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Agenpress – Il premier britannico Boris Johnson ha 12 giorni di tempo, cioè fino alla fine di settembre, per presentare una proposta scritta sulla Brexit, altrimenti “è tutto finito”.

Così il premier finlandese Antti Rinne, che ricopre la presidenza di turno dell’Unione europea, aggiungendo di aver concordato questa linea con il presidente francese Emmanuel Macron.

 

 

Una fonte di Downing Street ha risposto alla Bbc che le proposte britanniche saranno fatte “a tempo debito”.

Johnson aveva dichiarato in precedenza di ritenere che il vertice dell’Unione europea del prossimo 17 ottobre fosse il momento e il luogo appropriati per trovare un accordo per un accordo divorzio consensuale e ordinato con Bruxelles, ma di essere pronto a portare il Regno Unito fuori dall’Unione alla scadenza del 31 ottobre, anche a costo di un ‘no deal’.

Il premier britannico afferma che i colloqui con l’Ue stanno facendo progressi e che il Regno Unito avrebbe presentato delle proposte di valida alternativa alla clausola del ‘backstop’ per l’Irlanda del Nord, che il governo di Londra ritiene inaccettabile.

Proposte che l’Ue dice di star ancora aspettando.

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In questo vuoto di potere , mentre il paese è sull’orlo di un precipizio sconosciuto chiamato Hard Brexit, gli stranieri si sono lanciati all'assalto dei centri nevralgici di Londra

La city di Londra è sotto assedio, schiacciata tra Brexit e le mire dei capitali stranieri.

 

 

 

 

 

 

 

L'Inghilterra è oggi un paese in stallo totale, dove non c'è più un Parlamento, chiuso fino a metà ottobre da Boris Johnson con una forzatura istituzionale, e dove non c'è nemmeno un Primo Ministro, uscito con le ossa rotte dal Parlamento che lo ha azzoppato.

In questo vuoto di potere , mentre il paese è sull’orlo di un precipizio sconosciuto chiamato Hard Brexit, gli stranieri si sono lanciati all'assalto dei centri nevralgici di Londra: la scalata di Hong Kong, ex colonia britannica, alla Borsa, al cuore della city e della finanza europea.

Il London Stock Exchange fa gola a tutti: a inizio estate la corazzata Blackstone, il fondo di investimento più grande al mondo, si è lanciato in una scalata alla Borsa con una proposta di matrimonio tra LSE e il gruppo di informazioni Refinitiv, cosa che farebbe del colosso finanziario americano il primo azionista di Londra.

Ora sulla scena compare la Cina.

L'assedio alla roccaforte economica d'Europa si è intensificata con il crollo della sterlina: la moneta di Sua Maestà, che gli inglesi hanno preteso di non abbandonare quando la Ue ha lanciato l'Euro, è stata per anni un baluardo contro la colonizzazione.

Ma la durante l'estate, complice il terremoto Brexit, è scesa ai minimi da 20 anni: con un Pound che valeva 1,5 euro era impossibile tentare scalate al fortino Inghilterra.

Ora, con un cambio sulla parità, è di fatto saltata una grossa barriera.

Mentre il mondo bancario inglese traballa, tra lo scandalo PPI e Brexit, e dunque non può fare da argine all'invasione, gli stranieri si stanno prendendo pezzi di finanza e di paese.

Nel mondo delle tecnologie digitali l'arrembaggio straniero è imponente: sul Fintech alla fine dell'anno gli stranieri avranno investito 11 miliardi di sterline, la cifra più alta di sempre. In cima alla lista c'è Deliveroo, la app per le consegne di cibo a casa che sta diventando una banca per l'enorme quantità di pagamenti digitali che gestisce ogni giorno.

La debolezza delle banche tradizionali, alle prese con continue falle nei bilanci da rattoppare, sta aprendo la strada ai capitali stranieri, smaniosi di conquistare pezzi pregiati di Londra e del paese.

Dailsole24ore 11 settembre 2019 di Simone Filippetti

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Con la bocciatura dell'accordo faticosamente negoziato con Bruxelles, verranno messi in discussione non solo il futuro politico della leader conservatrice britannica Theresa May, ma lo stesso percorso della Brexit come negoziato con l'Europa

 

Brexit, cosa succede dopo il voto di Londra sull'accordo: le ultime notizie e gli scenari

Brexit, bocciato l'accordo negoziato dalla premier britannica Theresa May con l'Unione europea. Sono ben 118 i deputati del partito conservatore che pur sostenendo il governo May, hanno votato contro l'accordo con Bruxelles sulla Brexit.

Con la bocciatura dell'accordo faticosamente negoziato con Bruxelles, vengono messi in discussione non solo il futuro politico della leader conservatrice, ma lo stesso percorso della Brexit.

