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corona2020A meno di 24 ore dal decreto del Presidente del Consiglio Conte in merito al virus covid 19, I commercianti di Amantea, con l'associazione viviAmantea, hanno deciso di chiudere i propri esercizi commerciali, al fine di garantire l'incolumità e la sicurezza dei propri collaboratori, dei dipendenti, dei clienti stessi e di tutta la comunità.

L'Associazione dei commercianti comunica ancora, che sono esclusi dalla chiusura i supermercati e gli esercenti di genere di prima necessità, conclude il comunicato, dobbiamo dire con grande senso di responsabilità, invitando tutti ad attenersi alle misure drastiche decise dal governo.

Pubblicato in Primo Piano

giuseppe-conteRenzi e Salvini uniti per far cadere il Governo Conte bis. Le testate giornalistiche nazionali mettono la notizia in prima pagina da diversi giorni. Tra i due Matteo pare che ci sia un accordo segreto e che abbiano un piano comune: far cadere il Governo giallo rosso e uccidere politicamente il nemico comune Giuseppe Conte per dar vita ad un nuovo governo. Non può succedere. Non hanno i numeri in Parlamento per fare un nuovo governo. E questo lo sanno benissimo. Se non avranno i voti degli altri partiti sarà un bel sogno ,ma irrealizzabile. Ma per il bene del paese qualcosa potrebbe anche accadere: un governo di scopo che traghetti il paese verso elezioni politiche anticipate. Conte e Zingaretti non ci stanno e secondo il giornale “La Repubblica” per blindare la legislatura, per estromettere i renziani ed evitare che si torni alle urne, stanno cercando il sostegno di alcuni fantomatici Senatori di Italia Viva e Forza Italia, i cosiddetti “Responsabili”, che in realtà non ci sono. Fonti di Italia Viva e Renzi in particolare continuano a sostenere che non ci sarà nessuna fuga. Per quanto riguarda Forza Italia, se dovesse aiutare a tenere in vita Conte, sarebbe l’inizio della fine. Scomparirebbe definitivamente dalla scena politica italiana. Ma anche Forza Italia ha già declinato l’invito. Ora a Conte restano due opzioni: Dimettersi oppure scendere a patti con Renzi. Sceglierà la seconda opzione. Non lascerebbe mai di sua spontanea volontà Palazzo Chigi. Infatti ha già incominciato a chiedere aiuto e consigli al Presidente della Repubblica Mattarella per parlare di Matteo Renzi e della situazione critica, delle tensioni nella maggioranza di governo. L’Italia affonda, il Governo non sta facendo nulla e la scena politica italiana è monopolizzata da Renzi e delle tensioni tra Italia Viva e il resto della maggioranza giallo rossa. Matteo Renzi ha già il plotone di esecuzione pronto a sparare contro Conte. I fucili sono puntati con i colpi in canna che potrebbero mettere la parola fine all’attuale governo. Ma non spara. Sta bleffando, come al solito. Alza la voce, minaccia, i suoi Ministri non partecipano al Consiglio dei Ministri, per essere al centro dell’attenzione mediatica, cerca maggiore visibilità perché il suo partitino è al disotto del 4%. I continui attacchi a Conte e al Pd stanno occupando da diversi giorni le prime pagine dei giornali. Una strategia politica escogitata da Renzi che potrebbe portare maggiori consensi al suo partito, metterlo al centro del dibattito mediale, e forse questa è la vera ragione, per avere più posti nella spartizione delle nomine dei prossimi giorni nelle società pubbliche. E le sceneggiate continuano. Ieri sera, infatti, a “Porta a Porta” di Bruno Vespa ha chiesto l’elezione diretta del Premier, la cancellazione del reddito di cittadinanza. Ha annunciato: niente sfiducia a Conte, niente crisi di governo, sfiducia al Guardiasigilli rinviata alle calende greche. E poi le solite polemiche, gli avvertimenti, le minacce. Renzi non ha passato il Rubicone, non è andato fino in fondo. E ha rivelato la sua paura di votare.

