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bocconcini-ciliegine Cosa c’è di meglio, in un viaggio, di scoprire il lato naturale, culturale e gastronomico di un luogo? Ecco le Murge, la patria dei prodotti caseari pugliesi.

Fuse, al forno, fritte, crude, le scamorze sono così versatili da poter essere abbinate con estrema facilità per creare piatti gustosi e semplici da realizzare: le troviamo in tutte le declinazioni qui nelle Murge, il vero cuore pulsante dell’artigianato caseario pugliese. Un luogo stupendo, che unisce ad una cultura e ad una natura uniche una tradizione gastronomica ancora, per fortuna, molto radicata al territorio.

Benché esista anche una parte di Murgia costiera, la maggior parte dell’area si sviluppa all’interno, su un altopiano collinare che comprende le provincie di Barletta-Andria-Trani, di Bari, di Taranto e di Matera, sconfinando quindi in Basilicata.

Per una volta non è il mare ad attirare i visitatori nella zona, ma la bellezza di una terra brulla e carsica, che ha fatto della sua genuinità e tradizione dei veri e propri punti di forza. E i prodotti caseari rappresentano l’emblema di questa tradizione: scamorze, burrate, mozzarelle sono in grado di produrre un’economia di mantenimento basata sulla fama che nel tempo hanno acquisito. Chi viaggia in Puglia lo fa per stimolare non solo il senso della vista, ma anche quello del gusto, esaltato da sapori unici ed inconfondibili.

Tra grotte e castelli, le Murge da scoprire

Tra una degustazione e l’altra, le Murge offrono spettacoli paesaggistici che mettono in risalto la bellezza di un territorio che va vissuto e scoperto per essere apprezzato in pieno. Qui, tra cieli tersi e terra arsa dal sole troviamo attrazioni sia naturali che realizzate dall’uomo.

Tra le prime annoveriamo Castel del Monte, con la sua particolare pianta ottagonale, custode, secondo alcune leggende, del tesoro di Federico Barbarossa.

A Gravina in Puglia c’è invece una sontuosa cattedrale romanico-barocca di Santa Maria Assunta.

La maggior parte dell’attenzione è concentrata sui trulli di Alberobello, le famose costruzioni in pietra a forma conica, un simbolo della Puglia.

Dal punto di vista naturalistico, le Murge offrono paesaggi ampi ed estesi, con zone collinari che si alternano a territori aridi e affascinanti, con gli ulivi a fare da sfondo. Il Parco Naturale Terra delle Gravine protegge il patrimonio paesaggistico e naturalistico tipico della zona.

Infine, forse la più bella attrazione naturale, sicuramente la più visitata: le grotte di Castellana, con le sue suggestive formazioni calcaree che danno vita a vere e proprie sculture.

La Puglia è in grado di stupire in ogni suo aspetto, dal mare alla collina, con una costante comune: la cucina prelibata, che fa dei prodotti caseari come scamorze, mozzarelle, burrate, giuncate, ecc. una vera e propria eccellenza italiana, esportata in tutto il mondo.

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L’autorevolezza e il potere conseguito dal presidente della giunta regionale Marcello Pittella «dopo anni di militanza nel Partito Democratico», con «amicizie, conoscenze e appoggi in bacini elettorali non solo regionali», gli hanno consentito «di “governare” procedure amministrative, conducendole secondo i suoi desiderata, senza esporsi in prima persona, ma profittando di personaggi-satelliti mossi con i fili sottilissimi ma tenaci della promessa di avanzamenti di carriera o di benefici vari».

Al punto che il «carisma politico ed istituzionale veniva percepito in modo distorto dai suoi funzionari maggiormente fidelizzati, che, infatti, riconoscevano in lui il “gerarca” da cui ottenere l'imprimatur del loro lavoro».

C’è la conferma delle accuse e la sottolineatura dei rischi di reiterazione dei reati e di inquinamento probatorio nelle motivazioni con cui il Riesame ha giustificato il suo no al ritorno in libertà di Pittella, ai domiciliari dal 6 luglio nell’ambito dell’inchiesta su concorsi truccati, corruttele e mala amministrazione nella sanità lucana.

L’ordinanza, su cui i legali del governatore hanno già annunciato ricorso in Cassazione, evidenzia che «Pittella, durante l'espletamento del suo mandato presso la Regione Basilicata, ha avuto la possibilità, sapientemente sfruttata, come dimostra la sua personalità sensibile alle relazioni di interesse, di coagulare intorno a sé un’aura di potere, che ora appare solo parzialmente scalfita dal suo allontanamento dal vertice della Regione, ben potendo l'indagato contare su nuovi incarichi nel partito o in settori comunque di influenza che gli darebbero rinnovate occasioni di inserirsi, seppur in modo indiretto, in ambienti amministrativi con potenzialità significative di distorsione dei pubblici apparati, come è accaduto nelle vicende che qui ora interessano».

