Dal Blog dei docenti di ruolo e precari autoconvocati calabresi.
“Inizio anno anomalo per migliaia di studenti e docenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Forse adesso molti genitori che hanno dovuto occuparsi dei figli anche stamattina non avranno potuto fare a meno di accorgersi, nonostante il silenzio dei media nazionali, che non è stato un inizio anno sereno per la scuola italiana.
Anche gli “Insegnanti calabresi” e il “Comitato per la Scuola della Repubblica di Catanzaro” hanno partecipato all’ assemblea sindacale.
Per la provincia di Catanzaro la sede prescelta è stata l’ITC Grimaldi-Pacioli di Catanzaro Lido.
Presenti tutte le sigle sindacali maggiormente rappresentative, FLC CGIL, CiSl, UIL, SNALS, GILDA, che hanno organizzato l’evento cui hanno aderito ben 5 mila docenti. L’affluenza é stata altissima, la sala non era sufficiente a contenere tutti e una buona parte degli insegnanti ha seguito lo svolgimento dell’assemblea da alcuni schermi Giganti collocati in fondo alla sala.
Gli interventi dei sindacalisti hanno illustrato la situazione in cui si trova la Riforma sul piano attuativo, la loro opera di contrasto fin qui portata avanti e quella che hanno in programma di effettuare, diramandone le strategie attraverso comunicati che faranno seguito alle varie fasi di attuazione della Riforma, ai vari appuntamenti ai quali saranno chiamati gli organi collegiali, ai vari compiti a cui saranno chiamati i docenti. Al termine degli interventi dei sindacalisti, la parola è passata ai docenti, molti dei quali hanno chiesto ragione ai Sindacati degli interventi fatti per arrestare il corso della legge, alcuni hanno portato le loro esperienze personali, altri hanno rilevato come i docenti con le loro spaccature interne non hanno consentito all’azione di contrasto di essere più efficace, altri hanno prodotto proposte di nuove azioni di contrasto, quali il blocco dei viaggi d’istruzione o il blocco delle prove invalsi. In questa fase sono intervenute al microfono anche due docenti dei comitati insegnanti di ruolo di Lamezia e Catanzaro, in lotta da diverso tempo sul territorio e fuori regione, Prof.sse Bianca Laura Granato e Gianfranca Bevilacqua, recentemente reduci dall’incontro dell’11 settembre con l’assessore regionale Federica Roccisano, per portare a conoscenza i convenuti di quanto fin qui é stato fatto da loro, senza esito, per ottenere il ricorso di incostituzionalità ex art. 127 della legge di Riforma scolastica, soprattutto per evidenziare il carattere politico delle risposte ottenute dal Governatore Oliverio.
Grande riscontro di interesse ha avuto questa azione nell’assemblea. I docenti del collettivo hanno raccolto nuove adesioni ai comitati sorti spontanei per estendere le ragioni del contrasto a tutta la cittadinanza calabrese, che sarà profondamente svantaggiata dall’attuazione della legge 107.
La cittadinanza sarà coinvolta oltre che nelle azioni di contrasto anche in quelle di discussione e miglioramento della Legge di Iniziativa Popolare per una vera buona scuola della Repubblica, già depositata 2 volte in Parlamento”
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Tra gli anni da discente e gli anni da docente praticamente la mia vita l’ho passata a scuola. Per quasi 40 anni ho insegnato Matematica e Fisica al Liceo Scientifico e per tutti i 40 anni ho sperato, e nel mio piccolo lottato, perché la scuola Secondaria Superiore si riformasse sia negli ordinamenti, nella direzione di una riduzione degli indirizzi nei licei e di una rimodulazione profonda dell’istruzione tecnica e professionale, sia in direzione delle discipline e delle ore ad esse assegnate.
Ho sempre ritenuto,e ritengo ancora, che l’obbiettivo della Secondaria Superiore, in un società democratica, dovesse essere quello di fornire ai giovani tra i 13 e 18 anni,futuri cittadini,gli strumenti di conoscenza e le informazioni necessarie per poter leggere,comprendere e interpretare sia il mondo fisico-biologico e l’universo tecnologico, sia l’organizzazione socio-economico della quale fanno parte per partecipare consapevolmente al dibattito e al confronto politico.
Dopo la secondaria superiore un anno, con otto ore al giorno di formazione professionale,potrebbe formare tutte le tipologie di tecnici di cui il mondo del lavoro ha bisogno.
Ma di certo la scuola italiana non aveva,al contrario, per niente bisogno della controriforma approvata con il decreto della “cosiddetta" buona scuola.