Pubblicato in Italia

La finta riscrittura della bozza italiana per il Fondo Salva Stati cambia poco la sostanza: resta un cappio al collo del Paese che resta (ancora una volta) sotto il tacco dell’Europa.

Di fatto le parole del premier in Aula non hanno convinto le opposizioni.

“La revisione del Mes non apporta modifiche sostanziali al trattato già esistente e non introduce alcun automatismo nella ristrutturazione del debito di uno Stato”, ha affermato il presidente del Consiglio.

Il premier ha anche sottolineato che “è nostra ferma intenzione che questo non accada.

Lascia alla Commissione europea il fondamentale ruolo di valutarne la sostenibilità e di assicurare la coerenza complessiva delle analisi macroeconomiche effettuate sui Paesi membri”, ha spiegato. Parole che però sono state immediatamente accompagnate da fischi, urla e cori da parte dei parlamentari dell’opposizioni.

Tra i più accaniti avversari in Parlamento del premier ci sono i parlamentari di Lega e Fratelli d’Italia.

E così nella bagarre che si è consumata in Aula, un intervento su tutti ha capitalizzato l’attenzione per la durezza dei toni, quello del leghista Borghi.

L’esponente del Carroccio ha messo nel mirino il premier e non ha usato giri di parole per sottolineare le sue responsabilità e le “bugie” raccontate agli italiani in questi giorni sul Mes: “Dicendo di averci informato, lei ha umiliato e offeso anche Di Maio, che le sedeva accanto imbarazzato”.

E ancora: “Ma chi credeva di prendere in giro?

Noi abbiamo seguito la trattativa e il mandato che ebbe era uno: l’italia non avrebbe mai firmato quel Trattato.

Glielo dissero Salvini e Di Maio”.

Il tono diventa sempre più duro e Borghi rincara la dose: “Cosa non capiva?

Ma che bello sarebbe stato se Di Maio si fosse alzato e le avesse detto ‘piantala, bugiardo’.

Infatti oggi non c’è in aula”. Infine l’affondo, quello più pesante: “Cosa posso pensare se sento che il trattato è chiuso?

Che lei è un traditore signor presidente, un traditore.

Quando l’abbiamo vista raggiante sui divanetti, con Merkel, Macron e Rocco Casalino se li ricordava gli impegni che aveva preso?”, chiede Borghi rivolto al premier, per poi concludere, tra gli applausi dei leghisti: “Da Cavour e De Gasperi, ora mandiamo in Europa Conte e Rocco Casalino”.

Pubblicato in Mondo

Davvero può bastare una “tazzulilla e cafè” per siglare la pace tra il Premier Conte e il leader del Movimento 5 Stelle Di Maio?

Dopo tutto quello che si son detti in settimana a me pare impossibile. Ci vorrebbe ben altro. Magari una bottiglia di Cynar, contro il logorio di questa maggioranza arruffona e litigiosa su tutto anche sui provvedimenti da loro stessi approvati nel Consiglio dei Ministri.

 

 

Il Premier Conte evidentemente si è montata la testa al punto che oltre essere arrogante si prende anche il lusso di minacciare Renzi, Zingaretti e Di Maio. Chi non fa squadra è fuori aveva minacciato Conte. Senza il M5S non fai niente aveva risposto Di Maio. Dopo aver sorbito il caffè un pochino amaro perché non ha voluto offendere i sostenitori del sugar tax Conte ha abbassato i toni. Ha capito che essere a capo di una maggioranza variegata e litigiosa, se vuole restare a galla, deve venire a patti. Lui non conta un bel niente. E’ come un Re Travicello piovuto ai ranocchi. E’ solo e soltanto il mediatore nella maggioranza. Non ha un partito suo, non ha parlamentari che lo seguono. La crisi, dunque, tra il Premier e Di Maio è per il momento rientrata. Almeno così sembra. Solo per ora, però. Sulla manovra è tregua apparente. Dopo una intera giornata di colloqui a notte fonda la maggioranza ha trovato la quadra, ha partorito l’intesa: tutto rinviato nel mese di luglio del prossimo anno. Il nodo politico, però, resta, eccome. Far cadere il Governo dopo appena 40 giorni dalla nascita non conviene a nessuno. Non conviene al leader di “Italia viva” di Matteo Renzi. Magari più in là, tra un anno e mezzo, dopo aver votato un nuovo Presidente della Repubblica molto vicino a lui e dopo aver costruito un rapporto più saldo con Di Maio. Vuoi vedere che forse dietro l’inciucio Pd Movimento 5 Stelle che ha portato alla nascita del Conte bis c’è un vero obiettivo che nessuno ha scritto? Renzi vuole mettere le mani sul Colle. Aspira a diventare il nuovo Presidente della Repubblica. Il ragazzo oltre ad essere molto arrogante, è anche molto ambizioso. Per lui che è un toscanaccio come Macchiavelli, non ci sono ostacoli quando c’è un nobile fine da raggiungere. Lo ha dimostrato sbaragliando gli avversari divenendo Segretario del Pd e poi, senza neppure essere eletto, è diventato Presidente del Consiglio rottamando tutti i suoi avversari interni.

