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Il Tribunale di Milano ha disposto confische per un importo complessivo di oltre 150 milioni di euro nei confronti di Deutsche Bank AG, compresa la filiale londinese, e Nomura, imputate a Milano in qualità di enti nel processo sul caso Mps.

I reati contestati a vario titolo sono manipolazione del mercato, falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo agli organi di vigilanza, quest’ultimo in parte prescritto.

I giudici della seconda sezione penale hanno anche condannato i due istituti di credito a sanzioni pecuniarie da 3 milioni di euro ed oltre.

Nel processo sono stati condannati tutti gli imputati, sia persone fisiche che giuridiche, compresi gli ex vertici di Mps, Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gian Luca Baldassarri, imputati con gli ex manager di Deutsche Bank Ag e Nomura.

I giudici hanno condannato anche l’ex direttore finanziario Daniele Pirondini.

Il processo vedeva al centro le operazioni sui derivati Santorini e Alexandria, il prestito ibrido Fresh e la cartolarizzazione Chianti Classico.

Il processo, cominciato nel dicembre di tre anni fa, aveva visto circa 1.300 parti civili, tra piccoli investitori, associazioni di risparmiatori, Banca d’Italia e Consob.

Quest’ultima però la scorsa udienza ha revocato la costituzione nei confronti dei 6 ex manager di DB e di conseguenza anche nei confronti di Deutsche Bank AG e della filiale londinese che erano stati citate come responsabili civili.

L’istituto di credito tedesco ha raggiunto transazioni con parecchi risparmiatori che sono così usciti da processo.

Anche Nomura ha risarcito alcune parti civili che quindi pure loro hanno ritirato la loro costituzione.

In particolare sono stati condannati l'ex presidente Giuseppe Mussari (7 anni e 6 mesi), l'ex dg Antonio Vigni (7 anni e 3 mesi) l'ex responsabile area finanza Gianluca Baldassarri (4 anni e 8 mesi) e 5 anni e 3 mesi sono stati dati a Daniele Pirondini (ex direttore finanziario).

I capi di imputazione vanno dalle false comunicazioni sociali all’aggiotaggio all’ostacolo all’Autorità di vigilanza.

Sul banco degli imputati - tutti condannati - 13 persone, oltre agli ex vertici Mps anche sei ex dirigenti di Deutsche Bank e due ex manager di Nomura e tre società: Nomura e la sede di Londra e la sede centrale di Deutsche.

In particolare la confisca per Nomura è stata fissata in 88 milioni di euro, 64 per Deutsche.

Multa di 3 milioni per quest'ultima, e di 3,45 per Nomura.

La banca senese uscì dal processo con un patteggiamento nel 2016.

Pubblicato in Italia

Da Malachia Paperoga, un breve, ma chiarificatore commento a proposito della polemica esplosa sulle dichiarazioni di Claudio Borghi sul Monte dei Paschi di Siena, con una ricostruzione dei fatti e dell'andamento del titolo

che permette di rimettere le cose nella prospettiva corretta. Perché di fronte al dilagare sui media di un vero e proprio capovolgimento della realtà, che farebbe impallidire Orwell, è il buon senso stesso che si ribella.

Nei giorni scorsi l’attuale Ministro dell’Economia italiano, Pier Carlo Padoan, ha commentato le dichiarazioni del parlamentare leghista Claudio Borghi su Monte dei Paschi di Siena. Secondo Borghi la banca va “ripensata” ma, ha detto Padoan, "le sue dichiarazioni, insieme alle indicazioni della bozza Lega-M5s, hanno creato una crisi di fiducia con caduta del titolo in Borsa. Un fatto grave che mette a repentaglio l'investimento effettuato con risorse pubbliche".

Si tratta di un’affermazione pesante, ma soprattutto ridicola.

Ora, mi piace tralasciare il commento di un ministro dell’Economia in carica che ritiene responsabili dell’eventuale crollo in borsa di una banca un parlamentare e/o i due partiti che formeranno (forse) il prossimo governo. Transeat, questa è davvero l’ultima delle obiezioni.

Facciamo invece un po’ di storia recente:

Febbraio 2014: insediamento del governo Renzi, Padoan è Ministro dell’economia un’azione MPS vale circa 270€

Ottobre 2014: MPS è bocciata allo stress test e deve ricapitalizzare per 3 miliardi di euro.

Giugno 2015: rimborso dei “Monti Bond” da parte di MPS, lo stato italiano diventa azionista di MPS.