Una cosa sicuramente buona della vecchia scuola italiana,era appunto il fatto che restava una isola felice di democrazia,di collegialità e di partecipazione, non infestata dalla corruzione e dalla clientela che sta distruggendo il tessuto sociale ed economico della nostra povera Italia.
l docenti erano assegnati alle scuole rispettando insieme, i loro desiderata e graduatorie pubbliche e controllabili, redatte utilizzando titoli (laurea-abilitazione-concorsi pubblicazioni ecc.),anni di insegnamento e situazioni di famiglia.
Questo garantiva una distribuzione random delle eccellenze e delle mediocrità,cosa sicuramente buona in una scuola pubblica.
Non c’era la possibilità,se non in percentuali minime e fisiologiche,di attivare interventi clientelari da parte della politica nell’assegnazione dei docenti alle scuole.
Con il decreto della “cosiddetta" buona scuola si passa dalla scuola della collegialità alla scuola
autoritaria del dirigente padrone.
La chicca della politica renziana, che anche qui manifesta in modo palese la sua cultura autoritaria, resta la chiamata dei docenti da parte del Dirigente dagli elenchi dei ruoli territoriali e la valutazione dei neodocenti sulla base di un’istruttoria di un docente al quale sono affidate, dal dirigente stesso, le funzioni di tutor, prevedendo anche “verifiche e ispezioni in classe”; e in caso di valutazione negativa del periodo di prova: dispensa dal servizio con effetto immediato, senza obbligo di preavviso.
La chiamata diretta dei docenti da parte dei Dirigenti dagli albi territoriali sulla base dei curriculum e la loro valutazione pone problemi enormi,ne indico soltanto alcuni:
1)quali sono gli strumenti oggettivi che hanno i Dirigenti per preferire questo o quel docente?
E’ proprio fuori da ogni possibilità che si avvierà anche nelle scuole un processo corruttivo e un clientelismo ancor peggio di quello che già esiste nelle Regioni e nelle Aziende Sanitarie?
2) cosa accadrà alle graduatorie interne d'istituto?
le graduatorie interne saranno eliminate e tutti i docenti saranno sullo stesso piano, senza più punteggi e sceglierà il dirigente quale docente sarà soprannumerario e sarà mandato via dalla scuola e spedito a 100-200 Km di distanza? Su quale criterio?
3) i docenti che non sono stati oggetto di richiesta da parte dei dirigenti con quali criteri saranno assegnati alle scuole?
Chi conosce la realtà della scuola italiana sa che la valutazione dei docenti,che è sicuramente utile per premiare i migliori, è una operazione delicata che andrebbe costruita senza improvvisazione e con serie procedure scientifiche, non creando per decreto un super burocrate con il potere di decidere senza averne titoli e competenza.
Faccio un solo esempio:un dirigente laureato in lettere (ingegneria elettronica) quali competenze potrà mettere in campo per scegliere e valutare un docente di Fisica (lettere classiche)? Si affiderà al docente da lui nominato all’uopo?
Immaginate un dirigente che ha il potere di scegliere in una graduatoria (o mandare a 100-200 Km), il figlio,l’amico,l’amante,il galoppino ecc. del politico della zona o l’illustre sconosciuto/a;secondo voi chi chiamerà o chi manderà via nel 90% dei casi (per essere generosi!)?
In questo decreto non c’è nessuna preoccupazione per l’andamento e il miglioramento della scuola italiana,c’è solo un ulteriore conferma,se mai ce ne fosse stato di bisogno,dell’attuazione della cultura autoritaria del renzismo.
E se fra un po' ,ancora regnante Renzi, anche i dirigenti nelle scuole saranno nominati dagli assessori Regionali,come già avviene per i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie, il disegno autoritario sarà completo. E anche nella scuola come nella sanità sarai insegnante o medico pubblico se sarai legato alla clientela politica!
Domande senza risposta:
dopo la riforma elettorale,il jobs act,la riforma costituzionale,la riforma della giustizia,della scuola,il salvataggio di Azzollini, il continuo conflitto con il sindacato ecc.,quale senso ha che Bersani et company e giù nei ranghi inferiori (che comunque hanno la responsabilità storica di aver partorito Renzi), rimangano nella “Ditta” che non ha niente a che vedere né con la tradizione PCI-PDS-DS e neppure con quella DC?
Ma ancora di più, come facciano a stare nel PD tanti piccoli dirigenti e militanti periferici (che nei discorsi vagheggiano e si atteggiano e vogliono ancora considerarsi “di sinistra” -guai a dir loro che hanno subito una mutazione genetica!),che fino a poco tempo fa sembravano schifati di Berlusconi che,a parte le volgarità, ha solo tentato di fare quello che Renzi invece sta facendo?
Misteri del potere! Peppe Furano
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