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Redazione TirrenoNews

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La foto mostra un cassonetto bruciato nei pressi dell’Ufficio postale di Campora san Giovanni.

Uno dei pochissimi cassonetti rimasti dopo l’avvio della raccolta differenziata porta a porta.

Uno dei pochi cassonetti rimasti SOLO perché non sono stati distribuiti i contenitori per gli esercizi pubblici e le attività extra familiari.

Campora San Giovanni è un vanto per la intera cittadina di Amantea.

E lo è davvero perché la frazione è la dimostrazione che la raccolta porta a porta è una realtà e che funziona. E questo significa che i camporesi sono persone di forte cultura ambientale, di grande civiltà e lo dimostrano giorno dopo giorno operando la differenziazione dei propri rifiuti.

Purtroppo come dice il vecchio adagio la mamma dei cretini è sempre incinta

Ed uno di questi figli imbecilli ha dato fuoco ad un cassonetto solo per dimostrare la sua stupidità

Ed anche la sua ignoranza.

Questo stupido non sa che quando si da fuoco ad un cassonetto si da origine alla produzione di diossina che si diffonde nell’aria, che entra in casa, specie quando, come oggi, la giornata è bella e le finestre sono aperte, che impregna i panni stesi ad asciugare , magari quelli che poi si indossano a contatto con la pelle.

Questo sciocco non coglie nemmeno il segnale che viene da un consiglio comunale che dichiara la sua volontà politica di dire basta alle discariche.

Suggeriamo al Comando di Polizia Municipale di esaminare i filmati delle telecamere per accertare le generalità di questa persona

E suggeriamo ancora e sempre alla Polizia Municipale di chiedere a ch abita nei pressi se ha visto questo stupido che li inquina.

La diossina è una delle sostanze più tossiche in assoluto e che come sentenza la recente pronuncia della Corte di Appello di Lecce “ tra le sostanze- killer c’è la diossina”

E’ pervenuto oggi alle ore 12,48 il seguente comunicato al quale i quotidiani locali hanno dato ampia risonanza. Con la nota di trasmissione veniamo anche informati che “nella mattinata altre decine di attivisti e simpatizzanti stanno inviando singole mail individuali di protesta contro il metodo seguito dai sedicenti attivisti che fanno capo alla sig.ra Menichino, allo staff di Beppe Grillo per opporsi alla certificazione della lista”. Ne diamo doverosa pubblicazione:

“La presente è per rendere pubblico il comportamento autoritario, antidemocratico e vergognoso di cui si sono macchiati alcuni sedicenti attivisti del Movimento Cinque Stelle di Amantea, che nella seduta del 13 Febbraio 2014, con modalità illegittime e forzate hanno individuato il portavoce candidato sindaco di una lista per le elezioni amministrative del comune di Amantea, nonché redatto un comunicato stampa con cui si dichiarava la presentazione della stessa a nome dell’intero movimento e di tutti i suoi membri.

In tale seduta l’ordine del giorno era in realtà la discussione delle modifiche al regolamento affinché si risolvesse l’ambiguità dello stesso a proposito del diritto di voto. Difatti al termine della precedente riunione tenutasi in data 11.2.2014, nessun formale altro ODg è stato fissato, tantomeno una richiesta di votazione, ma appunto solo quello di fare chiarezza sulle modalità di voto e sugli aventi diritto.

Il risultato è un documento, pubblicato sui giornali locali e sul web, dal quale si evince invece, che in sole due settimane (dal 14 al 28 Febbraio) questo portavoce - candidato dovrebbe porre in essere tutto ciò che il gruppo, per somma colpa degli stessi individui che tale documento hanno redatto, non solo non è stato in grado, ma neanche ha provato a scegliere, con i metodi propri del movimento, mediante le consultazioni tra gli iscritti, ( comunarie) i candidati ideali per presentare una lista di cittadini che abbiano a cuore gli interessi della città alla luce delle idee del Movimento.

E’ importante sottolineare che non è dato sapere chi ha effettivamente votato tali decisioni, ed in base a quale regolamento, in quanto nella riunione del 13.2.2014 molti dei presenti alla precedente non sono intervenuti perché o impegnati, oppure perchè convinti dagli stessi sedicenti attivisti, che nessuna lista si sarebbe presentata, in quanto loro stessi propendevano per tale soluzione, avendolo dichiarato apertamente ed essendo stati registrati previo consenso. Altri si sono allontanati perché offesi dalle continue interruzioni, altri in disaccordo con il metodo seguito.

Il risultato apparso invece sui media è una votazione addirittura per “ acclamazione” ovvero niente di più lontano dai metodi del movimento ed indegno persino di un regime dittatoriale.

