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Trentotto anni fa ero davanti alla televisione e con trepidazione seguivo come del resto milioni di italiani una ininterrotta trasmissione RAI.

Un bimbo era precipitato in un pozzo artesiano molto stretto e centinaia di persone provenienti da ogni parte d’Italia stavano cercando di tirare fuori quel bimbo di nome Alfredino Rampi da quell’inferno umido, buio e stretto in cui era precipitato.

C’era anche il Presidente della Repubblica Sandro Pertini che in silenzio seguiva da vicino i lavori degli speleologi e le fatiche dei soccorritori.

Purtroppo i soccorritori non sono riusciti a salvare il piccolo Alfredino.

Quando dopo numerosi tentativi sono giunti ad afferrarlo Alfredino era già morto.

Ora a distanza di quasi quaranta anni mi è toccato di rivivere le stesse ansie, le stesse trepidazioni, lo stesso dolore di allora.

Un bambino spagnolo di nome Julen anche lui è caduto in un pozzo ed è morto.

Aspettavo un miracolo, per questo ho pregato a lungo.

Le mie preghiere non sono servite a niente e il miracolo non si è verificato.

Quando i soccorritori, che hanno lavorato ininterrottamente per lunghi dieci giorni lo hanno raggiunto scavando un altro pozzo lateralmente, Julen era già morto.

Niente miracolo. Solo dolore e sconforto.

Tutti abbiamo pregato e sperato che il piccolo fosse ancora in vita, purtroppo all’1 e 25 di ieri notte è giunta la ferale notizia: Julen è morto.

Niente lieto fine, niente anche questa volta miracolo.

Solo un miracolo poteva salvare Julen.

Le cose,purtroppo, sono andate come per il piccolo Alfredino di Vermicino, vicino a Roma, 40 anni fa.

Allora, dopo aver appreso la sua orribile morte, avvenuta certamente per soffocamento, andai a letto dopo aver spento la televisione senza dire una parola, senza fare rumore per non svegliare i miei marmocchi che dormivano tranquilli in un letto caldo accanto alla loro mamma,   due calde e grosse lacrime rigavano il mio volto stanco e assonnato, perché non avevo chiuso gli occhi per tutta la notte neppure per un istante.

Sono stato sempre incollato al televisore aspettando il miracolo.

Ora, caro Julen anche tu ci hai lasciato.

Sei morto anche tu come Alfredino.

Sei volato in cielo e sono sicuro che gli Angeli e gli Arcangeli ti accompagneranno alla Santa Gerusalemme.

Riposa in pace.

Dove sei ora non troverai più pozzi, non troverai un buco di appena 25 centimetri, freddo e buio. Troverai un sole caldo che riscalderà le tua membra e potrai in pace con la schiera degli Angeli e con Alfredino di Vermicino mangiare e gustare le caramelle che avevi in mano quando sei caduto nel pozzo.

Ciao Julen.

Pubblicato in Mondo

Gli enormi sforzi delle squadre di soccorso sono stati vani. Julen, il bimbo di due anni caduto in un pozzo a Totalán (Málaga) domenica 13 gennaio, è stato trovato morto.

"Disgraziatamente ...nonostante tanti sforzi da parte di tanta gente, non è stato possibile

 

...#RIPJulen", si legge in un post su Twitter della Guardia Civil, che rivolge ai familiari "le più sincere condoglianze".

Il ritrovamento è avvenuto all'1,25 di questa mattina, si legge su 'El Paìs', dopo quasi due settimane di incertezza prima e di delusione poi, non appena ci si è scontrati con le diverse avversità delle ricerche.

Dal pomeriggio di domenica 13 gennaio, le squadre di soccorso hanno lavorato giorno e notte per trovare il bambino, caduto nel pozzo costruito illegalmente di circa 110 metri di profondità e 25 centimetri di larghezza).

Resta aperta l'inchiesta della Guardia Civil per appurare come il bambino di due anni sia potuto cadere nel pozzo.

I genitori del piccolo, José Roselló e Victoria García, sono conosciuti dai vicini nel quartiere di El Palo, a Malaga, ai piedi delle montagne dove si trova Totalán.

Nel 2017 hanno perso un altro figlio, Óliver, morto improvvisamente a 3 anni mentre camminava lungo la spiaggia con i suoi genitori.

Pubblicato in Mondo
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