E non conviene neppure al Pd di Zingaretti lacerato dalle lotti interne, dalla scissione subita e dalle pesanti accuse di essere il partito delle tasse. E continua a fare il ruolo di pompiere. Stiano sereni Zingaretti e Franceschini, il governo per il momento non cadrà. Nessuna ha voglia di far cadere il governo Conte bis. Andrebbero tutti a casa e consegnerebbero su un piatto d’argento il Governo a Matteo Salvini. Hanno una paura matta di Salvini. Farebbero finanche una alleanza col Diavolo pur di mettere in minoranza il Capitano. E poi la poltrona piace. Piace tanto a Franceschini e Co. Hanno occupato ogni angolo di potere fregandosene di cosa pensano e cosa vogliono gli italiani, i quali da 5 anni li hanno sempre bocciati in tutte le elezioni comunali, regionali e nazionali. E’ passato un mese dall’inciucio e già litigano su tutto. Lacerati da mille correnti si sono scissi, perdono parlamentari e litigano ogni santo giorno. Hanno perso la faccia? Chi se ne frega, tanto non è la prima volta.

Mi sembra, però, una pace di facciata tra Conte e Di Maio. I siluri dei giorni scorsi rimangono anche perché quello che si sono rinfacciati hanno avuto più di una ripercussione all’interno della maggioranza e all’interno dei gruppi parlamentari grillini. L’aria che si respira è cupa e a me pare che il Governo non sia poi così saldo. La fiducia tra i protagonisti che hanno voluto a tutti i costi il matrimonio tra Pd e M5Stelle sta venendo meno. Il mare è in tempesta. E la nave del Governo si sta avvicinando pericolosamente agli scogli. Di Maio e Renzi continueranno a cannoneggiarlo, per ragioni diverse, ma il risultato che cercano è lo stesso: l’indebolimento del Governo e del Premier Conte e un po’ di visibilità per loro in vista di eventuali future elezioni politiche. Amici carissimi, scrivo sui giornali e mi interesso di politica sin dal lontano 1953 al tempo della legge Truffa, così la chiamavano i comunisti, e quello che mi capita di vedere oggi mi indigna e mi rattrista. Voi cosa ne pensate? Fatevi sentire.

Pubblicato in Italia

Macron: i migranti devono sbarcare nel porto piu’ vicino (Italia)

PARIGI, 17 SET – La Francia vuole un “meccanismo stabile, prevedibile e automatico di ripartizione delle persone salvate in mare, senza rimettere in discussione il principio dell’approdo più vicino”.

E’ quanto affermano fonti dell’Eliseo, rispondendo a una domanda sulla questione migratoria alla vigilia della visita del presidente Emmanuel Macron a Roma.

 

Quanto ai migranti economici, ha proseguito la fonte, la “vera sfida” è garantire il loro “rapido rimpatrio” nei Paesi d’origine, accelerando le procedure. (ANSA)

Il presidente francese indurisce i toni sull’immigrazione.

