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testamento-solidaleChi è interessato a disporre un lascito solidale deve sapere che non ci sono regole ad hoc che devono essere rispettare in merito. Ciò che è più importante è specificare nel proprio testamento, in modo preciso e chiaro, quale sia l’ente beneficiario, ricordandosi di rispettare anche le quote di legittima. A parte questo aspetto, però, rimangono valide le considerazioni relative a un testamento normale. Anche per un testamento solidale, pertanto, l’efficacia giuridica di un testamento pubblico (che è quello che viene redatto dal notaio) è identica a quella di un testamento olografo (che è quello che il testatore redige di proprio pugno).

Perché è meglio un testamento pubblico

Nel momento in cui ci si accinge a redigere un testamento solidale, però, può essere preferibile ricorrere a un testamento pubblico in considerazione di alcuni vantaggi che ne possono derivare: a cominciare dalla possibilità di evitare i rischi di impugnazione, in quanto la volontà del disponente viene tradotta in termini giuridici dal notaio. Inoltre, con un testamento solidale non si corre il pericolo che lo stesso possa essere sottratto o smarrito, visto che è il notaio stesso a conservare presso il proprio archivio notarile il documento fino a che resta in attività. Ciò non toglie che anche un testamento olografo possa essere depositato da un notaio, proprio per evitare i rischi di sottrazione, alterazione e smarrimento.

La modifica del contenuto di un testamento

Anche nel caso di un testamento solidale, il suo contenuto può essere modificato, in modo da togliere valore al documento; inoltre il testatore ha sempre la possibilità di revocarlo. È opportuno chiarire che sia il principio della modificabilità che quello della revocabilità del testamento sono da considerare inderogabili. Qualora si abbia in mente di procedere alla revoca, non c’è bisogno di andare a ritirare il documento dal notaio né di distruggerlo fisicamente: basta, invece, redigere un nuovo testamento attraverso il quale si deve indicare in modo chiaro l’intenzione di revocare l’altro.

Quando un testamento è soggetto a impugnazione

Può succedere che il lascito solidale oltrepassi la soglia della quota disponibile. In una situazione del genere il testamento non perde di validità ma può essere impugnato dagli eredi legittimari, vale a dire i membri del nucleo familiare che hanno diritto a una quota del patrimonio. Da quando la successione viene aperta, ci sono 10 anni di tempo per gli eredi legittimari per intraprendere un’azione di riduzione. Qualora vogliano procedere in tal senso, essi devono rivolgersi a un giudice, che dovrà dichiarare la disposizione testamentaria in efficace in relazione alla parte che eccede la quota disponibile, così da non compromettere le legittime.

I lasciti solidali e le tasse

Non sono previste imposte per i lasciti solidali. In base a quanto sancito dal Codice del Terzo settore del 2017, infatti, è esente da tassazione tutto quello che viene lasciato in eredità a organizzazioni con scopo di utilità sociale. Diverso è il discorso per gli enti che non sono onlus: l’esenzione dalle imposte è garantita a patto che, entro i 5 anni successivi, l’ente sia in grado di dimostrare che il lascito è stato utilizzato secondo quanto previsto dal disponente. È anche per questa ragione che l’indicazione del motivo nel testamento deve essere corretta: in caso contrario il documento può essere annullato. Si pensi, per esempio, il caso di un testatore che lasci dei soldi a un’organizzazione affinché si occupi di prestare assistenza sanitaria alle persone bisognose in Africa: se quell’organizzazione non si è mai occupata di tale ambito, si ha a che fare con un errore di motivazione per effetto del quale la disposizione testamentaria solidale può essere impugnata per validità.

Lascito solidale a Medici Senza Frontiere

Chi desidera optare per un lascito solidale a Medici Senza Frontiere può trovare tutte le informazioni di cui ha bisogno seguendo il link qui. Sono più di 45mila le persone in tutto il mondo che lavorano per questa organizzazione, tra oltre 80 Paesi in cui sono attivi progetti gestiti grazie alle 24 sezioni partenarie e ai 5 centri operativi. L’azione umanitaria è preziosa per garantire cure e benessere a coloro che, altrimenti, non avrebbero accesso all’assistenza sanitaria.

