Longobardi– Il bilancio tracciato dal gruppo consiliare "Progetto Longobardi" sull'estate longobardese 2016 è negativo.
"Estate disastrosa per Longobardi, come era prevedibile".
E' questo il commento dei consiglieri di opposizione Nicola Bruno e Franco Cicerelli.
"Ma ci indigna -prosegue il capogruppo di minoranza Nicola Bruno- che nel giorno del lutto che ha listato di nero l'intero stivale, nel nostro comune, nessuno ha esposto le bandiere a mezz'asta.
Tale dimenticanza è sintomatica della poca attenzione che la maggioranza ha verso le persone, verso le 291 vittime del terremoto del centro Italia.
Negativissimo, poi, è il bilancio sull'estate 2016: cartellone estivo avaro, soprattutto nelle serate di punta, come il 14 ed il 15 agosto; intervento di disinfestazione e di derattizzazione insignificante; spiaggia sporchissima; raccolta dei rifiuti disastrosa, con ritiro effettuato a mezzogiorno, cumuli di sacchetti attaccati alle recinzioni e punti raccolta trasformati in vere e proprie discariche maleodoranti; perdite di liquami in varie parti del territorio ed ancora tasse, tasse, tasse.
Proprio nel mese di agosto i cittadini sono stati attinti da esose bollette dell'acqua 2015 che prevedono la quota fissa di euro 60 ed i consumi, dal 1° metro cubo fino a 200 metri cubi, tassati ad euro 0,90.
Peraltro, il comune non ha tenuto conto della necessaria riduzione per i cittadini del centro storico e dintorni, interessati all'ordinanza di non potabilità del 24 luglio 2015, ancora vigente, così come non ha tenuto conto di chi non è allacciato alla rete fognaria comunale, ugualmente attinto dal canone della depurazione, che come quello dell'acqua, è stato elevato a euro 60!".
La maggioranza -conclude Bruno- non si rende conto che i turisti ci stanno abbandonando anche perchè Longobardi, con questa amministrazione, è diventato il comune meno attrattivo del comprensorio.
I danni alla già debole economia locale sono irreparabili.
Siamo di fronte ad un'amministrazione che fa poco e quel che fa lo fa male".
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L’Ispra ha appena emanato l’XI rapporto degli Indicatori del Clima in Italia, che illustra l’andamento del clima nel corso del 2015 e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia.
La sintesi è drammatica.
Il rapporto è il frutto degli indicatori di temperatura e di precipitazione derivati da circa 1.100 stazioni distribuite sull’intero territorio nazionale.
Il rapporto sottolinea che «dal punto di vista termico il 2015 ha segnato il nuovo record della temperatura media annuale», record che finora apparteneva al 2014 e che probabilmente sarà di nuovo superato una volta concluso il 2016.
In Italia la temperatura media globale è stata di +1.58°C.
In sintesi distinguendo tra macro-aree geografiche, l’anomalia della temperatura media annuale «è stata in media di +2.07°C al Nord, +1.70 al Centro e +1.28°C al Sud e sulle Isole».
Non a caso i nuovi record di temperatura sono stati registrati «soprattutto sulle regioni settentrionali e sulle stazioni in quota dell’arco alpino».
«Dal 1986 l’anomalia termica media globale sulla terraferma è stata sempre positiva. Tutti gli anni successivi al 2000 ed il 1998 sono i più caldi dell’intera serie storica».
Caldo record quindi soprattutto nelle regioni settentrionali, e precipitazioni in calo.
Siccità al nord ed eventi estremi al Sud.
Al Nord e al Centro il 2015 è stato nettamente meno piovoso della norma (rispettivamente -21% e -17%), al Sud e sulle Isole pressoché nella norma».
Anche se in questa “norma” rientra ormai anche un’impennata degli eventi climatici estremi: seppur rimanga difficile «identificare in modo inequivocabile la presenza di trend nei dati delle serie locali di intensità pluviometriche su brevi intervalli di tempo», è un dato di fatto che le precipitazioni sono state mediamente inferiori alla norma quasi ovunque «con la notevole eccezione della Sicilia, che è stata teatro di un numero significativo di eventi estremi, soprattutto nel mese di ottobre.
Altri episodi di precipitazione molto intensa e spesso concentrata in poche ore hanno interessato, nel corso dell’anno, diverse regioni italiane, consolidando la percezione di una tendenza all’aumento della frequenza e della intensità di eventi estremi».
I cambiamenti del clima e il riscaldamento globale non rappresentano, quindi, più una prospettiva lontana nel tempo e nello spazio ma una realtà con cui gli italiani stanno già facendo i conti, pagando un prezzo più salato rispetto alla media globale.
Il 2015 si colloca infatti al 1° posto dell’intera serie dal 1961, superando i precedenti record del 2014 e del 2012. Negli ultimi 20 anni l’anomalia media è stata sempre positiva».
Si salva la zona Tirrenica dell'Hinterland Amanteano che vanta sia il mare, sia la collina di Potame, raggiungibile in pochi minuti, dove la temperatura è mediamente più bassa di 6-8-10 gradi centigradi.
Bene gran parte della costa tirrenica calabrese con le colline prossime al mare.
Della serie #tantopersopravvivere.
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