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Leggo che tra il 10 e il 14 ottobre 2018 nelle città di Reggio Calabria e di Scilla si terrà, per la prima volta, il meeting annuale 2018 degli operatori del turismo tedesco.

Si tratta di uno degli appuntamenti di settore più importanti a livello europeo e che in 68 edizioni non si e' mai tenuto in Italia.

Lo ha annunciato la Deutscher ReiseVerband.

L'evento coinvolgerà circa mille operatori del turismo tedesco.

Sembra che per questo evento si siano interessati la dottoressa Angela Vatrano del dipartimento regionale del Turismo e soprattutto il dott. Bastianelli, direttore Enit, che avrebbe suggerito la Calabria ed in particolare la Costa Viola quale luogo destinato ad accogliere questa prestigiosa manifestazione.

Sarebbe un vero peccato se Amantea non approfittasse di questa opportunità per promuoversi sul piano europeo, e tedesco , in particolare.

E’ necessario che l’assessorato diventi un vero assessorato, dotato di uno specifico ufficio, di qualificate professionalità, di mezzi finanziari importanti.

Occorre comprendere che il turismo, soprattutto internazionale, è la strada, forse l’unica, da seguire per far crescere l’economia cittadina e di riflesso quella del comprensorio.

Occorre spiccare il volo.

Basta ad una politica senza respiro, basta ad una cultura senza conoscenza, basta da una città che non ha sogni.

Basterebbe un buon opuscolo in tedesco da consegnare ai mille operatori del turismo tedesco e poi tanto altro a cui la politica non pensa o che è impedita a tradurre in realtà…..

Peraltro ad Amantea ci sono giovani che parlano correntemente il tedesco e che potrebbero essere impiegati per tradurre l’opuscolo e soprattutto incontrare gli operatori tedeschi.

Il tempo c’è. I soldi si possono trovare ( vedi carnevale)

Manca la voglia e la lucidità.

Non solo ma in Germania ci sono tantissimi amanteani e figli di Amanteani che potrebbero essere i nostri ambasciatori turistici e distribuire i nostri opuscoli, magari alla ITB di Berlino…..

Ed infine ………..

Ma di questo ed altro si potrà parlare quando l’assessore avrà un ufficio all’altezza ed una commissione tecnica finalizzata allo sviluppo del turismo amanteano……

Giuseppe Marchese

Pubblicato in Primo Piano

Vi presentiamo l’articolo di Vocidallestero di Malachia Paperoga

Di Zero Hedge, 27 febbraio 2018

Finalmente la Merkel ammette l’esistenza delle zone “No-Go” tedesche e promette di eliminarle.

Dopo che il mainstream ha fatto di tutto per negarne l'esistenza, la Cancelliera tedesca Merkel è costretta a parlare delle zone "no-go" tedesche, riconoscendone la pericolosità e impegnandosi ad eliminarle.

Ormai perfino coloro che hanno propagandato la politica delle "porte aperte" sono costretti a riposizionarsi politicamente, sposando le iniziative degli stessi governi che loro criticavano, come il governo ungherese, polacco e bulgaro.

A seguito della nuova cooperazione tra i conservatori tedeschi e i Social Democratici (SPD) su diverse questioni politiche, la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha concesso un'intervista alla trasmissione TV tedesca RTL Aktuell, dove ha discusso di molte posizioni politiche – inclusa l’ammissione dell’esistenza di zone “no-go” in Germania, e la necessità di fare qualcosa a riguardo.

A causa di un aumento dei reati commessi da immigrati, i funzionari tedeschi hanno iniziato lentamente ad ammettere l’impatto negativo causato dall’ondata di immigrati accolta a seguito dei disordini in Libia e nelle regioni circostanti – fino al punto di offrire migliaia di euro a coloro a cui veniva rigettata la richiesta di asilo.