In un discorso pronunciato lunedì sera, il leader francese ha invitato la maggioranza presidenziale e il governo alla fermezza sulla questione migratoria, per evitare di diventare un “partito borghese”, che non tiene conto dell’opinione delle classi popolari sedotte dal Rassemblement National di Marine Le Pen.

EUROPA UE, NEWS martedì, 17, settembre, 2019

Pubblicato in Mondo

Agenpress. Un pericoloso ipocrita, così dovrebbe essere definito nella realtà il Presidente Conte che viene oggi osannato quasi fosse un padre della patria, dopo aver invece sottoscritto immonde porcate – se non veri e propri crimini (cosa è il caso Diciotti se non un sequestro di persona?) – delle quali, nel proprio ruolo, è stato il primo responsabile.

 

 

 

 

Presidente Conte, il #MinistrodellaMalaVita Salvini sedeva al suo fianco e lei non ha impedito quanto accaduto nell’ultimo anno: non lo ha forse fatto per quella stessa ambizione personale che addebita al suo collega di governo?

Sarà ricordato per questo e per niente altro.

Suggeriamo a Saviano di candidarsi alle prossime elezioni politiche italiane e se possibile alle prossime elezioni politiche europee.

Od almeno di candidarsi a Presidente della repubblica italiana.

Pubblicato in Italia

Ieri sera si è ufficialmente aperta la vera crisi di governo con le dimissioni presentate al Capo dello Stato da parte del Premier Conte. Oggi e domani cominceranno le consultazioni con i vari partiti politici, ma sono una farsa, perché già Pd e Movimento 5 Stelle in contatto da diversi giorni hanno concluso l’accordo. Voi chiamatelo come volete, io lo chiamo inciucio. Avremo così un governo giallorosso che sostituirà quello gialloverde.

 

 

Ho ascoltato con la massima attenzione le dichiarazioni dei vari partiti politici e in particolar modo la presa di posizione del Pd. Il Pd vuole andare al governo a tutti i costi, non vuole le elezioni politiche anticipate. E allora è prontissimo a collaborare col M5Stelle però ad una condizione: discontinuità da quanto visto in questi mesi. In altre parole il M5S dovrebbe dire agli italiani di avere sbagliato e rinnegare tutto quello che di buono si è fatto in un anno di legislatura insieme alla Lega di Salvini. Lo faranno, lo faranno, perché no? A loro cosa costerebbe? Nulla. Alle giravolte del M5Stelle ci siamo ormai abituati. Anche il Premier Conte, arrivato al capolinea, ieri pomeriggio, al Senato, improvvisamente ha cambiato idea e ha incominciato a criticare e a inveire contro Salvini, fino a prova contraria ancora suo Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Interni, che osannava e fedelmente seguiva. Tutti gli atti di Salvini sono stati controfirmati da Conte. Si stringevano le mani ( anche ieri pomeriggio prima di parlare gli ha stretto le mani e gli ha chiesto come stava), orgogliosamente si battevano le mani sulle spalle. Ora, tutto ad un tratto, il suo Vice è diventato inaffidabile, cattivo, razzista, irresponsabile di aver agito per interessi personali e di partito e pure scansafatiche. Mentre lui a Palazzo Chigi lavorava, il suo Vice se ne stava sulle spiagge italiane in un tour elettorale e faceva selfie con i simpatizzanti della lega, disertando le riunioni dei Ministri dell’Interno europei e mai mettendo piedi al Viminale. Ma queste cose perché non le ha dette prima? Lui dov’era? Fino ad ieri erano insieme, felici e contenti. Oggi si sono separati. Si odiano, si sono scagliate battute al vetriolo che hanno fatto venire la pelle d’oca a vari parlamentari. Conte ha infierito contro il capo leghista e ha provato a farsi una verginità nella speranza che sia lui a formare una nuova maggioranza diversa. Si è scoperto di sinistra e ha aperto al Pd. Avrà l’appoggio di Zingaretti, segretario del Pd? Di Veltroni, di D’Alema, di Gentiloni, di Franceschini, di Renzi, di altri falliti e trombati dagli elettori certamente. Questi sono in crisi di astinenza di poltronite. Ma non vi sembra davvero ridicolo un governo Pd- Movimento 5 Stelle, dopo tutto quello che si son detti in questi anni? Ma in politica, dirà qualcuno, tutto cambia in fretta e così i supporters dell’ineffabile Grillo ci diranno che quelle sono cose oramai morte e sepolte. Oggi, invece, per il bene del paese (leggi per conservare le comode poltrone e percepire un lauto stipendio parlamentare) siamo costretti a turarci il naso e formare un nuovo Governo anche col Pd, il nostro acerrimo nemico, per non andare al voto e per non consegnare all’odiato, al fascista, al nazista, al razzista Salvini il Governo su un piatto d’argento.

