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Scrive l’ex assessore ed ingegnere Giulia Fresca:

“Mia figlia Odette, al primo anno di liceo scientifico, oggi ha aderito all’occupazione della sua scuola!

Detto così può sembrare uno di quei post senza senso che impazzano sui social e che invitano a rispondere: chi se ne frega! Chi mi conosce sa che non è così.

Chi mi conosce sa che ogni mia parola è pesata e, se il soggetto del post non è mia figlia ma il Liceo “Enrico Fermi” di Cosenza, credo che qualcuno salterà dalla sedia andando avanti nella lettura di ciò che sto per scrivere!

Solo lunedì scorso, prima dell’inizio della scuola, nella qualità di genitori, siamo stati invitati ad un incontro promosso dalla dirigente Greco alla presenza del presidente della provincia Francesco Iacucci e del Dirigente Delegato del settore Edilizia Scolastica provinciale, Ing. Claudio Carravetta (accompagnato dalle colleghe d’ufficio) per essere edotti sulle motivazioni che hanno indotto l’ente a considerare “inagibile” la sede di Via Isnardi del noto liceo cosentino.

Le parole del dirigente sono risuonate lapidarie: “Dalle prove eseguite dal consulente esterno nominato a febbraio 2017 è emerso che l’edificio non rispecchia le Nuove norme tecniche e presenta valori di vulnerabilità strutturale tali da non poter resistere nemmeno al peso proprio.

Per tale motivo abbiamo predisposto un secondo piano di indagine che ha dato conferma del precedente e sottoposto all’attenzione dei finanziamenti regionali un progetto riguardante l’adeguamento sismico dell’edificio per circa 7 milioni di euro.

Non avendo avuta la possibilità di recuperare strutture atte ad ospitare l’intero liceo, si è pensato, nel frattempo, di procedere con la suddivisione delle aule tra i diversi plessi ospitanti, sempre di competenza provinciale“.

Ebbene…a queste considerazioni non potevo rimanere in silenzio e dopo aver ascoltato gli interventi di molti genitori preoccupati per la didattica, il senso di appartenenza, la difficoltà a poter essere uguali agli altri liceali, io ho posto tre semplici domande alle quali non ho avuto risposte serie, convincenti e soprattutto tecniche. Le sottopongo alla stampa ed ai colleghi giornalisti che mi seguono:

1) Se le prime prove sono giunte a marzo-aprile (secondo quanto riferito da Carravetta), perché l’istituto è rimasto “agibile” fino agli esami di stato? Non si ravvedono forse gravi inadempienze e responsabilità (anche penali) da parte di chi sapeva che un qualsiasi evento, per esempio sismico, avrebbe messo a repentaglio e non solo a rischio, la vita di oltre 1200 persone?

2) Se è vero che la scuola, da sempre ha presentato “dubbi” di carattere statico, tenuto conto che Mario Oliverio fece sull’edilizia scolastica il suo punto di forza ed ammesso che Mario Occhiuto abbia preferito lasciar scorrere quattrini nei fiumi, dov’era l’Ufficio Prevenzione e Protezione della Provincia che doveva, indipendentemente dai presidenti, vigilare sulla qualità delle strutture scolastiche?

3) Ammesso che le prime due domande potessero ricevere una risposta soddisfacente, rimane il fatto che la struttura del Fermi non è crollata né sotto il peso proprio, né sotto il carico di oltre 1200 studenti che certamente non sono piume nè si muovono leggiadramente come ballerine… Una prova di carico continua e variabile che certamente avrebbe lasciato qualche segno importante tenuto conto che in tutti questi anni ci sono stati anche molti sisma e persino cospicui carichi di neve! Non si poteva forse intervenire con azioni consolidanti laddove si rendere necessario?

4) Infine la storiella delle Nuove Norme Tecniche per giustificare un incarico milionario ed un importante appalto da gestire: tutta l’Italia non è verificata rispetto alle nuove norme tecniche, e ciò è vero soprattutto in zona sismica e dopo gli eventi che hanno colpito il centro Italia nel 2009 e nel 2016! Affermare che una struttura siffatta non risponda alle nuove norme è come dire che tutta l’Italia deve essere tutta rasa al suolo!

Io invito fermamente alla chiarezza, alla serietà e soprattutto chiedo formalmente, questa volta da tecnico con oltre 22 anni di attività sul campo, di sottoporre all’attenzione degli esperti anche la relazione redatta dal collega esterno incaricato, affinché si definiscano criteri di sicurezza certamente meno allarmistici ed esasperati di quelli che si vogliono fare credere.

Appoggio fortemente la decisione di mia figlia, dodicenne liceale cresciuta in un ambiente tecnico serio e responsabile… invito quanti ritengano che bisogna evitare di lasciarsi strumentalizzare a chiedere formalmente conto di quanto sta accadendo con onestà intellettuale e verità nel rispetto delle responsabilità civili e penali nei confronti della comunità, non solo studentesca!

Grazie e quanti vorranno condividere il mio pensiero e, ragionevolmente, rifletterci su!

Giulia Fresca

Pubblicato in Cosenza

Il problema del rispetto dei limiti di inquinamento acustico è reale e fortemente attenzionato dalla società amanteana che si divide tra i “tolleranti”, favorevoli alle attività economiche sorrette dalla musica che attira clienti, come la luce le falene, ed “intolleranti”, che ritengono ingiustificato ed asociale l’insufficiente se non il il mancato rispetto della normativa sull’inquinamento acustico.