Questo programma, che il governo ha chiamato “Il tuo paese. Il tuo futuro. Adesso!” continuerà fino a febbraio del prossimo anno. I singoli immigrati possono ricevere fino a mille euro se scelgono volontariamente di tornare a casa, mentre le famiglie possono ricevere fino a tremila euro per fare la stessa cosa. Questo aiuto è pensato per aiutare i richiedenti asilo la cui richiesta viene rigettata ad integrarsi nuovamente nel loro paese di origine – Quartz

Mentre parlava di voler mantenere la Germania un posto sicuro, la Merkel ha detto che “per me è sempre importante che la sicurezza interna sia compito dello stato, lo stato ha il monopolio del potere, lo stato deve assicurarsi che i cittadini abbiano il diritto di essere al sicuro, in qualsiasi momento si incontrino o si muovano in un posto pubblico”.

Poi la Merkel ha discusso l’esecuzione della politica “tolleranza zero” tedesca:

“Questo significa, per esempio, che devono essere eliminate le zone “no-go”, e che non è accettabile che vi siano posti dove nessuno si azzarda a entrare. Questi posti esistono, vanno chiamati col loro nome e bisogna fare qualcosa a riguardo. E io penso che Thomas de Maizière abbia fatto un ottimo lavoro come Ministro dell’Interno, ma ora diciamo anche che vogliamo una legge per la polizia, non possiamo avere differenti standard di sicurezza in diverse regioni e le regole devono essere piupi uniformi possibile”.

Dopo il drammatico afflusso di immigrati in maggioranza nordafricani, molte pubblicazioni tedesche hanno documentato il problema crescente delle zone “no-go” – zone dove è pericoloso viaggiare per i cittadini non musulmani.

Il quotidiano Bild, la rivista Focus, e altri, hanno identificato (qui, qui e qui) più di 40 “aree problematiche” (Problemviertel) in Germania. Si tratta di zone dove l’alta concentrazione di immigrati, l’alto tasso di disoccupazione e la dipendenza cronica dallo stato sociale, combinata con la decadenza urbana, sono diventate incubatori di anarchia.

In un articolo intitolato “Rapporto sui ghetti in Germania”, la Bild descrive queste aree come “ghetti in espansione, società parallele e zone no-go”. Queste includono: Berlin-Neukölln, Bremerhaven-Lehe/Bremen-Huchting, Cologne-Chorweiler, Dortmund-Nordstadt, Duisburg-Marxloh, Essen-Altenessen, Hamburg-Eidelstedt, Kaiserslautern-Asternweg, Mannheim-Neckarstadt West and Pforzheim-Oststadt.

Il problema delle zone no-go è particolarmente grave nella North Rhine-Westphalia (NRW), la regione più popolosa della Germania. Secondo il Rheinische Post, le zone problematiche della NRW includono:

Aachen, Bielefeld, Bochum, Bonn, Bottrop, Dorsten, Duisburg, Düsseldorf, Essen, Euskirchen, Gelsenkirchen-Süd, Gladbeck, Hagen, Hamm, Heinsberg, Herne, Iserlohn, Kleve, Cologne, Lippe, Lüdenscheid, Marl, Mettmann, Minden, Mönchengladbach, Münster, Neuss, Oberhausen, Recklinghausen, Remscheid, Rhein-Erft-Kreis, Rhein-Sieg-Kreis, Solingen, Unna, Witten and Wuppertal. -Gatestone Institute

Il Presidente del sindacato dei Poliziotti tedeschi, Rainer Wendt, ha dichiarato che: “A Berlino o nel nord di Duisburg ci sono quartieri dove i colleghi non si azzardano nemmeno a fermare la macchina – perché sanno che verrebbero circondati da 40 o 50 uomini.” Questi attacchi equivalgono a una “sfida deliberata all’autorità dello stato – attacchi durante i quali gli autori esprimono il loro disprezzo per la nostra società”.

Ci sono un sacco di altre storie che a quanto pare non riescono mai ad uscire sui media mainstream europei, ma che sono state documentate da gruppi come il Gatestone Institute.

