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Milano, in auto si lancia contro un gruppo di 200 rom nei giardinetti.

Fermato l'uomo alla guida, anche lui romeno. Polizia sta passando al setaccio i campi rom

Un'auto a tutta velocità che cerca di investire un gruppo di duecento persone.

 

Una mega rissa in via Odazio che coinvolge tutti i presenti.

E la fuga all'arrivo della polizia, che ora sta passando al setaccio tutti i possibili nascondigli.

Pomeriggio di follia, quello di sabato, in via Odazio, zona Giambellino.

Alle 13 in punto, per cause ancora tutte da accertare, un uomo di nazionalità romena a bordo di una macchina con targa bulgara è salito sul marciapiedi e si è lanciato contro duecento persone - tutte romene -, che erano riunite nei giardinetti all'angolo con via degli Apuli. 

Il tentativo di travolgere la folla è fallito - la vettura si è fermata su un'aiuola - e quando il guidatore e gli altri due uomini a bordo sono scesi dalla macchina è nata una violentissima rissa con i "rivali" a calci, pugni e sediate.

A riportare la situazione alla normalità, non senza fatica, è stata la polizia, che è stata costretta a intervenire con dieci equipaggi delle Volanti e due squadre del Reparto mobile. 

Gli agenti - stando a quanto si apprende - hanno fermato il conducente della macchina e hanno portato nove persone in Questura per essere ascoltate. Per trovare i complici del fermato, invece, sono immediatamente partiti i controlli nei campi rom della città.

Pubblicato in Italia

Per quasi due anni ha maltrattato, minacciato e violentato la compagna, abusando di lei anche quando era incinta.

Un padre padrone

Un inferno durante il quale la donna ha visto almeno due volte la morte in faccia: il suo convivente ha provato a strangolarla con le mani e in un'altra occasione le ha messo un cuscino in faccia per soffocarla.

Oggi i carabinieri della stazione di Castelfiorentino hanno arrestato un 51enne romeno in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Firenze per i reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale commessi nei confronti della ex convivente dal 2016 al 2018.

Una relazione difficile tra la coppia, iniziata con la prima denuncia, poi ritirata nel 2016 anche in seguito alla nascita di una figlia, che adesso ha poco più di un anno.

Dal maggio scorso la situazione ha preso una piega pericolosa: i due, che vivevano in una casa di Empoli (Fi), litigavano quotidianamente.

Prima della fuga dall'abitazione la donna è stata anche violentata mentre era incinta, al terzo mese di gravidanza: colpita ed obbligata ad avere un rapporto sessuale mentre lui continuava ad offenderla. Quindi la cessazione della convivenza e l'allontanamento dall'uomo che ha pensato di sfogare tutta la sua rabbia con messaggi e telefonate.

Poi l'ennesima denuncia ai carabinieri e la lista dei referti medici per le lesioni subite.

A gennaio è arrivato il gesto estremo di lui, ormai fuori di sé: ha mandato un messaggio alla donna per avvisarla che si sarebbe suicidato e ha tagliato i tubi del gas domestico.

Poi si è chiuso in casa e ha staccato il telefono.

A salvare l'uomo sono stati i vicini di casa con i militari dell'Arma con l'aiuto della polizia.

La vicenda si è conclusa con la richiesta di custodia cautelare fatta dal pm Benedetta Foti ed accolta dal Gip del Tribunale di Firenze, Fabio Frangini.

L'uomo è stato quindi arrestato a Empoli e trasferito nel carcere di Firenze Sollicciano.

Pubblicato in Italia

Nel tardo pomeriggio di avantieri, Agenti della Volante, nell’ambito del piano di contrasto alla criminalità diffusa ha arrestato un cittadino rumeno colto in flagranza di reato per furto con destrezza di un orologio marca Swaroski presso un negozio di preziosi ubicato in centro città.

 

In particolare dopo un lungo inseguimento, iniziato da Piazza Kennedy, e successivamente proseguito con vari equipaggi delle Volanti, tempestivamente intervenuti sul luogo del delitto, allertati dall’esercente, si riusciva a bloccare la fuga del ladro all’altezza di Viale Mancini.

