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Aquarium

I pesci e la debellazione delle malattie

Si sente dire ogni tanto, che qualcuno afferma che per quanto riguarda l'hobby di allevare pesci in Acquario acqua dolce e marini, che sicuramente starebbero meglio in natura. Le cose non stanno sempre così, anzi, in moltissimi casi, i pesci ma anche gli invertebrati vivono meglio in acquario. Non tutti i pesci in natura se la passano bene, alcune specie, fanno veramente salti mortali per procurarsi il cibo. Possono passare anche intere settimane senza mangiare assolutamente nulla. Il tutto, senza mettere in conto i predatori che esistono in tutti gli habitat naturali. Molte specie allevate in acquario inoltre, si sono salvate dall'estinzione proprio grazie a tutti gli appassionati di questo hobby.

Non tutti sanno inoltre, che moltissimi anni fa alcune delle più devastanti malattie come la malaria sono state debellate proprio dai pesci. Queste malattie, venivano trasmesse dalle punture di zanzare. Già nei tempi dell'antica Roma si diceva che interi eserciti mentre si recavano sul campo di battaglia, non facevano nemmeno in tempo ad arrivare che erano già stati devastati dalla malaria e quindi dalla puntura di zanzare. Le larve di zanzara nello stato iniziale larvale infestano laghi e fiumi di acqua dolce. L'immissione di pesci con la capacità di riprodursi molto rapidamente e sopratutto ghiotti di larve di zanzara, ha fatto si di riuscire a portare la divulgazione di questa e altre malattie ai minimi storici.

I pesci che si è scelto che avevano proprio i requisiti di riprodursi velocemente e che dovevano essere ghiotti di larve di zanzara, sono stati i Guppy. Questi pesci sono tropicali, ma si adattano a moltissime differenti proprietà anche avverse in cui vengono inseriti come fiumi, laghi e torrenti. Inoltre, vengono conosciuti nell'ambiente dell'hobby dell'acquariofilia anche con il nome comune di "Pesce milione". Questo soprannome gli si è stato dato appunto per la loro capacità di riprodursi velocemente e a dismisura. In assoluto, i pesci più idonei al mondo per poter sconfiggere queste malattie provenienti dalle larve di zanzara che vengono ancora utilizzati oggi immettendoli in queste zone acquatiche contro le larve di zanzara.

 

L'hobby dell'acquariofilia

L'hobby dell'acquariofilia ha le sue origini fin dai tempi più antichi quando in Giappone fu fatto esportare il suo famosissimo pesce rosso in tutto il mondo. Questo hobby, è ancora attualmente molto sottovalutato in Italia, forse per una nostra scarsa conoscenza dell'argomento che in realtà ha le sue fondamenta nella storia dell'uomo. Forse, questo hobby è iniziato per la prima volta nell'antica Giappone per poi espandersi in tutto il resto del mondo grazie al diffondersi dei pesci rossi, o forse, è sempre esistito fin dalla comparsa dell'uomo sulla terra.

Pubblicato in Italia

AIL 21Giugno2014La Giornata, che si celebra il 21 giugno, è dedicata quest’anno al decennio che ha cambiato il volto dell’Ematologia e alle prospettive per i prossimi 10 anni.
L’avvento delle terapie a bersaglio molecolare ha riaperto il futuro per i pazienti affetti da Leucemia Mieloide Cronica e ha fornito un paradigma per il trattamento di altre forme di malattie del sangue.
Il prossimo traguardo è la guarigione: pazienti italiani con LMC hanno interrotto la terapia dopo aver raggiunto la risposta molecolare profonda.


Giovedì 19 giugno speciale Numero Verde AIL-Problemi ematologici 800.226.524: dalle 8.00 alle 20.00 illustri ematologi italiani risponderanno ai pazienti e ai familiari.

Roma, 17 giugno 2014–Idieci anni che hanno cambiato la storia dell’Ematologia. I dieci anni in cui si sono raccolti i frutti della grande rivoluzione delle terapie mirate, avviata alla fine degli anni ‘90, quando l’avvento di imatinib, capostipite degli inibitori della tirosin-chinasi, ha riaperto per i pazienti affetti da Leucemia Mieloide Cronica un futuro che sembrava compromesso.

Oggi la speranza di guarigione è una prospettiva reale. L’avvento delle terapie mirate di seconda generazione come nilotinib consente di ottenere risposte molecolari definite “profonde”, che corrispondono a un livello minimo di malattia e aprono la strada all’interruzione della terapia. Questa prospettiva viene oggi esplorata in diversi studi nei quali sono coinvolti anche pazienti italiani che hanno smesso di assumere il farmaco.

L’occasione per tracciare il bilancio di questo decennio, ma anche per gettare uno sguardo al futuro, è la Giornata Nazionale per la lotta contro Leucemie, Linfomi e Mieloma, promossa dall’AIL e posta sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica: la IX edizione che si celebra in tutta Italia il 21 giugno, è dedicata quest’anno proprio ai successi raggiunti dalla ricerca e al grande cambiamento vissuto dall’ematologia e dai pazienti.

