Agenpress – L’ex ministro dello Sport, Luca Lotti, e l’ex comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, sono stati rinviati a giudizio dal gup della capitale Clementina Forleo che ha fissato l’inizio del processo al 15 gennaio prossimo.
Prosciolto invece da tutte le accuse Giampaolo Scafarto, attuale assessore alla legalità a Castellammare di Stabia.
Proscioglimento anche per il colonnello Alessandro Sessa.
“Oggi, 3 ottobre 2019, il giudice perle udienze preliminari ha deciso che dovrà esserci un processo per accertare definitivamente la verità dei fatti.
Il reato di cui devo rispondere è favoreggiamento di un ‘non indagato’.
Come ho fatto finora, affronterò tutto questo a testa alta.
Ero e resto convinto che i processi si fanno nelle aule dei Tribunali e non sui giornali.
Dimostrerò in quelle sedi la mia innocenza”, ha replicato Luca Lotti.
“Sono contentissimo, perché c’è finalmente la parola fine su questa vicenda.
Oggi è un giorno bellissimo, sin dal principio mi sono dichiarato estraneo a questa vicenda.
Non guardo dietro, ma solo avanti”, ha detto il maggiore dei carabinieri, Gian Paolo Scafarto la decisione del gup Clementina Forleo, contro la quale la Procura di Roma ha fatto sapere che impugnerà alla Corte d’Appello.
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Il GUP di Napoli aveva escluso l'accusa di associazione a delinquere contestata a Clemente Mastella .
Il pronunciamento del Gup venne impugnato in Cassazione dal Procuratore di Napoli.
La Suprema Corte, sesta sezione penale, ha accolto il ricorso ravvisando illogicità e carenze nella sentenza del Gup solo nella parte relativa al reato di associazione a delinquere.
La cassazione ha ritenuto «palesemente infondate le preliminari osservazioni del Gup» secondo cui l'accusa «non sarebbe in simmetria con lo schema tipico del reato di cui all'art 416 c.p.». Non solo ma ha ribadito che «Contrariamente a quanto affermato dal Gup, risultano contestati una serie di reati specifici, sia in questo che in altri procedimenti, alla cui commissione la contestata associazione sarebbe stata diretta»
Infine secondo i giudici della suprema Corte è «del tutto assertiva la constatazione del Gup in base alla quale da una lettura complessiva delle conversazioni telefoniche intercettare sarebbero emersi in capo agli imputati unicamente rapporti di amicizia e di interesse, collegamenti derivanti dalla comune appartenenza politica, ma non risulterebbe l'esistenza di un vincolo associativo diretto alla commissione di illeciti».
Per questo la Cassazione ha rinviati gli atti al riesame del Gup.
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