Ieri sera si è ufficialmente aperta la vera crisi di governo con le dimissioni presentate al Capo dello Stato da parte del Premier Conte. Oggi e domani cominceranno le consultazioni con i vari partiti politici, ma sono una farsa, perché già Pd e Movimento 5 Stelle in contatto da diversi giorni hanno concluso l’accordo. Voi chiamatelo come volete, io lo chiamo inciucio. Avremo così un governo giallorosso che sostituirà quello gialloverde. Ho ascoltato con la massima attenzione le dichiarazioni dei vari partiti politici e in particolar modo la presa di posizione del Pd. Il Pd vuole andare al governo a tutti i costi, non vuole le elezioni politiche anticipate. E allora è prontissimo a collaborare col M5Stelle però ad una condizione: discontinuità da quanto visto in questi mesi. In altre parole il M5S dovrebbe dire agli italiani di avere sbagliato e rinnegare tutto quello che di buono si è fatto in un anno di legislatura insieme alla Lega di Salvini. Lo faranno, lo faranno, perché no? A loro cosa costerebbe? Nulla. Alle giravolte del M5Stelle ci siamo ormai abituati. Anche il Premier Conte, arrivato al capolinea, ieri pomeriggio, al Senato, improvvisamente ha cambiato idea e ha incominciato a criticare e a inveire contro Salvini, fino a prova contraria ancora suo Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Interni, che osannava e fedelmente seguiva. Tutti gli atti di Salvini sono stati controfirmati da Conte. Si stringevano le mani ( anche ieri pomeriggio prima di parlare gli ha stretto le mani e gli ha chiesto come stava), orgogliosamente si battevano le mani sulle spalle. Ora, tutto ad un tratto, il suo Vice è diventato inaffidabile, cattivo, razzista, irresponsabile di aver agito per interessi personali e di partito e pure scansafatiche. Mentre lui a Palazzo Chigi lavorava, il suo Vice se ne stava sulle spiagge italiane in un tour elettorale e faceva selfie con i simpatizzanti della lega, disertando le riunioni dei Ministri dell’Interno europei e mai mettendo piedi al Viminale. Ma queste cose perché non le ha dette prima? Lui dov’era? Fino ad ieri erano insieme, felici e contenti. Oggi si sono separati. Si odiano, si sono scagliate battute al vetriolo che hanno fatto venire la pelle d’oca a vari parlamentari. Conte ha infierito contro il capo leghista e ha provato a farsi una verginità nella speranza che sia lui a formare una nuova maggioranza diversa. Si è scoperto di sinistra e ha aperto al Pd. Avrà l’appoggio di Zingaretti, segretario del Pd? Di Veltroni, di D’Alema, di Gentiloni, di Franceschini, di Renzi, di altri falliti e trombati dagli elettori certamente. Questi sono in crisi di astinenza di poltronite. Ma non vi sembra davvero ridicolo un governo Pd- Movimento 5 Stelle, dopo tutto quello che si son detti in questi anni? Ma in politica, dirà qualcuno, tutto cambia in fretta e così i supporters dell’ineffabile Grillo ci diranno che quelle sono cose oramai morte e sepolte. Oggi, invece, per il bene del paese (leggi per conservare le comode poltrone e percepire un lauto stipendio parlamentare) siamo costretti a turarci il naso e formare un nuovo Governo anche col Pd, il nostro acerrimo nemico, per non andare al voto e per non consegnare all’odiato, al fascista, al nazista, al razzista Salvini il Governo su un piatto d’argento.