Nella precedente riunione sono state rappresentati alcuni fatti gravi riguardanti dei “ consigli” a non intervenire, inoltrati per sms ad eventuali partecipanti a quella riunione che sono stati vissuti come delle palesi intimidazioni. Circostante queste tutte ignorate dall’organizer del gruppo Meetup e da gli stessi sedicenti attivisti.

Ma la situazione si rivela in tutta la sua gravità solo se si considerano gli eventi che hanno preceduto tale seduta. La crisi ha infatti inizio nel Novembre del 2013, quando l’attuale portavoce ( al momento neppure iscritta al movimento nazionale), scelto con i metodi di cui sopra, si è resa referente , speriamo in buona fede, di un moto interno teso ad attenuare la voce, ed al limite escludere dal gruppo, quelle persone che facevano notare quanto difficile fosse riconoscere nelle idee e nelle posizioni di diversi componenti del gruppo una linea politica congrua con il Movimento. Da allora tale sottogruppo, con il colpevole assenso o tolleranza dell’organizer, ha intrapreso la strada delle riunioni non ufficiali, nelle quali solo tali sodali, nonché un paio di persone nuove che ignoravano i precedenti, erano invitati. Parallelamente a queste riunioni private, in tutte le consuete riunioni settimanali lo stesso gruppo si ostinava a monopolizzare le sedute con un solo argomento: la pretesa dell’allontanamento volontario di uno dei membri del gruppo. La strategia adottata da questi insisteva sul boicottaggio e su ripetuti tentativi di emarginazione e colpevolizzazione del soggetto interessato, per meri motivazioni personalistiche e caratteriali, guardandosi bene, però, dal richiedere una votazione ufficiale sull’espulsione dello stesso. Una volta acclamato il mancato ottenimento del fine prefissato questo gruppo ha deciso, complice l’organizer del Meetup, di “congelare” il gruppo stesso.

“Congelamento” che, si badi bene, interessa solo il gruppo ufficiale, non quello privato che continuava ad incontrarsi regolarmente per organizzarsi al fine della lista elettorale. Tale situazione si perpetra nonostante le richieste di assemblea pervenute sui canali ufficiali da parte di membri abituali del gruppo, e dura fino al 11 Febbraio, data in cui viene finalmente stabilita una nuova assemblea del Meetup.

A tale assemblea si è constatata la presenza di un gran numero di persone mai viste prima; presenza facilmente comprensibile alla luce del motivo per cui la stessa era stata convocata: ovvero l’imminente scadenza del tempo utile per la certificazione della lista da parte dello staff del Movimento. La riunione si conclude comunque senza aver deliberato nulla, alla luce sopratutto della mancanza di un’interpretazione univoca del regolamento sul diritto di voto.

Dato interessante che suscita perplessità e che induce a riflettere, è che indistintamente tutti i membri del sottogruppo , compreso il portavoce candidato a sindaco, abbiano espressamente manifestato l’intenzione di non essere disponibili ad una candidatura perché non ne sussistevano i presupposti ambientali. In tale riunione dell’ 11.2.2014 molti che avevano invece dato la propria disponibilità a candidarsi sono usciti dalla riunione senza che nessuno li avesse preavvisati su cosa si sarebbe continuato , atteso che la maggioranza, seppur non formalizzata e composta non solo da iscritti al Meetup , ma anche da alcuni simpatizzanti neppure iscritti al blog nazionale , si erano dichiarati indisponibili a formare la lista.

Tuttavia e di colpo, a distanza di soli due giorni, nell’ultima riunione del 13.2.2014, proprio coloro i quali avevano manifestato tale avversità, cambiano improvvisamente idea, senza però darne alcuna motivazione, ritenendo altresì superfluo discutere sul regolamento interno e sui meccanismi di votazione, ma chiedendo immediatamente di individuare, in assenza di altri possibili candidati, il nome del solo portavoce candidato sindaco!

Con una candidatura unica e in assenza di altri attivisti allontanatisi anche a seguito di interruzioni negli interventi e culminati persino con offese e minacce , viene pertanto individuato con il metodo descritto l’attuale portavoce al quale sono stati conferiti addirittura “ ampi poteri” nella formazione della restante lista dei candidati , con un meccanismo di tipo bulgaro, indegno non solo del movimento, ma persino di una riunione di sovversivi.

I firmatari di tale comunicato, pertanto, ritenendosi autentici portatori, da tempo non sospetto, dei veri valori del movimento 5 Stelle, a cui orgogliosamente appartengono, prendono nettamente le distanze da tali metodi , che tanto somigliano , anzi persino superano in negativo, quelli adottati dai partiti tradizionali , non ritenendosi in alcun modo rappresentati da persone, che per quanto rispettabili, accettano una investitura antidemocratica ed illegittima, pur di ricoprire un ruolo che richiederebbe invece una votazione ampia, trasparente e capace di raccogliere il consenso di tutti coloro i quali hanno condiviso quel progetto, con i metodi propri del movimento.