Per il presidente del Riesame, Aldo Gubitosi, che è anche l’estensore della decisione, è quindi «altamente probabile» che Pittella, «se non sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, possa entrare in contatto con persone a lui ancora vicine, che, contando su un ritorno in termini di benefici personali, potrebbero indursi ad assecondare il suo volere e, abusando dei poteri esercitati nella pubblica amministrazione (...) manipolare procedure, condizionare e invadere illecitamente settori pubblici con interessi di rilievo, creare connivenze e partecipazioni soggettive in modo da conseguire risultati illeciti analoghi a quelli rivelati dalle indagini in corso».

In questo senso, tra le persone condizionabili, Gubitosi indica gli ex vertici dell’Azienda sanitaria di Matera, Pietro Quinto e Maria Benedetto, entrambi a loro volta agli arresti domiciliari e già dimessisi dagli incarichi, ma anche il direttore generale in carica del Crob di Rionero, Giovanni Bochicchio, indagato a piede libero.  

Per il Tribunale del riesame nell’Asm si sarebbe sviluppato un «sistema di accrescimento dellavisibilità e del potere personale» che ruotava attorno ai favori elargiti e alle relazioni intessute da Quinto, in cui «si era inserito perfettamente Pittella, i cui interessi erano con ogni probabilità legati alla ricerca di bacini elettorali dai quali attingere appoggio e consenso in vista di futuri incarichi politici e istituzionali».

«A tal fine - spiegano i magistrati -, aveva individuato i settori ed i personaggi in grado di fornirgli le necessarie spinte propagandistiche, propedeutiche alla formazione del gradimento sociale (...) Da una parte, la politica “deviata” con il suo know how tentacolare che si insinua, con strumenti illeciti, nel tessuto sociale, a sua volta, culturalmente e moralmente piegato alla logica del clientelismo; dall'altra, un gruppo di pubblici funzionari alla ricerca di visibilità e potere, orientati nelle loro scelte istituzionali da becera avidita personale, pronti a svendere le loro prerogative in cambio di “sistemazioni” privatistiche per se ed i propri familiari».

I giudici parlano di «un quadro sociale degradato in modo incisivo», con «interessi distorti di ampi settori della vita pubblica, dalla politica alla Chiesa, per i quali la prassi della raccomandazione sembra avere assunto il crisma della legalità a discapito del pubblico interesse per l'efficienza e l'imparzialità degli apparati amministrativi».

Quanto alle accuse nei confronti del governatore, che risponde di abuso d’ufficio e falso per due dei presunti concorsi truccati, il Riesame cita un «patto di solidarietà» stretto da Pittella, Quinto e dalla Benedetto, per cui «non si limitavano a fornire e ricevere una mera “indicazione” asettica su candidati meritevoli di superare le prove selettive dei concorsi (...) ma agivano di comune accordo, preparando e coordinando le modalita delle prove stesse, per adattare il loro risultato ai desiderata del raccomandante, pur quando la preparazione dei raccomandati era pessima».

«In questa struttura affaristica - insistono i magistrati - si inserivano, con assoluta naturalezza, alti prelati e uomini degli apparati pubblici istituzioni». Quindi cita i casi del Questore di Matera, Paolo Sirna, del deputato Gaetano Piepoli, del segretario del Vescovo di Matera, don Angelo Gallitelli, ed il vice-ministro Bubbico «per interposta persona».

Sotto l’aspetto delle esigenze cautelari il Riesame non ha raccolto, infine, nemmeno le censure dei legali del governatore sui rischi prospettati dal gip rispetto all’annunciata ricandidatura in Regione di Pittella, «elemento questo ritenuto incerto» dagli stessi avvocati.

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L’udienza preliminare si sta svolgendo nell’aula ''Occorsio”, al primo piano del Tribunale potentino

Oggi 11 novembre gli imputati per la gestione delle spese di rappresentanza della regione Basilicata compariranno oggi davanti al gup Tiziana Petrocelli del Tribunale di Potenza.

Rimborsopoli , l’inchiesta sulla gestione dei rimborsi per le spese di segreteria e rappresentanza dei membri del parlamentino lucano e quelli per l’attività dei gruppi consiliari.

Imputati di falso e peculato saranno 22 consiglieri uscenti, tra cui l’intero ufficio di presidenza del Consiglio e la giunta regionale con l’aggiunta dell’unico assessore esterno.