“Una volta il Duisburg-Marxloh era una zona residenziale e commerciale molto popolare. Ora i clan si sono impossessati delle strade. La polizia è impotente. Inoltrarsi nel distretto è da incubo” – dice il canale TV N24.

La polizia dice di essere in allarme per la brutalità e l’aggressività dei clan, che sembrano considerare il crimine come uno svago. Se la polizia interviene, centinaia di membri del clan si attivano per affrontarla.

Un rapporto di 17 pagine preparato per il consiglio regionale dell’NRW ha rivelato che i clan libanesi di Duisburg si dividono i quartieri per esercitare le loro attività criminali, come la rapina, lo spaccio di droga e l’estorsione.

“Altre raccolte di dati non sono legalmente ammesse. Sia internamente che esternamente, ogni distinzione che possa essere usata per svalorizzare gli esseri umani deve essere evitata. In quest’ottica, l’uso del termine “clan di famiglia” è vietato alla polizia” – Ralf Jager, Ministero degli interni, North Rhine-Westphalia.

Due ufficiali di polizia hanno fermato un guidatore che era passato col rosso. Il guidatore è uscito dalla macchina ed è scappato. Quando la polizia l’ha raggiunto, è stata affrontata da più di 50 immigrati. Un ragazzino quindicenne ha attaccato un poliziotto dalle spalle e ha iniziato a strangolarlo, fino a fargli perdere i sensi.

Duisburg, che ha una popolazione totale di 500.000 abitanti, ospita circa 60.000 musulmani turchi, il che la rende una delle città più islamizzate della Germania. Negli ultimi anni, tuttavia, migliaia di Bulgari e Romeni (inclusi i Sinti e gli “zingari”) sono apparsi a Duisburg, creando un mix esplosivo etnico-religioso.

Pertanto, mentre gli europei sono stati ingannati per fargli accettare un esercito di immigrati con il pretesto dell’aiuto umanitario, i leader liberali dell’Unione europea stanno finalmente rendendosi conto del fatto che l’aumento del crimine associato ai loro nuovi “vicini” non viene accettato serenamente dalla popolazione locale.

   E mentre l’Unione europea si è spinta a criticare la Polonia, l’Ungheria e la Bulgaria per non aver accettato gli immigrati – la Germania, nel frattempo, sta infine occupandosi delle zone “no-go” che hanno reso un inferno la vita dei cittadini tedeschi che osano entrarci.

Muro di Monaco

Profughi che attaccano la Polizei

Pubblicato in Mondo

Mi chiamo Luca ed ho 30 anni.

Sono anni che mi arrangio a fare di tutto.

Anche il volontariato vero, quello mie spese.

Amo la mia terra ma a 30 anni non posso più aspettare che la Calabria mi offra una vera opportunità di lavoro.

Mi hanno detto di aspettare che sarebbe cambiato tutto.

Sono anni che aspetto, ma non cambia nulla.

Anzi vedo che le cose peggiorano.

In Calabria lavorano solo i figli dei potenti, i protetti dei potenti.

Ed io non lo sono.

E così con rabbia, magone, grande tristezza sono stato costretto a scegliere tra la mia terra che non offre nulla ed un altro paese dove potrò lavorare.

A giorni partirò.

Sarò emigrante , come quelli di un tempo, pieno di buona volontà, di coraggio, di onestà.

Uomo ed insieme emigrante

Addio Calabria mia, addio mia Cleto, addio mia Amantea, addio mia famiglia.

Pubblicato in Basso Tirreno

New York, 26 aprile. Lo dice James Clap per capo dell’intelligence americana.

 

Cellule terroristi che dormienti dello Stato islamico sono presenti in Italia, in Germania e nel Regno Unito.

Si tratta di gruppi analoghi a quelli che hanno organizzato gli attentati di Bruxelles dello scorso 22 marzo, in cui più di trenta persone sono state uccise.

