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Scura scrive a Filippelli.

“Come da accordi con il sottoscritto, le volevo chiedere di mettersi in contatto con i Commissari dell'Asp di Reggio e con il dottor Barillaro per le modalità di consegna di 2 macchinari di Rm.

 

Per quanto riguarda le rimanenti 3 macchine, decida Lei dove ubicarle, secondo una valutazione di opportunità e possibilmente dove il territorio ne risulti sprovvisto”.

Il Re della sanità come tutti i re non deve giustificare le sue scelte.

Decide e basta senza che si possa eccepire alcunché.

Ma il Re è democratico e lascia a Filippelli le altre 3 RM

Decida lui dove sistemarle.

Ma Filippelli è in imbarazzo.

 

Le RM erano destinate agli ospedali di Rossano e Cetraro (rinnovamento)ed agli ospedali di Praia a Mare e Acri e al poliambulatorio di Rende.

Peraltro a Cetraro e Rossono il collaudo è imminente.

Ed allora Filippelli deve togliere le RM a due dei tre altri predestinati (Praia a Mare, Acri e Rende).

Ma ieri il sindaco di Praia a Mare Antonio Praticò ha annunciato che è pronto a presentare un esposto contro il commissario Scura e il commissario Filippelli qualora la Rm non dovesse essere installata nella struttura del suo comune.

 

In queste condizioni che serve che Filippelli assicuri ad Amantea il mammografo, la Moc, l’ecografo , eccetera se addirittura Scura sposta gli apparecchi da una Asp all’altra?

Di positivo c’è che Scura vuole che si tenga conto dei territori senza servizi. Che sia la volta buona?

Pubblicato in Calabria

Continua il mistero del personale comunale

Quello che fa scomparire e ricomparire il posto di meccanico

Quello che assume Vigili part time solo per crescere il numero dei beneficati

Ma l’ultima è sicuramente la più simpatica

Si tratta della delibera di Giunta n166 del16 luglio avente ad oggetto: 2 rivisitazione della dotazione organica di singoli settori . Mobilità di personale”

Selfistica la premessa:

-si parla di mutate esienze organizzative di alcuni servizi. I servizi non sono elencati ma sono trabili dall’eleno del personale: tributi, servizi sociali, urbanistica, Pubblica istruzione e Servizio tecnico manutentivo.

-nessuna spiegazione di quali siano le “mutate” esigenze.

- si parla di rendere più equilibrato il carico di lavoro. Una affermazione incomprensibile non essendo state indicate le “mutate” esigenze

-si parla di garantire una maggiore efficienza amministrativa.

- si parla, perfino,di valorizzare le attitudini e di garantire la crescita professionale nel rispetto dei princii di trasparenza, flessibilità, efficienza, ottimizzazione,economicità e razionalizzazione della gestione delle risorse umane.

Tutte parole,solo parole, indimostrate ed indimostrabili.

Del tipo i capelli di paglia ( pagliette) per il sole!

Ed infatti.

Un geometra viene “tolto” all’ufficio urbanistica per essere “donato” all’ufficio Tributi!

L’urbanistica aveva una dotazione eccedentaria ? Evidentemente ,no se si avvale di personale aggiunto nominato dal sindaco!

Ed ancora. L’ufficio tributi ha bisogno della professionalità di un geometra? Ma se è così perché non è stato fatto da tempo?

E non solo. Entra una unità ( il geometra) ed esce un B1 che senza alcuna qualificazione professionale viene inviato al servizio tecnico manutentivo! Ma come ? Perché non è stato utilizzato un geometra per un servizio da geometra?

La pubblica Istruzione perde una unità che viene destinata ai servizi sociali. Era una unità eccedentaria? Perché non è stata spostata prima?

O forse servizi sociali hnno maggiori esigenze ?

Ma se è così perché uno storico dipendente di questo servizio è stato trasferito all’ufficio tributi?

Maggiori esigenze dei Tributi? No, visto che due sono entrati e due sono usciti!

In conclusione ecco il quadro finale:

Servizio Urbanistica – 1 unità

Pubblica Istruzione – 1 unità

Servizi sociali + 1 unità

Servizio tecnico manutentivo + 1 unità

Qualche domanda:

  1. Come potrà il revisore dei conti esprimere un giudizio positivo?
  2. Come potranno le OOSS esprimere un giudizio positivo?
  3. Come può la segretaria comunale esprimere un giudizio positivo di legittimità?
  4. La minoranza consiliare che cosa ne pensa di quello che sembra ricordare le vacche di Fanfani?

