Amici, se andate a Roma e dintorni non bevete troppa acqua perché vi potreste trovare in gravi difficoltà non essendo nelle vicinanze un bagno pubblico. Ma direte:- Ci sono i bar e i ristoranti che per legge devono avere un bagno e Roma è piena di bar e di ristoranti-. Esatto. Però non sempre i proprietari dei locali sono disponibili a fare usufruire i loro bagni ai turisti e a persone che non consumano. Ed ecco arrivare dalla Regione Lazio una proposta di legge numero 37 del 20 giugno 2018 approvata il 9 settembre scorso dalla Commissione regionale. Vuoi fare la pipì? Devi pagare. E subito, come al solito, è scoppiata la polemica per la cosiddetta “Tassa sulla pipì”, provvedimento che servirebbe per far pagare l’accesso ai bagni. Farla a Roma e nella Regione Lazio in un bar o in un ristorante a breve potrebbe avere un costo. La notizia non è una bufala o come si dice oggi una fake news, è vera. E’ stata pubblicata da diversi giornali nazionali e già ci sono state le proteste dei cittadini e anche da parte del Codacons:- Siamo alla follia-. Citando testualmente il provvedimento è scritto che “ qualora il servizio igienico per i soggetti diversi dalla clientela dell’esercizio, sia messo a pagamento, il prezzo dello stesso deve essere reso ben noto attraverso l’apposizione di idoneo cartello”. Tutto chiaro. Bar e ristoranti possono far pagare a chi non è cliente l’accesso al bagno, basta che mettano un cartello ben visibile. Attenti però ai furbacchioni. Quanto costerà fare la pipì? E’ un mistero. A Piazza di Spagna 5 euro? A Via della Conciliazione 10 euro? A Piazza del popolo 15 euro? Forse 50 centesimi in periferia? Non c’è un prezzo indicato, tantomeno una sanzione per chi non rispetta la legge. E così la facoltà di far pagare la pipì ai non clienti si traduce in un caos. Infatti il Comune di Roma con delibera 135 del 5 luglio scorso ha varato il Nuovo Regolamento di Polizia Urbana nel quale c’è scritto:- E’ fatto obbligo agli esercenti degli esercizi pubblici di consentire l’utilizzo dei servizi igienici a chiunque ne faccia richiesta-. Zingaretti dice una cosa, la Raggi ne dice un’altra. Perché non si mettano d’accordo ora che il Pd e il Movimento 5 Stelle hanno da circa un mese celebrato un matrimonio di convenienza per sopravvivere?
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Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota
I colletti bianchi? Sempre più grigi, e tale vorrebbero rendere la realtà
Non sono solo i ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione a far danno, ma anche i tempi biblici della burocrazia, che frena la crescita di imprese, associazioni e del territorio in cui esse stesse operano. Cosa che puntualmente sta accadendo ad Amantea, ancor di più in questo periodo pre-elettorale, per l’ampliamento del campo da tennis in località Colongi regolarmente preso in gestione dal Circolo Tennis Antonio Monaco, che come previsto dal bando sta cercando di migliorarne la fruibilità e i servizi annessi all’attività puramente sportiva.
Operazione impossibile, grazie ancora una volta alla macchina comunale che ostacola in ogni modo la realizzazione di un semplice bagno, già, quei servizi igienici minimi che qualsiasi struttura sportiva (anche del terzo mondo) garantisce a chiunque ne fruisca e la possibilità di poter pulire a proprie spese le aree adiacenti, spesso utilizzate come discariche. Il progetto c’è, la volontà di fare la piccola struttura igienico-sanitaria da parte del circolo Monaco pure, ma ecco mancare l’autorizzazione, che dal Comune non vogliono rilasciare. Oggettivamente, senza alcun motivo concreto, visto che è tutto previsto dal bando di gara pubblico.
Speriamo che questa incresciosa situazione, che limita la fruibilità di una delle poche strutture sportive operative nel nostro territorio, venga risolta con la doverosa urgenza, perché non si può mortificare la volontà di migliorare e far crescere il territorio, donandogli strutture migliori, mostrata da questa associazione sportiva.
L’esempio, dato da questa Amministrazione anche nella vicenda di cui sopra è l’ulteriore dimostrazione di come questi amministratori reputano inutile incentivare la pratica sportiva dei giovani e della scarsissima sensibilità che hanno nei confronti delle problematiche sociali.
I Consiglieri comunali del gruppo UDC Biagio Miraglia, Pasquale Ruggiero e Gianfranco Suriano
NdR. Bene. La burocrazia è sempre un limite alla vita della società italiana. Ma se ci è permesso, qualche domanda: come è stato possibile finora utilizzare il campetto senza il bagno? E come è stato possibile costruire una struttura sportiva se il bagno era obbligatorio per fruirla? Chi lo ha progettato? Chi lo ha costruito? Chi lo ha collaudato? Chi ne ha permesso la fruizione? Come mai in tanti anni non ci si è accorti che mancava il bagno?
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