile anche perché, per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana, l'appuntamento referendario è fissato su un solo giorno e introdotto da una campagna così breve.

 

Dunque, il 17 aprile 2016 sarà ancora più importante votare Sì, portando alle urne almeno 26 milioni di cittadini in tutta Italia e abrogando in questo modo la norma che non riconosce alcuna scadenza ai titoli di ricerca e di estrazione degli idrocarburi concessi entro le 12 miglia.

 

I movimenti No Triv, stretti intorno al Comitato Regionale Calabrese Vota sì per fermare le trivelle,invitano i cittadini liberi, i movimenti impegnati nella tutela ambientale e politica del territorio e, soprattutto, gli organi di stampa, le tv, le radio e gli amministratori locali a supportare in tutti i modi la campagna di informazione che ci condurrà al voto e che stenta ad avere la giusta visibilità sui media nazionali.

 

Il costituzionalista Enzo Di Salvatore, estensore dei quesiti referendari e co-fondatore del Coordinamento Nazionale No Triv, i parlamentari calabresi Paolo Parentela e Celeste Costantino, laR.A.S.P.A. − Rete delle Associazioni di Sibaritide e Pollino per l'Autotutela −, il Coordinamento No Triv dei Due Mari e gli altri movimenti presenti all'adunanza di Lamezia, ritengono che la partecipazione di tutti sia fondamentale per creare un fronte che si opponga con consapevolezza e tenacia ai continui attacchi scagliati dal governo centrale ai mari e alle coste del Sud, oggetto ripetuto delle attenzioni speculative di diverse multinazionali degli idrocarburi.

 

Il referendum del 17 aprile p.v., oltre che infliggere un colpo micidiale ai procedimenti di ricerca ed estrazione attivi lungo tutte le coste italiane (e, in particolare, lungo quelle calabresi), potrebbe lanciare ai responsabili politici e ai cittadini indifferenti o rassegnati una vivissima e quanto mai necessaria esortazione alla civiltà.

7 marzo 2016

Per ulteriori informazioni si può contattare i seguenti recapiti:

329.1111882 (Rosella Cerra); 347.0007323 (Alessandro Gaudio);

349.7230254 (Francesco Delia); 389.2323017 (Gianmario Foti)

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

Di seguito le sigle dei Movimenti che hanno aderito finora al Comitato:

 

 

Agesci (Lamezia)

Amantea ama il Mare − No Triv

Arci Calabria (Lamezia − Vibo)

Associazione Culturale Scenari Visibili (Lamezia)

Associazione Pescatori Marittimi Professionali − Calabria

Borgia Civiltà e Progresso

Calabria Terra Libera

Cea Pollino

CGIL (Catanzaro)

Collettivo Manifest (Lamezia Terme)

Comitato "Basta Vittime sulla 106"

Coordinamento No Triv dei Due Mari

Coordinamento Provinciale SEL (Lamezia Terme)

Crotone Libera

Forum Group I like Filadelfia

Giovani Comunisti − Rifondazione Comunista (Cosenza)

Giovani Comunisti − Rifondazione Comunista (Martirano)

Greenpeace (Catanzaro)

La C (Lamezia Terme)

Marevivo (Lamezia Terme)

Meet Up M5S (Lamezia Terme)

Nuova Borgia

Partigiani della Scuola Pubblica (Lamezia Terme)

Partito Comunista dei Lavoratori (Lamezia Terme)

Prima le Persone

R.A.S.P.A. − Rete delle Associazioni di Sibaritide e Pollino per l'Autotutela

Rifondazione Comunista - No al Referendum Costituzionale (Lamezia Terme)

Rifondazione Comunista (Carlopoli)

Rifondazione Comunista (Maida)

Sinistra Italiana (Lamezia Terme)

Sinistra Italiana (Lamezia Terme)

Sinistra Lavoro (Vibo)

Unione Mediterranea (Lamezia Terme)

Verdi − Calabria

Viva la Vida (Sibari)

Pubblicato in Mondo

NO TRIVIn vista dell’importante appuntamento del prossimo 17 aprile, a cui come cittadini siamo chiamati a partecipare, nasce sul nostro territorio il Comitato “Amantea ama il mare – No Triv”.

 

A dar vita al comitato sono giovani ed amici di Azione Cattolica della parrocchia S. Biagio della cittadina che, volendo dare un contributo doveroso alla conservazione della “casa comune”, decidono di rispondere come cattolici attivi nella società, all’appello che continuamente Papa Francesco rivolge alla comunità.

Il comitato lavorerà per diffondere capillarmente le informazioni sulla consultazione popolare e per far crescere la mobilitazione. Con il referendum del 17 aprile si chiede agli elettori di fermare le trivellazioni in mare; in questo modo si riusciranno a tutelare le acque territoriali del nostro paese. Nello specifico si chiede di cancellare la norma che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalla costa italiana senza limiti di tempo.

Nonostante infatti le società petrolifere non possano più richiedere per il futuro nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, le ricerche già in corso non avrebbero più scadenza certa.

Il SI al quesito vedrà il progressivo cessare delle attività petrolifere secondo la scadenza fissata al momento del rilascio delle concessioni.

Questo referendum, come d’altronde il nostro comitato, nasce dalla volontà di tutelare i mari italiani. La ricerca, l’estrazione di idrocarburi e le trivellazioni hanno un notevole impatto sulla vita del mare; se si considera inoltre che il Mediterraneo è un mare “chiuso”, le conseguenza di un possibile incidente sarebbero catastrofiche. Le risorse di petrolio sotto i nostri fondali poi, equivalgono a meno di due mesi del consumo italiano. Si metterebbe perciò a rischio l’intero mare per una manciata di barili.

Quello del 17 aprile è un referendum abrogativo, e cioè uno dei pochi strumenti di democrazia diretta che la nostra Costituzione prevede per richiedere la cancellazione, tutta o in parte, di una Legge dello Stato. Per abrogare la norma sopra citata è necessario che i votanti si esprimano in maggioranza con il SI.

È possibile seguire le attività del comitato sulla pagina Facebook “Amantea Ama il Mare- No Triv”.

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