Settembre 2015: approvazione del governo Renzi del bail in bancario, MPS vale 180€

1 Gennaio 2016: entra in vigore il bail in, MPS vale 120€

22 Gennaio 2016: Renzi dichiara che MPS è risanata e “un affare”, MPS vale ormai 70€

Dicembre 2016: insediamento governo Gentiloni, Padoan è confermato Ministro dell’economia, MPS vale 20€

23 Dicembre 2016: il titolo MPS è sospeso in borsa.

Luglio 2017: la UE approva aiuti di stato per 5,4 miliardi di € per MPS.

25 ottobre 2017: il titolo di MPS torna ad essere quotato in borsa.

17 Maggio 2018: Borghi dichiara che MPS è da ripensare, MPS, che valeva 3,1€, a fine seduta vale 2,92€

Riassumendo: Padoan (Partito Democratico) diventa ministro dell’Economia con il titolo MPS (banca chiaramente in orbita PD) che vale 270€. Durante la sua gestione del dicastero, la banca va ripetutamente in crisi, e lo stato accorda generosamente alla banca contributi per miliardi di euro, contributi che sono ormai completamente evaporati. A maggio 2018, con Padoan ancora in carica, il titolo vale ormai circa 3€. Una perdita di 267€ circa per azione. Senza calcolare l’enorme diluizione delle azioni dovuta ai successivi aumenti di capitale.

Ma se un parlamentare leghista (Borghi) fa una dichiarazione a riguardo, e il titolo MPS perde 0,2€, “giustamente” Padoan si sente in dovere di riprenderlo, perché “ha messo a repentaglio […] risorse pubbliche”.

La situazione è molto grave, ma chiaramente non è seria

Pubblicato in Italia

Appena eletto il nuovo sindaco di Siena ha bloccato ogni operazione del Monte dei Paschi.

Nemmeno il tempo di farlo che giunge la notizia che il gip di Siena Ugo Bellini ha disposto il giudizio immediato per l'ex presidente, il catanzarese Giuseppe Mussari, l'ex direttore generale Antonio Vigni e l'ex direttore generale dell'area finanza Gianluca Baldassarri.

A tutti e tre è contestato il reato di ostacolo alle funzioni giudiziarie.

Stiamo parlando dell’occultamento del contratto stipulato con la banca Nomura e relativa al derivato “Alexandria” che ha creato un buco nella banca.

Un contratto nascosto a Bankitaliaper 3 anni.

Il contratto avrebbe nascosto perdite attraverso operazioni in derivati .

Tutto nasce dall’acquisto della Antonveneta per 9,3 miliardi dal Banco Santander che la aveva comprata pochi mesi prima per soli 6,6 miliardi di euro

La prima udienza del procedimento e' stabilita per il 26 settembre.

Il giudice ricorda che i tre manager possono richiedere, per questo procedimento, il rito abbreviato.

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Davide Rossi non è morto invano(nella foto)

E mentre la politica studia come guarire un Italia moribonda, per fortuna i giudici continuano il proprio lavoro ed incidono fortemente in quel marasma che è il sistema bancario mondiale che vive sulle nostre spalle.

La bella notizia è che nella operazione Alexandria la Procura di Siena nell'ambito dell'inchiesta su Mps ha disposto il sequestro di 1,8 miliardi di euro nei confronti di Banca Nomura, sequestro in corso di esecuzione dalla Guardia di Finanza a Siena, Roma, Milano, Bologna e Catanzaro.

Di questi, 88 milioni di euro sarebbero costituiti da commissioni occulte percepite da Nomura e 1,7 miliardi di euro depositati da Banca Mps in favore di Nomura a titolo di garanzia sul finanziamento ricevuto da quest'ultima.

Circa 14,5 milioni di euro, invece, sono stati sequestrati anche a Mussari, Vigni e Baldassarri.

Tutto parte dal finanziamento concesso da Nomura alla Banca Monte dei Paschi con Nomura e con il quale MPS acquistò Btp italiani per un importo di 3,5 miliardi di euro.

La Procura di Siena ha comunicato che il sequestro è stato disposto a fini impeditivi e a fini di confisca per equivalente in relazione al reato di usura aggravata e truffa aggravata, commessa ai danni del Monte dei Paschi di Siena.

Il presidente di Banca Nomura, Sadeq Sayeed, sarebbe indagato insieme al dirigente della stessa banca giapponese Raffaele Ricci, per ostacolo aggravato all'esercizio dell'autorità di vigilanza, infedeltà patrimoniale aggravata e false comunicazioni sociali in concorso con i tre ex dirigenti di Rocca Salimbeni.

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