Che batosta! Ai ballottaggi del 28 e 29 maggio vince il centrodestra. E piove sul bagnato anche con il voto in Sicilia. Quindici giorni fa dopo le consultazioni elettorali amministrative del primo turno il giornale “la Repubblica” in prima pagina titolava a caratteri cubitali “L’onda di destra si è fermata”. Eppure si era affermata in 4 Comuni importanti, negli altri era andata al ballottaggio. Tutti gioivano, tutti a cantare vittoria. Il centro destra aveva vinto a malapena in 4 Comuni, negli altri speravano che ci sarebbe stato un ribaltone. E così il segretario del Pd Schlein e quello dei 5Stelle Giuseppe Conte a percorrere in lungo e in largo tutta l’Italia a fare comizi, a raccontare balle, a dire che l’Italia era in pericolo e che a breve ci sarebbe stata una marcia su Roma, perché il fascismo era alle porte. Io non me ne sono accorto, né ho visto uomini col fez, con le baionette e con la bottiglia di olio di ricino in mano. E’ passata davvero una camionetta sotto casa mia. Era l’arrotino che gridava a squarciagola: Ammola forbice, curtielli e rasuli. Secondo Schlein e Conte, e i sondaggisti radical chic il centro destra ai ballottaggi sarebbe senz’altro crollato. Lo dicevano pure i giornalisti di sinistra nei talk show televisivi, lo affermavano con spocchia i maggiori giornali italiani, quelli che secondo alcuni hanno il polso del Paese.E’ andata davvero così? Turno del ballottaggio: Il centro destra ha vinto ovunque a valanga. Ha espugnato finanche Ancona, dove da sempre questa città è stata amministrata da una coalizione di centro sinistra. Ha perso, però, a Vicenza. E guarda caso è stata l’unica città il cui candidato a Sindaco del centro sinistra ha tenuto alla larga il segretario del proprio partito. Non venire a Vicenza, altrimenti mi farai perdere le elezioni. Che batosta, mamma mia! Una Caporetto imprevista, anche nelle città dove il Pd si presentava insieme al Movimento 5 Stelle. C’è stato l’effetto Schlein da molti sperato? Sì, c’è stato, ma al contrario. E non c’è stato neppure l’effetto Fabio Fazio -Litizetto, e Lucia Annunziata. La salvifica svolta a sinistra non c’è stata e i sondaggi che raccontavano di un miracoloso ”effettoSchlein” anche questa volta hanno fallito. Erano evidentemente falsi, confezionati a pagamento per ingannare il popolo italiano. E “l’effetto Schlein”? Sparito. Non c’è stato neppure in Sicilia. E il M 5 Stelle? Crollato. Sparito dappertutto. Conte, dove si è presentato ha riempito come al solito le piazze ma non le urne.
Agli italiani, e lo hanno ribadito ancora una volta, il nuovo corso del Pd non piace e non hanno nessuna intenzione di seguire il nuovo segretario Schlein, il quale, per la prima volta, ha dovuto ammettere che le elezioni il Pd le ha davvero perse. E’ stato battuto clamorosamente dalle destre. Si è consolata, però, che il suo partito è risultato ancora una volta il primo partito in Italia. Che bella soddisfazione! Non ha ancora capito che agli italiani e a quegli elettori che si recano ancora alle urne non interessano le avventure ideologiche comunistoide come l’utero in affitto, la patrimoniale, la tassa di successione, lo jussolae, la finta pace in Ucraina, i diritti Lght, il pericolo immaginario e strumentale di un possibile ritorno al fascismo. Beh, la balla sul fascismo ha incominciato a stufare persino gli amici della Schlein. ! “Fuori dai palazzi, dalle redazioni dei giornali e dai centri storici radical chic noi non esistiamo”, parola di Paola De Micheli.
Ora la Schlein, malgrado la batosta, lancia un appello ai 5 Stelle e al Terzo Polo: -Da soli non si vince. In due mesi non si ricostruisce-. Campa cavallo che l’erba cresce. Il significato di questo antico proverbio contadino è un invito ad essere paziente, a non mollare mai specialmente nei momenti difficili. Gli obiettivi si potranno raggiungere solamente se si ha pazienza e costanza. Alla fine, il risultato sperato arriverà. Quando? Il prossimo anno nelle elezioni europee? Fra cinque anni? Fra dieci anni? Campa cavallo che l’erba cresce. Nel frattempo, però, Conte e il Pd della Schlein si leccano le ferite sanguinanti e pruriginose. Ora bisogna ripartire, il treno si è fermato. L’ennesima ripartenza. Anche l’Unità, il giornale dei comunisti italiani un’altra volta in edicola, ha commentato la sconfitta del Pd. Mamma mia, che botta! Una botta tremenda. Voglio augurarmi che sia giunta fino a Roma e che l’abbiano sentita nei Palazzi che contano.