Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota
I colletti bianchi? Sempre più grigi, e tale vorrebbero rendere la realtà
Non sono solo i ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione a far danno, ma anche i tempi biblici della burocrazia, che frena la crescita di imprese, associazioni e del territorio in cui esse stesse operano. Cosa che puntualmente sta accadendo ad Amantea, ancor di più in questo periodo pre-elettorale, per l’ampliamento del campo da tennis in località Colongi regolarmente preso in gestione dal Circolo Tennis Antonio Monaco, che come previsto dal bando sta cercando di migliorarne la fruibilità e i servizi annessi all’attività puramente sportiva.
Operazione impossibile, grazie ancora una volta alla macchina comunale che ostacola in ogni modo la realizzazione di un semplice bagno, già, quei servizi igienici minimi che qualsiasi struttura sportiva (anche del terzo mondo) garantisce a chiunque ne fruisca e la possibilità di poter pulire a proprie spese le aree adiacenti, spesso utilizzate come discariche. Il progetto c’è, la volontà di fare la piccola struttura igienico-sanitaria da parte del circolo Monaco pure, ma ecco mancare l’autorizzazione, che dal Comune non vogliono rilasciare. Oggettivamente, senza alcun motivo concreto, visto che è tutto previsto dal bando di gara pubblico.
Speriamo che questa incresciosa situazione, che limita la fruibilità di una delle poche strutture sportive operative nel nostro territorio, venga risolta con la doverosa urgenza, perché non si può mortificare la volontà di migliorare e far crescere il territorio, donandogli strutture migliori, mostrata da questa associazione sportiva.
L’esempio, dato da questa Amministrazione anche nella vicenda di cui sopra è l’ulteriore dimostrazione di come questi amministratori reputano inutile incentivare la pratica sportiva dei giovani e della scarsissima sensibilità che hanno nei confronti delle problematiche sociali.
I Consiglieri comunali del gruppo UDC Biagio Miraglia, Pasquale Ruggiero e Gianfranco Suriano
NdR. Bene. La burocrazia è sempre un limite alla vita della società italiana. Ma se ci è permesso, qualche domanda: come è stato possibile finora utilizzare il campetto senza il bagno? E come è stato possibile costruire una struttura sportiva se il bagno era obbligatorio per fruirla? Chi lo ha progettato? Chi lo ha costruito? Chi lo ha collaudato? Chi ne ha permesso la fruizione? Come mai in tanti anni non ci si è accorti che mancava il bagno?