Il centro storico di Amantea cade a pezzi?
Purtroppo è la verità, la triste verità.
Che fare , allora ?
Continuare a farlo cadere restando vani, vuoti, inutili, inani e facendo finta di non sapere, di non vedere, di non aver capito, di non aver ricevuto comunicazioni o segnalazioni, di non avere i finanziamenti pubblici richiesti?
Può essere una soluzione, soprattutto per una politica inetta ed incapace.
Ma piano, piano Amantea perderebbe a pezzi la sua storia, il suo centro storico.
In modo irreversibile , definitivo.
Solo ad Amantea ogni politico può dire “ ma chi me la fa fare a litigare con i proprietari?”
Già!
Ma così potremmo dire “Chi me la fa fare a lottare contro la mafia ed il malaffare?
Ed ancora, chi me la fa fare a creare sviluppo per la città, a creare futuro per i giovani, a creare sicurezza per gli anziani, eccetera ?.
Allora tutti zitti. Come in passato.
Tanto la gente non parla, non si lamenta, la cultura dorme, i turisti nel centro storico non ci vanno.
Già come Andarci se le case sono pericolanti e tra l’altro molte stradelle sono chiuse!
Ce ne sono già quattro, quella Via Duomo nei pressi delle Casa sciollate, quella che da casa Mirabelli porta a San Francesco, quella che dal ponte azzurro porta alla chiesa di San Nicola di Myra, quella che da casa De Simone portava al castello.
Sono la conferma che la politica ad Amantea è orientata a “lassez faire” a nin fare nulla.
Una stradella chiusa in più sarebbe la ulteriore conferma che la politica di tutela del centro storico ad Amantea ancora deve nascere!?
Me la piglio con la politica, ma gli amanteani per taluni versi siamo peggiori!
Anche noi inani, omissivi, silenti.
Ma cosa fare? Anzi si può fare qualcosa?
Certo.
Tanti altri comuni lo hanno fatto e lo stanno facendo.
Cosa? Semplicissimo.
Il consiglio comunale deve deliberare ( facile sia alla unanimità) la volontà di recuperare il patrimonio abitativo del centro storico ed iniziare la sua riqualificazione urbana.
La giunta dovrà emanare una direttiva agli uffici disponendo la emanazione di ordinanze di messa in sicurezza e di recupero degli edifici inabitabili o crollati, intimando alternativamente o la messa i sicurezza a cura dell’ente, ma con aggravio di spesa al proprietario, o la cessione gratuita al comune.
Certamente non si potrà o dovrà fare la demolizione a spese pubbliche, come è successo!
Appena ricevuta la donazione il comune emanerà un bando di cessione ad un euro dei beni a coloro che si impegneranno alla messa in sicurezza dell’immobile.
Ovviamente sarà chiesta una fidejussione a garanzia dell’impegno.
Chissà che esista gente nel mondo che voglia apprezzare quasi ogni sera i nostri meravigliosi tramonti, avere la visione dell’azzurro del mare sotto i propri piedi, le Eolie e talvolta la Sicilia, leggere la storia di Amantea sui muri del centro storico, eccetera…..
Le foto mostrano Catocastro. Una parte ristrutturata meravigliosamente, una parte abbandonata.
Gli amici del Centro Storico
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Uno è tanto, due sono troppi. Sono appena le 18, nella centralis sima Via Margherita nei pressi della casa del Giocattolo , un anziano cade ed urta violente mente la testa.
Il sangue esce copiosissimo e desta grave preoccupazione negli astanti che sono intervenuti in suo soccorso tempestivamente e con affettuosa attenzione come è uso in questa bella città di Amantea.
Intanto intervengono anche i Vigili Urbani.
Viene chiamato il 118 e nel mentre si tenta di tamponare l’emorragia.
Purtroppo l’autoambulanza di Amantea è già impegnata e deve giungere quella di Paola.
Il tempo passa ma cresce la preoccupazione perchè non si riesce in alcun modo a tamponare l’emorragia.
Per terra un lago di sangue.
Poi, finalmente, dopo un tempo che appare troppo lungo per i soccorritori si sente il suono del 118 al quale i vigili danno immediata attenzione e che interviene con efficacia .
Gli stessi vigili agevolano la uscita dell’autoambulanza da via Margherita facendola andare contro senso per raggiungere immediatamente la statale 18 e procedere verso l’ospedale di Paola dove saranno prestati maggiori soccorsi al povero anziano infortunatosi.
L'autoambulanza in Via Margherita
Il soccorso
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Esiste una Amantea straordinaria, amorevole, capace di soccorrere chi ne abbia la necessità.
Siamo sulla porta della edicola di Gaetano Campaiola.
Passa un’auto e la donna ci dice che un uomo è caduto. La voce è bassa, scarsamente comprensibile , e la signora, alla domanda “ Cosa?” , risponde “Là”, indicando il Mercato Vecchio.
Solo allora realizzo la parola “caduto”: inforco la bici e mi dirigo verso il parcheggio.
Su Via della Libertà noto un giovane vicino ad un uomo steso per terra. Parcheggio la bici e mi avvicino.
Un signore anziano, dai capelli bianchi, è steso per terra e vorrebbe alzarsi. Ha la fronte destra piena di sangue. Probabilmente con la fronte ha urtato per terra.
Parla. Buon segno.
Dal balcone una ragazza impaurita ci dice che lo ha visto cadere ed ha gridato.
Poco dopo scende e porta un ombrello.
L’anziano signore è per terra.
Il primo soccorritore sta chiamando il 118.
Mi tolgo il giaccone e lo poggio addosso al vecchietto.
Un giovane si toglie il pullover e glielo poggia a mò di cuscino sotto la testa.
Poi arrivano gli ombrelli; uno, due, tre, uno dopo l’altro.
Solo allora lo riconosciamo : è il professore O.R. , una persona per bene, amica di tutti.
Passano pochissimi minuti e sentiamo la sirena del 118 ; è arrivata con tutta la immediatezza possibile e con efficacia interviene.
La dottoressa parla a O.R. , gli chiede nome e cognome, gli chiede di muovere uno dopo l’altro le gambe (cosa che fa) , se abbia dolori, ed alla risposta negativa comincia a toccarlo nelle varie parti del corpo chiedendo se avverta dolore.
“No, no, no” , risponde l’infortunato. Bene. Sembra tutto a posto.
Intanto arriva la moglie, la signora Maria, stravolta, impaurita. Le donne la tranquillizzano, le offrono un bicchiere di acqua che non riesce nemmeno a tenere in mano.
“Stai tranquilla, Marì ! Va tutto bene. Risponde al dottore e sembra non abbia niente di rotto!”
Una corte di persone, tante parole, tante informazioni chieste ed ottenute anche da parte dei passanti.
Ma, insieme, tanto amore, tanta attenzione, tanta considerazione, tanta efficienza.
Ecco la “bella Amantea” quella dal gran cuore, quella della solidarietà reale, fattiva. Quella che si tranquillizza e sparisce porgendo gli auguri al professore che viene portato via dall’autoambulanza.
La bella Amantea della efficienza del 118.
Meglio non averne bisogno di ambedue, ma se dovesse occorrere Amantea sa di poterci contare.
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