Non è il primo e tantomeno non sarà l’ultimo. Ma è uno dei pochi preti “capelloni”!
Parliamo dei preti della “nuova”chiesa dei migranti che per non offenderli non vogliono il presepe, senza pensare(?) che in tal modo offendono i “cristiani” che spesso ricordano Cristo e la sua storia sin dalla sua nascita.
L’unica sua difesa è che è un prete di strada, senza una chiesa dove fare ogni anno il presepe per i suoi parrocchiani
Comunque leggete:
“Boicottate il presepe «per rispetto ai poveri»: l’incredibile appello del prete pro-migranti
Non bastavano i dirigenti scolastici pronti a levare i crocifissi dalle aule. Forse non era abbastanza neppure che solerti maestre devote al dogma dell’accoglienza censurassero la parola Gesù dalle canzoni dei cori e delle recite di Natale (laddove ancora vengono proposte prima della pausa vacanziera per le festività e non bandite dalle attività curriculari come sempre più spesso accade). E così, più che mai sincronizzato con i tempi e un contesto socio-culturale che punta a cancellare tradizioni, usi e costumi autoctoni, pur di non offendere i nostri ospiti obbedienti ad altri credo e portatori sani di una diversità culturale che nel Belpaese ormai contagia educatori e amministratori più di un virus influenzale – costringendo i più a derogare al Natale e ai suoi aspetti spirituali e folcloristici – arriva anche l’ultimo sostenitore dell’opportunità dei non festeggiamenti natalizi.
Padova, se il prete (pro-migranti) invita a non fare il presepe
E l’ultimo – ma solo in ordine di tempo – ad inserirsi nel solco battuto da insegnanti e sindaci solerti a bandire il Natale e i suoi riti dalle nostre scuole e dalle nostre piazze, è un prete, meglio noto nel Padovano come “sacerdote pro-migranti”, anche lui solerte a venir meno agli obblighi religiosi che abito e religione gli suggerirebbero invece di osservare. «Quest’anno non fare il presepio credo sia il più evangelico dei segni. Non farlo per rispetto del Vangelo e dei suoi valori, non farlo per rispetto dei poveri…», esorta con pio spirito d’accoglienza don Luca Favarin dal suo profilo Facebook. A suggerire di non celebrare il rito del presepe natalizio, insomma, incredibile am vero, stavolta è addirittura un prete. A detta di quanto riferito, tra gli altri, sul sito de il Giornale sull’argomento, il religioso, noto a Padova per essere un sacerdote di strada, sempre in prima fila quando si tratta di opere e attività a sostegno dei migranti soprattutto, ma anche di poveri ed emarginati italiani, «lavora per l’organizzazione no profit “Percorso Vita Onlus” ed è ideatore e promotore di progetti di accoglienza innovativi come il ristorante etico “Strada Facendo”, nel quale lavorano richiedenti asilo. Inoltre, è autore del libro “Animali da circo-I migranti obbedienti che vorremmo”, la cui prefazione è stata curata da Gad Lerner».
L’incredibile appello arriva via social in un post su Facebook
Insomma un passaporto che parla chiaro e che pone l’operato evangelico di don Favarin al centro di una serie di attività di sostegno per i poveri e gli emarginati stranieri, fino al punto di esortare al “Morning Show” di Radio Padova, a non fare il presepe. E così, in un messaggio postato su un suo profilo social spiega: «Se il presepe deve essere pura esteriorità, allora tanto vale non farlo». Invito o provocazione, insomma, forse fa davvero poca differenza: resta il fatto che, in risposta alla sua invocazione al rispetto di poveri e stranieri, sono molti quelli che hanno preso male l’appello a boicottare il presepe, ingaggiando, almeno in un dibattito sul web, una crociata in sostegno del Natale e dei suoi “bistrattati” riti…
di Martino Della Costa lunedì 3 dicembre 2018 - 12:23