Massimo Ruggiero non è più tra noi. Ma è difficile dimenticarlo. Ed ancora più difficile non ricordarlo quando si parla di Amantea e della sua storia, quella storia che scende indietro nei millenni e che arriva alla Temesa ausonica, la Temesa della Principessa del museo di Serra d’Aiello
Alcuni giorni fa ero insieme agli “uomini di Temesa”: Parlo dei fratelli Perri del gruppo Alybas, del prof. Gioacchino Francesco La Torre e del prof. Fabrizio Mollo della Università di Messina, del dr Gregorio Aversa della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, Ufficio di Scalea, del dr Maurizio Cannatà.
Mancava solo Massimo Ruggiero, uno dei pochi amici amanteani che hanno profondamente amato questa terra e la sua storia.
E mi è venuto in mente uno dei momenti più belli delle nostre comuni esperienze .
Eravamo nel fiume Oliva, in alto, sotto l’abitato di Serra d’Aiello, prima della attuale diga, e gli descrivevo che, come conseguenza delle ripetute carestie medievali, i calabresi della costa tirrenica cominciarono a disboscare le colline appenniniche con il risultato dei ripetuti crolli dei versanti e correlato sversamento nelle sottostanti valli fluviali . Da qui la formazione delle brevissime piane tra cui quella di Amantea e di Oliva, appunto.
E gli raccontavo della simulazione dell’arretramento della costa, e di converso delle diverse posizioni temporali della costa tirrenica.
Una prova era la stampa seicentesca che mostrava la attuale piano dell’Oliva invasa dal mare, l’altra il Libro di re Ruggiero edito il 1152 nel quale Al Idrisi parla del porto dell’Oliva
Stava in silenzio ad ascoltarmi mentre gli facevo rivivere la storia all’incontrario con questo straordinario porto che si spostava verso lì’interno fino a giungere sotto l’attuale Serra d’Aiello.
Gli descrivevo le navi romane e greche alla fonda nel porto, ai commercio di ferro per bronzo ma anche di olio e vino, grano e sementi.
Ed azzardai che questa terra fosse la antica Temesa omerica legata alla storia di Ulisse.
Già ma come dimostrarlo?
Ci lasciammo perché lui doveva fare la notte, conducendo uno dei tanti treni della sua vita, quelli che non gli impedivano di pensare ad Amantea ed alla sua antica storia.
Drin, drin. Erano le nove del giorno dopo. Era lui, appena tornato dal servizio, dopo una notte insonne. Al citofono mi disse “Temesa è qui!”.”Sali che ho appena fatto il caffè”
E mi portò gli “Studi Istorici su la magna Grecia e su la Brezia” per Nicola Leoni edito a Napoli il 1862, un testo che aveva trovato e comprato nella “sua” Napoli che spesso raggiungeva per lavoro.
“Leggitelo tutto, soprattutto il capitolo LXXII , i capoversi 801 ed 802”, poi andò a riposare. E lessi:” Cluverio, attenendosi alla tavola peutingeriana, in cui è segnata a X miglia antiche da Clampetia ( Tavola Peutingeriana XXXII) ne riconosce le sue ruine a sud di Amantea, in un luogo detto Torre Loppa( Filippo Cluverio Danzica, 1580 – Leida, 31 dicembre 1622 Italia Antica edito postumo il 1624, pagina ), eccetera, eccetera.
E poi il capoverso successivo:”Non molto lungi da Tempsa sorgeva un tempietto, circondato di olivastri, sacro a Polite, uno dei compagni pretesi di Ulisse”
Compresi, allora, il suo sorriso quando mi porse il testo.
Ecco io l’ho ricordato così, l’altro giorno , felice come il bambino che ha scoperto uno dei primi misteri della vita, felice di condividerlo.
E so che questo sorriso lo accompagna là dove ora si trova. Ciao, Massimo! Temesa è davvero qui!!
Nota finale. Avevo scritto questa storia per poterla leggere una di quelle sere che avremmo dovuto dedicargli, ma che non siamo riusciti ad organizzare . E così ora la affido al sito perché la conoscano tutti!
“…, iam non possum oblivisci meam hanc esse patriam,..)Cicerone
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Cronaca