Non possiamo quindi accontentarci di assistere passivamente alla distruzione di nobili ideali che hanno portato via tempo ed energie, in nome di figure subentrate da pochissimo tempo nel movimento ed alcune addirittura da pochi giorni, che nulla hanno apportato di concreto alla risoluzione dei problemi della città sia in termini di proposte che di apertura collettiva, ma hanno solo fatto valere l’arte del complotto e della mistificazione, in nome della distruzione personale e di fini poco chari.

Non abbiamo ascoltato una sola parola su programmi ed idee concrete, su come alleviare la crisi economica e sociale che distrugge pian piano una intera comunità, che fa perdere ogni speranza e prospettiva ai giovani e che annienta persino ogni rapporto interpersonale. Non una parola netta di contrasto su questa classe dirigente locale, ma solo moderazione ed ipocrisia finalizzata all’utilizzo improprio di un simbolo che racchiude ben altri valori ed impegni concreti.

Non abbiamo nulla di personale, a differenza di tali sedicenti attivisti, né contro il c.d. portavoce pseudo candidato, né contro nessun altro, sia pur sottolineando come è per noi impossibile accettare lezioni sul movimento da soggetti che sino a poche ore fa appartenevano ad altre formazioni e che sono stati magicamente catapultati sul nostro territorio persino da altre regioni. Da tutti si accettano consigli e buone opere, ma le stesse devono essere accompagnate da contenuti ed idee praticabili, non certo da scissionismi e personalismi volti a imbrattare l’immagine del movimento a livello locale e nazionale.

Chiediamo pertanto a tali sedicenti attivisti ed in primis al cd. Portavoce, di fare pubblica ed immediata ammenda sul proprio comportamento, ritenendo al contrario di dover rappresentare tali documentati e gravissimi episodi, su un piano non solo strettamente locale.

Invitiamo altresì a tutta la cittadinanza a voler presenziare alle eventuali prossime riunioni in modo da valutare con la propria onestà e democrazia tutto quello da noi sostenuto.

Firmato Attivisti Mov. 5 Stelle Amantea ( CS)

Rosa Cappelli

Carlo Russo

Elio Caruso

Giampiero Caruso

Luigi Cantoro

Vanessa Magliocchi

Vincenzo Lavorini

Antonio Mannarino

Salvatore Politano”

Due le domande che ci hanno già rivolto alcuni nostri lettori:

- M5S avrà una sua lista?

- Che cosa ne pensa Grillo?

«Mi ha colpito in faccia e poi mi ha spinto» grida Marco Ambrogio, vicecapogruppo del Pd nel consiglio comunale di Cosenza, rivolgendosi al segretario del circolo Pd del centro storico Damiano Covelli.

«Sono stato aggredito a calci dal consigliere comunale Marco Ambrogio che urlava ”ora comandiamo noi”» contesta Covelli.

E tutto sembra nato dalla richiesta di costituzione di un seggio in contrada Donnici (autorizzata dalla commissione regionale per il congresso), una delle frazioni che sorge a nord del capoluogo bruzio.

Ma Covelli aggiunge «Ho solo chiesto che assieme a quello di Donnici, centro nel quale risiede Ambrogio, venissero creati altri seggi anche a Sant'Ippolito e Borgo Partenope. La risposta ricevuta? Toni sprezzanti e un calcio al ginocchio. Ora sono qui in ospedale perché avverto dolori. Dopo che avrò ricevuto le cure del caso andrò dai carabinieri a presentare una formale denuncia».

Anche Ambrogio è stato subito accompagnato al pronto soccorso dell'Annunziata per ricevere le cure dei sanitari

E dichiara «Presenterò formale denuncia alle forze dell'ordine perché sono stato aggredito, minacciato e riempito di insulti senza motivo. Non è concepibile che possano succedere cose del genere in un partito come il Pd. Alla scena hanno assistito diverse persone, tra cui alcuni cronisti e dipendenti del partito, che possono confermare quanto sto dicendo».

Per meglio capire la vicenda occorre chiarire che:

1)Ambrogio guida la lista dei renziani a sostegno del candidato alla segreteria Ernesto Magorno.

2)Covelli, invece, è stato inserito al numero 9 della lista collegata a Massimo Canale.

Una “indegna gazzarra” che avrà, molto probabilmente, un'appendice giudiziaria.

Nella foto Renzi dubbioso sembra dire “ figlioli che fate?”

Tutto tranquillo ad Amantea dove domani si terranno le primarie

Tre i seggi aperti dalle 08.00 alle 20,.00

2 ad Amantea nell’auditiorium della scuola media di via Salvo D’Acquisto;

1 a Campora san Giovanni in Via Mercato

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