 

A lanciare l'allarme ieri è stato il capo dell'intelligence americana James Clapper a un evento con il quotidiano statunitense Christian Science Monitor.

Alla domanda se credeva che esistano simili cellule clandestine nelle tre nazioni europee, Clapper ha risposto "Si".

 

Clapper ha sottolineato la necessità per i Paesi dell'Unione Europea di impegnarsi di più nella condivisione di informazioni d'intelligence per contribuire a contrastare attacchi terroristici.

 

Secondo l'esperto, il desiderio delle nazioni Ue di incoraggiare la libera circolazione di beni e persone attraverso i loro confini e di garantire la privacy dei propri cittadini "in alcuni casi è in conflitto con la responsabilità di proteggere la sicurezza"(askanews).

Pubblicato in Mondo

“ Se dovessi sentirti male o per qualsiasi cosa chiamami; hai il mio numero di cellulare”.
Così gli aveva detto Marcello B., il vicino di casa, sensibile al fatto che Domenico vivesse solo.

 

Ma il destino non è stato propizio, sembra, a Domenico, probabilmente morto per un infarto fulminante che gli ha impedito di scendere dal letto e chiedere soccorso.

Così è stato trovato; sul letto con la gamba che sembrava dovesse portare fuori per scendere.

 

Marcello B. lo ha chiamato nei giorni scorsi, salendo o scendendo le scale, senza avere risposta ed alla fine, preoccupato, ha allertato le forze dell’ordine ed il 118.

Arrivano i Vigili Urbani che chiamano il 118.

Domenico ha il viso nerissimo.

Non c’è nulla da fare Domenico Presta, nativo di Belmonte Calabro, ottantenne, emigrato in Germania per tanti anni, è morto da giorni.

Le mosche infestano la stanza.

Sono state proprio loro a segnalare che qualcosa non andava.

E poi c’erano quelle finestre chiuse, non aperte nemmeno nei giorni di sole, come oggi, hanno chiuso il cerchio.

Appena aperte il tanfo mortale ha riempito il vicolo.

 

Arrivano anche i Carabinieri della locale stazione di Amantea che muniti di mascherine si avviano per compiere il delicato compito di accertamento.

Viene avvertito il magistrato di turno.

Poi il delicato compito del trasporto della salma fino al cimitero.

Rimane solo l’amarezza che nessuno gli sia stato vicino come pure sarebbe stato opportuno e necessario.

Già ma questa è la società della finta assistenza sociale.

Pubblicato in Primo Piano

Giappone, Corea, Cina.

 

Il primo allarme è di aprile scorso e viene proprio dal Giappone.

E' allarme in Giappone dallo scorso aprile.

Tra il 2013 e il 2014 il virus H5N8 è stato identificato quale causa di infezione in uccelli domestici e selvatici in alcuni Paesi dell'Asia Orientale, quali Corea del Sud, Cina e Giappone, ma fino al novembre scorso non era mai stato identificato al di fuori di questa area.
Due settimane fa, il governo giapponese ha ordinato l'abbattimento di 4 mila volatili in un pollaio, a 100 chilometri di distanza, nella stessa prefettura di Miyazaki.

Le autorità locali hanno chiuso le fattorie circostanti e hanno bonificato l'area.
In questi giorni le autorità giapponesi hanno ordinato l'abbattimento di altri 42mila polli, dopo la conferma del secondo focolaio di influenza aviaria in meno di un mese.

I test del dna hanno confermato che si tratta di un ceppo H5 del virus, lo stesso rilevato nella fattoria di Miyazaki, nel sudovest del Paese, dove sono morti numerosi polli.

Germania
Due settimane fa, il virus dell'influenza aviaria H5N8 è stato nuovamente rilevato anche in Germania, nel Land della Bassa Sassonia, dopo i casi in Meclemburgo-Pomerania occidentale e nei Paesi Bassi dello scorso novembre.

