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logo turismoMercoledì 14 marzo 2018, in occasione della Giornata Nazionale del Paesaggio, a Crotone, presso il Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna, in collaborazione con la locale Capitaneria di Porto, verrà organizzata un’iniziativa volta a mettere in rilievo il Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna, sito appartenente al Polo Museale della Calabria (organismo del MiBACT diretto da Angela Acordon) posto sull’estremità del promontorio omonimo, di estrema rilevanza dal punto di vista storico e archeologico in quanto sede, tra VII secolo a.C. e III secolo d.C., di uno dei principali santuari del Mediterraneo, intitolato alla dea greca Hera Lacinia. In prossimità del parco archeologico è presente un faro, ancora attivo per la navigazione lungo il mar Jonio, che ha offerto lo spunto per un progetto dal titolo “I fari della Calabria” che verrà illustrato nella giornata del 14 marzo p.v.. Promosso dalla Marina Militare Italiana e dal Polo Museale della Calabria, tale progetto vede coinvolto anche il Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna ed il Parco Archeologico Nazionale dell’antica Kaulon presso punta Stilo e vuole puntare l’attenzione sul paesaggio mediante tutte le sue componenti. Entrambi i siti di Capo Colonna e Punta Stilo, infatti, vedono l’interessante legame tra due aree archeologiche di fondamentale importanza per la storia della Magna Grecia, significative per la loro valenza paesaggistica e unite dalla presenza di alcuni tra i più bei fari che costellano le coste calabresi. Entrambi i siti aderiscono inoltre al Museo Navigante, la rete dei Musei del Mare e della Marineria d’Italia, patrocinata dal MiBACT e dall’ICOM - International Council of Museums.
Aperta alla cittadinanza e a tutte le scuole, la giornata vedrà la partecipazione di rappresentanti della Capitaneria di Porto, del direttore del Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna, Gregorio Aversa, e dell’avv. Romano Carratelli, che illustrerà l’omonimo codice manoscritto del XVI secolo, prezioso documento che attesta l’importante sistema difensivo costiero dell’epoca. Con l’occasione sarà anche organizzata una visita guidata al Museo Archeologico, nonché alla mostra “Annibale. La fine di un viaggio” attualmente in corso presso il Museo e strettamente connessa alla storia del santuario di Hera Lacinia, luogo di culto e riferimento per la navigazione del Mediterraneo antico.

Dettagli iniziativa:

Ore 11.00: partecipazione delle scuole che verranno accompagnate a conoscere le problematiche del paesaggio di Capo Colonna anche attraverso la visita alla mostra “Annibale. La fine di un viaggio”;

Ore 17.00: incontro per illustrare l’iniziativa “I fari della Calabria tra archeologia e paesaggio”, volta a valorizzare il faro ed il patrimonio paesaggistico oltre che archeologico di Capo Colonna.

Polo Museale della Calabria

Direttore: Angela Acordon

Ufficio stampa: Silvio Rubens Vivone (responsabile)

Tel.: 0984 795639 fax 0984 71246

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Pubblicato in Calabria

la opportunità della sua presenza Lo facciamo con una lettera aperta al commissario Emanuela Greco.

“Pregiatissimo Commissario,

“purtroppo” (per taluni versi si impone l’uso di tale avverbio) la sua permanenza ad Amantea durerà pochi mesi, ma vorremmo, comunque, cogliere l'occasione 

per presentarle un problema che non può essere sottovalutato.

Sono passati più di 9 anni dal 16 settembre 2007 quando Amantea ospitò un interessantissimo convegno su dal titolo “Dall’Oliva al Savuto. Studi e ricerche sul territorio dell’antica Temesa”.

Gli atti del convegno furono pubblicati a cura di Gioacchino Francesco La Torre con il contributo del comune di Amantea che volle fortemente offrire l’ immagine del suo territorio e delle sue ricchezze storiche ed archeologiche.

Quegli anni furono un periodo durante il quale la storia del nostro territorio si arricchì in modo incommensurabile.

Al tempio greco di Imbelli, si aggiunsero la villa romana del II secolo a.C di località principessa, la necropoli di Campora San Giovanni ed altro ancora.

Fu un tempo in cui Amantea , tra le poche città in Italia, ebbe perfino un assessore all’archeologia.

Poi il silenzio degli ultimi anni.

Oggi gli archeologi non furono più di casa nella nostra cittadina come era avvenuto per anni.

I reperti rinvenuti furono portati via da Amantea ( salvo quelli intrasportabili che sono stati riseppelliti).

Nemmeno un museo. Né greco, né romano.

E nessuno parlò più di Temesa.

Eppure l’archeologia era ed è uno di quei valori che non sono soltanto cultura e conoscenza, ma possono anche essere turismo culturale, quel turismo di cui la città ha fortissimo bisogno

Certo non possiamo chiederle di porre l’archeologia tra gli indirizzi programmatici e gli obiettivi della futura Amministrazione, per valorizzare il patrimonio culturale, monumentale ed archeologico del territorio comunale con finalità turistiche, culturali, paesaggistiche, naturalistiche ed ambientali, ma possiamo sempre suggerirle di promuovere un programma di interventi di ricerca archeologica in collaborazione con altri Enti pubblici territoriali, con Istituti e centri universitari e soprattutto con la Soprintendenza Archeologica delle Provincie di Catanzaro, Cosenza e Crotone.

Un qualcosa che resti dopo di lei e ne ricordi la intelligente lungimiranza.

E possiamo anche chiederle di far predisporre uno studio di fattibilità per la realizzazione di un programma di scavi archeologici nel territorio comunale, da realizzarsi in collaborazione con Istituti universitari interessati e con la Soprintendenza archeologica.

Per raggiungere questi obiettivi può chiedere ed ottenere facilmente la collaborazione gratuita di tanti cittadini amanteani, di tante associazioni, di storici ed archeologi.

I fondi necessari possono essere reperiti tra i fondi dl POR e del PON.

Cominciare a chiederli è la strada per ottenerli.

Grazie per quanto farà

Giuseppe Marchese

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