Pubblicato in Belmonte Calabro

conte dimaio salvini fgSe l’Italia fosse un paese normale a quest’ora il Governo sarebbe caduto e il Presidente della Repubblica avrebbe già sciolto il Parlamento e indette nuove elezioni politiche anticipate. Ma l’Italia è l’Italia, e quindi il Governo continua a mal governare. Ma è già in gravi crisi, però. Chi lo farà cadere? Chi aprirà per primo la crisi? Conte, Di Maio o Salvini? Il Governo si scioglierà come neve al sole? Il caso del sottosegretario leghista Armando Siri accusato di corruzione per aver favorito un imprenditore in cambio di una presunta tangente di 30 mila euro ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica e tutti i giornali nazionali hanno raccontato alcuni retroscena. Il Premier Conte ha chiesto le sue dimissioni e il caso Siri sarà discusso al prossimo Consiglio dei Ministri. Con voto o senza voto? Se Siri si dimetterà spontaneamente non ci sarà nessun voto altrimenti sarà il Consiglio dei Ministri a prendere la decisione finale a maggioranza. E il M5S ha la maggioranza nel Consiglio. E Salvini cosa farà? Abbandonerà per protesta il Consiglio dei Ministri per non assecondare la revoca del suo rappresentante nel Governo oppure aprirà la crisi di Governo per difenderlo? Le prime pagine dei giornali sono tutte dedicate al caso Siri e ai retroscena politici. “Conte sfida Salvini”. “Salvini si arrende”. “Governo è in crisi”. “Schiaffo di Conte alla Lega”. “Di Maio pressa e Conte licenzia”. Matteo Salvini dissimula tranquillità ma è furibondo. Non sa che pesci prendere. L’aut aut di Conte lo ha messo in imbarazzo:- Conte è un carnefice, non ha più la mia fiducia. Con il M5S è finita. Di Maio è il mandante, Conte esegue. Vogliono davvero la crisi in piena campagna elettorale?-. Risponde Di Maio:- La Lega ha pianificato di far saltare tutto dopo il voto. E tutto questo per cosa? Per una poltrona? Per non mollare un loro indagato per corruzione?- Litigano giorno e notte come i ladri di Pisa, non si telefonano più, non si incontrano più .Litigano finanche sui grembiulini degli alunni delle scuole elementari. Però nessuno vuole davvero aprire una crisi di Governo, ne uscirebbero con le ossa rotte. Almeno per ora, forse dopo le elezioni europee del prossimo 26 maggio. Per il momento anche il premier Conte rassicura gli italiani che non ci sarà nessuna crisi, non ci sarà nessuna conta al Consiglio dei Ministri. Per il M5S e per la Lega il Governo deve andare avanti. Salvini incalza:- Io penso a lavorare. Il Governo durerà, e questo lo ripete da sempre come un mantra, altri 4 anni e agli italiani frega niente di quello che titolano i giornali e i telegiornali che ricorrono polemiche inutili. E’ per questo che vendono sempre meno e i dibattiti Tv perdono ascolto-. Accusa i giornali e i telegiornali che alimentano polemiche, che diffondono, secondo lui, false notizie e false dichiarazioni. Non sanno più cosa dire e cosa fare e se la prendono con i giornalisti che riportano esattamente le loro dichiarazioni. Cadrà il Governo? No. Perché sia Salvini, che Conte e Di Maio sono abbarbicati alle poltrone ministeriali come l’edera. Fingono di litigare, si prendono a pesci in faccia, ma poi, per il bene del paese, dicono loro, andiamo avanti. Peccato, avevo sperato ad una crisi di Governo prima delle elezioni di maggio. In ogni caso questo Governo così com’è non potrà continuare a lungo, perché sta facendo danni enormi al paese, ha perso credibilità, e la gente è stanca, non ha più fiducia in loro. Non si vive di solo quota cento o di reddito di cittadinanza. Per un buon Governo ci vuole dell’altro. I dilettanti allo sbaraglio vanno benissimo alla Corrida, ma alla Camera, al Senato e soprattutto al Governo ci vogliono persone serie, equilibrate, preparate. E il clima di guerra fredda tra gli alleati di Governo continua e Di Maio e Salvini addebitano alla stampa i loro insuccessi e le loro sconfitte.