Vibo Valentia

Il voto è stato espresso il 28 settembre.

E’ stato eletto Andrea Niglia, del centro-sinistra.

Polemiche, spaccature nei partiti e scambio di accuse per inciuci ed accordi trasversali.

Catanzaro.

La vittoria è andata ad Enzo Bruno, segretario provinciale del Pd, il quale ha ottenuto il 41 per cento dei voti.

Tommaso Brutto, candidato del centrodestra, ha conquistato il 30 per cento dei suffragi

Leo Procopio, sindaco di Montauro sostenuto da una coalizione civica ha guadagnato il 19,7%.

Bruno succede a Wanda Ferro.

Anche a Catanzaro polemiche e spaccature nei partiti e scambio di accuse per inciuci ed accordi trasversali.

A Catanzaro, il sindaco della città Sergio Abramo e un suo ex assessore, Massimo Lomonaco, sono stati protagonisti di una violenta lite dopo le accuse di "tradimento".

Entrambi sono finiti in ospedale con alcuni giorni di prognosi.

Abramo ha pure denunciato Lomonaco.

Andiamo ai consiglieri

Questi i nomi dei dodici consiglieri provinciali eletti a Catanzaro(da Corrieredellacalabria)

Lista "Per la Provincia di Catanzaro - Tommaso Brutto Presidente"

 - Marziale Battaglia, ex consigliere provinciale
- Antonio Montuoro, Marcellinara
- Marco Polimeni, Catanzaro
- Francesco Ruberto, Lamezia Terme
- Francesco De Biase, Lamezia Terme

 Lista "Aggregazione democratica", candidato alla presidenza Enzo Bruno

- Riccardo Bruno, consigliere comunale Borgia
- Giuseppe Celi, consigliere comunale Catanzaro
- Davide Zicchinella, sindaco Sellia
- Vittorio Paola, consigliere comunale di Lamezia

Lista "Catanzaro Provincia nuova", candidato presidente il sindaco di Montauro, Leo Procopio.

- Francesco Mauro, sindaco di Sellia Marina
- Giovanni Costanzo, sindaco di Falerna
- Giovanni De Vito, sindaco di Jacurso

Crotone

Il sindaco della città, Peppino Vallone, presidente regionale del Pd, ha vinto con il 48,6% dei voti

Il sindaco di Cirò Marina, Roberto Siciliani, si è fermato al 46,6%.

Vallone succede a Stano Zurlo, esponente del centrodestra.

Anche qui sospetti di voti incrociati e denunce di mancati sostegni ai candidati ufficiali dei partiti

Ed ecco i consiglieri della provincia di Crotone( da Cn24)

Questa la composizione del consiglio:

Amedeo Nicolazzi (sindaco di Petilia Policastro),

Sergio Iritale (consigliere comune di Crotone), Antonio Scigliano (consigliere comune di Roccabernarda),

Giuseppe Candigliota (consigliere comune di Crotone),

Francesco Pellegrini (consigliere comune di Cotronei),

Franco Parise (sindaco di Verzino) per la lista del Partito Democratico,

Luigi Arabia detto Tommaso (consigliere comune di Cutro) e

Cataldo Maltese (consigliere comune di Melissa) per la lista “Provincia”,

Armando Foresta (sindaco di Mesoraca) per la lista “Per una nuova Provincia” e

Maurizio Piscitelli (consigliere comune di Isola Capo Rizzuto) per la lista “Provincia di Crotone prima di tutto”.

Cosenza

La vittoria è andata all' attuale sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, sostenuto da Forza Italia, con il 39,81 per cento dei voti.

Dietro di lui è arrivato il sindaco di Rende, Marcello Manna, vicino al Nuovo centrodestra e sostenuto da un'aggregazione civica, il quale ha ottenuto il 34,28 per cento dei voti.

Terzo il candidato del centrosinistra, Gianni Papasso, sindaco di Cassano allo Jonio, fermo al 25,91%.

Il risultato di Papasso è la plastica dimostrazione di un mercato delle vacche.

I bovari dovete trovarveli da soli.

Non ci chiedete poi perché abbiamo tutti i consigli provinciali meno quello di Cosenza!

