A cura di Floriana De Michele , Psicologa psicoterapeuta psicologo Avezzano
Il 4 Febbraio 2016 è stato pubblicato un decreto (D.M. Min. Giustizia) che afferma che lo psicologo può associarsi ad uno studio legale, e viceversa. Ciò porterà ad un possibile cambiamento cui assisteremo nel mondo della Giustizia ed in quello sanitario Psicologico, in cui i confini tra questi due mondi, che si pensavano così lontani, si assottiglieranno.
E’ il caso della mediazione familiare. Quando una coppia che sta separandosi si rivolgerà ad un avvocato per iniziare la pratica troverà sempre più spesso uno psicologo che affiancherà l’avvocato, non tanto con lo scopo di far riappacificare i coniugi, quando di badare al benessere del cliente in questa delicata fase. Lo scopo dello psicologo è offrire la possibilità di rendere meno dolorose e più consapevoli queste consultazioni, che sono spesso fonte di grandi stress. E la separazione non costituisce l’unico esempio, ma vale lo stesso per tanti altri casi come le pratiche per un testamento, o il caso di stalking in ambito penale, dove il testimone deve affrontare fasi complicate e traumatiche.
Se nell’ambito della mediazione familiare è lo psicologo che supporta l’avvocato, nel caso delle consulenze psicoforensi queste due figure collaborano in quanto l’avvocato può adottare argomentazioni , suggerite dallo psicologo, più adatte per la difesa o per l’arringa, o al fine della formulazione del modello accusatorio. e lo psicologo può addirittura diventare la figura predominante nel caso fosse chiamato a fornire una perizia psicologica del test, come si fa nei paesi anglosassoni.
In questo modo le due professioni, separate da diversi percorsi di studi, vengono ad operare assieme, uniti da un unico intento: la giustizia umana. Questa infatti non può più essere considerata un contenitore di leggi e norme da applicare, e non si può prescindere dai processi emotivi, affettivi, motivazionali e cognitivi dell’uomo.
Studio Psicologia Abruzzo
Se desideri approfondire l’argomento puoi leggere psicologo avvocato avezzano
Pubblicato in
Italia
Lo psicologo criminale è un lavoro che a molti risulta istintivamente affascinante. Ne abbiamo spesso una visione romanzata, quella che vediamo in molti film thriller e serie Tv americane, in cui lo psicologo criminale diventa la persona chiave per la risoluzione di efferati delitti.
Vediamo questi personaggi dalla grande cultura ed una capacità di scavo dell’interiorità umana molto spiccata come essere misteriosi, che celano la propria interiorità per esercitare le proprie doti di comprensione degli altri al servizio della comunità proteggendola dai delinquenti più pericolosi.
Nonostante questo, in Italia non si parla molto di psicologi criminali. Si li vediamo in Tv seduti nei Talk Show che discutono di delitti recenti o di criminalità in generale e di cosa può incentivarla ma pochi giovani sanno come si diventa Psicologo Criminale e che tipo di lavoro è nei fatti.
Come si diventa psicologo criminale?
Per esercitare questa professione si parte da una laurea in psicologia criminale o in criminologia, di solito dopo le lauree si prosegue con corsi di perfezionamento: di solito, nello studio della criminologia, psicologia e diritto vanno di pari passo, quindi è necessaria non solo la conoscenza della psiche, ma anche quella del diritto, nonché studi specifici sui crimini in modo tecnico. Di solito quindi dopo aver conseguito la laurea specialistica è importante continuare il percorso con un master apposito.
Cosa fa lo psicologo criminale?
Nei film lo psicologo criminale è impegnato in conversazioni con spietati assassini o nel profilare possibili colpevoli, in realtà, nonostante queste sembrino le attività più eccitanti secondo Hollywood, lo psicologo criminale fa più di questo.
Oltre al collaborare attivamente con le forze dell’ordine e la magistratura per risolvere dei casi lo psicologo criminale si occupa anche del reinserimento dei criminali nella società. Quindi il lavoro si svolge o come consulente per la magistratura o nelle strutture carcerarie.
Solitamente per inserirsi in questo mondo, che pur essendo piccolo, può offrire molte soddisfazioni (e anche notorietà come vediamo recentemente in tv con alcuni affermati criminologi italiani) si inizia con dei tirocini presso professionisti che già esercitano questa professione o anche con attività di volontariato nelle carceri, anche ovviamente dottorati di ricerca possono aprire le porte guadagnando al giovane professionista un buon nome negli ambienti del settore.
Anche gli avvocati difensori oggi possono compiere indagini per tutelare gli assistiti (è così dal 2000) quindi il parere di esperti in criminologia può aiutare e diventare utile in fase di processi.
In territori come la Calabria, in cui purtroppo il crimine è quasi sempre identificato dal fenomeno mafioso, il lavoro dello psicologo criminale è importantissimo in quanto non solo può aiutare durante le indagini ma è un valido supporto per aiutare quelle persone, magari giovanissime, finite in carcere perché nate in contesti difficili ma che possono ancora cambiare e diventare membri attivi e positivi della società.
In casi come questi il lavoro dello psicologo criminale diventa quasi una missione con un ritorno altissimo: aiutare qualcuno a cambiare la propria vita partendo dalla situazione più disperata ed aiutandoli a fare le scelte giuste. Sicuramente la parte del lavoro più appagante che il semplice aiutare ad arrestare chi ha già fatto la scelta sbagliata.
Pubblicato in
Crotone