Gli Agenti della Polizia di Stato a causa della traffico cittadino si ponevano all’inseguimento del malfattore a piedi e riuscendolo a bloccare dopo circa 300 mt., nella circostanza il cittadino romeno opponeva resistenza all’arresto provocando ferito lacero contusa ad uno degli Agenti della Polizia di Stato che senza non poche difficoltà riusciva ad immobilizzarlo grazie all’intervento di altri Colleghi.

 

Successivamente l’arrestato, presso gli uffici della Questura veniva sottoposto ad accurata perquisizione personale che permetteva il rinvenimento della refurtiva celata nelle parti intime. 

Dalla successiva attività investigativa, con l’acquisizione dei filmati della video sorveglianza della gioielleria veniva acclarati ulteriori elementi di reato a carico dell’arrestato.

Pubblicato in Cosenza

“Devi capire che qui comando io!”

Vent’anni di violenze, botte e angherie cominciate in Romania, dove si erano conosciuti e sposati, e proseguite in Italia.

 

In Italia, in provincia di Pordenone, i maltrattamenti e gli atti persecutori sono stati commessi il 2002 e il 2011.

 

E così il giudice di Pordenone Monica Biasutti ha condannato un cinquantenne romeno a 3 anni e mezzo di reclusione.

Nessun dubbio per il giudice: maltrattamenti, stalking, lesioni e violenza privata sono stati provati al processo.

Il PM Patrizia Cau ne aveva chiesti quattro.

 

Inoltre il cinquantenne romeno interdetto per cinque anni dai pubblici uffici.

Il PM ha inoltre trasmesso gli atti alla Procura per due testimoni della difesa stante il sospetto che abbiano reso dichiarazioni false a favore dell’imputato.

Ora il processo continua in sede civile per la quantificazione del danno. La provvisionale è comunque stata fissata in15 mila euro per la moglie e la figlia ,

“La donna ha raccontato di violenze inaudite, come quando, appena sposata, quando ancora vivevano in Romania, lui l’avrebbe spogliata, le avrebbe tagliato i capelli e legata per una notte intera a un albero per farle capire chi comandava in casa.

 

Ogni giorno veniva minacciata di morte, subiva maltrattamenti e insulti.

Il cinquantenne romeno- padre padrone- ingiuriava anche la figlia. Le vessazioni sono continuate per anni e poi sono diventate anche minacce di morte

“Nel capo di imputazione si contestava anche un inseguimento in auto nell’aprile del 2011, ai danni della figlia, occasione in cui la giovane si procurò una distorsione del rachide cervicale e una contusione toracica. Il padre, infatti, nell’affiancarsi all’auto con il proprio mezzo, costrinse la giovane a una manovra azzardata e le urtò la fiancata destra della vettura”.

Pubblicato in Mondo

Lui G.T. trenta anni, lei 24.

La donna ha raccontato di essere giunta a Crotone solo da tre mesi per lavorare onestamente.

Ma non era così.

Il marito la costringeva a battere e se lei si rifiutava lui la malmenava

Si è ribellata ma ancora botte.

E’ scappata presso un’amica ma il marito è andata a riprendersela giurando che sarebbe andata diversamente, che avrebbero lavorato onestamente

Ed invece il marito ha ancora costretto la moglie a prostituirsi

“Vado via. Ritorno in Romania! E lì chiederò il divorzio”

E giù botte.

Poi la minaccia di morte

A questo punto la donna fortemente impaurita fugge e denuncia il marito alla Polizia

Lo rintracciano nel suo appartamento con una valigia pronta e con in tasca un portafogli con 340 euro ed i documenti suoi e della moglie.

All'interno dell'appartamento è stato rinvenuto , oltre alle varie ricevute di trasferimenti monetari all'estero, un block notes riportante il resoconto dell'attività di meretricio svolta dalla moglie.

Da qui il fermo

Pubblicato in Crotone
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