Ormai la notizia è ufficiale, i 13 Pakistani trasferiti sabato scorso nella struttura di accoglienza di Amantea, affetti da Codiv 19, verranno trasferiti nel centro militare del Celio di Roma, dove verranno sottoposti a tutte le cure necessarie.
In questa triste vicenda non ci saranno né vinti e né vincitori, rimarrà solo la delusine di una comunità lascia sola a preservare il proprio territorio e il dramma di quei poveri migranti, vittime di scelte insensate e illogiche, frutto di interessi economici che ruotano attorno al fenomeno dell’immigrazione.
Certamente la scelta di una protesta vibrante non sarà stata condivisa da tutti, ma se non ci fosse stato questo “risveglio” delle coscienze, probabilmente la vicenda non si sarebbe chiusa in questo modo.
Io sono dell’avviso che il caso “Amantea” farà emergere gravi responsabilità nella gestione dello sbarco a Roccella Ionica. Ordini dall’alto senza un minimo di scrupolo che hanno mortificato la nostra comunità che a fatica, in questo periodo estivo sta risalando la china dopo la serrata del Lokdown.
Sono fortemente convinto che se non ci fosse stata la protesta pacifica di Amantea, altre citta della Calabria, al prossimo sbarco, avrebbero subito ugualmente decisioni incaute volte a mortificare il territorio e tutti i calabresi.
Amantea ha lanciato un tema molto delicato che è quello della corretta collocazione dei migranti nelle strutture di accoglienza, che spesso sono dei “lager” autorizzati.
Sarò accanto ai cittadini di Amantea per condividere questo momento, con compostezza e senza “toni trionfalistici”; non dimentichiamolo che i 13 Pakistani sono sempre esseri umani come noi e sulla pelle delle persone non si può gioire!!
Ancora grazie a tutti!!
Vincenzo Lazzaroli