I 19mila volatili allevati nell'azienda coinvolta sono stati uccisi, insieme a altri 12mila di un allevatore vicino. 

Italia.
Lo scorso 16 dicembre è stato accertato un focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità anche in un allevamento di tacchini da carne del comune di Porto Viro (Rovigo).

La Sezione veterinaria e sicurezza alimentare della Regione ha provveduto ad adottare tutte le misure di contenimento del caso, compresa la definizione delle relative zone di restrizione, l'abbattimento e distruzione delle carcasse, lettiere, mangime e letame dei capi presenti nell'azienda, il divieto su tutto il territorio regionale di svolgere fiere, mostre e mercati con avicoli.

Il ministero della Salute, ha quindi varato misure per evitare il propagarsi della malattia nel Nord Italia, ossia dal Veneto al Piemonte, passando per Lombardia ed Emilia Romagna: le regioni dove è concentrata la maggioranza dei polli italiani

Libia.

Quattro persone sono morte nei giorni scorsi in Libia dopo aver contratto il virus dell'influenza aviaria. Lo ha confermato il ministero della Salute del governo riconosciuto dalla comunità internazionale, aggiungendo che una quinta persona e' ricoverata in ospedale a Tobruk, nell'est, con sintomi riconducibili a quelli del virus.

Tre delle quattro vittime sono morte a Tripoli e la quarta a Tobruk.

Il ministero non ha precisato di quale dei due ceppi conosciuti si tratti.

Una delegazione inviata dall'Organizzazione mondiale della sanità è arrivata oggi in Libia.

L'influenza aviaria (H5N1) ha causato, dal 2003, più di 400 morti, principalmente nel sud-est asiatico.

Un altro ceppo della stessa influenza l'H7N9, scoperto nel 2013, ha ucciso invece più di 170 persone.

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Parla il Nobel Paul Krugman sul New York Times ed attacca il luogo comune che identifica nei PIIGS (acronimo di Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna) i colpevoli, perché la realtà è ben diversa.

 

Il paese che più di tutti non ha rispettato le regole è la Germania – con prezzi e costo del lavoro fortemente disallineati rispetto all'obiettivo di inflazione - ma la responsabilità maggiore è dei politici dei paesi periferici, che ancora oggi fanno finta di non capire.

“L’economia USA sembra finalmente emergere dal buco in cui si era cacciata durante la crisi finanziaria globale. Sfortunatamente, non possiamo dire lo stesso dell’Europa – l’altro epicentro della crisi. La disoccupazione nell’eurozona è ferma a circa il doppio di quanto si registra negli USA, mentre l’inflazione è ben al di sotto dell’obiettivo ufficiale, e la deflazione è ormai diventata un rischio incombente”.

Continua  Krugman .” Gli investitori se ne sono accorti: i tassi di interesse europei sono sprofondati, con i bond tedeschi a lunga scadenza che rendono appena lo 0,7%. Questi tassi sono quelli che siamo abituati ad associare alla deflazione giapponese, e i mercati stanno infatti segnalando che si aspettano un “decennio perduto” anche in Europa”

Da allora la domanda: “. Perché l’Europa si trova in condizioni così disastrose? Il luogo comune dei politici europei è che stiamo pagando il prezzo dell’irresponsabilità: alcuni governi non hanno agito con la prudenza che sarebbe richiesta dalla moneta comune, scegliendo invece di assecondare degli elettori disinformati e seguire delle dottrine economiche fallimentari.”

Ed ecco la risposta di Krugman : “ E se chiedete a me (e a molti altri economisti che hanno studiato a fondo la questione), l’analisi è essenzialmente corretta, eccetto che per un dettaglio: hanno sbagliato l'identità dei "cattivi".

Sì, perché gli errori che stanno all’origine del lento disastro europeo, non vengono dalla Grecia, dall’Italia o dalla Francia. Vengono dalla Germania.

