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conte preDopo due lunghi mesi di tira e molla la crisi governativa ora è davvero in atto. Conte ieri è salito al Quirinale ed ha rassegnato le proprie dimissioni e del Governo nelle mani del Presidente della Repubblica, il quale, già da mercoledì pomeriggio inizierà le consultazioni con i partiti politici. I Deputati e Senatori che dovrebbero formare un nuovo gruppo politico in vista di un Conte ter sono già al lavoro. Ci sono, ci sono fanno sapere, ma al momento sono ancora pochi e la costituzione del gruppo non ha ancora preso forma. Il punto, però, è un altro. Questi parlamentari raccattati, arruolati con la promessa di qualche posto importante nel nuovo Governo, non è che faranno aumentare il numero della maggioranza. Tutti hanno votato sia alla Camera che al Senato la fiducia a Conte. Quindi gravitavano già nell’alveo della maggioranza. Si sono rimescolate le carte ma da un punto di vista numerico non cambia nulla. Conte bis poteva contare su 156 Senatori, Conte ter, se ci sarà, potrà contare sempre su 156 Senatori. Non cambierà nulla, ma proprio nulla. La maggioranza al Senato non si è allargata fino ad oggi. Per allargarla sarà necessaria l’adesione di altri Senatori che finora hanno fatto parte dell’opposizione e che non si trovano, purtroppo. Forse i responsabili, i costruttori, i voltagabbana ci sono, ma per il momento sono invisibili. Ancora non sono usciti allo scoperto. Hanno paura. Ci saranno delle sorprese, ma noi fino ad oggi non abbiamo visto nulla. Tutto è rimasto come prima. Ma quando Mattarella dovrà decidere a chi affidare il nuovo incarico di formare il governo non basteranno le promesse, o i si dice, o vedremo. Ci vorranno numeri certificati e adesioni vere non fasulle. La senatrice Binetti continua a garantire la lealtà al suo partito. L’UDC ha garantito che non lascerà il centro destra. Nessuna fuga si intravede. Le consultazioni dureranno fino a giovedì, poi il Presidente Mattarella scioglierà la riserva e darà il nuovo incarico e non è detto, non è assolutamente scontato che lo ridia a Conte, perché, come abbiamo visto, i numeri al Senato sono sempre gli stessi. E se sono gli stessi Conte non potrà formare una nuova maggioranza più stabile e compatta rispetto a quella raccogliticcia della settimana scorsa. E insomma, come andrà a finire? Andrà a finire, se Conte davvero vuole ritornare a Palazzo Chigi, che dovrà formare una nuova maggioranza con il rientro di Renzi e di Italia Viva dalla porta principale. Con quel Renzi che aveva mandato al diavolo e che non voleva più nulla a che fare. Visto cosa dovrà fare Conte per salvare la poltrona? Se non avesse posto il veto sull’ex rottamatore forse la vera crisi politica sarebbe già in via di soluzione. Si è fidato di Tabacci e di Mastella e della solita truppa di raccattati. Con questi non andrà lontano.

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La storia è quella dell'inchiesta sulla gestione Arpac, l'Agenzia regionale per l'Ambiente

Il GUP di Napoli aveva escluso l'accusa di associazione a delinquere contestata a Clemente Mastella .

Il pronunciamento del Gup venne impugnato in Cassazione dal Procuratore di Napoli.

La Suprema Corte, sesta sezione penale, ha accolto il ricorso ravvisando illogicità e carenze nella sentenza del Gup solo nella parte relativa al reato di associazione a delinquere.

La cassazione ha ritenuto «palesemente infondate le preliminari osservazioni del Gup» secondo cui l'accusa «non sarebbe in simmetria con lo schema tipico del reato di cui all'art 416 c.p.». Non solo ma ha ribadito che «Contrariamente a quanto affermato dal Gup, risultano contestati una serie di reati specifici, sia in questo che in altri procedimenti, alla cui commissione la contestata associazione sarebbe stata diretta»

Infine secondo i giudici della suprema Corte è «del tutto assertiva la constatazione del Gup in base alla quale da una lettura complessiva delle conversazioni telefoniche intercettare sarebbero emersi in capo agli imputati unicamente rapporti di amicizia e di interesse, collegamenti derivanti dalla comune appartenenza politica, ma non risulterebbe l'esistenza di un vincolo associativo diretto alla commissione di illeciti».

Per questo la Cassazione ha rinviati gli atti al riesame del Gup.

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