Brexit, ultime notizie

Aggiornamento 20:50 >>

La Camera dei Comuni britannica ha votato a grande maggioranza contro il piano di Brexit: i voti contrari sono stati 432 contro 202 favorevoli, un margine di 230, il peggiore per un Primo ministro in epoca moderna.

Il leader laburista Jeremy Corbyn ha annunciato di aver presentato una mozione di sfiducia contro la premier britannica Theresa May che verrà discussa domani alla Camera dei Comuni e poi votata alle 19 ora locale (le 20 in Italia).

Lo ha annunciato la leader della Camera Andrea Leadsom.

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In un clima di grande partecipazione e attenzione, si è svolto nella magnifica cornice del Chiostro di S. Bernardino in Amantea, un Convegno dal titolo “Brexit e la visione umanitaria europea” organizzato dal Rotary Club di Amantea.

 

La serata ha visto la partecipazione dei Relatori Dott. Giuseppe ROMEO, saggista-giornalista e dell’Ing. Francesco SOCIEVOLE Governatore Emerito Rotary Distretto 2100.

I saluti di rito rivolti ai presenti sono stati profusi dal Presidente Dott. Salvatore BASSO, il quale ha rimarcato l’impegno nel suo anno di Presidenza che deve maggiormente e più attentamente guardare al territorio ed ai suoi problemi, organizzando a tal proposito una serie di incontri allo scopo di far conoscere meglio l'azione del Rotary Club.

 

La serata è stata moderata dal Prof. Robertino Giardina che ha introdotto i relatori offrendo al pubblico una cornice sintetica dell’argomento.

L’Europa intesa come unione di diversità di popoli che pone continue sfide verso cambiamenti socio politici che sembrano sovrastare le possibilità economiche e il potere politico delle singole comunità.

 

Un’Europa che ha davanti a se una serie di sfide e problematiche che ci accomunano nell’impegno civico e politico, nella ricerca di soluzioni aderenti alla nostra storia ed alla nostra cultura.

Il Dott. Giuseppe Romeo, partendo dall’idea di Europa già disegnata nel Sacro Romano Impero, arriva ad evidenziare le discutibili scelte economiche che hanno determinato le disastrose guerre mondiali. Un’Europa caratterizzata da un umanesimo solidale e unificante, è possibile solo con una rinegoziazione dei trattati che hanno costruito quest’Europa, che percepiamo solo come ‘economica e finanziaria’. Il rischio Brexit, inteso come diffusione di un’idea di Europa debole, esiste se non si riuscirà a trovare le giuste risposte alle istanze dei cittadini che si sentono “europei” sempre più relegati da visioni esclusivamente economiche e finanziarie e sempre meno attente alle necessità contingenti e diversificate del continente.

L’intervento dell’Ing. Francesco Socievole, invece, si è incentrato soprattutto sulle attività della Rotary Fondaution in Europa e in Africa. Dati complessi riguardanti vaste aree del pianeta, Africa, Medio Oriente ed Europa, protagoniste dell’intervento umanitario rotariano. Azione rivolta a lenire sofferenze legate alla scarsità dell’acqua, cibo e beni primari o a vicariare situazioni sanitarie degne di interesse per gravità e rischi umanitari. Così è emersa l’azione per debellare la poliomelite che vede il Rotary in prima linea e gli interventi per la costruzione di pozzi di acqua potabile. Inoltre, è stato illustrato il contributo del Rotary nella diffusione delle idee dell’umanesimo illuminista europeo in ambito Onu e Unesco, ponendo l’accento proprio sulla questione dei diritti umani fondamentali e irrinunciabili dell'uomo.

Le conclusioni, affidate al Dott. Antonio Frangione, Vice Presidente del Rotary Club Amantea, hanno evidenziato l’attenzione e la partecipazione del pubblico, nonostante una calda serata d’agosto, ad un argomento così attuale ed interessante.

Amantea 12 agosto 2016

Non manca il Rotary Club di Amantea di affrontare con tempestività ed autorevolezza la tematica più attuale e contingente della Brexit, della Visione umanitaria europea, della cooperazione fra i popoli e dell’umanesimo rotariano.

 

 

E lo fa con un convegno che si terrà domani 12 agosto nel Chiostro della Chiesa di San Bernardino con inizio alle ore 21.00.

Dopo i saluti del Dr Salvatore Basso neo presidente 2016-2017, l’ incontro pubblico dal tema “ La Brexit e la visione umanitaria europea”

L’incontro sarà moderato dal prof Robertino Giardina.