Non sto negando che il governo greco abbia agito irresponsabilmente prima della crisi, o che l’Italia non abbia un grosso problema di produttività stagnante. Ma la Grecia è solo un piccolo paese il cui disordine fiscale è unico, mentre i problemi di lungo periodo dell’Italia non sono la fonte della deriva deflazionistica europea. Se proviamo a identificare quali sono i paesi le cui politiche erano pesantemente disallineate prima della crisi e che hanno danneggiato l’Europa da quando la crisi è scoppiata, e che rifiutano di imparare dall’esperienza, tutto indica che la Germania è stato il principale colpevole.

Consideriamo, in particolare, il paragone tra Germania e Francia.

La Francia viene spesso attaccata dalla stampa, in particolare sulla sua presunta perdita di competitività. Questi discorsi esagerano decisamente la realtà; non viene mai detto, dalla maggior parte dei media, che la Francia ha solo un piccolo deficit commerciale. E in ogni caso, anche se fosse un problema, da dove deriva? La competitività della Francia è stata erosa da una crescita eccessiva di costi e prezzi?

Assolutamente no. Da quando l’euro è stato introdotto nel 1999, il deflatore del PIL francese (il prezzo medio dei beni e servizi prodotti in Francia) è aumentato dell’1,7% all’anno, mentre il suo costo del lavoro unitario è aumentato dell’1,9% annuo. Entrambi i numeri sono perfettamente in linea con l’obiettivo della Banca Centrale Europea di un’inflazione appena al di sotto del 2%, e sono simili a quelli degli Stati Uniti. La Germania, invece, è decisamente disallineata, con una crescita di prezzi e costo del lavoro dell’1% e 0,5% rispettivamente.

E non è solo la Francia ad avere costi in linea con quanto dovrebbe. La Spagna ha visto salire i propri costi e prezzi durante la bolla immobiliare, ma ormai tutti gli eccessi sono stati eliminati da anni di disoccupazione devastante e  pressione al ribasso sui salari. La crescita dei prezzi italiani è stata forse un pochino alta, ma non è neanche lontanamente disallineata quanto quella tedesca.

In altre parole, se esiste un problema di competitività interno all’Europa, esso è in massima parte causato dalle politiche “beggar-thy-neighbor” (letteralmente: “frega il tuo vicino” ndVdE) della Germania, che sta di fatto esportando deflazione nei paesi vicini.

E come la mettiamo col debito? Non è forse vero che i paesi europei – tranne la Germania – stanno pagando il prezzo della loro passata irresponsabilità fiscale? In realtà, questa storia regge per la Grecia e per nessun altro. E in particolar modo non funziona per la Francia, che non sta affrontando alcuna crisi fiscale; la Francia può attualmente prendere in prestito denaro a lunga scadenza pagando tassi al minimo storico, sotto l’1%, appena al di sopra del tasso tedesco.

Nonostante ciò i politici europei sembrano determinati a dare la colpa della loro situazione ai paesi sbagliati e alle politiche sbagliate. Certo, la Commissione Europea ha approntato un piano per stimolare l’economia con investimenti pubblici – ma il denaro pubblico impegnato è così poco in confronto al problema che deve risolvere che il piano stesso è praticamente uno scherzo. E nel frattempo, la Commissione sta ammonendo la Francia, che sta pagando tassi al minimo storico, che potrebbe incorrere in sanzioni per non aver tagliato abbastanza il suo deficit.

Perché invece non risolvere il problema dell’inflazione troppo bassa in Germania? Una politica monetaria estremamente aggressiva potrebbe farcela (anche se io non ci conterei), ma le autorità monetarie tedesche stanno mettendo in guardia da una mossa del genere, perché potrebbe allentare la pressione sui paesi debitori.

