«Al Vasto extracomunitari che spacciano al servizio della camorra»
E’ un onore ed un dovere postare un articolo che lotta contro la ipocrisia di certi politici e di certa chiesa e che dice quella verità che viene nascosta per far vincere un perbenismo insulso.
Parliamo del governatore De Luca che sferra un duro attacco, che sollecita le questure di Napoli e Salerno a maggiori controlli sui continui viaggi dei gruppi di migranti che partono da uno dei quartieri più a rischio del capoluogo campano
“A Napoli il quartiere del Vasto deve essere soggetto a un intervento massiccio del comune contro l’abusivismo, e delle forze dell’ordine sulla sicurezza.
E’ stato un errore concentrare lì una massa di extracomunitari ma questo comporta anche che ci sono extracomunitari che spacciano droga e sono al servizio della camorra.
Lo dico a chi pensa che in questo settore non si parla di camorra, invece spesso e’ ormai la stessa cosa”.
Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel corso del suo intervento a Lira Tv.
“Serve un intervento mirato – ha aggiunto De Luca – anche perche’ dalle questure ci segnalano che da Napoli gruppi di extracomunitari partono con il bus alle 18 e arrivano a Salerno.
C’e’ il sospetto che portino droga e cominciano a spacciarla. Mi permetto di sollecitare le questure di Napoli e Salerno perchè li controllino uno per uno per vedere cosa hanno addosso”.
A quanto dice De Luca aggiungiamo la nostra amara riflessione che questo finta accoglienza in realtà crea una nuova ed irreversibile camorra che distrugge anche la dignità dei migranti senza destino che si accolgono in Italia.
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Questa la nota di Francesco Gagliardi
Vasto. Il primo luglio del 2016 un ragazzo di appena 21 anni che viaggiava ad alta velocità e che non si era neppure fermato al semaforo rosso aveva investito una giovane donna che si era da poco sposata uccidendola quasi sul colpo.
Inutile il soccorso e il trasporto all’ospedale.
L’investitore non fece neppure un giorno di galera.
Era ancora libero di circolare liberamente, di andare al bar, di andare al cinema e al campo sportivo, di godersi la vita, in attesa del processo.
Il marito della donna, una bellissima ragazza di nome Roberta, non ha retto al dolore causatogli e vedendo il ragazzo scorazzare felice e contento per le vie del paese, senza alcun rimorso per aver causato la morte di una fanciulla, gli ha fatto perdere la testa.
E così l’altro giorno ha aspettato che il ragazzo uscisse da un bar e gli ha esploso alcuni colpi di pistola uccidendolo.
Ha voluto così vendicarsi senza aspettare il giudizio finale della Magistratura italiana, troppo lenta anche in questi tristi casi.
Dopo aver commesso l’omicidio l’uomo si è recato a visitare per l’ultima volta, cosa che faceva immancabilmente ogni santo giorno, la tomba della moglie deponendo sul marmo la pistola e dandole l’ultimo saluto:- Giustizia è fatta -.
Non voglio minimamente giustificare l’atto compiuto dall’uomo che evidentemente non ha saputo vincere il dolore per la grave perdita della cara mogliettina.
Non si uccide per vendetta.
Si viene sempre meno al 5° comandamento che dice:- Non uccidere -.
Però lasciare ancora impunito e completamente libero uno che ha ucciso e che a distanza di 7 mesi è rimasto ancora a piede libero non è una bella cosa.
Il ritardo dei processi a volte porta a questi tristi episodi .
I danneggiati si fanno giustizia da soli, sbagliando.
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