Relazioneranno:

Il saggista Giuseppe Romeo sul tema “Brexit e l’Europa. Assetti geopolitici continentali e nuovo ordine mondiale”;

L’Ingegnere Francesco Socievole sul tema “ L’Umanesimo rotariano e la cooperazione fra i popoli!”

Le conclusioni saranno tratte dal dr Antonio Frangione “Vicepresidente 2016-2017 del Rotary Club di Amantea.

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Una riflessione sul "caso Brexit" non è semplice.

Desidero, però, condividere un pensiero su quanto accaduto e su quanto sta accadendo.

Si tratta di un mio punto di vista che - offrendo giudizi anche su alcuni eventi - resta, conseguentemente, opinabile.

IL RUOLO DELLA DEMOCRAZIA

Partiamo da quanto accaduto: l'uscita del Regno Unito dall'UE.

La Democrazia, ovvero quel sistema di governo in cui la sovranità è esercitata dall'insieme dei cittadini attraverso il voto, è meravigliosa (insostituibile). Ma come tutte le cose belle ha dei costi e soffre di alcune patologie.

Il prezzo questa volta lo pagano i giovani UK: sono stati gli ultracinquantenni a decidere il loro futuro (il 75% degli under 25 ha votato "Remain"). Si impone una riflessione.

La malattia, invece, è quella di cui alle volte soffre la legittimazione popolare: il populismo (ed io ritengo che la demagogia abbia giocato un ruolo determinante ai fini dell'esito del referendum). Viene da chiedersi: il popolo ha sempre ragione? Il caso di scuola è: "chi volete libero: Gesù o Barabba?". Tutti conosciamo quale fu la risposta.

I SEGNALI NEL PASSATO

Tralascio le considerazioni sulle conseguenze negative per il Regno Unito e per i Paesi dell'UE; anche perchè dovrei necessariamente addentrarmi in riflessioni che concernono gli equilibri della finanza globale e, sinceramente, oggi ritengo il tema sia un altro.

Il Regno Unito si è comunque diviso. Circa la metà degli inglesi voleva restare.

Non si tratta di applicare la logica del "chi è causa dei suoi mali" (me ne guarderei bene), ma ciò che accade oggi non può non essere riconducibile in parte all'atteggiamento che storicamente il Regno Unito ha tenuto nei confronti dell'UE. Quell'orizzontalità della costruzione comunitaria è venuta meno, infatti, a causa del desiderio egoistico di utilizzarne solo le opportunità economiche (è chiaro che qui, anche altri, hanno responsabilità: a partire dalla Germania, con il suo modello cooperativo all'interno e fortemente competitivo all'esterno).

La deroga permanente sulla moneta unica, l'opt-out sulla Carta dei Diritti Fondamentali, le miriadi di eccezioni richieste giorno dopo giorno, politica dopo politica, trattato dopo trattato, oggi pesano come un macigno sull'uscita.

L'EUROPA DELLA PACE

Ciò che mi preoccupa oggi è l'effetto domino, il fatto che i vecchi e i nuovi populisti possano utilizzare il malessere sociale per distruggere l'Unione Europea, il timore che l'irresponsabilità dei politici possa compromettere la pace.

C'è un'Europa del populismo che vuole avere la meglio sull'Europa dei popoli. E questo accade anche per colpa della nostra mancanza di memoria.

L’Unione Europea è nata da un bisogno di pace ed ha generato settant’anni di pace, il periodo più lungo della sua storia.

Quando difendiamo l'Europa, difendiamo il diritto dell'uomo alla pace.

Occorre non dimenticarlo al di là di ogni considerazione di opportunismo economico.

UNA NUOVA EUROPA DEI POPOLI

La Brexit può essere un'opportunità per ripensare l'UE.

Un’Europa che sia innanzitutto comunità.

Mi piace pensare all'Europa con le parole di Vittorio Arrigoni: "Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia, che è la famiglia umana".

Mi piace pensare all'Europa dei popoli: di tutti i popoli, non solo di quelli che vivono nel nostro continente.

Quando percepisco l'egoismo europeo dinnanzi a donne e uomini che fuggono rincorrendo il loro diritto alla sopravvivenza, il loro diritto alla vita, provo un senso di forte disagio, e riecheggia nella mia testa sempre la stessa frase "ho ucciso mio fratello con l'odio nel cuore, è stato l'odio a distruggere la mia famiglia" (dal film "Il sapore della vittoria").

L'Europa da rifondare dovrà essere l'Europa della pace, della fratellanza, della solidarietà, dell'amicizia tra i popoli, dei migliori sentimenti umani.

Per questo resto convintamente e fermamente europeista.

Amantea, 26 giugno 2016

                                                                          Enzo Giacco   Segretario PD Amantea

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