«Oggi celebriamo un decennio entusiasmante, nel quale siamo riusciti a portare avanti la frontiera della ricerca e la cura delle malattie del sangue, rendendo possibile la guarigione per molti pazienti, una lunga sopravvivenza per molti altri e una buona qualità di vita quasi per tutti»,dichiara Franco Mandelli, ematologo di fama internazionale e Presidente Nazionale AIL. «In questo giorno però vogliamo guardare anche avanti e ai risultati che potremmo raggiungere nei prossimi dieci anni: le conoscenze acquisite grazie alla LMC rappresentano il modello e un bagaglio formidabile per nuove e più avanzate ricerche, sempre più orientate alla caratterizzazione molecolare delle malattie e quindi allo sviluppo di nuovi farmaci mirati». Il punto di svolta che ha innescato la rivoluzione dell’ematologia è stata l’identificazione del difetto citogenetico che dà origine alla proteina alterata, BCR/ABL, causa della Leucemia Mieloide Cronica e, su questa base, alla progettazione di farmaci mirati allo specifico difetto molecolare.

«In questo decennio nel complesso sono migliorate sopravvivenza e qualità di vita di tutte le forme tumorali del sangue: avanzamenti significativi si sono avuti per la Leucemia Acuta Promielocitica; buoni risultati in termini di sopravvivenza si ottengono in numerose forme di linfoma, dalle quali oggi guarisce una percentuale importante di pazienti. Ma quello della Leucemia Mieloide Cronica resta ancora oggi il caso più eclatante», afferma  Giuliana Alimena, Professore ordinario di ematologia al Dipartimento di Biotecnologie ed Ematologia della “Sapienza” Università di Roma. «Fino ad alcuni anni fa, l’evoluzione di questa forma in leucemia acuta con prognosi altamente infausta era pressoché ineluttabile, tranne che per un gruppo limitato di pazienti candidati a ricevere il trapianto di midollo osseo. Oggi la sopravvivenza dei pazienti è sovrapponibile a quella della popolazione generale».

L’obiettivo è adesso l’interruzione della terapia una volta raggiunta la “risposta molecolare profonda”: alcuni studi internazionali comparativi, come lo studio ENEST (nd, da cui ha avuto origine il progetto Path to Cure) sull’interruzione della terapia, hanno evidenziato la superiorità dei farmaci di seconda generazione in termini di efficacia, e hanno posto le basi per gli studi successivi, ancora in corso, per indagare la possibilità dell’interruzione della terapia. «Con l’avvento delle terapie mirate di seconda generazione, è aumentata ulteriormente la possibilità di raggiungere risposte molecolari profonde. A questo stadio le cellule leucemiche, anche se si sospende la terapia, in due terzi dei casi circa continuano a ridursi spontaneamente senza essere più capaci di riespandersi. È come se l’organismo avesse ripreso il controllo della loro espansione e della malattia», spiega Giuseppe Saglio, Professore di Ematologia all’Università di Torino e Direttore del Dipartimento di medicina interna presso l’Ospedale Universitario San Luigi di Orbassano - Torino. «I pazienti che raggiungono la risposta molecolare profonda sono funzionalmente guariti dalla loro malattia. Il follow-up a 5-6 anni dimostra che la Leucemia Mieloide Cronica non si è più ripresentata».

Il passaggio da una diagnosi che non lasciava speranze di vita alle attuali in cui si comincia a parlare di un futuro libero dal farmaco e di guarigione completa, ha segnato il vissuto dei pazienti con Leucemia Mieloide Cronica. «All’inizio i pazienti erano increduli, c’era molto stupore, ci si chiedeva cosa sarebbe successo. Dopo i primi anni, la speranza si è consolidata e i pazienti hanno finalmente potuto cominciare a riprogettare la propria vita, alcuni coltivando il sogno di una famiglia e dei figli, cosa prima impossibile – osserva Felice Bombaci, Responsabile del Gruppo AIL Pazienti LMC – nel momento in cui la ricerca ha riaperto il futuro, i pazienti con Leucemia Mieloide Cronica hanno sentito il bisogno di associarsi costituendo in seno all’AIL il Gruppo Pazienti LMC, nato con l’obiettivo di essere soprattutto uno strumento di auto-mutuo aiuto affinché nessun paziente dovesse più vivere le difficoltà e i disagi legati al “non sapere” e al “non conoscere”».

E per celebrare ed evidenziare la nuova prospettiva che si è aperta nel trattamento della Leucemia Mieloide Cronica l’AIL, con il supporto di Novartis, ha appena lanciato “Sulla strada della guarigione”, un concorso riservato ai pazienti affetti da Leucemia Mieloide Cronica e ai loro familiari, che potranno raccontare la propria esperienza sotto forma di racconto scritto, disegno, video o fotografia (www.sullastradadellaguarigione.it).

