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Luca Sacchi era insieme alla sua fidanzata Anastasia.

Stavano passeggiando nei pressi del Parco della Caffarella quando, alle 23 di mercoledì 23 ottobre in via Franco Bartoloni, all'incrocio con via Teodoro Mommsen, sono stati aggrediti alle spalle da due uomini.

Un malvivente ha colpito alla nuca Anastasia rubandole lo zaino che conteneva i pochi effetti personali.

Luca Sacchi, per difendere la sua compagna, ha però reagito.

Ne sarebbe nato un diverbio e una colluttazione .

Luca voleva soltanto difendere la fidanzata da una rapina.

Poi uno dei due rapinatori ha sparato colpo di pistola che lo ha raggiunto alla testa ferendolo gravemente.

I due si sarebbero allontanati lasciando Sacchi a terra tra le urla della sua compagna.

Nonostante i tentativi dei medici dell'ospedale San Giovanni Luca Sacchi, 24 anni di Roma, è

Quindi la corsa in ospedale e il disperato tentativo dei medici di salvare la vita al 24enne.

Oggi 24 ottobre alle ore 13 la drammatica notizia: Luca non ce l'ha fatta, è morto.

Il bossolo del proiettile sparato è stato invece recuperato dai militari e sarà ora sottoposto a esami balistici per verificare se sia stato esploso da una pistola utilizzata per commettere altri reati.

Quattro telecamere di sorveglianza hanno visto tutto.

Le immagini di videosorveglianza sono state sequestrate questa mattina dagli investigatori che le stanno passando al setaccio per trovare indizi utili e risalire così ai due fuggitivi mentre la procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio volontario.  

Pubblicato in Italia

La situazione attuale mi fa venire in mente i vecchi film del Far West, quando gli indiani accerchiavano i forti che venivano realizzati per le giacche azzurre dell’esercito americano che fu incaricato di difendere l’inarrestabile avanzata dei bianchi verso ovest, nelle terre degli indiani.

Almeno così immaginiamo, da vecchi lettori di fumetti e appassionati di west, la frontiera americana protetta da baluardi fortificati sparsi qua e là nei punti strategici delle piste verso il west..

Parliamo dei forti con palizzate fatte di alti tronchi di legno e torrette ai quattro angoli e che spesso venivano realizzate su “bluff” (collinette), con la visuale che si estendeva facilmente fino all’orizzonte e poi fino ad un altro orizzonte.

Quei forti dove riuscivano ad entrare le diligenze della posta inseguite dai Sioux.

Ecco, intorno alla giunta Pizzino, ci sembra di vedere indiani sui loro cavalli che gridando girano in cerchio sparando verso i militari ( politici) chiusi dentro il forte.

La cosa strana è che dal forte non ci sembra che si reagisca.

Quasi come se la cosa non li interessasse o come se non stessero sparando a loro.

“ Ma perché non sparate?” mi viene di chiedere.

Diverse le risposte ; eccone alcune.

“Io non so sparare; non ho manco fatto il militare!”

“ Ah”

Poi un altro: “Io sono obiettore di coscienza!.”

“ Ahhh”

Un terzo: “E se poi ne colpisco uno? Magari è un amico! Magari la moglie è amica di mia moglie. Poi scopri pure che è un vicino di casa…”

“ Ah. Capisco”

Ed una donna :“Non amo il sangue. Per questo non ho fatto né il medico né l’infermiere. Se vedo il sangue svengo”

“ Ahhh. E già!”

Uno sgamato mi guarda freddamente negli occhi e mi fulmina dicendo: “Lasciali fare, stanno giocando. Ma se dovessero tentare di entrare nel forte e di ucciderci allora sparerò. Scegliendo e mirando al cuore”

“ Ah”

Il più politico “ Aspetta, aspetta un po’, vediamo se mi liberano un posto da assessore!”

“Mamma mia” e sgrano gli occhi! Non ci avevo pensato.

E poi la domanda “ E se vi fanno arrendere ?”

La risposta : “ Ma sei sicuro che possa succedere ? Sei sicuro che ci sia qualcuno che davvero vuole prendere il nostro posto in questa situazione incredibilmente grave?”

“ Ebbene , si!”

“Sono giovani e meno giovani, ci sono chi studia e chi lavora, molti che si arrangiano.

Sono un pezzo di questo paese, quelli che producono la ricchezza che altri si dividono, quelli che fanno andare avanti le cose, quelli che si mantengono onesti mentre pochi arraffano tutto. 