Quello a cui assistiamo, quindi, è l’immenso potere distruttivo delle cattive idee. Non è tutta colpa della Germania – la Germania è un attore importante a livello europeo, ma è in grado di imporre le politiche deflazionistiche solo perché la maggior parte delle élite europee dà credito alla stessa falsa storiella. E c'è da chiedersi cos'è che farà irrompere in scena la realtà.   di Paul Krugman (Traduzione di  Malachia Paperoga)

ABBASSO LA GERMANIA!

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Oggi e domani 7 ed 8 gennaio 2013 a Barcellona Pozzo di Gotto organizzata da Sonia Alfano Presidente della commissione europea antimafia si celebra il ventenale della uccisione di Beppe Alfano avvenuta l’8 gennaio 2013, dopo il messaggio del Presidente della UE Martin Schulz per la priorità della lotta alla mafia anche in Europa:

Gentile on. Alfano, questa celebrazione in memoria di Beppe Alfano, che ha l’obiettivo di proseguire la lotta contro la criminalità organizzata che questo giornalista ha portato avanti, si fa cassa di risonanza delle preoccupazioni che il Parlamento Europeo condivide. Come sapete sicuramente, il Parlamento Europeo considera la criminalità organizzata come una delle principali minacce che pesano sulla sicurezza all’interno delle frontiere dell’Unione Europea e sulla libertà dei suoi cittadini. La nostra istituzione chiede peraltro che le autorità giudiziarie ed investigative si vedano conferire più poteri e strumenti per lottare contro questa minaccia. Mi congratulo in particolare per questo progetto, che mira a mettere in rilievo il ruolo che l’UE ha in questa lotta, perché riflette l’appello che il Parlamento Europeo ha lanciato in favore di un approccio più attivo e più coordinato nella lotta contro le attività mafiose.

Mi congratulo inoltre per l’obiettivo della manifestazione, che consiste nella promozione della cooperazione nella lotta contro la criminalità organizzata e nel permettere degli scambi di opinione franchi e sinceri su questo argomento. In effetti, davanti a tali sfide, sempre più numerose, con le quali l’Europa si confronta in questo momento, il dibattito è una necessità essenziale per trovare delle soluzioni ottimali.

Quindi, è con grande piacere che concedo il patrocinio del Parlamento Europeo per questa manifestazione che, sono sicuro, sarà un grande successo.

Martin Schulz Presidente del Parlamento Europeo

La parola a Jorg Ziercke presidente della Bka (Polizia federale tedesca il quale ha dichiarato che:
1) "La meta' dei gruppi criminali identificati in Germania appartengono alla 'Ndrangheta. E' il maggior gruppo criminale sin dagli anni '80. In confronto ad altre associazioni presenti in Germania, gli italiani hanno ancora la piu' forte organizzazione";
2)"E' necessario che si coordini un approccio internazionale per la sicurezza a livello globale";
3) “Lo scambio delle informazioni a livello europeo,e' essenziale per combattere con successo i gruppi che operano a livello internazionale. Le autorita' tedesche hanno risposto al processo di internazionalizzazione della criminalita' con la creazione della task force italo-tedesca, nata dopo la strage di Duisburg. "Da allora la cooperazione tra i nostri Paesi si e' decisamente intensificata. Ma serve di piu'. Per combattere la criminalita' organizzata e' necessario creare uffici per le indagini sia in Italia che in Germania. E' importante poter interrogare i testimoni. Il codice penale italiano comprende il reato di associazione mafiosa, e' indispensabile che anche quello tedesco lo comprenda". E' necessario per identificare, per esempio, le attivita' di riciclaggio del denaro sporco. Il coinvolgimento delle procure a livello internazionale, la collaborazione tra autorita' italiane e tedesche "oggi e' ad ottimi livelli, ma e' necessaria una comprensione reciproca delle limitazioni dei rispettivi ordinamenti giudiziari;
4)La mafia non puo' essere combattuta solo in Italia. Il problema e' anche tedesco. Per sconfiggerla dobbiamo essere in grado di eliminare in maniera permanente gli utili prodotti dalla mafia”.

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