Pubblicato in Italia

Da un po’ di tempo guardo stupito il cambiamento genetico che ha subito da qualche anno a questa parte il quotidiano cattolico dei vescovi italiani (Conferenza Episcopale Italiana).

 

 

Innanzitutto sul piano della linea editoriale generale: da quotidiano di carattere eminentemente religioso è diventato politico, anzi partitico, con la trattazione di argomenti di carattere religioso del tutto marginale, residuale, assolutamente insufficiente a caratterizzarlo come tale.

In secondo luogo riguardo all’impostazione politica della linea editoriale: da quotidiano rigorosamente, tenacemente super partes e con trattazione di argomenti politici minimale, si è trasformato in quotidiano di parte schierato politicamente con un solo partito, il PD, e soprattutto con Renzi e il suo stretto giro.

Ho colto questo cambiamento già da quando il Papa era Benedetto XVI.

Ma durante il pontificato di Papa Francesco non vi è dubbio che questa tendenza si è fatta più marcata e persino sfacciata.

Ieri, sul blog ‘Lo Straniero’ di Antonio Socci, ho letto un post interessante che mi ha illuminato e mi ha fatto capire le ragioni politico/culturali di tale profondo cambiamento.

Ma non pago di tale scoperta, sono andato a vedere anche se per caso ci fossero ragioni più terra-terra, in altre parole se ci fossero contributi pubblici all’editoria che avessero spinto in una direzione che non poteva non limitare l’autonomia e la libertà di questa testata storica, fondata 50 anni fa su iniziativa del futuro Papa Paolo VI, una volta davvero religiosa e cattolica e che ha cessato di esserlo.

Così ho letto su ‘Lettera 43’ un articolo che aveva il seguente titolo: “Giornali, a chi sono andati i fondi per l’editoria nel 2016”.
Ma la mia curiosità per essere completamente appagata è andata sul sito della Presidenza del Consiglio – Dipartimento per l’informazione e l’editoria (http://informazioneeditoria.gov.it/it/attivita/contributi-erogati-e-agevolazioni-concesse/contributi-erogati-e-agevolazioni-concesse/2017/).

Mi pare ragionevole indicarvi l’ammontare dei contributi ricevuti da Avvenire durante i governi Letta, Renzi, Gentiloni e cioè negli anni dal 2013 al 2017.

I contributi statali di cui ha usufruito il quotidiano della CEI negli anni indicati sono i seguenti:

2017 € 2.519.173,47 (rata di anticipo al 42,05 %, il totale sarà circa quello dell’anno scorso),

2016 € 5.990.900,04 pari a circa 16.400 euro al giorno

2015 € 4.625.034,74

2014 € 3.917.868,90

2013 € 3.400.075,41

Poiché ho grande stima e rispetto per ciò che fa la Chiesa per i più bisognosi e per l’amore che essa giustamente insegna per la verità, ho voluto riportare questi dettagli.

Allo stesso modo provoca sconforto e rammarico l’ipocrisia di cui è intrisa la linea editoriale di Avvenire che è orientata a colpire con durezza e senza ragioni oggettive il Governo Conte in tutti i suoi esponenti di primo piano.

Non ha evitato però di scodinzolare anche scompostamente intorno agli esponenti degli altri governi.

Da https://www.silenziefalsita.it/2018/10/17/avvenire-pagato-per-anni-coi-soldi-pubblici-dati-dai-governi-pd-attacca-il-governo-conte-e-salvini/?fbclid=IwAR0oVySFbP20PVL1S1oI7P6UXnCcHkB1el6WOzHRzrO2LcVqz9XbPbh_oRQ

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