Questa mattina, la Befana mi ha portato un messaggio da Reggio Calabria.
A scrivermi, un mio carissimo amico: Nino Pellicanò. Diceva: “….bisogna inventare una nuova democrazia o almeno provarci….”. Sottraendo del tempo alle foto, mi sono seduto davanti al PC. Quello che segue è ciò che ho risposto all’amico Reggino e voglio condividere con tutti Voi.
Compito della filosofia popolare è trarre dalla storia concreta del nostro popolo i principii e le correnti delle specifiche minoranze etniche che da sempre hanno vissuto in questa terra mediterranea. Così non solo si scopre un’importante sorgente di rinnovamento, ma si riconosce anche il carattere storico di certe debolezze tipiche, si scorge come esse siano prodotte dallo sviluppo economico, politico, culturale della storia nazionale. Bisogna dire a noi stessi, innanzitutto, che tutto ciò ha pur sempre a che fare col movimento operaio, i poveri e gli sfruttati tutti. Personalità significative come Lafargue, Labriola o Plechanov, in passato hanno messo a nudo, portandole allo scoperto le virtù e le debolezze dei movimenti operai nazionali. Penso che proprio in queste figure rappresentative si possono cogliere con estrema evidenza le virtù e le debolezze nazionali di un movimento operaio. Per un verso la soluzione di questa problematica nuova e complessa esige un’analisi straordinariamente approfondita e concreta, basata sulla conoscenza più rigorosa di un enorme quantità di fattori. Senza perdere di vista la necessità non meno importante di una popolarizzazione rapida e variegata. In questo senza commettere gli errori del passato da una parte l’intellettualismo staccato dalla vita concreta e reale, dall’altra la volgarizzazione. I grandi pensatori recenti hanno sempre affrontato e risolto dialetticamente questo problema. Come loro anche noi troveremo la giusta via. Senza generalizzare i problemi a spese dell’analisi concreta dei fatti. Si troverà una soluzione possibile solo se ci ricordiamo di essere oggi in una diversa situazione, mentre una via nuova si deve aprire ora verso un futuro che annulli e seppellisca la liberal-democrazia con la sua via democratica al potere. La lotta per la libertà di tutti noi è come il parto. Doloroso, a volte “tortuoso” ma necessario per il rinnovo della specie.
Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik
Pubblicato in
Primo Piano
Amantea. Inizia il 2014 dopo un 20134, un anno sicuramente annoverabile tra i più difficili.
Inizia il 2014 con la speranza che non sia peggiore del precedente.
Speriamo.
Ma non è che ci siano certezze di un anno positivo.
Anzi, al contrario, tanti temono che ci sarà sempre meno lavoro, in particolare per i disoccupati( giovani od anziani poco importa), che il lavoro interessi sempre i soliti noti, gli amici degli amici, che i negozi chiudano, che le tasse aumentino sempre di più, che ipolitici ci prendano sempre di più in giro e che noi per paura od altro si faccia finta di credere loro.
Ci resta poco. O molto, a secondo di che cosa ci si aspetta giorno dopo giorno.
Tra le cose che ci restano ci sono sicuramente questi meravigliosi tramonti che nessuno, nemmeno i peggiori amministratori che Amantea abbia mai avuto, potranno toglierci.
Vi presentiamo due foto.
La prima, la piccola vi offre l’immagine del centro storico che si ammanta di questo meraviglioso rosa che alcuni tramonti spandono nell’aria colpendo case e rocce spegnendo tutto il negativo che si nasconde tra le mura di un meraviglioso ma abbandonato centro storico.
La seconda, la media, vi offre l’immagine del tramonto: il mare pieno dello Stromboli, il cielo pieno di nuvole meravigliosamente riempite del rosso di un fantastico ed unico tramonto.
E’ durato poco, troppo poco, ma ha riempito il cuore di chiunque ha avuto la opportunità di coglierlo in tutta la sua magnificenza.
Pubblicato in
Comunicati - Sport - Giudiziaria