16 sono stati raggiunti da misure cautelari, alcune della quali poi riviste nella più semplice misura del divieto di dimora nel capoluogo della regione, : Rosa Mastrosimone (Idv) e Vincenzo Viti (Pd), Nicola Pagliuca, capogruppo Pdl , Antonio Autilio (Idv), Paolo Castelluccio (Pdl), Agatino Mancusi (Udc), Alessandro Singetta (Misto), Mario Pici (Pdl) , Mario Venezia (FdI) e Rocco Vita (Psi), Vincenzo Ruggiero (Udc), Franco Mollica (Udc) , Antonio Flovilla (Udc), Innocenzo Loguercio (Psi), Antonio Potenza (Pu) e Antonio Tisci (Pdl).

Altri indagati per somme inferiori come il presidente della giunta regionale Vito De Filippo (Pd) e gli assessori Nicola Benedetto (Idv), Luca Braia (Pd), Roberto Falotico (Udc), l’“esterno” Attilio Martorano, Marcello Pittella, Vincenzo Santochirico (Pd), Giuseppe Dalessandro (Pd), Antonio Di Sanza (Pd), Franco Mattia (Pdl), Michele Napoli (Pdl), Pasquale Robortella (Pd), Luigi Scaglione (Pu) e Gennaro Straziuso (Pd), Pasquale Di Lorenzo (Fli), Innocenzo Loguercio (Psi), Vilma Mazzocco (Cd), Giacomo Nardiello (Pdci), Donato Salvatore (Psi) e Antonio Tisci (Pdl).

A seguito della richiesta avanzata dal candidato governatore di Sel Maria Murante laRegione Basilicata si costituirà parte civile

Anche un’associazione di consumatori ha presentato la costituzione di parte civile: su entrambi gli atti dovrà poi pronunciarsi il gip.

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Ieri alle ore 12.00 scadeva il termine per la presentazione delle liste per le regionali.

Una di queste, quella di “Pittella presidente” sembra mancasse di un documento e quindi è rimasta esclusa.

Appena circolata la notizia gli avversari politici si irrigidiscono per impedire l’ingresso di persone con ''documenti relativi a liste già consegnate”.

Da qui l’arrivo della Polizia che riesce a placare gli animi.

Sarebbe certo che Francesco Rizzi, delegato alla consegna della documentazione della lista “Pittella presidente” non avesse con sé tutto quello che serviva. La versione ufficiale parla di una documentazione perduta nel tragitto ma il clima di sospetto è a livelli altissimi .

Questi erano i candidati esclusi : Antonio Annale, Carmine Caivano, Giuseppe Castronuovo, Costantino Di Carlo, Domenico Esposito, Marcello Marino, Mario Polese, Filomena Pugliese, Vincenzo Robortella, Pasquale Scavone

Una cosa mai accaduta in Basilicata. Il problema è che la lista elettorale direttamente collegata al candidato presidente favorito alla vittoria finale è stata annullata dall’Ufficio competente del Tribunale di Potenza. In sostanza Marcello Pittella perde in un colpo solo 10 candidati e migliaia di voti.

Il presidente dell’Ufficio circoscrizionale centrale di Potenza Leonardo Pucci ha detto «Il presente Ufficio rileva la mancanza dell’atto principale di dichiarazione di presentazione della lista e, alla luce della normativa che non prevede forme particolari per detta dichiarazione, provvede ad accertare se, pur mancando detto atto principale, siano presenti gli elementi che lo caratterizzano e che devono essere presenti. 

Nello specifico: 

a) il numero dei presentatori; 

b) la sottoscrizione da parte degli stessi; 

c) le autenticazioni di dette sottoscrizioni; 

d) l’indicazione dei delegati autorizzati a designare i rappresentanti della lista provinciale, nonchè l’indicazione dei delegati alla presentazione della lista provinciale autorizzati a dichiarare il collegamento della lista provinciale con la lista regionale. 

L’Ufficio rileva la presenza sia della lista dei candidati (apposta negli atti separati di presentazione) sia gli allegati di cui ai punti a), b) e c) del paragrafo precedente. Al contrario mancano le indicazioni dei delegati di cui al punto d).Mentre la mancata indicazione dei delegati autorizzati a designare i rappresentanti della lista provinciale non è prevista a pena invalidità della lista, in quanto non è considerato requisito essenziale della dichiarazione, la mancata dichiarazione dei delegati alla presentazione della lista provinciale, autorizzati a dichiarare il collegamento della lista provinciale con la lista regionale è espresso a pena di nullità della presentazione (articolo 1, comma 8 della legge 43 del 1995). La lista viene quindi dichiarata non valida». 

Ora in termini di legge ci sono 24 ore a disposizione per ricorrere all’Ufficio centrale regionale presso la Corte d’Appello di Potenza altrimenti direttamente al Tar entro 3 giorni, che poi dovrà decidere entro 2 giorni.

Pittella, comunque, si dichiara certo della validità della lista

Esclusa dal Tribunale anche La Destra di Storace.

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