Come sempre la risposta è duplice.

Da un lato la indicazione dei limiti , da cui il regolamento di Polizia Urbana( che ad Amantea-città delle mancate regole- manca) o lì ennesima ordinanza sindacale , e dall’altro la indicazione di chi deve controllare il loro rispetto.

Un pò come il 115 dei Vigili del fuoco quando c’è un incendio!

E sensibile alle regole come è il sindaco Pizzino non poteva mancare di emanare una nuova ordinanza.

E’ la n 77 del 25 luglio 2017

Ma ancora una volta non possiamo non notare la “solitudine” del sindaco e la difficoltà di operare da sindaco in un ente che ha un apparato tecnico amministrativo anche numericamente insufficiente

In queste condizioni antiche ed orai abitudinarie i rischi di errori sono altissimi e possono giungere a responsabilità anche penali

A parte le pessime figure che si rischia di fare quando non si usa l’ italiano, come segnala lo stesso sindaco che è costretto a correggere verbi e congiunzioni sbagliati.

Questa volta però ci sembra che l’ordinanza sindacale abbia limiti palesi.

L’ordinanza non cita il Piano di zonizzazione acustica del comune di Amantea, donde la impossibilità di rilevare il rispetto delle sue indicazioni obbligatorie, ben oltre, quindi, la ordinanza( ma esiste?)

Ma soprattutto l’ ordinanza non riporta il decreto legislativo 17 febbraio 2017, n. 41 contenente “ Disposizioni per l'armonizzazione della normativa nazionale in materia di inquinamento acustico con la direttiva 2000/14/CE e con il regolamento (CE) n. 765/2008, a norma dell'articolo 19, comma 2, lettere i), l) e m) della legge 30 ottobre 2014, n. 161” pubblicato sulla GU n.79 del 04-04-2017ed entrata in vigore il 19.4.2017.

Ed ancor più non richiama il decreto legislativo 17 febbraio 2017 n. 42 contenente “Disposizioni in materia di armonizzazione della normativa nazionale in materia di inquinamento acustico, a norma dell’articolo 19, comma 2, lettere a), b), c), d), e), f)e h)della legge 30 ottobre 2014, n. 161.”, anche esso pubblicato sulla GU n.79 del 04-04-2017ed entrata in vigore il 19.4.2017.

E poi la ordinanza manca della indicazione obbligatoria della possibilità del ricorso al TAR Calabria.

Né viene indicato chi chiamare per farla rispettare ma che sia dotato di fonometro( che fine ha fatto quello che aveva un tempo il comune?).

Il Comando di Polizia Municipale, il comando stazione Carabinieri, l’Asp?.

Altri dubbi, per ultimo, sulle sanzioni comminabili che ci pare non rispondano alla legislazione corrente, né alla 689/1981, né al dlgs 42/2017.

Dai! Amantea è altro!

La relazione del ministro Minniti porta la data del 3 febbraio 2016, cioè soltanto 18 giorni dopo il decreto prefettizio del 17 gennaio.

Un tempo brevissimo .

Per esempio il consiglio comunale di Villa San Giovanni è stato sospeso dal prefetto il 23 dicembre 2016 ed il ministro Minniti ha emanato la sua proposta soltanto il 24 gennaio 2017,cioè un mese dopo.

Il Presidente della Repubblica ha infine emanato il suo Decreto di scioglimento del consiglio comunale Villa San Giovanni il 3 febbraio e la Gazzetta Ufficiale lo ha pubblicato oggi 17 febbraio, cioè 14 giorni dopo la emanazione.

Ad Amantea invece la proposta del Ministro è del 3 febbraio ed il decreto di Mattarella porta la data dell’8 febbraio, cioè solo 5 giorni dopo.

Ma ancora più strano è che a Villa San Giovanni il commissario prefettizio è stato il dr Gerlando Iorio praticamente la stessa persona proposta dal ministro al Presidente Mattarella e dallo stesso nominato.

Anche al comune di Brendola in provincia di Vicenza il prefetto ha nominato il dr Luigi Vitetti e il ministro lo ha conferma ed il presidente Mattarella altrettanto.

Anche al comune di Gavazzana in provincia di Alessandria viene nominata commissaria prefettizia e confermata commissaria straordinaria la dottoressa Enrica Montagna

Ed anche a Botricello in provincia di Catanzaro viene nominata commissaria prefettizia e confermata commissaria straordinaria la dottoressa Valeria Richichi.

Ma Amantea fa ancora eccezione

Il prefetto nomina la dottoressa Emanuela Greco, il ministro invece indica la dottoressa Anna Aurora Colosimo ed il presidente della repubblica la conferma.

Perché questa disparità?

Che cosa ha combinato la dottoressa Greco per non meritare la fiducia del ministro?

Ma quello che appare ancora più inusuale è che la dottoressa Colosimo ha preso servizio presso il comune di Amantea prima ancora che sia stato pubblicato il decreto del presidente Mattarella

Sapevamo che le leggi entrano in vigore con la pubblicazione ed altrettanto i DPR.

Ma in questo caso Amantea fa ancora una eccezione.

Troppi misteri.

Ma siamo certi che prima o dopo saranno chiariti

Forse se avremo possibilità di leggere la relazione della dottoressa Greco sulla situazione di Amantea.

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