Sono quelli che non sono mai ascoltati, che non hanno amicizie importanti, che non hanno un partito.

E che però credono nell’impegno e nella collettività, e per questo ogni giorno militano in centri sociali, associazioni, comitati di base, collettivi, sindacati, portando avanti attività sociali, doposcuola gratuiti, ambulatori e palestre popolari, mettendo su reti contro la povertà, cercando di difendere i territori e i centri storici dalle devastazioni, attivandosi quando c’è un terremoto o un’emergenza… 

Appartengono a quell’Italia che la televisione e i mass-media in genere non raccontano, perché fa più comodo rappresentare un paese di individui isolati, depressi e arrabbiati che si fanno la guerra fra di loro, piuttosto che il paese solidale, che nella crisi sta imparando l’aiuto reciproco, a rispondere insieme ai bisogni, a denunciare gli speculatori, i politici corrotti, le inefficienze, gli sprechi. 
Non sono famosi, non fanno comodo a nessuno.

Anzi chi li governa, dall’Europa al più piccolo paese, vorrebbero farli sparire.

Ma esistono, sono vivi e attivi su tanti territori, si fanno e si faranno sentire, diventeranno sempre di più il riferimento che le persone non trovano e non troveranno nelle istituzioni. 

Hanno deciso di mettersi al servizio del popolo, degli ultimi.

E lo fanno con dedizione, come persone che sanno di stare combattendo una battaglia lunga e dura. Una battaglia contro l’arroganza del potere, il ricatto della fame, l’egoismo e l’ignoranza.

Purtroppo sono stati, fino ad oggi, senza un esercito, senza un piano di battaglia generale, troppo spesso divisi, chiusi ognuno nella propria resistenza… 

E’ una umanità stanca di subire questa politica.

Ogni giorno riescono a strappare sul territorio tante piccole vittorie, prendono sempre più atto che non è vero quello che gli hanno insegnato, che non cambia mai niente…

Sono convinti che vincere si può, se si lavora con tenacia, rendendo protagoniste le persone.

Loro sentono addosso l’entusiasmo, ma non riescono a portarlo su una dimensione nazionale, farlo sentire a larghe masse.

Per questo chiedono di unirsi, per far arrivare più lontano la loro azione, per incidere sulla politica ai livelli più alti. 

Tutte le forze politiche usano lo stesso spartito musicale.

Ormai gli italiani si trovano di fronte tre destre: quella del PD, quella della Lega e Berlusconi, quella del Movimento 5 Stelle.

Nessuna di queste forze offre una risposta ai bisogni veri dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati, delle giovani generazioni.

Nessuna di queste forze può dare una mano alle comunità, perché nessuna vuole fare le uniche cose che potrebbero davvero cambiare la vita dei cittadini: prendere la ricchezza dalle tasche dei ricchi, fare politiche sociali, investimenti pubblici, messa in sicurezza dei territori, fermare abusi e speculazioni. 

Mentre la condizione di vita degli inascoltati è in continuo peggioramento, sfiorando livelli drammatici nel Mezzogiorno, si preparano mesi spaventosi di campagna elettorale, in cui ognuna di queste forze farà a gara per affermarsi come la più intollerante, la più razzista, la più repressiva.

Ci sono cittadini che non vogliono essere spettatori di questo teatrino.

Vogliono aggregarsi, agire, e imporre i loro temi.

Con l’informazione, con le lotte, con una presenza viva sui territori che tolga consenso a chi ancora ha la faccia tosta di volerli ingannare ancora una volta.

Far West 9 gennaio 2018       Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Basso Tirreno

Come nel far west!
In pieno centro due, forse tre, malviventi, hanno effettuato una rapina a mano armata all'interno di una gioielleria.

E’ successo poco dopo le 19.30 lungo via Giustino Fortunato

 

L'ultimo di una serie di colpi.

Due ladri si sono introdotti all'interno dell'attività commerciale e con una pistola hanno minacciato il commerciante facendosi consegnare diversi oggetti preziosi.

Non è dato conoscere l'ammontare della cifra sottratta alla gioielleria.

I malviventi hanno agito con il volto travisato e le riprese delle telecamere di videosorveglianza sono al vaglio degli investigatori per cercare di recuperare eventuali particolari che possano condurre all'identificazione.

Una terza avrebbe potuto fare da palo.

Non si esclude che vi sia coinvolta una terza persona che abbia fatto da palo.

 

I banditi infatti sono poi fuggiti a bordo di una Fiat Uno bianca che è risultata essere rubata a Cetraro e che è stata poiritrovata a Belvedere Marittimo in una strada secondaria.