Pubblicato in Italia

Divisione-EreditariaLa successione ereditaria rappresenta spesso motivo di contenzioso tra i vari soggetti che, a ragione o a torto, reclamano i propri diritti su uno o più beni lasciati in eredità. Un caso particolare è quello in cui l'eredità venga destinata a più persone, ciascuna delle quali diventa coerede, dando così origine alla comunione ereditaria. Uno dei coeredi può chiedere ed ottenere di sciogliere la comunione ereditaria per diventare titolare esclusivo della parte di eredità che gli spetta: tale processo, come spiega il portale specializzato di Avvocato Accanto, prende il nome di divisione ereditaria.

La normativa di riferimento

La divisione ereditaria viene disciplinata dal Codice Civile. Secondo quanto disposto dall'articolo 713, i coeredi hanno sempre la facoltà di richiedere la divisione dell'eredità. In altre parole, tale prerogativa appartiene solo ai soggetti che abbiano già accettato l'eredità. I presupposti necessari alla divisione ereditaria sono: la presenza di una massa ereditaria unica, l'istituzione di coeredi (ossia di più eredi diversi) per quote ideali. Ciò vuol dire che la divisione non è possibile se a ciascun erede è stato destinato un singolo bene specifico.

Nel caso in cui uno o più coeredi non abbiano ancora compiuto la maggiore età, "il testatore può disporre che la divisione non abbia luogo prima che sia trascorso un anno dalla maggiore età dell'ultimo nato". In aggiunta, il testatore può disporre che la divisione dell'eredità non abbia luogo prima che siano trascorsi massimo cinque anni dalla sua morte.

Ad ogni modo, anche in presenza delle disposizioni di cui sopra, l'autorità giudiziaria - come stabilito dal comma 3 dell'articolo 713 del Codice Civile - "qualora gravi circostanze lo richiedano, può, su istanza di uno o più coeredi, consentire che la divisione si effettui senza indugio o dopo un termine minore di quello stabilito dal testatore".

L'articolo 714 ("Godimento separato di parte dei beni") stabilisce che la divisione ereditaria può essere richiesta anche nel caso in cui uno o più coeredi abbiano goduto separatamente di parte dei beni ereditati, a meno che non si sia verificata l'usucapione (definito dall'articolo 1158 del Codice Civile come "la proprietà dei beni immobili e gli altri diritti reali di godimento sui beni medesimi si acquistano in virtù del possesso continuato per venti anni").

L'adempimento della divisione ereditaria

Il Codice Civile annovera anche i casi in cui la divisione ereditaria è possibile solo al verificarsi di determinate condizioni. Se, ad esempio, tra gli aventi diritto alla successione ereditaria, vi è un 'concepito', la divisione non può essere concretizzata prima della nascita dello stesso (articolo 715 del codice).

La divisione non può aver luogo neanche durante "la pendenza di un giudizio sulla filiazione di colui che, in caso di esito favorevole del giudizio, sarebbe chiamato a succedere" né, tanto meno, può verificarsi durante lo svolgimento della procedura per l'ammissione del riconoscimento. Ad ogni modo, l'autorità giudiziaria può comunque autorizzare la divisione ereditaria, a patto di stabilire le opportune misure cautelari, anche nel caso in cui tra gli aventi diritto alla successione vi siano "nascituri non concepiti". Se per questi ultimi non è stata determinata alcuna quota ereditaria, l'autorità giudiziaria può attribuire tutti i beni (o una parte di essi) agli altri coeredi, dovendo, al contempo, disporre "le opportune cautele nell'interesse dei nascituri".

Quando la divisione si concretizza, ciascun erede ottiene la proprietà esclusiva della propria quota ereditaria ma perde i diritti pregressi sulle altre quote per via dell'effetto retroattivo della divisione.

Sospensione della divisione ereditaria

Secondo quanto stabilito dall'articolo 717 del Codice Civile, uno dei coeredi può presentare istanza di sospensione della divisione ereditaria. L'autorità giudiziaria, una volta accolta l'istanza, può sospendere la divisione (di una parte dei beni o dell'intera eredità) per un periodo non superiore a cinque anni "qualora l'immediata sua esecuzione possa recare notevole pregiudizio al patrimonio ereditario".

Pubblicato in Economia e Finanza
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