Il cambiamento però non ha riguardato solo la Leucemia Mieloide Cronica, ma anche altre forme di malattie del sangue per le quali sono migliorate la sopravvivenza, la qualità di vita dei pazienti e dove la ricerca ha compiuto importanti avanzamenti sul fronte delle terapie target. «Anche per le Malattie Mieloproliferative l’ultimo decennio ha rappresentato una svolta», sottolinea Francesco Vita,componente del Gruppo AIL Pazienti MMP PH-. «È proprio sulla scia del cambiamento che si va delineando nel trattamento di queste patologie che si è costituito il Gruppo Pazienti Malattie Mieloproliferative Croniche che ha come obiettivo principale quello di promuovere l’informazione su queste patologie del sangue ancora poco conosciute».

La Giornata è anche l’occasione per presentare la VI Edizione di “Sognando Itaca”, un’iniziativa AIL dedicata ai pazienti ematologici e che vuolediffondere la vela-terapia per il miglioramento della loro qualità di vita: una barca a vela sta navigando nel mar Adriatico e approderà a Taranto il 20 giugno. In ogni porto toccato dalla barca a vela con a bordo un equipaggio formato da skipper professionisti, pazienti in fase riabilitativa, medici, infermieri e psicologi, si svolge la giornata “Itaca Day“ durante la quale i pazienti dei Centri di Ematologia locale possono imbarcarsi per vivere l’esperienza di una regata amatoriale.

Come ogni anno per la Giornata Nazionale per la lotta contro Leucemie, Linfomi e Mieloma, gli ematologi saranno a disposizione per fornire consigli e risposte al Numero Verde AIL: 800-226524, giovedì 19 giugno. Tutte le informazioni sulle iniziative e gli incontri promossi dalle sezioni AIL in occasione della Giornata sono disponibili sul sito www.ail.it.

 

Pubblicato in Mondo

“Non conosco nessuno sprovvisto di cervello. È un organo molto utile. Anche chi perde la testa se ne serve tutti i giorni… Paradossalmente, siamo perfettamente in grado di usarlo pur non sapendo davvero come funzioni. Certo, tutti abbiamo una vaga idea di cosa sia: è costituito da due emisferi, a loro volta composti da neuroni che generano segnali elettrici e la cui attività ci permette di svolgere le nostre molteplici azioni quotidiane. Ma a parte questo? Si può ridurre a così poco una struttura che è stata descritta come l’entità più complessa dell’universo? Ovviamente no, lo capite anche voi…”

Così comincia il libro “Essere intelligenti è una malattia? Tutto quello che vorremmo sapere sul cervello”, edito Einaudi. Il libro ha l’obiettivo di rendere più accessibili le tante ricerche in corso e di rispondere alle molteplici domande che ci si pone su una materia affascinate, che ci riguarda da vicino e spesso velata da un’aura di mistero: le neuroscienze.

Nate tutto sommato da poco, le discipline neuroscientifiche si sono sviluppate in modo esponenziale negli ultimi tempi, anche a seguito di un interesse sempre più diffuso nei confronti di tutto quello che ha a che fare con il nostro cervello: dal pensiero al comportamento, passando per le patologie neurodegenerative.

Perché non soffriamo il solletico quando ce lo facciamo da soli? Il cervello può recuperare dopo una lesione? È vero che usiamo solo il dieci per cento del cervello? Sono alcune delle 80 domande presenti in questo libro, ognuna con la sua risposta breve, semplice e chiara, scritta da un ricercatore diverso.

Eh già, perché questo libro, a cura di François-Xavier Alario ricercatore presso il laboratorio di psicologia cognitiva dell’Istituto di ricerca sulle Scienze cognitive e del cervello di Marsiglia, in realtà è scritto da più di ottanta ricercatori, ognuno dei quali ha dato il suo contributo per rispondere a una domanda specifica in base alle proprie competenze.

Anche la scelta delle domande è un esperimento di collaborazione: piuttosto che decidere cosa meritava di essere spiegato e cosa no, i curatori hanno chiesto a varie persone cosa avrebbero voluto sapere sul cervello: bambini, studenti e adulti (interessati e non a materie scientifiche) sono quindi gli ideatori delle domande.

Una curiosità del libro è l’ordine delle domande. Per i più tradizionalisti si può cominciare il libro dall’inizio e leggerlo fino alla fine; per i più curiosi e avventurosi, invece, si può cominciare da un capitolo qualsiasi e proseguire nella lettura attraverso una rete di connessioni che simula proprio le connessioni nervose.

Al termine di ogni capitolo, infatti, vengono proposti tre diversi approfondimenti, ad esempio per ampliare o specificare qualcosa del testo appena letto, con i vari rimandi alle pagine. Si può così seguire il proprio percorso logico, andare dove ti porta il cuore, oppure ancora non scegliere ordine alcuno. Il tutto è costruito in modo tale da rendere questo libro il più possibile diverso da un testo scolastico e stimolare la curiosità del lettore che deve creare il suo personale percorso di scoperta attraverso i segreti del cervello.Ulisse.Sissa.It

Crediti immagine: Livia Marin

 

Pubblicato in Catanzaro
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