Pubblicato in Calabria


Una nuova infornata di incarichi assolutamente inutili e costosi a favore degli amici degli amici. Dice Gianluca Callipo.

Riceviamo e pubblichiamo:

“Il Direttore Generale dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC), nei giorni scorsi ha pubblicato sul sito istituzionale dell’Azienda www.arsac.calabria.it un atto aziendale definitivo completo di dotazione organica, piano industriale, regolamento, ecc., per il quale ha avviato con le organizzazioni Sindacali la relativa concertazione in data 05/09/14. In data 18/09/14 scopriamo che prima ancora di concludere la concertazione, con delibera n. 85 del 18/09/14 adotta tali documenti e trasmette il tutto alla Giunta Regionale per la definitiva approvazione. L’atto aziendale dell’ARSAC, non essendo ordinaria amministrazione, può essere approvato dall’attuale giunta regionale?

Nella fretta di presentare questo atto aziendale alla giunta regionale, il Direttore Generale dell’ARSAC ha bypassato le più elementari regole sindacali ma, soprattutto, ha perso di vista i compiti istituzionali assegnati all’ARSAC con la legge regionale n.66/12 che sono i servizi ai quali hanno diritto ad accedervi gli imprenditori agricoli. Infatti, detto atto aziendale, come già riferito e verbalizzato dalle organizzazioni sindacali del pubblico impiego di CGIL, CISL e UIL, più che rispondere alle esigenze dei servizi in agricoltura sembra rispondere ad altre esigenze in quanto prevede 13 (tredici) nuovi dirigenti e uffici inutili, con un appesantimento burocratico anacronistico e fuori da ogni logica.

E’ possibile oggi immaginare un’azienda pubblica come l’ARSAC, che prevede 13 nuovi dirigenti? E pagati da chi?

I dipendenti del pubblico impiego dell’ARSAC che da oltre 20 anni si occupano di servizi in agricoltura, che conoscono in lungo e in largo il territorio Calabrese e le esigenze degli utenti di questi servizi in agricoltura, ritengono, al contrario di quanto previsto dal Direttore Generale dell’ARSAC nell’atto aziendale, che sia necessario prevedere una struttura molto più snella.

Pertanto, a fronte del diritto delle aziende a fruire dei servizi in agricoltura nella nostra regione, sarebbe logico predisporre un atto aziendale partendo dall’esistente, cioè dall’attuale organizzazione territoriale dei servizi che hanno dato degli ottimi risultati. Infatti, tali servizi che per legge (ex L. R. n.11/92 prima e L.R. n. 19/99 dopo) ha espletato l’ex ARSSA negli ultimi 20 anni rappresentano una delle poche cose che ha funzionato in Calabria ed i risultati relativi allo sviluppo dell’agricoltura in termini di integrazione del reddito agricolo e miglioramento della qualità dei prodotti, (promozione e affermazione di tecniche a basso impatto ambientale nei vari comparti: agrumicolo olivicolo, frutticolo, orticolo ecc., promozione e marchi di qualità per produzione tipiche, ecc.) sono sotto gli occhi di tutti.

Quindi, perché cancellare l’esistente che funziona per creare una struttura con 13 nuove postazioni dirigenziali che appesantiscono i servizi in agricoltura, cioè i compiti di istituto dell’ARSAC, aumentando a dismisura la spesa pubblica?

Questo atto aziendale, tra l’altro, prevede di chiudere 8 dei Centri di eccellenza che hanno dato i risultati citati - Centri di divulgazione Agricola (Ce.D.A.) - dislocati territorialmente, togliendo così servizi alle aziende agricole e concentrando il personale in altre postazioni inutili e meno funzionali.

Considerato che sono trascorsi circa 2 anni dalla L. R. n. 66 che istituisce l’ARSAC, a questo punto ci si chiede: perché non continuare il confronto avviato con le rappresentanze dei lavoratori? Allora forse, considerata la fretta degli ultimi giorni, l’obiettivo del direttore Generale dell’ARSAC non è quello di predisporre un atto aziendale che dia alla Calabria un sistema di servizi in agricoltura snello e funzionale ma, evidentemente, di fare approvare al più presto a questa giunta anche questo atto, per l’unico scopo di affidare il prima possibile altri 13 inutili incarichi dirigenziali.                                                  

Il coordinatore protempore della RSU ARSAC Carmelo Orlando

Pubblicato in Catanzaro
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