I banditi hanno quindi proseguito la fuga a bordo di una seconda auto “pulita”.

Sono in corso le indagini avviate dai carabinieri della Stazione di Belvedere Marittimo, coordinati dai colleghi della Compagnia di Scalea

Il sindaco Enrico Granata ha chiesto un incontro al Prefetto per valutare la situazione.

Pubblicato in Alto Tirreno

Sembra il Far West, ormai, questa città, un tempo paradiso per gli amanteani ed i forestieri.

 

Anche stanotte due auto sono state date alle fiamme .

Una completamente distrutta, la seconda parzialmente, ma comunque inutilizzabile, ormai.

Sono le tre di notte quando viene dato l’allarme e giungono i soccorsi.

 

Prima si spengono le fiamme, poi si portano via le auto, infine si pulisce alla meglio Via Baldacchini luogo dell’evento .

Viene anche riparata alla bell'e meglio la cassetta della rete elettrica che però deve essere sostituita al più presto. (vedi foto 1).

Arriva il carro attrezzi che si porta via le auto e sul luogo restano solo i segni del fuoco e le strisciate dalla gomme dell’auto che viene tirata su per essere portata via. (vedi foto 2).

 

Una è stata da noi trovata e ci sembra sostanzialmente inutilizzabile.

Il motore non c’è più, e l’interno dell’auto è parzialmente bruciato.

Sono scoppiati anche gli air bag. (vedi foto 3).

 

L’altra quella dalla quale, presumibilmente, ha preso avvio il fuoco, quasi sicuramente doloso, non si trova e sembra sia stata portata allo sfasciacarrozze perché interamente distrutta.

 

Le auto appartengono una ad un noto medico locale, l’altra ad un imprenditore il cui coniuge è anche dipendente del Comune di Amantea.

Ora tocca agli investigatori.

 

Inutile dire che la città è confusa e preoccupata.

 

Foto 1



Foto 2

 

 

Foto 3

 

 

Foto 4

Ma che succede ad

Pubblicato in Cronaca

Riceviamo e pubblichiamo:

Campora San Giovanni sembra ormai il Far West dei vecchi film dove i banditi rapinano le banche e fuggono a cavallo senza timore di essere inseguiti e tantomeno puniti.

Sfondare una vetrina con un’auto per compiere un furto è l’indice della arroganza dei delinquenti che sanno di restare impuniti.

Una frazione di quasi 5000 abitanti non può restare ulteriormente senza un presidio stabile di Forze di Polizia.

La sicurezza dei camporesi non può essere assicurata dai Carabinieri del nucleo operativo radio mobile la cui sede dista più di 30 km.

E tanto vale, anche, per la Polizia di Stato la cui sede è nella stessa lontana città di Paola.

Per carità nessuna accusa alle Forze dell’ordine che sappiamo fanno il loro dovere, ma ovviamente nei limiti del possibile.

Purtroppo, sappiamo che, anche quando allertati da cittadini che collaborano con le Forze dell’ordine, le volanti di CC e PS non potendo certamente volare, per forza di cose per raggiungere la periferia del territorio controllato impiegano quei minuti che permettono di compiere furti e rapine con la consapevolezza di non essere assicurati alla giustizia.

E’ una situazione inaccettabile, alla quale occorre dire BASTA!

E la POLITICA deve porsi questo irrinunciabile primario obiettivo.

Lo dico con amarezza e rabbia , ma anche con piena consapevolezza che finora si è scherzato, dimentichi che la sicurezza , insieme con il lavoro è la prima sacrosanta esigenza di ogni popolo.

Quello che è successo nei giorni scorsi a Campora San Giovanni può succedere ancora. Nessuna casa è più sicura, nessun bar o negozio od attività economica è più sicura.

Ed allora è il momento di dire BASTA

La sicurezza dovrà essere il primo obiettivo da raggiungere.

Alle prossime elezioni chi vorrà il mio consenso politico dovrà avere come primo punto programmatico un presidio stabile di Forze dell’Ordine nella frazione di Campora SG ed impegnarsi in questa direzione.

E per cominciare chiederò al sig Prefetto di valutare la gravità della situazione assicurando, magari a turno, la presenza nella frazione di una volante dei carabinieri e del Commissariato di PS fino alla attivazione di un diverso e più organico presidio stabile di Forze dell’Ordine.

Campora SG 10.01.2013

                                                           Il Consigliere Marcello Socievole

Pubblicato in Primo Piano
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