BANNER-ALTO2
A+ A A-

fantasma

Quando ti leggo e vedo che sei a questo punto, mi piglia l’ansia: si potrebbe essere, a naso, ad un passo dal melodramma. Invece, è una storia che ha scritto tragedia da tutte le parti. Mi verrebbe da gridarti: “Via, allontanati. Pensa a te stessa e lascia perdere!” Guai ad essere gentile con uomini così! Sono una jattura! Sii ancora una volta intelligente, o almeno furba, e lascialo a cucinare nel suo brodo. Ma come, dico io, benedetta e scodinzolante Signora, hai tutto. Ma tutto tutto, proprio tutto quello che una donna, se ha un briciolo di sale in zucca, può desiderare. Sei abbastanza bella. Non come una velinetta da strapazzo, di quelle che sono pezzi di carne buttati lì, con le poppe al vento ed una espressione stolida sulla faccia che nessun chirurgo estetico può cancellare. No, bella, seducente volendo, perché hai una certa età, ma sei ancora giovane e piacente, e si presume con negli occhi quella luce di intelligenza mista a consapevolezza che hanno le donne con una testa sulle spalle e un passato fastidioso nel cuore. Sai essere abbastanza seducente, insomma, perché non è solo una questione di avere una certa misura di décolleté, la bellezza, o una certa età anagrafica, o una ruga in più o in meno: la vera bellezza è questione di fascino. E tu, lasciatelo dire, ne hai a secchi e panieri. Crei una quasi città. Nel mondo antico le donne non creavano città. Neppure se cerchiamo nel mito. Le donne, ben che andasse, accompagnavano i veri creatori- fondatori. Anzi, nella prassi comune, al massimo al massimo si facevano rapire dai medesimi, dopo che avevano creato e fondato. Tu no: sbarchi, ti guardi in giro con l’occhio clinico che oggi le principesse usano, nel migliore dei casi, per scegliere il luogo dove edificare la casa per le vacanze, e dici, con il medesimo tono: voglio quel posto lì. Il boss di quel posto lì ride, anzi ghigna: lui in quel posto lì non ci ha mai visto altro che una palude nei pressi del mare, con una baia tonda, mezza chiusa dai detriti: a che mai può servire? Ma tu t’incaponisci: no, no, proprio quello. Lui ti guarda, sempre ghignando, perché ha deciso che è un capriccio da donnetta, una mattana, del resto che ne possono sapere le donne di come si crea, andiamo. Così sorridendo, fa un cenno di capo condiscendente, e ti propone ciò che sempre si propone ad una donna: “Bene, lo vuoi? Allora mi sposi e diventi mia proprietà e quel posto lì te lo do come regalo di nozze.” Non solo è una donna, ma è anche ben scema, pensa il boss locale, e qui il ghigno si spande tanto sulla faccia che, se non gli mettevano le orecchie a fermarlo, il sorriso gli spaccava la testa in due. Tu sorridi di rimando, e, con l’andamento alla Grace Kelly, stipulato il patto cominci a tagliare la pelle a striscioline, ma così sottili, così sottili, che, alla fine, a stenderle per terra rischi di impossessarti di tutto il promontorio che t’interessa, e il porto, e anche un po’ di campi attorno, mentre al reuccio locale il sorriso di sufficienza si è trasformato in rictus tetanico che è uno stiramento spastico della cavità orale che lascia scoperti i denti e le gengive. Perché farsi fregare è già duro, ma da una donna, e abbastanza bella, è uno smacco che i suoi amichetti non gli perdoneranno mai. In quel mentre, arriva il principe quasi azzurro che ti porterà via sul suo muletto, mentre le damigelle di corte spettegolando vanno…

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Calabria

001Nel sogno della notte scorsa, sono stato spettatore di un inverosimile film, senza il costo del biglietto.

 

Cosa verrebbe fuori se si volesse cercare di analizzare la complessa relazione tra due diversi tipi di atteggiamenti quello socio-temporale come "la vita di tutti i giorni" e il momento dell'incontro con l’arte? L

’eterna condanna dei viventi non è qualcosa che sarà; è quello che è già qui, l'inferno che viviamo tutti i giorni, che formiamo vivendo insieme nel sociale.

 

Potrebbero essere due i modi per non soffrirne.

Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte. Il secondo è più rischioso ed esige attenzione e apprendimento continuo. Per esempio, il concetto di Italo Calvino dello "inferno", deriva dal suo immaginare la crisi della modernità come una sorta di vaso di Pandora.

 

I tempi in cui viviamo, in cui l'inferno fiorisce, suggeriscono che se vogliamo espandere i nostri orizzonti, "guarire il mondo," imparare gli uni dagli altri, e cominciare a ridefinire nozioni di evoluzione, dobbiamo scegliere di iniziare tale lavoro da una via di mezzo, un punto senza origini, cioè come uno stato rizomatico di costanti del "divenire".

In generale, si potrebbe pensare ad una esperienza come un insieme di sensibilità e possibilità che producono un soggetto cosciente, sulla scia della globalizzazione e identità politica. Questo tipo di esperienza sembrava essere riservata agli oppressi ed emarginati, proponendo una responsabilità di coloro che non appartenevano a tale esperienza per riconoscere e convalidarla, con un atto di “benevolenza”.

 

Un atteggiamento, questo da protettore di animali domestici, che porterebbe verso certi aspetti più semplici e tuttavia profondi dell'umanità, verso quei fili comuni che collegano ogni soggettività nel mondo in generale, in breve, della quotidianità.

Come potrebbe funzionare un rivedere la nozione di “esperienza” nel nostro attuale clima culturale al fine di presentare noi stessi gli uni agli altri e creare nuove strade di dialogo in modo di affermare la differenza e respingere l'omogeneità? Se si insiste sul fatto che non vi è alcun riferimento esterno da cui partire per guardare consapevolmente e giudicare, allora lo spazio di tutti i giorni, la routine, potrebbe agire come una lente attraverso la quale si potrebbe considerare una tale posizione e filtrare le nostre differenze e i tratti comuni.

 

Il senso di reciprocità può essere condiviso tra lo spettatore e il creatore di un'opera d'arte in termini di esperienza.

Questo senso si rivela durante l'incontro con l’opera d'arte quando agisce da fulcro tra due interpretazioni dello stesso evento.

I due aspetti della sua composizione e la sua ricezione come collegato con l'esperienza.

Se uno viene rimosso dalla banalità del contesto quotidiano attraverso l'incontro con l'opera d'arte, si potrebbe creare un tipo di "vivere attraverso" ciò che è altrimenti trascurato o ignorato.

 

L'opera d'arte in questo senso avrebbe il compito di creare un forum in cui esperienze diverse possono essere considerate.

Dando così all’artista la possibilità di appropriarsi e manipolare l'oggetto comune.

La sfida, quindi, sarebbe quella di pensare al di là di queste limitazioni previste al fine di individuare uno spazio di incertezza nella vita quotidiana, che consente una trasformazione socio-politica.

L'incontro artistico si presenterebbe come punto di partenza praticabile per tale considerazione.

Pertanto, un tale incontro potrebbe essere un buon trampolino di lancio nel ribaltare un sistema di pensiero ormai giunto al suo quasi esaurimento.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

BANNER-ALTO2

I Racconti

© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy