Una generazione costretta nell’angolo del ring, condannata ad entrare nel mondo del lavoro da precaria ed in età inoltrata. Questo atteggiamento sconsiderato è figlio di una generale immoralità pubblica e privata, di cui si percepisce una netta e squallida sensazione ogni volta che si leggono i giornali o si vede un telegiornale qualsiasi.
Alcuni meridionali hanno cominciato a rendersi conto di questa bancarotta, cominciano a capire che il loro futuro non può essere delegato a governanti che parlano una lingua a loro sconosciuta. Sono dati di un tracollo senza appello a cui si continuano a contrapporre, almeno fino ad oggi, le solite politiche sterili e fini a se stesse che hanno ormai condannato allo spopolamento di una delle aree più belle e culturalmente importanti del nostro Paese.
La Calabria, che ultimamente ha subito un’invasione di alcuni gasteropodi terrestri (esemplare di mollusco provvisto in genere di una conchiglia dorsale avvolta a spira da cui fuoriesce una zampetta per la locomozione e il capo con occhi tentacolati, si ciba praticando fori nei fragili muri della sua povera dimora, attraverso cui succhia la carne delle sue vittime).
Così come in natura esistono predatori che catturano e uccidono altri animali per alimentarsi, anche fra gli esseri umani si verifica un fenomeno simile. Fenomeno violentissimo di cui sono protagonisti i cosiddetti predoni; veri e propri “rapaci” e le loro sfortunate vittime: semplici e a volte sprovveduti cittadini.
Dopo secoli di angherie, i Meridionali si sono “abituati”, quasi fosse normale, ad Amministratori della Cosa pubblica, che per lunghi anni hanno saccheggiato le risorse pubbliche, lasciando anche ai propri dirigenti la gestione degli uffici pubblici nell’interesse personale o di gruppi di potere, nessuno di questi esseri mostruosi sembra esser mosso da altro che dall’ ingordigia di acquisire dei vantaggi, più che dalla volontà di offrire un servizio alla collettività.
Nessuno crede più in niente, tanto che la collettività Calabrese appare triste e rassegnata, senza alcun impulso, senza nutrire alcuna speranza, sempre più chiusa in sé stessa.
L’identikit del rapace: in apparenza si tratta di un soggetto come tanti, non è quasi mai un leader. Solitamente è spilorcio, egocentrico, narcisista e con delle ideologie razziste. Il suo obbiettivo è la decomposizione morale, personale, psicologica e sociale delle sue vittime, tanto che a volte si arriva al punto in cui queste decidano di porre fine alla loro vita. Uno sguardo, una parola o una semplice insinuazione possono bastare a scatenare un processo di distruzione dell’altro. Le azioni portate a termine dai predoni sono così quotidiane che a volte sembrano quasi normali, mentre le vittime stanno zitte e soffrono in silenzio. Attraverso un processo di violenza morale e psicologica continua, si può infatti arrivare a fare a pezzi un’altra persona.
Questa metastasi tumorale, creatasi negli ultimi decenni, ha avuto una forte accelerazione con l’avvento al potere di “partiti” che perseguono esclusivamente i biechi interessi di una minoranza, a scapito della maggioranza dei cittadini. Le forti differenze economiche generatisi a seguito di decenni e decenni di politica che ha favorito lo sviluppo industriale ed economico solo in alcune zone, con le altre condannate ad essere serbatoio di voti per le elezioni e mercato per assorbire i prodotti ed i servizi offerti dalle prime.
L’auspicio è che a questo si riesca a porre fine e con le parole di Lucio Dalla: “
…La televisione ha detto che il nuovo anno |
porterà una trasformazione |
e tutti quanti stiamo già aspettando |
sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, |
ogni Cristo scenderà dalla croce |
anche gli uccelli faranno ritorno. |
Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno, |
anche i muti potranno parlare |
mentre i sordi già lo fanno. |
E si farà l'amore ognuno come gli va, |
anche i preti potranno sposarsi |
ma soltanto a una certa età, |
e senza grandi disturbi qualcuno sparirà, |
saranno forse i troppo furbi |
e i cretini di ogni età.” |
Gigino A Pellegrini & G elTarik